Salvatore Buzzi non è credibile, perché cerca di minimizzare i suoi rapporti con Gianni Alemanno e Massimo Carminati. L’uomo indicato come uno dei componenti di vertice di Mafia capitale ha riempito verbali su verbali, cinque interrogatori, mettendo in fila i nomi di 30 politici. Due ex assessori assessori di Alemanno, 18 consiglieri comunali , cinque presidenti di municipio e cinque assessori di Ignazio Marino che avrebbero beneficiato di tangenti, assunzioni e altri tipi d’utilità.
Quando però alla fine dell’ultimo interrogatorio, quello del 23 luglio scorso, il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Paolo Ielo, gli chiedono di fare il punto sui rapporti con la destra, con Carminati e con i calabresi, Buzzi gioca al ribasso, cerca di fare cadere l’accusa per mafia, puntando solo al reticolo di corruzione. “Sono rimasto molto deluso dal suo comportamento – dice riferendosi all’ex Nar -perché è emerso che ha commesso svariati reati, mentre a noi ci rassicurava del fatto che non li commettesse”.
“Come fa a dire questo dal momento che usavate un jammer per impedire la captazione di conversazioni?”, chiedono i pm che alla fine annotano i motivi per cui non reputano credibile il boss delle cooperative romane. “Per la scarsa plausibilità logica della ricostruzione dei rapporti con Alemanno, delle erogazioni nei suoi confronti di utilità economiche che non avrebbero avuto ragione se non in forza di un’esplicitazione di un accordo corruttivo”, scrivono aggiungendo anche che c’è un evidente “contrasto con alcune conversazioni intercettate nella ricostruzione dei suoi rapporti con Carminati”. Buzzi non è credibile anche per le versioni sui rapporti e gli interventi minacciosi nei confronti di Riccardo Mancini e per la scarsa plausibilità logica dei rapporti con la criminalità calabrese“.
Rimangono, invece, al vaglio degli inquirenti, le posizioni dei politici tirati in ballo da Buzzi, molti dei quali già coinvolti dall’inchiesta su Mafia capitale. “La nuova Amministrazione Marino -ha spiegato in uno degli ultimi interrogatori – mi aveva posto a carico i costi di quattro o cinque assessori, diciotto consiglieri comunali, quattro o cinque presidenti di municipi”. Nel calderone finisce anche il nome di Maurizio Pucci, assessore ai lavori pubblici di Marino, già fondamentale con Veltroni e Marrazzo.”Il primo degli assessori della giunta Marino con cui ho avuto rapporti di tale natura è Maurizio Pucci, durante la campagna elettorale del 2006, quando gli erogammo finanziamenti e gli mettemmo a disposizione un’autovettura che lui non voleva più restituire.
Nell’ultima consiliatura, però, non ci sono state altre erogazioni”. “Poi ci sono state tre assunzioni richieste da Luigi Nieri (l’ex vicesindaco che si è dimesso ). Non normali, né amicali, ma immediate, al costo di 120 mila euro annui, e fatte in una logica di scambio”. “Ho già dato mandato al mio avvocato di querelare Buzzi e di avviare tutte le iniziative legali contro la sua azione diffamatoria. Siamo di fronte a una meschina strategia difensiva che ha chiaramente l’obiettivo di colpire la parte sana della città nel tentativo di apparire vittima di un sistema e non uno dei principali protagonisti di una storia di corruzione e criminalità”, dice l’ex vicesindaco della capitale.