Dopo mesi di trattative con i soci Intesa Sanpaolo, Astaldi e famiglia Tabacchi, ora c’è l’esclusiva: la A4 Brescia-Padova e la A31 Vicenza-Piovene-Rocchette diventeranno spagnole. Il gruppo delle concessionarie autostradali Abertis, quotato alla borsa di Madrid, ha firmato l’accordo per l’acquisto del controllo di A4 Holding, a cui fanno capo le due autostrade. A ufficializzarlo è una nota degli spagnoli che non fornisce dettagli finanziari. Ma secondo l’agenzia Reuters l’offerta per la quota di controllo valorizza intorno a 1,2 miliardi di euro la società, partecipata anche da provincia, comune e Camera di commercio di Milano, Bergamo, Verona e Vicenza, provincia e Camera di Commercio di Brescia e Venezia e Camera di Commercio di Padova.

La valutazione è ben più alta rispetto a quella di 870 milioni fatta nel 2011 dal fondo F2i. Ma nel frattempo, solo quattro giorni fa, il Cipe ha dato il via libera alla Valdastico Nord, il prolungamento della A31 in direzione Trentino che era bloccato dal veto della Provincia autonoma di Trento. E quel semaforo verde cambia il quadro, perché apre la strada al rinnovo fino al 2026 della concessione statale (scaduta nel 2013 e in seguito prorogata) e quindi al diritto di riscuotere i pedaggi. 

Per gli spagnoli non è il primo tentativo di entrare in forze nel settore autostradale italiano. Nove anni fa era stata annunciata la fusione con la Autostrade per l’Italia della famiglia Benetton. Il governo Prodi bloccò l’operazione: l’allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro si mise di traverso negando l’autorizzazione. Nel 2009, poi, dopo la scomparsa di Marcellino Gavio Abertis provò a conquistare la Sias Torino-Milano offrendo 1,3 miliardi. Senza successo. Secondo fonti di Reuters il via libera alla trattativa in esclusiva per la A4 e la A31 è arrivato sia grazie a un’offerta più generosa di quelle concorrenti sia per la prospettiva di strategie più interessanti dal punto di vista industriale.

Nel marzo scorso, in compenso, Abertis si è aggiudicata per quasi 700 milioni di euro la rete delle torri di trasmissione di Wind nella Penisola.

 

 

 

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Derivati, ecco la sentenza inglese su Prato che può salvare gli altri enti locali

next
Articolo Successivo

Maschio Gaspardo, così le nuove regole del credito hanno distrutto un mondo

next