Una lunga lettera, condita di concetti forti, e l’Italvolley si ritrova senza commissario tecnico ad appena due giorni dall’inizio del ritiro che porterà la nazionale a giocarsi il primo pass per Rio 2016. Mauro Berruto se ne va e accusa, senza peli sulla lingua, la Lega Volley e richiama il rispetto di principi e regole fondamentali. “Grazie, mi fermo qui”, si intitola il lungo post comparso sul suo sito con il quale l’ormai ex ct dell’Italia chiude la sua avventura sulla panchina azzurra. Un divorzio lungo, iniziato di fatto con l’allontanamento di quattro elementi (Sabbi, Zaytsev, il capitano Travica e Randazzo) alla vigilia delle Final Six di World League. Una sorta di azione dimostrativa che mercoledì sera Berruto ha spiegato così: “Il dolore di rinunciare al mio ruolo di CT a un mese dell’obiettivo verso il quale tutto il mio lavoro era stato indirizzato nel quadriennio olimpico, non è negoziabile rispetto alla difesa di valori che ritengo fondamentali quali il rispetto delle regole e della maglia azzurra. Valori che ritengo altresì fondamentali nella mia visione di sport”.
Soprattutto perché all’indomani di quella decisione presa il 13 luglio, Berruto non ha più sentito la fiducia dei vertici della pallavolo italiana: “Una condizione necessaria”, spiega l’allenatore, “per svolgere questo straordinario compito”. Un attacco a coloro che hanno letto “nella mia decisione incapacità di gestione, inadeguatezza al ruolo, danno economico o addirittura causa scatenante di una brutta immagine per il nostro movimento mi fa pensare che il rispetto delle regole sia diventato merce negoziabile davvero”. A chi si riferisce Berruto? Lo ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera, parlando di “uno schieramento nel ‘dagli al Berruto’” partito “da Diego Mosna, presidente onorario della Lega Pallavolo di Serie A e da Massimo Righi, il direttore generale”. Bordate pesanti tra un ringraziamento al presidente federale Claudio Magri e la rivendicazione di aver sempre lavorato “con fatica, onestà e con la schiena dritta”.
Ora per l’Italvolley si apre una partita complicata. Perché dall’8 settembre parte la Coppa del Mondo (prima sfida al Canada) che qualifica per le Olimpiadi di Rio 2016, dove gli azzurri saranno chiamati a difendere la medaglia di bronzo conquistata ai giochi di Londra, proprio con Berruto ad allenare il team. Così a poco più di un mese dalla prima chance di guadagnare un pass per il Brasile, la federazione dovrà decidere a chi affidare la guida tecnica dopo quattro anni sotto la gestione dell’ex ct. Berruto era stato scelto nel 2011 e chiude la sua avventura con 7 podi, nessun oro e il flop mondiale dello scorso anno.
A chi toccherà la pesante eredità e il compito di ricostruire un gruppo sfaldato? La Fipav ha già fatto sapere che il nuovo commissario tecnico verrà scelto venerdì 31 durante il consiglio federale in programma a Cervia, che potrebbe prolungarsi anche al 1° agosto. Di nomi spendibili, però, ne circolano pochi: i migliori sono tutti accasati nei club e il presidente Magri ha sempre specificato in maniera chiara di non voler prendere in considerazione la possibilità di un doppio incarico dopo l’esperienza con Barbolini. Il nome più caldo è quello di Gianlorenzo Blengini, vice di Berruto da un anno. Arrivò dopo il salvataggio dell’ex ct, sostenuto dopo i disastrosi Mondiali 2014 che costarono però il posto a Giani allo staff protagonista in Polonia. Però Blengini siede anche sulla panchina di Macerata. C’è l’affascinante idea che porta a Lorenzo Bernardi: uno dei più forti giocatori italiani di sempre, già vicino al ruolo di ct azzurro negli scorsi mesi, più volte critico nei confronti di Berruto. Ma anche lui ha attualmente una squadra, Ankara, dove ha allenato Osmany Juantonera prossimo innesto azzurro e già chiamato ad essere ‘salvatore della patria’. In lizza pure Rado Stoytchev, neo campione d’Italia a Trento e uomo vicino a quel Mosna attaccato dal ct dimissionario, e Angelo Lorenzetti, sconfitto alla guida di Modena in finale scudetto. Chiunque venga scelto dovrà maneggiare una patata bollente che difficilmente si raffredderà nei prossimi mesi. L’Italvolley viene da tre medaglie olimpiche conquistate nelle ultime quattro edizioni. E i chiari di luna brasiliani non promettono notti magiche a una delle nazionali più vincenti e amate degli ultimi vent’anni.