Su NASpI e lavoratori stagionali proprio non ci siamo.
Era marzo, quando questi lavoratori avevano lanciato un appello su internet nel quale si legge “Aiutateci a combattere l’ingiustizia che sta colpendo i LAVORATORI STAGIONALI e milioni di famiglie italiane. Dal 1° Maggio il sussidio di disoccupazione sarà dimezzato del 50% e migliaia di lavoratori perderanno 1/3 delle loro entrate annue, praticamente manderanno in miseria tantissime persone. Speriamo in una correzione del decreto attuativo sul riordino degli ammortizzatori sociali avvenuto il 20 febbraio 2015, dove all’ articolo 5 della NASPI (nuovo sussidio di disoccupazione) i stagionali che lavoreranno 6 mesi non percepiranno più l’indennità per il resto dell’anno (altri 6 mesi), ma bensì solo per 3 mesi. Purtroppo nessuno ne parla. Grazie”
Ma è dell’altro ieri l’ennesimo allarme del segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, sul rischio di penalizzare migliaia di stagionali. Perché il governo non ha ancora tappato i buchi creati dal Jobs Act. Si legge, in particolare, nel comunicato diffuso da Loy: “La nuova “NASpI”, che avrebbe dovuto essere il fiore all`occhiello della riforma Renzi grazie all’allargamento delle tutele’, oltre 300.000 persone si ritroveranno con una indennità più breve e dimezzata rispetto alla vecchia indennità di disoccupazione (Aspi) e con minori versamenti previdenziali. A ciò si aggiunge l’ulteriore effetto di non avere continuità contributiva e, quindi, una futura pensione irrisoria. Questo buco colpirà i cosiddetti lavoratori stagionali che operano in settori chiave della nostra economia: alimentare, turismo, servizi, trasporto. Il governo aveva promesso da mesi di mettere le toppe a questo buco, sia con il prossimo decreto di riordino della cassa integrazione che soprattutto con una circolare dell`Inps di cui si sono perse le tracce. A questo si aggiunge l`inspiegabile ritardo della stessa Inps nel pagare le indennità di chi ha perso, in questi due mesi, il lavoro con gravissimo disagio per chi si trova senza reddito e senza occupazione. Il sindacato e i lavoratori chiedono al governo di intervenire con rapidità per evitare veri drammi sociali”.
Allarme cui fa seguito la dichiarazione dell’On. Giorgio Airaudo, membro della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, che, interpellato sul punto, afferma: “Il governo lascia soli e dimezzati anche il lavoratori stagionali che con la Naspi si troveranno con le tutele ridotte e più leggere quando perderanno o interromperanno il rapporto di lavoro, con buona pace delle promesse di allargamento delle tutele. La volta buona per i lavoratori non arriva mai”.
Ebbene, su questa questione mi si consenta di dire una cosa: sono mesi che si discute di Jobs act e lavoratori stagionali in Parlamento ed è assurdo, completamente assurdo, che il governo non sia ancora riuscito a trovare una soluzione per quel cameriere o quel barista che durante la stagione primaverile-estiva viene assunto per sei mesi, ma ad ottobre 2015, quando potrà accedere al nuovo sussidio di disoccupazione, se lo vedrà erogato per soli tre mesi, rimanendo privo di copertura negli ulteriori tre mesi, con tutte le conseguenze che si possono immaginare sotto il profilo della copertura previdenziale.
Tanto più assurdo, perché sono mesi che le forze politiche, sia di opposizione sia di maggioranza, depositano alla Camera e al Senato mozioni, interrogazioni e pareri rivolti all’Esecutivo per sollevare la questione.
Diverse interrogazioni del Pd, di M5S, di Sel, della Lega Nord evidenziano tutte lo stesso problema, come pure una mozione bipartisan recentemente presentata al Senato dove si legge:
Il decreto legislativo 4 marzo 2015 n. 22, recante “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati, emanato in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” cosiddetto “Jobs act”, prevede l’erogazione della nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego (NASpI) agli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1° maggio 2015 che interessano i lavoratori dipendenti, con esclusione dei dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, nonché degli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato; il medesimo decreto legislativo prevede che, in via sperimentale per il 2015, in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria verificatisi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2015, sia riconosciuta un’indennità di disoccupazione mensile (denominata Dis-Coll) ai collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto, iscritti in via esclusiva alla relativa gestione separata, non pensionati e privi di partita Iva.
Con la NASpI è riconosciuta una indennità proporzionale alla retribuzione mensile ai lavoratori che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione e che presentano almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione e 30 giorni di lavoro effettivo o equivalenti nei 12 mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione. Ai sensi dell’articolo 5 del citato decreto legislativo, la NASpI è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni (cioè al massimo per 24 mesi).
Tale previsione, nel caso di lavoratori stagionali, potrebbe portare a penalizzazioni legate proprio al tipo di contratto; sarebbe opportuno introdurre correttivi ai criteri di calcolo della durata della NASpI che tengano conto della necessità di non penalizzare i lavoratori stagionali, anche alla luce delle difficoltà legate alla contrazione del periodo di lavoro e alla conseguente riduzione del reddito.
Bene. Al netto del fatto che le sollecitazioni al governo da parte del Palmento, con riferimento alla questione dei lavoratori stagionali, sono partite già da tempo: cosa aspetta il governo ad introdurre questi benedetti correttivi di calcolo?
Come mi evidenziava ieri un lettore il problema è lungi dall’essere risolto. E il governo che fa? Se la da o no una mossa?