L’assassino torna sempre sui luoghi del delitto. E quando Luca Cordero di Montezemolo, in qualità di presidente del Comitato promotore per Roma 2024, si è presentato ieri all’audizione in Commissione Cultura del Senato – accompagnato dal numero uno del Coni Giovanni Malagò e dalla general coordinator Claudia Bugno – per illustrare la mappa dei luoghi delle nuove Olimpiadi romane, la sensazione di dejà vu è stata insostenibile. Dal bacino di canottaggio di Settebagni alla cittadella sportiva di Tor Vergata fino al Velodromo dell’Eur, tutti i posti segnati sulla mappa olimpica raccontano alla perfezione gli ultimi anni della speculazione e del malaffare della Capitale. Le parole in audizione di Malagò – “E’ stato dimostrato che dopo i Giochi le città e i paesi ospitanti hanno avuto una capacità maggiore di attirare capitali stranieri” – sono state smentite dalla storia, che ha dimostrato come tutte le città che hanno ospitato le Olimpiadi dal 1992 ad oggi abbiano sofferto importanti tracolli finanziari.
Ma anche la teoria renziana dei gufi – nelle parole del presidente del Coni “se si deve dire no solo per l’equazione grande evento uguale grande corruzione, meglio andare tutti a casa” – ha pochi appigli: basta limitarci ai disastri economici e ambientali degli ultimi due grandi eventi sportivi ospitati nel paese, le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 e i Mondiali di Nuoto a Roma 2009, per capire che le cose in Italia sono sempre fatte in un certo modo. Soprattutto se a farle sono sempre le stesse persone: dal Montezemolo di Italia ’90 al Malagò che da presidente del Circolo Aniene organizzò insieme alla cricca Bertolaso, Anemone e Balducci i disastrosi Mondiali di nuoto di Roma 2009, fu indagato e poi prosciolto da ogni accusa, e quindi promosso a capo dello sport italiano. Detto che alla mappa potrebbero aggiungersi il nuovo stadio della Roma per la finale del calcio, o in alternativa se non fosse pronto San Siro a Milano, e che il centro stampa sarà a Saxa Rubra, vediamo gli altri luoghi.
A cominciare proprio dal bacino per canoa e canottaggio a Settebagni. I luoghi sono quelli del Salaria Sport Village, di proprietà di Diego Anemone e del figlio di Angelo Balducci, il posto dove l’allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso si faceva massaggiare tra un festino e un altro. Un centro sportivo cui furono posti i sigilli una prima volta dopo i Mondiali di nuoto perché mancavano i permessi, poi riaperto con l’assoluzione di tutti gli imputati, e poi sequestrato nuovamente nel 2014 insieme alle nove diverse società che se ne erano accollate la gestione. Ma non è finita qui. Il vero interesse di quei luoghi sono dei terreni agricoli poco più in basso, acquistati da Anemone, su cui non si poteva costruire e che le chiuse del Tevere allagano quando il fiume è in piena. Una bonifica “olimpica” di quel territorio, magari con l’ausilio di una dislocazione di parte del centro media di Saxa Rubra, farebbe schizzare alle stelle il valore dei terreni.
Da Settebagni all’ex Velodromo dell’Eur, inaugurato per le Olimpiadi di Roma 1960 e poi subito chiuso perché la costruzione non rispettava parametri geofisici e di sicurezza. Dopo essere rimasto inutilizzato per quasi mezzo secolo, nel 2008 passa in gestione a Eur Spa che lo demolisce, libeerando pericolosissime polveri sottili di amianto nell’aria, e delega la costruzione di un nuovo centro sportivo polifunzionale a Aquadrome Srl. Sia Eur Spa sia Aquadrome Srl, dalla prima controllata, erano cose di Riccardo Mancini, il neofascista amico di Massimo Carminati e fedelissimo dell’ex sindaco Alemanno indagato in tutte le ultime inchieste che hanno terremotato Roma. Da Finmeccanica a Mafia Capitale, fino appunto ad Aquadrome, ennesima società che ha succhiato soldi pubblici senza fare nulla a furia di compravendite con un’altra società: Condotte (Società Italiana per Condotte Acqua Spa), quella che da soli 15 anni nello stesso quartiere sta cercando di finire la Nuvola di Fuksas.
Per finire, da Fuksas a Calatrava. il terzo luogo magnificato dalla coppia Malagò – Montezemolo come simbolo di un nuovo rinascimento italiano attraverso l’organizzazione dei grandi eventi sportivi è la Città dello Sport di Tor Vergata immaginata dall’architetto spagnolo. Nascosti dietro l’ennesimo grande nome dell’architettura si comincia a costruirla nel 2005, per ospitare i famigerati Mondiali di nuoto del 2009. Il progetto inziale di spesa 60 milioni in pochi anni porta a una spesa di 130 milioni in cui si tuffano Balducci e Caltagirone. Ma per il 2009 l’opera non è finita, e le gare del nuoto si disputano al Foro Italico. Oggi i costi per la (non) gestione di questo orripilante cantiere sono già lievitati a 240 milioni, e per renderla funzionale ne servirebbero altri 400 portando il costo finale a oltre 600 milioni: dieci volte tanto il preventivo iniziale. A questo punto per non sentirsi gufi non c’è nemmeno bisogno di scomodare il fallimento della Grecia dopo le Olimpiadi di Atene 2004 o la mazzata di Londra 2012. Basta osservare la mappa di Roma 2024 presentata ieri in Senato per rendersi conto come essa ricalchi la famosa mappa scala 1:1 immaginata da Jorge Luis Borges. Ma più che dell’impero, questa è una mappa in scala naturale della corruzione e del malaffare.
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Olimpiadi Roma 2024, da Anemone a Mafia capitale: ecco la mappa dei luoghi
Luca Cordero di Montezemolo ha illustrare le località delle nuove Olimpiadi romane: dal bacino di canottaggio di Settebagni alla cittadella sportiva di Tor Vergata fino al Velodromo dell’Eur, tutti i posti segnati raccontano alla perfezione gli ultimi anni della speculazione e del malaffare capitolino
L’assassino torna sempre sui luoghi del delitto. E quando Luca Cordero di Montezemolo, in qualità di presidente del Comitato promotore per Roma 2024, si è presentato ieri all’audizione in Commissione Cultura del Senato – accompagnato dal numero uno del Coni Giovanni Malagò e dalla general coordinator Claudia Bugno – per illustrare la mappa dei luoghi delle nuove Olimpiadi romane, la sensazione di dejà vu è stata insostenibile. Dal bacino di canottaggio di Settebagni alla cittadella sportiva di Tor Vergata fino al Velodromo dell’Eur, tutti i posti segnati sulla mappa olimpica raccontano alla perfezione gli ultimi anni della speculazione e del malaffare della Capitale. Le parole in audizione di Malagò – “E’ stato dimostrato che dopo i Giochi le città e i paesi ospitanti hanno avuto una capacità maggiore di attirare capitali stranieri” – sono state smentite dalla storia, che ha dimostrato come tutte le città che hanno ospitato le Olimpiadi dal 1992 ad oggi abbiano sofferto importanti tracolli finanziari.
Ma anche la teoria renziana dei gufi – nelle parole del presidente del Coni “se si deve dire no solo per l’equazione grande evento uguale grande corruzione, meglio andare tutti a casa” – ha pochi appigli: basta limitarci ai disastri economici e ambientali degli ultimi due grandi eventi sportivi ospitati nel paese, le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 e i Mondiali di Nuoto a Roma 2009, per capire che le cose in Italia sono sempre fatte in un certo modo. Soprattutto se a farle sono sempre le stesse persone: dal Montezemolo di Italia ’90 al Malagò che da presidente del Circolo Aniene organizzò insieme alla cricca Bertolaso, Anemone e Balducci i disastrosi Mondiali di nuoto di Roma 2009, fu indagato e poi prosciolto da ogni accusa, e quindi promosso a capo dello sport italiano. Detto che alla mappa potrebbero aggiungersi il nuovo stadio della Roma per la finale del calcio, o in alternativa se non fosse pronto San Siro a Milano, e che il centro stampa sarà a Saxa Rubra, vediamo gli altri luoghi.
A cominciare proprio dal bacino per canoa e canottaggio a Settebagni. I luoghi sono quelli del Salaria Sport Village, di proprietà di Diego Anemone e del figlio di Angelo Balducci, il posto dove l’allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso si faceva massaggiare tra un festino e un altro. Un centro sportivo cui furono posti i sigilli una prima volta dopo i Mondiali di nuoto perché mancavano i permessi, poi riaperto con l’assoluzione di tutti gli imputati, e poi sequestrato nuovamente nel 2014 insieme alle nove diverse società che se ne erano accollate la gestione. Ma non è finita qui. Il vero interesse di quei luoghi sono dei terreni agricoli poco più in basso, acquistati da Anemone, su cui non si poteva costruire e che le chiuse del Tevere allagano quando il fiume è in piena. Una bonifica “olimpica” di quel territorio, magari con l’ausilio di una dislocazione di parte del centro media di Saxa Rubra, farebbe schizzare alle stelle il valore dei terreni.
Da Settebagni all’ex Velodromo dell’Eur, inaugurato per le Olimpiadi di Roma 1960 e poi subito chiuso perché la costruzione non rispettava parametri geofisici e di sicurezza. Dopo essere rimasto inutilizzato per quasi mezzo secolo, nel 2008 passa in gestione a Eur Spa che lo demolisce, libeerando pericolosissime polveri sottili di amianto nell’aria, e delega la costruzione di un nuovo centro sportivo polifunzionale a Aquadrome Srl. Sia Eur Spa sia Aquadrome Srl, dalla prima controllata, erano cose di Riccardo Mancini, il neofascista amico di Massimo Carminati e fedelissimo dell’ex sindaco Alemanno indagato in tutte le ultime inchieste che hanno terremotato Roma. Da Finmeccanica a Mafia Capitale, fino appunto ad Aquadrome, ennesima società che ha succhiato soldi pubblici senza fare nulla a furia di compravendite con un’altra società: Condotte (Società Italiana per Condotte Acqua Spa), quella che da soli 15 anni nello stesso quartiere sta cercando di finire la Nuvola di Fuksas.
Per finire, da Fuksas a Calatrava. il terzo luogo magnificato dalla coppia Malagò – Montezemolo come simbolo di un nuovo rinascimento italiano attraverso l’organizzazione dei grandi eventi sportivi è la Città dello Sport di Tor Vergata immaginata dall’architetto spagnolo. Nascosti dietro l’ennesimo grande nome dell’architettura si comincia a costruirla nel 2005, per ospitare i famigerati Mondiali di nuoto del 2009. Il progetto inziale di spesa 60 milioni in pochi anni porta a una spesa di 130 milioni in cui si tuffano Balducci e Caltagirone. Ma per il 2009 l’opera non è finita, e le gare del nuoto si disputano al Foro Italico. Oggi i costi per la (non) gestione di questo orripilante cantiere sono già lievitati a 240 milioni, e per renderla funzionale ne servirebbero altri 400 portando il costo finale a oltre 600 milioni: dieci volte tanto il preventivo iniziale. A questo punto per non sentirsi gufi non c’è nemmeno bisogno di scomodare il fallimento della Grecia dopo le Olimpiadi di Atene 2004 o la mazzata di Londra 2012. Basta osservare la mappa di Roma 2024 presentata ieri in Senato per rendersi conto come essa ricalchi la famosa mappa scala 1:1 immaginata da Jorge Luis Borges. Ma più che dell’impero, questa è una mappa in scala naturale della corruzione e del malaffare.
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Milano-Cortina non basta, ecco le Olimpiadi giovanili 2028 assegnate a Dolomiti-Valtellina: costo e gestione a carico di Stato e Regioni
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Qualcuno spieghi a Tajani, che parla di Ocalan, che all’epoca dei fatti la segretaria del Pd Schlein aveva 13 anni. Dovrebbe trovare argomenti più solidi per coprire la responsabilità del suo governo sul caso Almasri". Così il Pd replica alle ultime affermazioni di Antonio Tajani.
Milano, 30 gen. (Adnkronos) - L'orario, il luogo e un'immagine "rilevante". La consulenza dell'esperto informatico Marco Tinti, incaricato dalla procura di Milano, rafforza la credibilità di Omar T., il giovane testimone dell'incidente in cui ha perso la vita Ramy Elgaml. Davanti agli inquirenti aveva raccontato di aver assistito e registrato con il cellulare quanto accaduto, la sera del 24 novembre scorso, all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta dove lo scooter guidato da Fares Bouzidi, su cui viaggiava anche la vittima, si è scontrato con un'auto dei carabinieri, dopo che il T Max non si era fermato all'alt e aveva proseguito la fuga per venti minuti.
Il testimone aveva raccontato di essere stato costretto da altri due carabinieri, indagati per favoreggiamento e depistaggio, a cancellare un video. Se l'esame del cellulare, voluto dalla procura, non ha restituito nessun video di quella notte, "tuttavia, dall'analisi della timeline è emersa la presenza una miniatura, presumibilmente di un video, di possibile interesse". La miniatura è un'immagine di anteprima, di piccole dimensioni, generata automaticamente dal cellulare. Il frame mostra - confrontando anche con la geolocalizzazione del cellulare - un incrocio cittadino, probabilmente quello dove, intorno alle ore 4, avviene l'incidente mortale. "La rilevanza della miniatura è attribuibile sia alia data e all'ora dell'ultima modifica, sia agli elementi visivi che essa presenta" si legge nella relazione.
"La data di ultima modifica associata al file risale al giorno 24 novembre 2024 ore 4:05:07. Inoltre, comparando la miniatura con le immagini dell'incrocio stradale fornite da Google Streei View, è possibile affermare con un ragionevole grado di certezza come il file ritragga una strada cittadina compatibile con via Ripamonti a Milano. L'inquadratura sembra essere in direzione nord verso via Ripamonti, dall'angolo sud-est dell'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta". Che si tratta di un fotogramma di un video, e non di una semplice foto, il consulente lo deduce dalla dimensione del file, "tipico della maggior parte dei video registrati dal dispositivo e tuttora salvati su di esso". Inoltre, dalla cronologia di navigazione web di quella sera si evidenziano ricerche ripetute su Google 'come recuperare video da cestino' a partire dalle ore 4.38.
Palermo, 30 gen. (Adnkronos) - La ragazza di 17anni accusata di avere ucciso, nel febbraio 2024, insieme con il padre e una coppia di amici dei genitori, la madre e due fratelli, "è imputabile e capace di intendere e di volere". Lo ha deciso il gip del tribunale per i minorenni Nicola Aiello in seguito alla perizia di un neuropsichiatra infantile di Roma che ha valutato la capacità della ragazza. Il gip ha disposto l'inizio della requisitoria per il prossimo 6 marzo. La giovane è imputata per omicidio plurimo aggravato e soppressione di cadavere.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Luisa Morgantini è stata rilasciata insieme al giornalista de Il Sole 24 Ore dopo essere stati fermati in Cisgiordania dalle truppe israeliane . È una buona notizia che tuttavia non cancella la vergogna dei metodi usati contro attivisti e giornalisti stranieri dalle autorità israeliane". Lo dicono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, di Avs, quest’ultimo ha parlato poco fa direttamente con Morgantini che insieme a Roberto Bongiorni è in attesa che le autorità israeliane liberino i due accompagnatori palestinesi ancora in stato di fermo.
"I fermi, le prevaricazioni e le infinite attese per fare qualsiasi cosa sono il loro modo di agire per scoraggiare chiunque chieda diritti per il popolo palestinese. Ringraziamo i funzionari della Farnesina e il personale diplomatico italiano in Israele che si è impegnata in tutte queste ore per il loro rilascio. Luisa non si è mai fermata - concludono - e non lo farà neanche stavolta. Nemmeno noi".
Milano, 30 gen. (Adnkronos) - In un'informativa della Guardia di finanza di Milano, tra gli atti che fanno parte del fascicolo del processo contro Chiara Ferragni - imputata per truffa continuata e aggravata in relazione alle operazioni commerciali 'Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni' (Natale 2022) e 'Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate (Pasqua 2021 e 2022) - emergono una serie di mail in cui si evince il malumore su come il team dell'imprenditrice digitale sembra voler gestire la comunicazione sugli accordi commerciali raggiunti. In una mail dell'azienda dolciaria di Cerealitalia si evidenzia come la dicitura 'acquistate l'uovo per sostenere' sarebbe "fuorviante in quanto passerebbe l'errato concetto che acquistando l'uovo si sostiene la causa benefica", mentre in realtà il numero dei prodotti venduti nulla c'entra con la somma destinata all'ente di sostegno per bambini.
Ancora più esplicite le mail in casa Balocco dopo il contrasto con il team di Chiara Ferragni è esplicito. "Mi verrebbe da rispondere 'in realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante...'" scrive una dipendente all'amministratrice delegata Alessandra Balocco (indagata) che replica: "Hai perfettamente ragione. Si attribuiscono meriti che non hanno, ma il buon Dio ne terrà conto al momento opportuno". E chi cura la comunicazione mette in allarme l'azienda dolciaria di Cuneo. "Chiara Ferragni si sta prendendo tutto il bello di questa iniziativa e voi tutto il brutto. (...) Alla faccia del nuovo Natale rosa e stiloso, insomma. Fate molta attenzione".
E le paure diventano realtà quando le denunce portano all'apertura di un fascicolo in procura e alla perquisizione della Guardia di finanza nelle aziende Ferragni. Nell'informativa viene evidenziato un messaggio Whatsapp inviato al personale: "Avviso importante. Fabio (Damato ex braccio destro dell'imprenditrice digitale, ndr) mi ha chiesto di avvisarvi di non andare in ufficio in Tbs, sia noi dell'ufficio sia chi aveva meeting con lui. C'è la Guardia di finanza e stanno interrogando parte del team". E ancora: "Ragazzi anche chi sta andando in Fenice non andate in ufficio. Sono arrivati anche li, Fabio non vuole che inizino a interrogare tutti".
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Sono un garantista, non ho mai chiesto dimissioni. Sull'opportunità è una scelta che spetta alla ministra Santanchè, alla sua sensibilità, non devo dirglielo io". Lo ha detto Antonio Tajani a 'Dritto e rovescio' sul caso Santanchè.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "C'è molta propaganda politica, legittima, da parte della segretaria del Pd. La sinistra non può dare lezioni, ripresero loro Ocalan con rullo di tamburi all'aeroporto". Lo ha detto Antonio Tajani a 'Dritto e rovescio' sul caso Almasri.