I lavoratori sono impegnati in assemblea sindacale e i turisti non possono entrare agli scavi di Pompei. È successo stamattina, quando il sito archeologico è rimasto chiuso a causa di un’assemblea indetta da Fp Cisl, Filp e Unsa. Solo che tour operator e agenzie non erano state avvisate: turisti e visitatori sono dunque rimasti fuori dagli scavi.
“È un danno incalcolabile che rischia di vanificare quei risultati straordinari raggiunti nell’ultimo anno che hanno rilanciato l’immagine di Pompei nel mondo. Non è possibile organizzare assemblee a sorpresa per impedire che il sito resti aperto con personale in sostituzione, con il risultato di lasciare centinaia di turisti in fila sotto il sole. Chi fa così fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e soprattutto fa del male al proprio paese”, è stato lo sfogo di Dario Franceschini.
“Ho dovuto provvedere all’apertura dei cancelli, purtroppo in ritardo, reclutando i funzionari archeologi di servizio. Quello di alcune sigle sindacali è un atteggiamento, a mio parere, irresponsabile. Le esigenze legittime dei lavoratori sono da rispettare e tutelare, ma non si può continuare a mancare di rispetto al pubblico che è quello che garantisce il lavoro stesso di chi protesta. Il confronto richiesto dai sindacati con l’amministrazione e il ministero non può diventare prevaricazione e ricatto a danno dell’immagine internazionale di Pompei e di tutto il paese nel mondo”, dice il soprintendente di Pompei, Massimo Osanna.
“Chiederò una commissione d’indagine parlamentare sulla tenuta e sul funzionamento dei beni culturali nel nostro paese, affinché chi deve venga a spiegare al parlamento i suoi comportamenti” dice invece il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.