L’Emilia Romagna presto spalancherà le porte ai rifiuti provenienti dalla Liguria e probabilmente la città destinata ad accoglierli sarà Piacenza. Dopo la ferma opposizione della giunta Cinque stelle di Federico Pizzarotti all’arrivo del residuo da fuori provincia a Parma, la Regione Emilia Romagna sta infatti valutando di indirizzare il flusso verso l’altra città emiliana più vicina al territorio genovese. L’accordo tra le due Regioni, che dovrebbe essere ufficializzato nelle prossime ore, risolverebbe l’emergenza in cui si trova la provincia di Genova dopo i problemi causati dall’alluvione e la conseguente chiusura della discarica di Scarpino, a cui si è aggiunta l’impossibilità di conferire i rifiuti in Piemonte, come fatto negli ultimi tempi, in attesa di un’autorizzazione ambientale. Come ha spiegato l’assessore all’Ambiente dell’Emilia Romagna Paola Gazzolo, l’intesa riguarderebbe lo smaltimento di “200 tonnellate al giorno di rifiuti per 90 giorni. Da parte dei territori – ha aggiunto l’assessore – è stato espresso un orientamento positivo per la dimensione limitata dei rifiuti da smaltire, la scadenza certa e la non reiterabilità della richiesta”. La possibilità di far confluire i rifiuti negli impianti emiliano-romagnoli da fuori regione solo in casi di emergenza era stata ammessa proprio nelle scorse settimane da un patto tra l’ente di via Aldo Moro e le società di servizi che gestiscono gli inceneritori, Hera e Iren, e quello di Genova sarebbe il primo esempio concreto in cui si applicherebbe.
Nei giorni scorsi verifiche di fattibilità per trasferire i rifiuti sarebbero state fatte, tra gli altri, anche sull’inceneritore di Parma, dove la multiutility Iren ha richiesto l’autorizzazione per aumentare la capacità dell’impianto di Ugozzolo e di poter bruciare rifiuti da fuori. Pare però che l’ostilità mostrata dalla giunta della città ducale, che lo scorso 11 luglio ha guidato la manifestazione “Nessun dorma” proprio contro lo smaltimento di immondizia da fuori provincia previsto dallo Sblocca Italia, abbia fatto svoltare la giunta regionale sulla strada di Piacenza. “E’ bene che i cittadini sappiano che non siamo di fronte ad una situazione emergenziale come vuol far credere la giunta Bonaccini” aveva sottolineato pochi giorni fa l’assessore all’Ambiente di Parma Gabriele Folli, tuonando contro la decisione della Regione e sottolineando l’insufficienza della politica sui rifiuti della Liguria, dove la raccolta differenziata è aumentata in 10 anni dal 18 al 32 per cento. Gazzolo aveva replicato assicurando che ogni scelta sarebbe stata concordata con i territori, e nei giorni scorsi, dopo la richiesta di aiuto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il numero uno dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha incontrato insieme all’assessore i rappresentanti degli otto comuni e province dove hanno sedi degli impianti.
La decisione finale arriverà nelle prossime ore, ma intanto il Movimento 5 stelle se la prende anche con Matteo Salvini e la promessa mancata, della Lega Nord Emilia Romagna, che nella regione non sarebbero arrivati rifiuti da fuori, ribadita nell’ultima campagna elettorale di fronte all’inceneritore di Ferrara. “Otto mesi dopo è la giunta leghista-berlusconiana della Liguria ad inviare i rifiuti non riciclati di quella Regione all’inceneritore di Piacenza. Il tutto con un patto dei governi Lega-Forza Italia e Pd-Sel e le multiutility ligure-emiliana Iren – denunciano i parlamentari Maria Edera Spadoni e Alberto Zolezzi insieme ai consiglieri regionali liguri ed emiliano-romagnoli – Era solo fumo negli occhi da campagna elettorale . Sarà solo fumo nei polmoni dei cittadini di Piacenza. Tutto per colpa delle bugie e inciuci tra Lega e Pd”.