Niente sembra facile per questa Expo, tranne parcheggiare. Visto l’afflusso di visitatori, così lontano dalle stime iniziali, tra le quattro aree attrezzate e i 22.550 posti disponibili c’è solo l’imbarazzo della scelta. E ora c’è pure l’incentivo: a chi scarta i mezzi pubblici, la società Expo2015 offre in omaggio il biglietto d’ingresso serale del valore di cinque euro, con buona pace delle politiche di contenimento dello smog delle giunte Moratti e Pisapia. Ma tocca anche capire cosa muove la generosa gratuità dell’ingresso per chi arriva in auto (il ticket parcheggio costa 12 euro), ultima carta “acchiappa-visitatori” di una manifestazione che si regge su numeri sempre più incerti.
(video di Alessandro Madron)
Alla fine dei conti, i parcheggi di Expo agli italiani sono costati un sacco di soldi. Stabilire con esattezza quanti è impresa molto difficile. Bisogna tornare indietro nel tempo di cinque anni, al Dpcm dell’1 marzo 2010 (scarica) che individuava le “opere essenziali” del dossier di candidatura di Milano del 2008. In una tabella venivano indicati il fabbisogno di posti previsto, i costi e i tempi di realizzazione di quattro grandi aree in zone perimetrali al sito: due collocate a Rho, una ad Arese e una a Baranzate per un totale di 17mila posti auto e mille posti per bus.
Accanto alla colonna dei “costi” un totale di 71 milioni di euro, una cifra enorme. Ma era la colonna dei sogni, perché alla voce “fondi statali disponibili” c’era uno “zero” tondo tondo. Il fatto è che a lungo si era sperato in un contributo attivo dei costruttori, immaginandoli pronti ad accollarsi costi e rischi dell’impresa di accogliere i visitatori in auto. Presto si scoprirà però che era un’ipotesi irrealistica e che i parcheggi diventeranno la prima vera grana di Expo. Gli investitori privati si sfilano perché colpiti dalla crisi e perché non vedono chiare garanzie sui ritorni economici e sulla monetizzazione delle strutture dopo il 2015. Tre anni dopo il governo emana il decreto del 6 maggio 2013 (scarica) che nomina il commissario unico delegato del Governo per Expo e riepiloga il dettaglio degli investimenti per le opere infrastrutturali: i costi per realizzare le aree di parcheggio salgono a 84 milioni, ma le risorse pubbliche stanno ancora a zero, mentre “le cifre sono suscettibili di variazione in base all’apporto dei privati”, che non ci sarà mai.
Regione Lombardia a quel punto è costretta a sconfessare le sue stesse previsioni, ammettendo “l’impossibilità di localizzare i parcheggi remoti così come indicati nel dossier di candidatura”. Il problema diventa poi lampante il 5 novembre 2013, a poco più di un anno dall’avvio dell’evento, in occasione di un Tavolo Expo Lombardia alla presenza del governo (ministri Lupi e Orlando, insieme al sottosegretario all’Expo Maurizio Martina), del governatore della regione Roberto Maroni con il suo vice Mario Mantovani e il vicesindaco di Milano Lucia De Cesaris (che ha lasciato la giunta proprio questa settimana). E’ emersa allora con chiarezza “l’impossibilità di coinvolgere i privati nella realizzazione dei parcheggi” che da progetto avrebbero dovuto essere costruiti in prossimità dei padiglioni.
Si deve attrezzare di corsa un piano B, a costi ridotti e tempi possibili. Le ipotesi di localizzazione del dossier finiscono nel cassetto, ne spuntano di nuove, fondate stavolta sulla localizzazione di parcheggi remoti oltre il territorio dei Comuni immediatamente adiacenti all’area Expo, ponendo come criterio di selezione un tempo di accesso al sito contenuto in 20-25 minuti. Si ripiega allora su parcheggi connessi al sito col treno (Rho Fiera) e su altri da connettere con navette, possibilmente su aree già di proprietà pubblica o oggetto di trasformazione. La nuova soluzione chiama in causa i singoli comuni in un affastellamento di accordi di programma, atti integrativi, varianti di progetto e delibere di spesa che rendono praticamente impossibile tirare la riga dei consuntivi. Viene spianata l’area ex Alfa di Arese, a circa 10 km dalla manifestazione, sotto 31mila mq di cemento che offrono 11mila stalli. Altri 10mila posti arrivano dal parcheggio di Fiera Milano, 1500 dal parcheggio Trenno e via dicendo. Ma sapere quanto si è speso per farlo è impossibile.

Siccome però Expo era già un successo planetario prima che iniziasse, si pensò che neppure quelli bastavano. Il Direttore generale Giuseppe Sala, sempre a fine 2013, propone una variante in corso d’opera (scarica): oltre ai parcheggi previsti, suggerisce di realizzarne un altro a Cascina Merlata, a 500 metri dai cancelli, che permettesse di raggiungere l’area espositiva con una passerella da percorrere a piedi. I fondi vengono stanziati con il “Destinazione Italia”, un decreto last-minute emanato il 23 dicembre 2013 (n. 145). Si tratta di 900 posti in tutto e per realizzarli vengono stanziati 31 milioni di euro, 34mila euro a posto (vuoto). Tutti a carico dei contribuenti.
LE PENALI – Se poi i parcheggi non si riempiono c’è un altro conto da pagare. La società pubblica dovrà sborsare altri soldi. Il bando per la gestione delle aree, vinto dal gruppo Arriva (partecipato da Deutesche Bahn), vincola infatti Expo Spa a garantire la differenza dei mancati incassi sotto una determinata soglia di guadagno. Il budget dei costi di gestione delle aree di Arese, Merlata e del servizio di navette da quelle di Trenno e Fiera Milano arriva a circa 11 milioni di euro. Se non saranno coperti dagli incassi dei parcheggi, dice la clausola contrattuale, sarà cura della Spa pubblica integrare per 3 milioni di euro. Da qui, l’offerta dell’ultimo minuto degli organizzatori al motto: “Cari visitatori: non pagate l’ingresso, pagate il parcheggio”. Purché paghiate. Ecco perché parcheggiare all’Expo sarà anche facile, ma di “gratis” non c’è proprio nulla.
Expo 2015
Expo, i 22.500 parcheggi sono semivuoti? Incentivo: ‘Vieni in auto, entri gratis’. Ma resta il rischio penali (con soldi pubblici)
La società organizzatrice cerca di correre ai ripari per non pagare la differenza dei mancati incassi garantita a chi ha vinto i bandi di gestione: ingressi serali gratuiti all'esposizione per chi arriva in macchina. La situazione migliora, ma difficilmente coprirà i costi di realizzazione. Che alla fine saranno ripianati dallo Stato a spese dei contribuenti
Niente sembra facile per questa Expo, tranne parcheggiare. Visto l’afflusso di visitatori, così lontano dalle stime iniziali, tra le quattro aree attrezzate e i 22.550 posti disponibili c’è solo l’imbarazzo della scelta. E ora c’è pure l’incentivo: a chi scarta i mezzi pubblici, la società Expo2015 offre in omaggio il biglietto d’ingresso serale del valore di cinque euro, con buona pace delle politiche di contenimento dello smog delle giunte Moratti e Pisapia. Ma tocca anche capire cosa muove la generosa gratuità dell’ingresso per chi arriva in auto (il ticket parcheggio costa 12 euro), ultima carta “acchiappa-visitatori” di una manifestazione che si regge su numeri sempre più incerti.
Alla fine dei conti, i parcheggi di Expo agli italiani sono costati un sacco di soldi. Stabilire con esattezza quanti è impresa molto difficile. Bisogna tornare indietro nel tempo di cinque anni, al Dpcm dell’1 marzo 2010 (scarica) che individuava le “opere essenziali” del dossier di candidatura di Milano del 2008. In una tabella venivano indicati il fabbisogno di posti previsto, i costi e i tempi di realizzazione di quattro grandi aree in zone perimetrali al sito: due collocate a Rho, una ad Arese e una a Baranzate per un totale di 17mila posti auto e mille posti per bus.
Accanto alla colonna dei “costi” un totale di 71 milioni di euro, una cifra enorme. Ma era la colonna dei sogni, perché alla voce “fondi statali disponibili” c’era uno “zero” tondo tondo. Il fatto è che a lungo si era sperato in un contributo attivo dei costruttori, immaginandoli pronti ad accollarsi costi e rischi dell’impresa di accogliere i visitatori in auto. Presto si scoprirà però che era un’ipotesi irrealistica e che i parcheggi diventeranno la prima vera grana di Expo. Gli investitori privati si sfilano perché colpiti dalla crisi e perché non vedono chiare garanzie sui ritorni economici e sulla monetizzazione delle strutture dopo il 2015. Tre anni dopo il governo emana il decreto del 6 maggio 2013 (scarica) che nomina il commissario unico delegato del Governo per Expo e riepiloga il dettaglio degli investimenti per le opere infrastrutturali: i costi per realizzare le aree di parcheggio salgono a 84 milioni, ma le risorse pubbliche stanno ancora a zero, mentre “le cifre sono suscettibili di variazione in base all’apporto dei privati”, che non ci sarà mai.
Regione Lombardia a quel punto è costretta a sconfessare le sue stesse previsioni, ammettendo “l’impossibilità di localizzare i parcheggi remoti così come indicati nel dossier di candidatura”. Il problema diventa poi lampante il 5 novembre 2013, a poco più di un anno dall’avvio dell’evento, in occasione di un Tavolo Expo Lombardia alla presenza del governo (ministri Lupi e Orlando, insieme al sottosegretario all’Expo Maurizio Martina), del governatore della regione Roberto Maroni con il suo vice Mario Mantovani e il vicesindaco di Milano Lucia De Cesaris (che ha lasciato la giunta proprio questa settimana). E’ emersa allora con chiarezza “l’impossibilità di coinvolgere i privati nella realizzazione dei parcheggi” che da progetto avrebbero dovuto essere costruiti in prossimità dei padiglioni.
Si deve attrezzare di corsa un piano B, a costi ridotti e tempi possibili. Le ipotesi di localizzazione del dossier finiscono nel cassetto, ne spuntano di nuove, fondate stavolta sulla localizzazione di parcheggi remoti oltre il territorio dei Comuni immediatamente adiacenti all’area Expo, ponendo come criterio di selezione un tempo di accesso al sito contenuto in 20-25 minuti. Si ripiega allora su parcheggi connessi al sito col treno (Rho Fiera) e su altri da connettere con navette, possibilmente su aree già di proprietà pubblica o oggetto di trasformazione. La nuova soluzione chiama in causa i singoli comuni in un affastellamento di accordi di programma, atti integrativi, varianti di progetto e delibere di spesa che rendono praticamente impossibile tirare la riga dei consuntivi. Viene spianata l’area ex Alfa di Arese, a circa 10 km dalla manifestazione, sotto 31mila mq di cemento che offrono 11mila stalli. Altri 10mila posti arrivano dal parcheggio di Fiera Milano, 1500 dal parcheggio Trenno e via dicendo. Ma sapere quanto si è speso per farlo è impossibile.
Siccome però Expo era già un successo planetario prima che iniziasse, si pensò che neppure quelli bastavano. Il Direttore generale Giuseppe Sala, sempre a fine 2013, propone una variante in corso d’opera (scarica): oltre ai parcheggi previsti, suggerisce di realizzarne un altro a Cascina Merlata, a 500 metri dai cancelli, che permettesse di raggiungere l’area espositiva con una passerella da percorrere a piedi. I fondi vengono stanziati con il “Destinazione Italia”, un decreto last-minute emanato il 23 dicembre 2013 (n. 145). Si tratta di 900 posti in tutto e per realizzarli vengono stanziati 31 milioni di euro, 34mila euro a posto (vuoto). Tutti a carico dei contribuenti.
LE PENALI – Se poi i parcheggi non si riempiono c’è un altro conto da pagare. La società pubblica dovrà sborsare altri soldi. Il bando per la gestione delle aree, vinto dal gruppo Arriva (partecipato da Deutesche Bahn), vincola infatti Expo Spa a garantire la differenza dei mancati incassi sotto una determinata soglia di guadagno. Il budget dei costi di gestione delle aree di Arese, Merlata e del servizio di navette da quelle di Trenno e Fiera Milano arriva a circa 11 milioni di euro. Se non saranno coperti dagli incassi dei parcheggi, dice la clausola contrattuale, sarà cura della Spa pubblica integrare per 3 milioni di euro. Da qui, l’offerta dell’ultimo minuto degli organizzatori al motto: “Cari visitatori: non pagate l’ingresso, pagate il parcheggio”. Purché paghiate. Ecco perché parcheggiare all’Expo sarà anche facile, ma di “gratis” non c’è proprio nulla.
Articolo Precedente
Expo 2015, quanti arrivi in treno? Sala: “Il 30%”. Ma Ferrovie non rende noti i dati
Articolo Successivo
Expo 2015, il caldo gonfia i dati? Ma qualcuno deve risponderne
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Mosca avanza del Kursk, “ipotesi ritiro degli ucraini”. Il risiko Europa: Trump vuole spostare 35mila soldati dalla Germania e abbandonare le esercitazioni militari
Zonaeuro
Germania, raggiunto un principio di accordo per formare il governo. I punti dell’intesa tra Cdu-Csu e Spd
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Gli Stati Uniti hanno già inviato in Italia le nuove bombe atomiche: le B61-12 nelle basi di Aviano e Ghedi
Roma, 8 mar. (Adnkronos) - “Il risultato record raggiunto con il 2x1000 per il 2024 consente al Partito democratico un investimento straordinario sui territori: questa settimana abbiamo inviato oltre un milione di euro alle nostre articolazioni regionali e provinciali, che si somma alle 440.000 euro già anticipate. Si tratta solo del 70% di quanto pattuito, in quanto lo Stato non ha ancora trasferito l’intero 2x1000 spettante ai partiti politici. Ma noi invieremo comunque entro marzo il restante 30%, superando in totale i 2 milioni di euro relativi al solo 2024. Se sommiamo queste risorse al mezzo milione di euro trasferito lo scorso anno, possiamo calcolare che, in questi due anni di segreteria, il Pd nazionale ha trasferito ai territori più del doppio delle risorse trasferite negli otto anni precedenti sommati insieme, cioè dalla fine del finanziamento pubblico al 2022". Lo sottolinea il tesoriere del Pd, Michele Fina.
"Oggi -aggiunge- possiamo farlo perché sta arrivando a compimento una grande opera di risanamento del nostro bilancio, ma soprattutto perché abbiamo fatto fin dall’inizio una scelta precisa: investire per sostenere la partecipazione, l'attività politica e, in ultima istanza, la democrazia nel Paese. Abbiamo unito tutti i livelli del partito in un unico sforzo corale. Per questo nel 2024 siamo risultati il primo partito in assoluto con 10.286.000 circa di risorse, con una crescita di 3 milioni in due anni e ben 628.000 contribuenti che ci hanno scelto. È il dato più alto della nostra storia”.
“In un tempo in cui -le democrazie liberali sono messe in discussione dalla prepotenza finanziaria di plurimiliardari stranieri e dalla forza economica delle big tech, il Partito democratico -aggiunge la segretaria Elly Schlein- riparte dai territori, dal coinvolgimento della base, dal riacquisto e riapertura delle sedi, dalla formazione politica".
Roma, 8 mar. (Adnkronos) - "Incredibile come nel caso del ricorso del clandestino trasportato sulla nave ‘Diciotti’, il pubblico ministero della Cassazione abbia dato torto all’immigrato con una motivata requisitoria, chiedendo il rigetto della domanda. La Cassazione in totale difformità della richiesta invece ha accolto il ricorso con una ordinanza che di giuridico pare avere ben poco. Infatti stravolgendo un principio costante, in assenza di una qualsiasi prova afferma che il danno morale subito dal clandestino va supposto, senza la necessità di esser provato. Quindi i famigliari delle vittime di un incidente sono tenuti a dar prova del danno morale subito, l’immigrato no! È incredibile come la Cassazione non abbia nemmeno indicato i criteri per la determinazione del danno. Una ordinanza che di giuridico ha molto poco. Siamo al fanta-diritto. All’uso politico della giustizia elevato alla massima potenza". Lo afferma Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato.
"Peraltro -aggiunge- la ‘suprema’ Corte è poco suprema perché ha persino scritto nella sentenza 1989 invece di 2019. Dico alla presidente della Cassazione che poi le sue minacce ci lasciano indifferenti. Loro possono scioperare contro lo Stato e la legalità repubblicana. E noi non potremmo dire quello che pensiamo? Lo ripeto: siete contro la separazione dei poteri, siete fuori dalla legge. La magistratura da risorsa è diventata malattia per il Paese”.
Roma, 8 mar. (Adnkronos) - In occasione della Giornata Internazionale della donna Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, ricorda e condanna la penalizzazione che subiscono le donne dopo la nascita di un figlio. "Non è possibile - ha detto nel corso dell'evento del sindacato 'Donne, lavoro, futuro' - che da noi abbia un peso così grande e negativo la 'child penalty', la penalizzazione che le donne subiscono alla nascita di un figlio. Succede a un quinto delle donne, che lasciano il lavoro proprio in quello che dovrebbe essere il momento più bello della propria vita. Una cosa totalmente assente per gli uomini, una discriminazione inaccettabile". ''Se questo accade, - sottolinea la sindacalista è anche perché l’organizzazione del lavoro nelle imprese, e più in generale nella società, rimane fondamentalmente modellata sugli uomini''.
Secondo Fumarola "ancora è troppo diffuso, persino implicitamente, il pensiero che dietro a ogni uomo che lavora ci sia una donna che si occupa dei compiti di cura". "Siamo al nodo fondamentale di una 'conciliazione' ancora insufficiente tra vita familiare e lavorativa. Investire sulla parità di genere, - ha detto - significa trainare la crescita. Vanno create le condizioni affinché le donne possano entrare nel sistema produttivo, restarci e competere alla pari''.
Nel corso dell'evento 'Donne, lavoro, futuro' Daniela Fumarola ha parlato anche di pensioni. "Non appena si riaprirà il tavolo di confronto sulle pensioni, quello della previdenza al femminile" sarà "uno dei primi punti da affrontare". "Non c’è dubbio: la parità non si fa per legge, dall’oggi al domani. Bisogna costruire le condizioni", ha spiegato. "La questione dei tempi e delle modalità di lavoro - ha detto ancora - va affrontata, garantendo a lavoratrici e lavoratori un maggior grado di libertà nella loro gestione, incentivando in modo significativo congedi parentali equamente distribuiti, smart-working contrattato, welfare negoziato di taglio sociale. Le chiavi decisive, per noi, sono la partecipazione, intesa proprio come 'filosofia' di fondo, e il rafforzamento della contrattazione collettiva aziendale".
Roma, 8 mar. (Adnkronos) - Oggi non è la ‘Festa della donna’, ma la Giornata internazionale della donna, per ricordare che c’è ancora troppo, moltissimo per cui lottare. Ancora oggi, nascere donna non significa tagliare lo stesso nastro di partenza di un uomo. Non esiste la parità salariale e non esiste una concreta attuazione del diritto all’aborto. Va combattuto il negazionismo, in particolare del patriarcato. Fin quando il nostro sarà un Paese in cui si esulterà perché un datore di lavoro avrà deciso di prolungare un contratto di lavoro a una donna incinta, non avremo ancora raggiunto la parità di partenza con gli uomini. Le donne vogliono vivere, non sopravvivere, libere di decidere sul proprio corpo". Lo affermano le parlamentari M5S in commissione bicamerale di inchiesta sul Femminicidio e la violenza di genere Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino.
Hiroshima, 8 mar. (Adnkronos) - "L’impegno della vostra Associazione per la pace e contro la proliferazione delle armi nucleari, ha sempre espresso un appello accorato per il futuro: che nessun altro popolo, che nessun altro Paese debba mai affrontare una tragedia simile. Mai più!". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando ad Hiroshima l'Associazione dei sopravvissuti ai bombardamenti nucleari.
"Grazie, cari Hibakusha, per aver sottolineato che l’orrore da voi vissuto -ha ripetuto il Capo dello Stato- deve rimanere unico, tragico, spartiacque nella storia. Una cesura irreversibile nel percorso dell’umanità, affinché non sia più varcata la soglia dell’annientamento nucleare".
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - La transizione energetica corre veloce e lo confermano i grandi numeri di Key - The Energy Transition Expo, l’evento di Ieg (Italian Exhibition Group) di riferimento in Europa, Africa e bacino del Mediterraneo che si chiude oggi alla Fiera di Rimini infrangendo i suoi stessi record. Con un +20% di presenze totali (di cui +40% dall’estero) rispetto al 2024, oltre 1.000 espositori, di cui più del 30% dall’estero, 90.000mq di superficie su 20 padiglioni e nuovi focus, uno sui porti e l’altro sull’idrogeno, in collaborazione con Hannover Fairs International GmbH (Hfi), filiale italiana di Deutsche Messe AG, e ben 400 giornalisti accreditati dall’Italia e dal mondo, quella appena conclusa è stata l’edizione di Key più grande di sempre. E anche la più internazionale con 350 hosted buyer e delegazioni provenienti da 50 Paesi in fiera grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e dell’Agenzia Ice e alla collaborazione con le più importanti Associazioni del settore.
Key ha trasformato per tre giornate il quartiere fieristico e Rimini nel cuore pulsante della transizione e dell’efficienza energetica: il luogo in cui, fra soluzioni innovative e tecnologie all’avanguardia, la community globale del settore ha iniziato a realizzare il futuro dell’energia. Oltre 160 eventi, convegni e workshop con la partecipazione di esperti, studiosi, ricercatori e rappresentanti del mondo associativo e delle imprese, hanno offerto un’opportunità di confronto e approfondimento su ogni aspetto, novità e sviluppo del mercato energetico.
Inaugurata mercoledì 5 marzo dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, Key25 ha costituito un’occasione unica per le aziende e i professionisti del settore, per conoscere le soluzioni presenti e future per garantire la sicurezza energetica, controllare i costi dell’energia e preservare la competitività del tessuto industriale. Inoltre, ha favorito l’incontro e l’interlocuzione con le Istituzioni per promuovere l’efficienza come via privilegiata da percorrere per vincere la sfida mondiale della decarbonizzazione. Presente anche Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia - Romagna. Con l’Innovation District e la seconda edizione del Premio “Lorenzo Cagnoni”, Key 25 ha consolidato il proprio sostegno all’innovazione, estendendolo, con l’iniziativa Green Jobs & Skills, alle nuove competenze green e sostenibili ancora troppo poco diffuse nelle aziende, ma su cui è sempre più necessario investire per realizzare la transizione energetica. Al tema dei costi dell’energia, dei Ppa come soluzione finanziaria innovativa per controllarli e con un focus sui nuovi Data Center, imprescindibili per lo sviluppo tecnologico, è stata dedicata la seconda edizione di Key Choice - Unlock the future of Ppa, l’evento B2B di Key - The Energy Transition Expo, organizzato da Ieg in collaborazione con Elemens e con il supporto di SolarPlaza, che si è svolto martedì 4 marzo al Palacongressi di Rimini per favorire l’incontro fra i fornitori di energia e le aziende ad alto consumo energetico con l’obiettivo di facilitare la stipula di contratti Ppa. Key tornerà alla Fiera di Rimini dal 4 al 6 marzo 2026.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - La transizione energetica corre veloce e lo confermano i grandi numeri di Key - The Energy Transition Expo, l’evento di Ieg (Italian Exhibition Group) di riferimento in Europa, Africa e bacino del Mediterraneo che si chiude oggi alla Fiera di Rimini infrangendo i suoi stessi record. Con un +20% di presenze totali (di cui +40% dall’estero) rispetto al 2024, oltre 1.000 espositori, di cui più del 30% dall’estero, 90.000mq di superficie su 20 padiglioni e nuovi focus, uno sui porti e l’altro sull’idrogeno, in collaborazione con Hannover Fairs International GmbH (Hfi), filiale italiana di Deutsche Messe AG, e ben 400 giornalisti accreditati dall’Italia e dal mondo, quella appena conclusa è stata l’edizione di Key più grande di sempre. E anche la più internazionale con 350 hosted buyer e delegazioni provenienti da 50 Paesi in fiera grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e dell’Agenzia Ice e alla collaborazione con le più importanti Associazioni del settore.
Key ha trasformato per tre giornate il quartiere fieristico e Rimini nel cuore pulsante della transizione e dell’efficienza energetica: il luogo in cui, fra soluzioni innovative e tecnologie all’avanguardia, la community globale del settore ha iniziato a realizzare il futuro dell’energia. Oltre 160 eventi, convegni e workshop con la partecipazione di esperti, studiosi, ricercatori e rappresentanti del mondo associativo e delle imprese, hanno offerto un’opportunità di confronto e approfondimento su ogni aspetto, novità e sviluppo del mercato energetico.
Inaugurata mercoledì 5 marzo dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, Key25 ha costituito un’occasione unica per le aziende e i professionisti del settore, per conoscere le soluzioni presenti e future per garantire la sicurezza energetica, controllare i costi dell’energia e preservare la competitività del tessuto industriale. Inoltre, ha favorito l’incontro e l’interlocuzione con le Istituzioni per promuovere l’efficienza come via privilegiata da percorrere per vincere la sfida mondiale della decarbonizzazione. Presente anche Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia - Romagna. Con l’Innovation District e la seconda edizione del Premio “Lorenzo Cagnoni”, Key 25 ha consolidato il proprio sostegno all’innovazione, estendendolo, con l’iniziativa Green Jobs & Skills, alle nuove competenze green e sostenibili ancora troppo poco diffuse nelle aziende, ma su cui è sempre più necessario investire per realizzare la transizione energetica. Al tema dei costi dell’energia, dei Ppa come soluzione finanziaria innovativa per controllarli e con un focus sui nuovi Data Center, imprescindibili per lo sviluppo tecnologico, è stata dedicata la seconda edizione di Key Choice - Unlock the future of Ppa, l’evento B2B di Key - The Energy Transition Expo, organizzato da Ieg in collaborazione con Elemens e con il supporto di SolarPlaza, che si è svolto martedì 4 marzo al Palacongressi di Rimini per favorire l’incontro fra i fornitori di energia e le aziende ad alto consumo energetico con l’obiettivo di facilitare la stipula di contratti Ppa. Key tornerà alla Fiera di Rimini dal 4 al 6 marzo 2026.