Fiat Chrysler ha violato le norme statunitensi sulle campagne di richiamo dei veicoli difettosi. Per questo, come annunciato nella notte, il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha concordato il pagamento di 70 milioni di dollari nelle casse della National Highway Traffic Safety Administration, l’autorità nazionale per la sicurezza stradale, e si è impegnato a spenderne altri 20 in “azioni migliorative a beneficio del settore e dei consumatori” e nel miglioramento di alcune campagne in corso. In più dovrà sborsare altri 15 milioni se non osserverà alcune disposizioni contenute nell’accordo (consent order). Che di fatto è un patteggiamento, visto che Fca ammette di non aver tempestivamente fornito un rimedio efficace in tre specifiche campagne di richiamo e di non aver adempiuto a vari obblighi di informazione cui era soggetta in base alla legge Usa. Un osservatore indipendente monitorerà per tre anni il rispetto delle disposizioni.
Secondo il Detroit News la sanzione, anche se record, è solo una frazione della multa da oltre 700 milioni di dollari che le autorità avrebbero potuto imporre a Fiat Chrysler se la Nhtsa avesse stabilito che i requisiti legali non erano stati rispettati in ognuna delle 23 campagne di richiamo fatte dal gruppo.
Il braccio di ferro tra l’agenzia per la sicurezza e Fiat Chrysler è iniziato più di due anni fa, quando la Nhtsa ha richiesto il richiamo di 2,7 milioni di Jeep per il rischio di incendio al serbatoio quando venivano colpite da dietro. Dopo un confronto tra Marchionne e l’allora presidente della Nhtsa Ray Lahood, l’agenzia aveva ritirato la richiesta e Fca aveva accordato il richiamo di soli 1,56 milioni di veicoli. Solo qualche giorno fa, il gruppo ha richiamato 1,4 milioni di auto per il rischio di attacchi hacker.