L’aula della Camera ha approvato in via definitiva il dl Enti Locali con 295 sì, 129 no, nessun astenuto. Il provvedimento è legge dopo il voto sulla fiducia posta dal governo. Il decreto include anche tagli alla Sanità per 2,3 miliardi di euro concordati tra Stato e Regioni, già previsti dalla legge di Stabilità 2015.
“Nessuna volontà di impedire esami diagnostici, ma solo buonsenso” così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, spiega la ratio delle norme previste nel provvedimento approvato oggi alla Camera nella parte in cui si prevede una ‘stretta’ per garantire l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie evitando, di conseguenza, uno spreco di risorse. Una ‘stretta che dovrebbe riguardare circa 180 prestazioni, dagli esami di genetica alle risonanze magnetiche.
“Nelle norme approvate oggi nel dl Enti Locali non c’è alcuna volontà di impedire di fare esami diagnostici, ma solo interventi di buonsenso”, ha affermato il ministro in una conferenza stampa, dopo aver incontrato i sindacati di categoria proprio in merito provvedimenti per la Sanità nell’ambito del dl. Nessuno, ha precisato, “impedisce che quando c’è un sospetto di una malattia si facciano esami diagnostici; stiamo parlando di eccessi di prescrizioni, soprattutto nel campo della diagnostica per immagini. Non è vero, come è stato scritto, che si impediranno le Tac ai malati oncologici”.
Le prestazioni ‘nel mirino’, ha affermato il segretario della Fp-Cgil Medici Massimo Cozza al termine dell’incontro con il ministro, “sono 180, come indicato oggi dalla stessa Lorenzin; sono appunto le prestazioni sanitarie a maggiore rischio di inappropriatezza su oltre 1700 previste dal nomenclatore: tra queste, prestazioni di genetica, odontoiatria, allergologia, tac, risonanza magnetica agli arti e risonanza magnetica della colonna con mezzo di contrasto”.Tali prestazioni, ha aggiunto, “saranno indicate in un prossimo decreto in via di preparazione. Bene aggredire l’inappropriatezza – ha commentato il leader sindacale – ma diciamo ‘no’ al fatto che a pagare debbano essere i cittadini, che possono essere penalizzati, ed i medici, ‘sotto la scure‘ delle sanzioni”.
Chiara, invece, la posizione ribadita da Lorenzin: “Noi vogliamo fare interventi di buonsenso, non intervenire con l’accetta; vogliamo mettere i medici nella condizione di poter dire ai pazienti che è inutile chiedere determinate prescrizioni”. Il provvedimento, ha quindi spiegato il direttore della programmazione Renato Botti, definisce le ‘condizioni di erogabilità’ delle prestazioni, introducendo una serie di criteri cui deve soddisfare il paziente per avere una prestazione. Le condizioni di erogabilità, che saranno definite dai decreti attuativi, sono su quattro ambiti. Saranno regolate le prestazioni di odontoiatria, che il Ssn prevede per soggetti vulnerabili economicamente o clinicamente, di cui verranno stabilite le misure minime che le regioni devono garantire.
Il secondo ambito riguarda i test genetici, che saranno a carico dello Stato solo per specifici sospetti diagnostici e non ad esempio per la ricerca. Il terzo è quello della prestazione diagnostica ad alto costo, Tac e risonanze magnetiche, che però riguarda solo quelle agli arti e la risonanza con contrasto per la colonna vertebrale. Un ultimo punto riguarda gli esami laboratorio. In questo caso ci sono delle raccomandazioni e viene previsto che solo in caso di determinati sospetti diagnostici si può richiedere un intervento. Eventuali esami aggiuntivi rispetto ai criteri, ha precisato Lorenzin, possono essere fatti dal medico purchè motivati.