“Le donne musulmane che vogliono fare un tuffo in piscina sono le benvenute al Lido di Bolzano”. Ad aprire le porte della piscina comunale è il direttore Gianni Felicetti, che di fronte alla richiesta ad inizio stagione da parte di alcune signore ha risposto applicando alla lettera il regolamento: “Le nostre disposizioni prevedono l’accesso allo stabilimento in abiti consoni ovvero con il costume da bagno. Il burkini lo è. Non abbiamo fatto altro che applicare le regole. Basta leggere l’articolo sei del regolamento per capire. E’ come se venisse un subacqueo e gli vietassimo di entrare”. Una decisione che ha destato una serie di critiche in città, lo ammette lo stesso responsabile della piscina. A molti non è piaciuta l’idea di potersi ritrovare in acqua con donne che indossano il costume da bagno che lascia scoperto solo il viso, le mani e i piedi secondo i pretesi dettami dell’islamismo. La parola “burkini” è un’unione dei termini burqa e bikini, è un marchio registrato e resta la soluzione perfetta per le donne musulmane che vogliono avere la possibilità di nuotare, senza la necessità di spogliarsi e rivelare il proprio corpo.
A Bolzano, l’idea di aprire le porte del Lido alle ragazze musulmane è arrivata a seguito di una richiesta da parte di una donna: “Di fronte a quella domanda – ha spiegato Felicetti – noi abbiamo risposto che l’accesso alle vasche era consentito. Siamo stati sobbarcati da critiche ma tengo a dire che il burkini ha lo stesso tessuto dei costumi, è igienicamente approvato”.
Sì al burkini e no al monokini, il costume da bagno che lascia scoperto il seno, ed in particolar modo il bikini indossato senza la parte superiore. Di fronte allo spopolare della moda del monokini, il Lido ha preso posizione: “Alle signore bagnanti è vietato passeggiare, frequentare il ristorante, i campi da gioco, le vasche ed i servizi igienici in monokini”.
Intanto l’apertura al burkini continua a destare polemiche. Il consigliere comunale Claudio Ratta ai microfoni di Radio Nbc ha detto che si tratta di “una scelta azzardata. In nome dell’integrazione stiamo cambiando un po’ troppo usi e costumi. Resto scettico: suscita perplessità immaginare venti o trenta persone in piscina con questa tuta che non ha nulla del costume. Questi cambiamenti andrebbero fatti percepire meglio alla popolazione”.
A buttare acqua sul fuoco è, invece, il dirigente del settore sport del Comune David Kossler: “Non c’è nulla di nuovo. Il nostro regolamento da un paio di anni dà questa possibilità. Il burkini è un costume da bagno come un altro. Stop.
Non c’è nulla da aggiungere. Non è una questione di interpretazione ma di rispetto delle regole: perché non dovremmo far entrare una donna in burkini?”. L’argomento sembra destinato a dividere ancora la città. Dall’altro canto era già accaduto in passato quando, al contrario di Bolzano, il sindaco leghista Gianluca Buonanno, aveva vietato il burkini nelle piscine e lungo i fiumi e i torrenti di Varallo Sesia in provincia di Vercelli.