“Il nostro locale è da anni un baluardo nella lotta alla droga e allo sballo. È evidente che se non siamo riusciti a vincere questa battaglia è perché mancano gli strumenti per farlo”. Intervistato da ilfattoquotidiano.it, il manager dimissionario del Cocoricò di Riccione Fabrizio De Meis risponde così alle parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che dopo la morte di un ragazzo di 16 anni per ectasy all’interno del locale romagnolo, chiuso per quattro mesi dal questore di Rimini Maurizio Improta, ha annunciato la linea dura del governo nei confronti di tutte le discoteche “che non rispettano la legge”. “Continueremo a prendere provvedimenti severi in materia di prevenzione e repressione – ha dichiarato il ministro in un’intervista al Corriere della Sera – noi siamo interessati a mantenere gli spazi del divertimento e dello sport bilanciando le misure da adottare con meno invasività possibile. Ma al centro della nostra attenzione c’è la vita delle persone”.
De Meis, il ministro Alfano ha annunciato che il governo adotterà la politica della tolleranza zero contro lo sballo nelle discoteche.
E noi la condividiamo. Da tre anni facciamo il possibile, per quanto consentito dalla legge, per tentare di contrastare la cultura dello sballo: collaboriamo con le forze dell’ordine per segnalare spacciatori e qualunque fatto criminoso o sospetto si verifichi in discoteca, abbiamo installato un sistema di telecamere all’interno e all’esterno del locale, promuoviamo periodicamente campagne di comunicazione contro l’utilizzo delle droghe, organizziamo iniziative con la comunità di San Patrignano per incoraggiare il divertimento sano. Ma il nostro impegno a cosa ci ha portato? Alla chiusura del Cocoricò. Il punto è che gli strumenti di cui disponiamo sono insufficienti, serve una discussione più ampia, perché noi abbiamo fatto tutto ciò che chiede il ministro eppure il problema non siamo riusciti a risolverlo.
E in che modo, secondo lei, bisognerebbe intervenire?
A livello normativo. Io credo che il problema della droga di cui i giovani fanno uso nelle discoteche non lo si possa relegare a quanto accaduto al Cocoricò, o ad altri locali. È nazionale. È una questione culturale, legata all’approccio dei giovani allo sballo. E rispetto a questo, ci sono degli strumenti che possono aiutare le nuove generazioni a commettere simili errori. Noi, per esempio, assieme all’onorevole Francesco Paolo Sisto abbiamo presentato, un anno fa, un disegno di legge per introdurre una Daspo nei locali, così che chi si è macchiato di un qualche reato non possa entrare nelle discoteche. Se il ministro Alfano appoggiasse questa proposta sarebbe uno strumento importante per introdurre maggiori controlli. Oppure sarebbe fondamentale introdurre l’obbligo di inserire un presidio medico per controllare, con un tampone, i ragazzi all’ingresso e all’uscita delle discoteche, per vedere se hanno assunto stupefacenti. Al di là dell’esito del ricorso al Tar, altrimenti, se il Cocoricò riaprirà avrà le stesse problematiche di oggi, e sarà solo questione di tempo prima che si verifichino altri fatti drammatici.
La responsabilità, quindi, è nelle mani del governo?
Prendiamo il problema dei minorenni in discoteca. Ad oggi la legge prevede che possono entrare, se esibiscono un documento. Anch’io sono d’accordo che sia sbagliato lasciare a un ragazzo di 16 anni la possibilità di ballare in un locale tutta la notte, ma per come stanno le cose, non posso impedirgli l’ingresso.
E voi quale impegno vi prendereste in caso di riapertura?
Siamo pronti a consegnare le chiavi del Cocoricò alle forze dell’ordine pur di tutelare i ragazzi, perché noi sul problema dello sballo in discoteca abbiamo una posizione netta, e la portiamo avanti da anni. Ma a nostro avviso la chiusura del Cocoricò non risolve nulla.
Non è la prima volta, però, che il Cocoricò finisce al centro delle polemiche.
Ho chiesto anche un incontro al ministro Alfano per poter discutere di quali misure adottare per tentare di arginare questa situazione, noi siamo disponibili a collaborare al 100%, ma al momento, senza nuovi strumenti normativi, non possiamo né impedire ai minori di entrare, né perquisire chi viene a ballare, né tenere fuori chi ha commesso reati. Abbiamo le mani legate.
Secondo il Silb, l’associazione che riunisce discoteche e locali da ballo, chiudere le discoteche “è un intervento inutile, il problema sta in una legge vecchia di quasi un secolo, che non incentiva i gestori a collaborare con la polizia”. Lei è d’accordo?
Basti pensare che il Testo unico di pubblica sicurezza, che ha portato alla chiusura del Cocoricò, è del 1930. Chiaramente, questo dice tutto sul vuoto normativo dell’Italia su queste problematiche. Ciò che più dispiace, rispetto a questa vicenda, è si sia creato un partito dei favorevoli alla chiusura del Cocoricò, e quindi delle discoteche, e uno dei contrari, quando dovremmo unire gli sforzi per riuscire ad arginare l’uso delle droghe nei locali. Noi, del resto, ci proviamo da anni, ed è evidente che se non ci siamo riusciti è perché non abbiamo i mezzi per vincere questa battaglia.
Emilia Romagna
Cocoricò, il manager dopo la chiusura “Occorre il Daspo anche nei locali”
"Il Testo unico di pubblica sicurezza, che ha portato alla chiusura del Cocoricò, è del 1930. Chiaramente, questo dice tutto sul vuoto normativo dell’Italia su queste problematiche", dice Fabrizio De Meis al fattoquotidiano.it
“Il nostro locale è da anni un baluardo nella lotta alla droga e allo sballo. È evidente che se non siamo riusciti a vincere questa battaglia è perché mancano gli strumenti per farlo”. Intervistato da ilfattoquotidiano.it, il manager dimissionario del Cocoricò di Riccione Fabrizio De Meis risponde così alle parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che dopo la morte di un ragazzo di 16 anni per ectasy all’interno del locale romagnolo, chiuso per quattro mesi dal questore di Rimini Maurizio Improta, ha annunciato la linea dura del governo nei confronti di tutte le discoteche “che non rispettano la legge”. “Continueremo a prendere provvedimenti severi in materia di prevenzione e repressione – ha dichiarato il ministro in un’intervista al Corriere della Sera – noi siamo interessati a mantenere gli spazi del divertimento e dello sport bilanciando le misure da adottare con meno invasività possibile. Ma al centro della nostra attenzione c’è la vita delle persone”.
De Meis, il ministro Alfano ha annunciato che il governo adotterà la politica della tolleranza zero contro lo sballo nelle discoteche.
E noi la condividiamo. Da tre anni facciamo il possibile, per quanto consentito dalla legge, per tentare di contrastare la cultura dello sballo: collaboriamo con le forze dell’ordine per segnalare spacciatori e qualunque fatto criminoso o sospetto si verifichi in discoteca, abbiamo installato un sistema di telecamere all’interno e all’esterno del locale, promuoviamo periodicamente campagne di comunicazione contro l’utilizzo delle droghe, organizziamo iniziative con la comunità di San Patrignano per incoraggiare il divertimento sano. Ma il nostro impegno a cosa ci ha portato? Alla chiusura del Cocoricò. Il punto è che gli strumenti di cui disponiamo sono insufficienti, serve una discussione più ampia, perché noi abbiamo fatto tutto ciò che chiede il ministro eppure il problema non siamo riusciti a risolverlo.
E in che modo, secondo lei, bisognerebbe intervenire?
A livello normativo. Io credo che il problema della droga di cui i giovani fanno uso nelle discoteche non lo si possa relegare a quanto accaduto al Cocoricò, o ad altri locali. È nazionale. È una questione culturale, legata all’approccio dei giovani allo sballo. E rispetto a questo, ci sono degli strumenti che possono aiutare le nuove generazioni a commettere simili errori. Noi, per esempio, assieme all’onorevole Francesco Paolo Sisto abbiamo presentato, un anno fa, un disegno di legge per introdurre una Daspo nei locali, così che chi si è macchiato di un qualche reato non possa entrare nelle discoteche. Se il ministro Alfano appoggiasse questa proposta sarebbe uno strumento importante per introdurre maggiori controlli. Oppure sarebbe fondamentale introdurre l’obbligo di inserire un presidio medico per controllare, con un tampone, i ragazzi all’ingresso e all’uscita delle discoteche, per vedere se hanno assunto stupefacenti. Al di là dell’esito del ricorso al Tar, altrimenti, se il Cocoricò riaprirà avrà le stesse problematiche di oggi, e sarà solo questione di tempo prima che si verifichino altri fatti drammatici.
La responsabilità, quindi, è nelle mani del governo?
Prendiamo il problema dei minorenni in discoteca. Ad oggi la legge prevede che possono entrare, se esibiscono un documento. Anch’io sono d’accordo che sia sbagliato lasciare a un ragazzo di 16 anni la possibilità di ballare in un locale tutta la notte, ma per come stanno le cose, non posso impedirgli l’ingresso.
E voi quale impegno vi prendereste in caso di riapertura?
Siamo pronti a consegnare le chiavi del Cocoricò alle forze dell’ordine pur di tutelare i ragazzi, perché noi sul problema dello sballo in discoteca abbiamo una posizione netta, e la portiamo avanti da anni. Ma a nostro avviso la chiusura del Cocoricò non risolve nulla.
Non è la prima volta, però, che il Cocoricò finisce al centro delle polemiche.
Ho chiesto anche un incontro al ministro Alfano per poter discutere di quali misure adottare per tentare di arginare questa situazione, noi siamo disponibili a collaborare al 100%, ma al momento, senza nuovi strumenti normativi, non possiamo né impedire ai minori di entrare, né perquisire chi viene a ballare, né tenere fuori chi ha commesso reati. Abbiamo le mani legate.
Secondo il Silb, l’associazione che riunisce discoteche e locali da ballo, chiudere le discoteche “è un intervento inutile, il problema sta in una legge vecchia di quasi un secolo, che non incentiva i gestori a collaborare con la polizia”. Lei è d’accordo?
Basti pensare che il Testo unico di pubblica sicurezza, che ha portato alla chiusura del Cocoricò, è del 1930. Chiaramente, questo dice tutto sul vuoto normativo dell’Italia su queste problematiche. Ciò che più dispiace, rispetto a questa vicenda, è si sia creato un partito dei favorevoli alla chiusura del Cocoricò, e quindi delle discoteche, e uno dei contrari, quando dovremmo unire gli sforzi per riuscire ad arginare l’uso delle droghe nei locali. Noi, del resto, ci proviamo da anni, ed è evidente che se non ci siamo riusciti è perché non abbiamo i mezzi per vincere questa battaglia.
Articolo Precedente
Cocoricò, il racconto dei dipendenti dopo la chiusura: “Fatica sprecata e rischiamo il lavoro”
Articolo Successivo
Cocoricò, a che serve chiuderlo se a scuola non si fa nulla?
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina tregua di un mese? Il Cremlino frena: ‘Non bisogna correre troppo’. Cina: ‘La pace sia sostenibile’
Economia & Lobby
In vigore i dazi Usa su acciaio e alluminio. Ue: “Risposta proporzionata”. Cina: “Prendiamo tutte le misure necessarie”. Borse Ue in risalita
Mondo
Groenlandia, il centrodestra vince le elezioni: ora è più vicina l’indipendenza dalla Danimarca
Roma, 12 mar. (Adnkronos Salute) - Prevenire le patologie e garantire il benessere mentale. In dieci mosse. E’ l’obiettivo della Società italiana di Neurologia (Sin) che, in occasione della Settimana mondiale del Cervello 2025, oggi ha presentato - presso il ministero della Salute - un decalogo per rispondere a 360 gradi a una sfida cruciale, quella della salute del cervello. Basti pensare che in oltre il 10% delle famiglie italiane una persona soffre di malattie neuro psichiatriche, con un costo totale stimato di circa 87 miliardi di euro all'anno. L’incontro, al quale hanno partecipato esponenti politico-istituzionali, esperti del settore, è stato anche un’occasione per fare il punto sulla Strategia italiana per la salute del cervello 2024-2031 e lanciare l’Alleanza italiana per la Salute del Cervello, un’organizzazione strutturata a firma 'One Brain One Health' e 'Italian Brain Health Strategy', a conferma di un impegno condiviso sul piano nazionale e internazionale.
A un anno dalla presentazione del Manifesto 'One Brain, One Health', promosso per migliorare l’efficacia degli interventi e per diminuire l’impatto delle patologie neurologiche, la Sin delinea il 'Decalogo per la Salute del Cervello', un insieme di raccomandazioni pratiche e consigli su attività fisica, alimentazione, sonno, stimolazione mentale, gestione dello stress, vita sociale, prevenzione dei traumi, salute cardiovascolare, supporto alla salute mentale evitando sostanze dannose. Tutto questo per fa fronte a numeri che preoccupano: secondo un ampio studio pubblicato su The Lancet Neurology, con il contributo dell’Organizzazione mondiale della sanità, circa 3,4 miliardi di persone in tutto il mondo – cioè il 43% della popolazione mondiale – convivono con una condizione neurologica, in primis ictus, encefalopatia neonatale, emicrania cronica, demenza, neuropatia, meningite, epilessia, complicazioni neurologiche da parto pretermine, disturbo dello spettro autistico e tumori del sistema nervoso centrale.
"Il primo anno della Strategia italiana per la salute del cervello ha segnato un importante passo avanti nella promozione del benessere cerebrale. Riteniamo che le malattie del cervello abbiano lo stesso diritto di protezione e cura durante tutto l’arco della vita – ha spiegato Alessandro Padovani, presidente Sin -. E questo a prescindere che si tratti di patologie psichiatriche, neurologiche o neurochirurgiche, croniche o acute, dettate o meno da condizioni relazionali o psicologiche perché la salute del cervello è strettamente connessa alla salute nella sua accezione più ampia e globale, che include le persone, le comunità, gli animali, l’ambiente. La creazione della nuova Alleanza per la Salute del cervello e la registrazione dei marchi 'One Brain One Health' e 'Italian Brain Health Strategy' sono testimonianze del nostro impegno condiviso a livello nazionale e internazionale. Il decalogo che presentiamo oggi è uno strumento fondamentale per sensibilizzare la popolazione sull'importanza di prendersi cura del proprio cervello allo scopo di garantire un futuro migliore per sé stessi e per la società".
In dieci punti la Sin individua i fattori essenziali per prevenire patologie e garantire la salute del cervello. 1. Attività fisica regolare: L'esercizio migliora il flusso sanguigno cerebrale, riduce l'infiammazione e promuove la plasticità neuronale. Attività aerobiche e muscolari sono particolarmente benefice. 2. Alimentazione salutare: la dieta mediterranea, ricca di verdure, frutti di bosco, frutta secca, cereali integrali e grassi sani, supporta la funzione cognitiva. Gli acidi grassi Omega-3 e Omega-6 proteggono i neuroni. 3. Sonno di qualità: Dormire 7-9 ore a notte aiuta la memoria e la plasticità cerebrale, oltre che a mantenere una routine regolare. 4. Stimolazione mentale: Attività mentali costanti e l'acquisizione di nuove abilità rafforzano la riserva cognitiva. Leggere, imparare nuove lingue, suonare strumenti musicali e ascoltare musica sono attività consigliate.
E ancora, al punto 5 la gestione dello stress: se cronico può danneggiare l'ippocampo e influenzare il sistema immunitario. Tecniche come meditazione, mindfulness, yoga e respirazione profonda aiutano a regolare le risposte allo stress. 6. Vita sociale attiva: Le interazioni sociali stimolano la funzione cognitiva ed emotiva. Partecipare ad attività di gruppo, fare volontariato e coltivare relazioni strette con amici e familiari è fondamentale. 7. Prevenzione dei traumi cranici: Indossare il casco in situazioni pericolose e adottare misure per prevenire le cadute. 8. Salute cardiovascolare, uditiva e visiva: Ipertensione, diabete, obesità e colesterolo alto possono danneggiare il cervello. Disturbi della vista e dell'udito possono avere un impatto negativo, soprattutto negli anziani. 9. Evitare sostanze dannose: Limitare l'assunzione di alcol, evitare sigarette, droghe e inquinamento atmosferico. Smettere di fumare e ridurre l'esposizione a inquinanti ambientali. 10. Salute mentale: La depressione e l'ansia sono fattori di rischio per il declino cognitivo. Cercare supporto professionale se necessario e praticare abitudini che favoriscono il benessere emotivo.
In occasione del convegno, nuova tappa nel lungo percorso della Strategia Italiana per la Salute del Cervello che proseguirà fino al 2031 – è stata lanciata l’Alleanza italiana per la salute del cervello, un’organizzazione che vede la presenza di esponenti dei ministeri della Salute e dell'Università, dell'Istituto superiore di sanità e del Parlamento. Obiettivo: mettere in atto strategie e nuove iniziative per l'integrazione tra salute neurologica e mentale, contribuendo così a costruire una società più consapevole e attenta al benessere cerebrale.
Mosca, 12 mar. (Adnkronos) - Le dichiarazioni sulla possibilità di creare un'alleanza militare nel quadro dell'Unione Europea mirano a testare il terreno per vedere la reazione di Washington. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un'intervista con i blogger statunitensi Mario Nawfal, Larry Johnson e Andrew Napolitano, aggiungendo che "l'Unione Europea non è più un progetto economico pacifico: Vogliono il loro esercito".
"Parlando del futuro della Nato ci sono voci - aggiunge Lavrov - 'Se gli Stati Uniti non vogliono essere attivamente coinvolti negli affari europei, creiamo la nostra Nato, la nostra alleanza militare'. Ma alcune dichiarazioni mirano solo a testare il terreno per vedere quale sarà la risposta dall'altra parte dell'oceano".
Roma, 12 mar. - (Adnkronos) - Le imprese dell’industria nautica, dopo gli eccellenti risultati ottenuti fino al 2023, si sono confrontate nel 2024 con uno scenario caratterizzato da crescenti complessità congiunturali ed economiche, che ha determinato una normalizzazione della crescita del settore e una più evidente differenziazione delle dinamiche fra i prodotti di fascia elevata, la cui richiesta continua a essere importante, e la piccola nautica, che sta registrando incertezze in alcuni mercati e in alcuni segmenti tipologici e dimensionali, confermata anche dall’andamento degli eventi fieristici indoor della prima parte dell’anno. È uno degli elementi che emerge da “La Nautica in Cifre Monitor – Trend di mercato 2024/2025”, il rapporto statistico realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica, unico in Italia, che segnala le tendenze del settore a metà anno nautico, con indicazioni sullo stato globale dell’industria nautica italiana.
Le prospettive dell’industria nautica italiana restano complessivamente positive, trainate in particolare dal significativo contributo del segmento dei superyacht, che mantiene il primato globale per ordini di unità superiori ai 24 metri, con 572 yacht in costruzione su un totale di 1.138. Una indagine statistica promossa tra le Aziende associate a dicembre 2024 ha permesso di esaminare il sentiment 2025 degli imprenditori riguardo all’andamento del mercato. In particolare, è stata analizzata la variazione del portafoglio ordini a dicembre 2024 rispetto a dicembre 2023 per il comparto dei superyacht. Per i comparti delle unità da diporto fino a 24 metri di lunghezza e degli accessori e motori, invece, sono state esaminate le previsioni di fatturato per il 2025 rispetto all’anno precedente. Il portafoglio ordini del comparto superyacht a dicembre 2024 risulta in crescita o stabile per il 34% delle aziende rispetto allo stesso periodo del 2023. Per il restante 66% si registra una contrazione, anche se di entità moderata: il 33% segnala una riduzione entro il 5%, mentre un ulteriore 33% riporta una diminuzione compresa tra il 5% e il 10%.
Per il comparto delle unità da diporto fino a 24 metri di lunghezza, il 22% degli intervistati prevede un aumento del fatturato per il 2025, il 45% stima una situazione stabile e il 33% si aspetta un peggioramento. Nel comparto degli accessori e motori, il 16% delle aziende prevede un incremento del fatturato per il 2025 rispetto al 2024, il 63% prospetta una stabilità, mentre il 21% prevede una contrazione. Nel segmento degli accessori e motori, il 16% delle aziende prevede un incremento del fatturato per il 2025 rispetto al 2024, il 63% prospetta una stabilità, mentre il 21% prevede una contrazione.
Gli imprenditori del settore del charter nautico si dividono a metà tra chi evidenzia aspettative complessivamente positive per la stagione 2025 con una crescita del fatturato rispetto all’anno precedente, mentre il 43% si aspetta una stabilità, e il 7% ipotizza una leggera contrazione (fino a -5%). Complessivamente, il 79% degli intervistati ha dichiarato che il valore medio delle settimane vendute nel 2024 è aumentato o si è mantenuto stabile.
In relazione alle attività legate al turismo nautico, l’indagine condotta da Assomarinas tra i propri associati nel settembre 2024 ha registrato prospettive positive per il 2025, con previsioni più ottimistiche rispetto all’anno precedente. Le proiezioni per l’anno solare 2025 indicano una crescita in tutte le principali componenti del fatturato dei porti turistici. In particolare, le stime mostrano un aumento che va dal +1,5% per le vendite di posti barca al +3,2% relativo agli ormeggi in transito.
Nell’ambito della rilevazione, le aziende hanno segnalato fra i fattori esogeni dal maggiore impatto sia i tassi di interesse, considerati ancora troppo elevati, nonostante il recente taglio da parte della BCE, sia la giacenza di stock invenduti. Inoltre, la maggioranza degli intervistati ritiene le tensioni politiche e i conflitti internazionali fra i fattori con effetti significativi sulla fiducia dei consumatori. In questo contesto, l’exploit delle esportazioni globali della produzione cantieristica nautica italiana risulta certamente l’elemento più significativo della crescita degli ultimi anni: Fondazione Edison, partner scientifico della Nautica in Cifre, ha registrato a settembre 2024 un massimo storico per l’export di unità da diporto prodotte in Italia, che ha raggiunto la soglia dei 4,5 miliardi di euro. L’Italia si conferma nel 2024 primo esportatore mondiale di unità da diporto. Nel “Libro Verde made in Italy 2030” del Ministero delle Imprese e del made in Italy la Nautica è stata dunque inserita al fianco delle storiche 4A, tradizionali pilastri dell’industria italiana.
A livello europeo sta emergendo preoccupazione per l’attuale escalation sul tema dei dazi e per le possibili conseguenze in tema di costi e approvvigionamenti per l’industria nautica. Si rileva che gli USA continuano a essere il più importante mercato a livello globale per i nostri cantieri, se pur in flessione nell’ultimo anno censito, e che la produzione italiana interessa tipologie di imbarcazioni non sovrapponibili a quelle tipiche della produzione americana. Contestualmente, l’export USA verso l’Italia è quasi raddoppiato negli ultimi dodici mesi disponibili rispetto ai dodici mesi precedenti.
Roma, 12 mar. (Adnkronos) - Aira, società di tecnologie per l’energia pulita, ha preso parte per il secondo anno consecutivo a Key - The Energy Transition Expo 2025, dal 5 al 7 marzo 2025 a Rimini.
“In un momento in cui l’emergenza climatica e l’inquinamento sono al centro dell’agenda globale, è fondamentale accelerare la transizione verso soluzioni energetiche più sostenibili - afferma Anthony Loizeau, Ceo di Aira Italia - In Italia, l’adozione delle pompe di calore è ancora limitata, ma Aira si pone come punto di riferimento del cambiamento, con l’obiettivo di aumentare significativamente l’utilizzo e ridurre l’impatto ambientale del riscaldamento domestico. Partecipare per il secondo anno consecutivo a Key - The Energy Transition Expo è un’ulteriore conferma del nostro impegno nel guidare questa trasformazione e offrire ai consumatori tecnologie più efficienti, connesse e sostenibili”.
Aira ha sviluppato una tecnologia innovativa che integra pompe di calore di ultima generazione con Aira Intelligence, un sistema avanzato che sfrutta machine learning, simulazioni termodinamiche e ottimizzazione dei consumi per garantire il massimo risparmio energetico. Grazie a strumenti come il Heatloss Calculator, il Device Manager e la Tariffa Aira Dynamic, Aira permette di monitorare in tempo reale il comportamento dell’impianto, autocalibrare il riscaldamento in base alle abitudini dell’utente e ridurre i costi grazie all’adattamento dinamico al prezzo dell’energia.
Roma, 12 mar. - (Adnkronos) - Stefano De Martino domina la serata di martedì grazie ad 'Affari tuoi' e 'Stasera tutto è possibile'. Nella fascia di access prime time, il gioco dei pacchi di Rai1 ha conquistato ben 6.020.000 spettatori, pari a uno share del 27,7%. A seguire, in prime time, 'Stasera Tutto è Possibile' su Rai2 si aggiudica il primato di share (13,8%) tra i programmi in onda nella stessa fascia, intrattenendo 2.158.000 spettatori. Su Canale 5, infatti, 'La Sirenetta' ha totalizzato 2.305.000 spettatori e il 12,2% di share mentre 'Miss Fallaci' su Rai1 ha interessato 2.180.000 spettatori con uno share del 12%.
Fuori dal podio troviamo: La7 con DiMartedì che ha registrato 1.498.000 spettatori (8,9% share) mentre Italia 1 con 'Le Iene Show' ha raggiunto 1.133.000 spettatori (8,6% share). A seguire: Rete 4 con 'E' Sempre Cartabianca' (697.000 spettatori, 4,8% share); Rai3 con 'Le Ragazze' (644.000 spettatori, 3,4% di share); Tv8 con 'The Karate Kid' - La leggenda continua (283.000 spettatori, 1,7% share); Nove con 'Man on Fire – Il fuoco della vendetta' (282.000 spettatori, 1,8% di share).
Roma, 12 mar. (Adnkronos) - "Il voto democratico è stravolto, viene ribaltato l'esito, un inganno vergognoso agli elettori, una ferita per la nostra democrazia". Lo ha affermato il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, intervenendo alla Camera nell'esame della proposta della Giunta delle Elezioni per la proclamazione a deputato di Andrea Gentile di Forza Italia al posto di Elisa Scutellà del Movimento 5 stelle.
"Andrea Gentile -ha proseguito l'ex premier- ha un merito che tutti gli riconosciamo: è di nobile lignaggio politico e quindi pretende per naturale propensione ereditaria quel seggio ed è riuscito ad assoggettare tutta la Giunta delle Elezioni concentrata per questo risultato che oggi siamo qui a votare. Potrebbe capitare a tutte le forze politiche di ritrovarsi con il cambio di regole elettorali, i cittadini calabresi hanno seguito le regole di questa legge elettorale e le istruzioni aggiuntive del ministero dell'Interno".
"Il fatto è gravissimo: non parlate di favor voti, questo è favor coalitionis, l'espediente vergognoso che avete elaborato per avvantaggiarvi voi partiti che siete in coalizione. Duecento schede recuperate al voto, una truffa. La Procura indagherà anche se siete allergici ai giudici".
Roma, 12 mar. (Adnkronos) - "Sono gravi e spiacevoli le offese rivolte alla deputata Maddalena Morgante sui social. Le esprimo la mia solidarietà. Rinnovo la più ferma condanna per le parole e i gesti di odio, che contrastano con il libero e civile dibattito democratico". Così il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.