Milano, 16 feb. (Adnkronos) - "Stasera scopriremo il vincitore" dice Carlo Conti sul palco dell’Ariston per la finalissima di Sanremo. E ricorda implicitamente a tutti i cantanti in gara che dal giudizio del pubblico non si scappa. Così come a quello dei look sfoggiati: dopo una settimana all’insegna di pelle, petti nudi, completi sartoriali, senza particolari colpi di testa, si può dire che all’Ariston abbia regnato la noia assoluta. E passino le trasparenze, i cristalli, le paillettes e gli smoking ultra classici ma per farsi ricordare ci vuole tutt’altra stoffa. Come quella che ha vestito Achille Lauro, dritto in cima al nostro podio. Ancora in Dolce&Gabbana (e chi sennò?) l’artista romano sceglie un ampio cappotto vestaglia completamente bordato di paillettes e sovrastampata con texture ghepardo. Persino in t-shirt bianca a costine è irresistibile. Per noi vince lui. Voto: 9.
Potrà anche aver vinto il festival della canzone italiana, Olly. Ma di certo lo stile è totalmente da rivedere. La canottiera bianca sotto la camicia celeste è un no totale. Si salva il pantalone ampio stretto in vita da una cintura da smoking. Voto a metà strada tra non classificato e irrecuperabile. E' giovane, si rifarà. La tradizione appartiene al padrone di casa, il direttore artistico e conduttore Carlo Conti, elegantissimo in smoking doppiopetto di velluto con maxi revers in raso e papillon. Voto: 8. Reinterpreta i tagli delle prime due serate Francesca Michielin, con un top di raso cut-out color cipria, paillettes e pantaloni neri. Tutto Miu Miu. Il rossetto scuro le dona carattere, peccato per i sandali plateau argento dalla sfumatura poco intonata all’insieme. Voto: 5. “Ho messo questi per farti i colpi di sole” dice Alessandro Cattelan a Carlo Conti indicando i revers sparkling dello smoking total white firmato Giorgio Armani. Semplice ma indiscutibile. Voto: 7.
Willie Peyote, è il caso di dirlo: grazie ma no grazie. La camicia sbottonata che spunta dal completo nero anonimo mal si adatta alla finale di Sanremo. Almeno i bottoni si potevano allacciare. Voto: 4. Alessia Marcuzzi scende le scale dell’Ariston con un abito nero dolcevita e schiena nuda che le disegna il corpo e ricorda da lontano quello di Mireille Darc nella commedia ‘Le grand blond avec une chaussure’ di Yves Robert del 1972. Più casta, certo, ma avremmo preferito vederla con gioielli importanti e capelli raccolti. Il secondo cambio d’abito regala qualche emozione in più, un maxi tubino rosso, mentre con il terzo, un longdress nero bustier, ingrana finalmente la quarta. Voto: 5.
Laminatissima, quasi accecante, Marcella Bella, che indossa una jumpsuit interamente ricoperta di cristalli con un disegno geometrico al centro. Qualcuno sui social chiama in causa il look di Orietta Berti con le conchiglie: “Rispolvera le sue capesante”. Too much, siamo d’accordo, ma è pur sempre la finalissima. Voto: 6. I jeans all’Ariston dovrebbero essere banditi, fatta eccezione per Edoardo Bennato. Bresh non lo sa e li indossa con una t-shirt color cenere, stivali di pelle grigia firmati Ami Paris e gioielli Apm Monaco. Non bastano i ricami dorati a fargli superare la prova. Voto: 5. Modà, ma che pasticcio avete combinato? La camicia cartoon coloratissima di Kekko, che si declina anche in accessori per gli altri membri della band, preferiremmo non averla vista. “Se la guardi per trenta secondi ti vengono gli occhi di Fedez” scrivono sui social. Non ce la sentiamo di dissentire. Voto: non classificati.
L’abbiamo scritto l’anno scorso e lo ripetiamo quest’anno: come si fa a resistere a Rose Villain? Il suo look Fendi haute couture è davvero ‘fuorilegge’, tanto che ha bisogno della scorta per scendere le scale. La cantante indossa un abito nero see through con strascico, gambe a vista, corsetto e micro cristalli ricamati. I capelli tiratissimi e raccolti in una coda la rendono statuaria. “Mi sento male per quanto è bella” dice Alessia Marcuzzi. E noi con lei. Voto: 9. Ha fatto talmente parlare per le sue collane ultra costose che alla fine Tony Effe verrà ricordato solo per un semplice rosario. E’ quello che il cantante allaccia al polso per l’esibizione finale, in look total black, giacca e pantaloni, che lo rendono persino presentabile. Della serie 'molto rumore per nulla'. Voto: 6 per l'impegno.
Clara è sempre bellissima ma il lungo abito light blue con corpetto che le disegna il corpo fa tanto Cenerentola al ballo di mezzanotte. Che peccato. Voto: 5. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Nel caso di Serena Brancale va ammesso che seppure da cinque giorni provi a variare sul tema di trasparenze e luccichii – e apprezziamo lo sforzo – non riesce a spiccare il volo. La tuta nera con ricami e trasparenze anche no. Voto: 4. Sorprendentemente elegante Brunori Sas, in classico smoking che veste bene. Anche volendo trovare difetti non ce ne sono. Voto: 7. Che noia, Francesco Gabbani! Un altro smoking senza guizzi anche per la finale. Voto: 6. “E’ una dea” esclama Alessia Marcuzzi vedendo Noemi con indosso un lungo abito gioiello con maniche lunghe e collo alto firmato Patou e cristalli Swarovski in diverse misure. E’ sofisticata al massimo. Voto: 8 e mezzo.
Sottotono Rocco Hunt, senza infamia e senza lode in completo nero. La maglietta girocollo ce la poteva risparmiare. Voto: 5. Il look da bad boy di Stash dei The Kolors fa centro: la collana-cintura un po’ fetish abbinata ai guanti in pelle fa tanto Annie Lennox e alza immediatamente la temperatura. Voto: 7 e mezzo. Ospite della serata, per ricevere il premio alla carriera, Antonello Venditti fa Antonello Venditti: occhiali aviator d’ordinanza, capello nero pettinato all’indietro e completo nero. Si ama per forza. Voto: 7. Sembrano usciti dal film ‘Beetlejuice’ Coma _Cose con California in abitino in chiffon nero e inserti in pizzo, calze ricamate e grande cappello rosso in paglia che strizza l’occhio a una delle protagoniste della pellicola di Tim Burton, l’artista nevrotica Delia Deetz. In completo matchy il marito Fausto. Che dire? Non fate mai il loro nome per tre volte di seguito. Voto. 5.
E’ coi fiocchi il look di Giorgia, letteralmente. Come il nastro nero allacciato al collo, che dà un twist alla normalità del look: shorts, blusa ricamata e blazer total black. Chic con poco. Voto: 7. I fiori ci sono. L’eleganza pure. E la classe non manca a Simone Cristicchi che torna a scegliere il suo fedele compagno di viaggio, lo stilista Antonio Marras, per l’ultima serata con un completo effetto tapestry nero con ricami floreali silver. Un deciso cambio di marcia rispetto alle sere precedenti che lo fa risalire nelle nostre quotazioni. Voto: 8. Eccola Elodie con chioma raccolta, abito nero bustier completamente ricamato e guanti da diva. Un look che appare troppo ‘carico’. Il lungo strascico ce lo poteva risparmiare. Voto: 6. Bolero rosso con tanto di piume, maglia mesh e pantaloni skinny per Lucio Corsi, che con i suoi outfit sopra le righe ci ha stupito e divertito per tutta la durata del Festival. E chissà se anche per la finale, il secondo classificato ha usato le patatine per imbottire le spalline. Nel dubbio, continuiamo ad amarlo così com'è: un vero outsider anche nella moda. Voto: 6 e mezzo.
Per quanto si possa essere fan delle giacche ‘bold’ il modello blu con alamari dorati e maxi cristalli di Irama fa troppo Ancient Regime. Voto: 5. Fedez vede nero, come la canzone che intona. L’umore non sembra dei migliori, il look pure. Sempre Versace, sempre giacca tre bottoni con il logo della Medusa. Senza arte né parte. Voto: 4. La vera notizia è che Shablo, Guè, Joshua e Tormento abbandonano lo street style e si mettono in tiro con dei completi doppiopetto e cravatta che, seppur casual, ben si sposano con il tempio sacro della musica italiana. Voto: 7 per l'inaspettato twist. Look vincente non si cambia. Lo sa bene Joan Thiele (e il suo stylist) ancora una volta con una lunga mantella di Chanel e body nero coperto che fa capolino dietro la chitarra. Le lunghe trecce fanno un po’ girlish un po’ Mercoledì Addams ma Joan resta comunque inarrivabile. Voto: 9.
Anche Massimo Ranieri, come molti degli uomini saliti sul palco dell’Ariston durante questa edizione, punta sul total white, con tanto di completo tre pezzi. Che dire? Passabile. Voto: 5 e mezzo. Gaia, in abito con fili di perline effetto scucito, sembra impigliata in una rete. Eppure le premesse c’erano tutte, il beauty look con rossetto scuro è magnetico, il colore burgundy della mise pure. Ma niente, il risultato finale non buca lo schermo. Voto: 5. Troppi strati, camicia troppo sbottonata, revers troppo grossi, capelli troppo arruffati. Insomma, il look di Rkomi è troppo sbagliato. Nonostante nelle serate precedenti abbia avuto dei momenti nì, il perdente inglorioso della serata finale è lui. Voto: 4. Sarah Toscano è l’ultima a esibirsi e fare così tardi per vedere il suo look forse non valeva la pena. Optical all’ennesima potenza, gonna e top geometrici, tutto Pucci, e occhiali da sole, che per fortuna abbandona prima di cantare. Insomma, “la più piccola del gruppo” come ricorda Conti, deve crescere ancora in fatto di stile. Voto: 5.
Mahmood si esibisce a sorpresa come ospite in abito sartoriale doppiopetto. Il tocco di classe è la spilla a forma di fiore appuntata al petto. Bello e bravo. Voto: 8. La semplicità paga sempre. Lo sa bene Bianca Balti, che torna sul palco con una creazione di Ermanno Scervino composta da due pezzi distinti: body-corsetto e abito. Il body è realizzato in raso di seta, utilizzato al rovescio per ottenere un effetto opaco con struttura, steccatura e impunture, ispirate ai corsetti di fine Ottocento. Sul retro, invece, l'abito sfoggiato dalla modella presenta un lungo strascico che parte dalle scapole e si sviluppa alla fine di un intreccio di lacci. Ci piace tantissimo. Voto: 9. (di Federica Mochi)
Lobby
Lotto, Consiglio di Stato blocca gara: fatta per i soliti noti. Scontro col governo
L'ex numero uno del Sismi Nicolò Pollari, oggi consigliere a Palazzo Spada, relatore del parere: "Requisiti appaiono clausole escludenti". L'esecutivo protesta e accusa: ha abusato del suo potere
La posta in gioco è un affare da 3,5 miliardi di euro, destinato nei prossimi nove anni a sostenere i bilanci di Lottomatica, una delle aziende lobbisticamente più forti in Italia. Stavolta però a insinuare che il bando di gara per la concessione del Lotto sia fatto su misura per chi controlla da 22 anni il lucroso business non è un focoso oppositore del governo Renzi. È sceso in campo nientemeno che il Consiglio di Stato, facendo esplodere sotto Ferragosto uno scontro istituzionale senza precedenti.
Nel ruolo di guastatore c’è il consigliere di Stato più famoso d’Italia, l’ex capo dei servizi segreti Nicolò Pollari. Con apparente ingratitudine per Matteo Renzi – che il 4 giugno scorso ha confermato il segreto di Stato sui dossieraggi per i quali i giudici di Perugia devono decidere a settembre sul rinvio a giudizio dello stesso Pollari e del suo ex braccio destro Pio Pompa – l’ex direttore del Sismi ha tirato un calcione alla gara del Lotto. E il ministero dell’Economia ha deciso una risposta durissima: il sottosegretario Pier Paolo Baretta, che ha la delega ai Giochi, sta limando una lettera con cui accuserà Pollari e il Consiglio di Stato, di un abuso di potere.
La legge prevede per i bandi di gara su concessioni per “giochi pubblici” il parere obbligatorio del Consiglio di Stato. Il ministero dell’Economia lo ha chiesto e la seconda sezione del Consiglio di Stato l’ha formulato il 10 luglio. Il documento, firmato dall’estensore Pollari, è arrivato sulla scrivania di Baretta il 7 agosto, 28 giorni dopo, benché dal Consiglio di Stato al ministero di via XX settembre si impieghino, secondo Google Maps, 36 minuti a piedi e 14 in auto blu.
Il contenuto è severo, la conclusione è esplosiva: “Si sospende l’emissione del richiesto parere, in attesa delle precisazioni e/o degli adeguamenti indicati in motivazione”. Tradotto: se il governo non si adegua il parere non lo diamo, e la gara non si fa.
Il governo però ha fretta. Vuol chiudere la gara entro l’anno perché ha già messo in preventivo per il 2015 l’incasso di 350 milioni, la metà della base d’asta di 700 milioni per la concessione. La posizione del ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan è netta: il parere del Consiglio di Stato è obbligatorio ma non vincolante, quindi i giudici amministrativi, in questo caso nella funzione costituzionale di “consulenza” e non di “giurisdizione”, non possono subordinare il parere all’arrivo di precisazioni convincenti da parte del governo. Nei prossimi giorni Baretta scriverà a Pollari nel merito delle obiezioni, annunciandogli nei saluti che il governo considera acquisito il parere del Consiglio di Stato e che la gara partirà senza indugi. Insomma, per il governo l’ex capo dei Servizi segreti potrà incorniciare la sospensiva e appendersela in salotto.
Scontro istituzionale a parte, rimane la bomba innescata da Pollari. Per una beffa della storia, l’uomo che cinque governi consecutivi (Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi) hanno difeso a colpi di segreto di Stato porta alla pubblica discussione uno dei segreti più sacri per tutti i politici di governo: gli affari di Lottomatica, che nel frattempo si è trasferita a Londra e si chiama Igt. La società del gruppo De Agostini ha la concessione del lotto da 22 anni. Sarebbero stati due contratti da nove anni, ma a un certo punto gli abili legali della società si sono attaccati a un cavillo per sostenere che l’inizio formale della concessione andava post-datato di 4 anni. Hanno chiesto un collegio arbitrale per il quale Lottomatica ha designato l’ex ministro socialista Angelo Piazza, il ministero dell’Economia l’ex parlamentare Ernesto Stajano. I due avvocati chiamati a incrociare le lame giuridiche erano soci in affari. Cose che capitano e non sia mai detto che il dettaglio abbia favorito la vittoria di Lottomatica. In Italia, quando si parla di giochi e scommesse, l’attenzione è sempre abilmente attirata sulla piaga della ludopatia e sul gioco illegale. Pochi si occupano dei profitti di Lottomatica, azienda cara ai politici di ogni colore, finanziatrice di primi ministri e peones. Esemplare il caso di Alberto Giorgetti, deputato berlusconiano e sottosegretario con delega ai Giochi nel governo Berlusconi e in quello Letta. L’anno scorso, appena persa la poltrona, annunciò le dimissioni da deputato per farsi assumere da Lottomatica. Travolto dalle polemiche, ritirò le dimissioni. Nel luglio scorso ha ottenuto la vicepresidenza della commissione Finanze, che si occupa anche di giochi e lotterie. Lottomatica, senza che nessuno batta ciglio, incassa un aggio del 6% su ogni giocata al lotto, cosicché negli ultimi nove anni, a fronte di giocate complessive per 55,5 miliardi ha portato a casa 3,5 miliardi. Nel bilancio 2014 del gruppo Igt, risultato dell’espansione internazionale decisa da De Agostini per investire i soldi guadagnati in Italia, su 3 miliardi di ricavi, 1,7 sono fatti in Italia, ma su 567 milioni di risultato operativo ben 543 provengono dagli affari con il distratto governo italiano, che non sembra accorgersi del dato più inquietante.
Nel 2006, primo anno dell’ultima concessione novennale, le giocate sono state 6,6 miliardi come nel 2014, quindi Lottomatica ha incassato nel primo come nell’ultimo anno circa 400 milioni di aggio. Invece le entrate dello Stato, a parità di volumi giocati, sono scese da 2 miliardi del 2006 a 1,1 del 2014, con una flessione secca del 45 per cento.
Contenti dell’affarone per cui sul Lotto guadagnano solo Lottomatica e l’altra potentissima lobby, i tabaccai, al governo hanno pensato bene di fare il bando di gara che perpetua le attuali condizioni. Aggio del 6% su ogni giocata, una rendita assicurata senza nessun rischio. Pollari, nel suo parere, allude in giuridichese a un bando su misura per Lottomatica. Esempio: “I requisiti per la partecipazione alla procedura di selezione appaiono, per taluni versi, eccessivi, tanto da figurare come clausole escludenti”. Poi ricorda l’ultima relazione della Commissione europea sulla corruzione, nella quale è segnalata tra le altre cose “la pratica della stesura di capitolati d’oneri su misura al fine di favorire determinati offerenti”. Quanto a Lottomatica, non pare turbata dagli eventi. E secondo insistenti voci del settore, fiutando il vento, starebbe già trattando per assorbire il maggior concorrente italiano, la storica Sisal, in difficoltà economiche, ma con un presidente di spicco come l’ex ministro delle Finanze Augusto Fantozzi. Nel settore giochi e lotterie nessuno passa di là per caso.
da Il Fatto Quotidiano del 19 luglio 2015
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Sanremo, 16 feb. (Adnkronos) - "Conti ha detto che il suo festival è 'baudiano'? Sono molto contento, mi fa veramente piacere". Risponde così all'Adnkronos Pippo Baudo, commentando le parole del direttore artistico del festival Carlo Conti in conferenza stampa dove ha detto che il suo Sanremo è stato 'baudiano', ammettendo di ispirarsi allo storico conduttore del festival di Sanremo perché "ci ha insegnato lui a farlo". Baudo detiene attualmente il record di conduzioni del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, avendolo presentato 13 volte.
Milano 14 feb. -(Adnkronos) - Vorwerk ha presentato in questi giorni a Berlino il nuovo Bimby, erede dell’elettrodomestico multifunzione impostosi sin dagli anni ’70 come il robot da cucina per antonomasia. Bimby TM7 rileva il testimone del modello lanciato nel 2019 con una proposta attenta al mercato e in risposta alle esigenze dei clienti in continua evoluzione: per questo i progettisti Vorwerk hanno apportato innovazioni al design, con l’ampio schermo multitouch da 10 pollici, all’interfaccia digitale, alla piattaforma Cookidoo, con oltre 10.000 ricette per un’esperienza culinaria sempre più nuova, e al motore di Bimby . Tutto questo consente di ottimizzare la vita in cucina, liberando il proprio tempo mentre Bimby si occupa della preparazione dei piatti. La novità Vorwerk, inoltre, arriva con un corredo di funzioni e opzioni di cottura ulteriormente ampliate.
Bimby TM7, già prenotabile da febbraio e disponibile a partire da aprile, porta a un livello superiore l’integrazione tra un elettrodomestico all'avanguardia e l'ecosistema digitale Cookidoo, garantendo un'esperienza culinaria più ricca, uniforme e intuitiva che ridefinisce i metodi di preparazione dei cibi. L’ultimo nato in casa Vorwerk sfoggia un’inedita veste in nero, scelta dettata non solo dallo stile ma perché facilita l’incorporazione di un maggior numero di materiali riciclati nel dispositivo. Il nuovo rivestimento isolante del boccale permette di maneggiarlo in sicurezza, contribuendo anche al mantenimento della temperatura ottimale delle preparazioni. Protagonista assoluto è l’ampio schermo multitouch da 10 pollici, che in Bimby TM7 integra la manopola e dà accesso immediato alla piattaforma Cookidoo, agevolando sia la ricerca che l'esecuzione di qualsiasi ricetta in modalità guidata.
L’interfaccia di Bimby TM7 si contraddistingue per la sua schermata principale personalizzabile sulle necessità di ciascun utente. Inoltre, sono state perfezionate componenti come la spatola, il tappo del coperchio e l’accessorio per le cotture al vapore (il cosiddetto Varoma) ora di forma rettangolare con più spazio per gli alimenti. Con le tantissime funzioni per cui è stato creato, Bimby TM7 manifesta pienamente la sua anima di robot tuttofare: cuoce, anche a vapore e ad alta temperatura, insaporisce, rosola, riscalda, effettua cotture in sottovuoto e cotture lente, prepara uova e cereali alla cottura desiderata, caramella e fa lievitare impasti, e fermentare yogurt e formaggi fatti in casa.
Oltre alle tante funzioni di cottura, Bimby TM7 sostituisce oltre 20 piccoli elettrodomestici da cucina, facendosi carico di sbrigare in modo veloce e impeccabile i compiti più ingrati e “time consuming” quali pesare, tritare, grattugiare, amalgamare, emulsionare, e anche impastare. La connettività intelligente Wi-Fi e Bluetooth e il collegamento multi-device alla piattaforma Cookidoo (sullo schermo Bimby ma anche attraverso la app e il PC), rendono disponibile in qualsiasi momento un ricettario digitale costantemente aggiornato che spazia tra decine di migliaia di ricette, italiane ed internazionali, tutte rigorosamente testate e descritte in dettaglio, ma anche video, tutorial, articoli e suggerimenti a cui attingere per ispirarsi. L’utente può scegliere se affidarsi alla modalità guidata o esplorare la modalità manuale. Nel primo caso, una volta selezionata la ricetta su Cookidoo, Bimby si occupa di tutto, indicando ingredienti, quantità e procedura, guidando l’utente con passaggi preimpostati, regolando automaticamente tempi, temperature e velocità. In modalità manuale, l’utente può selezionare il tipo di cottura che ritiene più indicata tra quelle a disposizione per realizzare velocemente le sue preparazioni, ma soprattutto trova anche un valido aiuto nelle innumerevoli modalità preimpostate - eseguibili al tocco di una semplice icona - uno dei punti di forza di Bimby.
Un’importante novità è l’introduzione della nuova funzione Cottura Aperta, che permette di cucinare senza coperchio a 100°C in totale sicurezza. Questa funzione, disponibile anche in modalità guidata con tante ricette preimpostate, non solo offre una visione completa sul lavoro di Bimby, ma consente anche l’aggiunta di ingredienti a piacere in corso d’opera. Un’alternativa eccellente per coloro che amano aggiungere il loro tocco personale alle ricette. Il TM7 è alimentato da un nuovissimo motore sincrono da 500 Watt che dispone di un ampio intervallo di giri al minuto - da 40 a 10.700 - e di un controllo adattativo della potenza : il tutto con una silenziosità che anche a pieno regime “non alza la voce”.
In attesa dell’inizio ufficiale delle consegne ad aprile, il nuovo Bimby può essere prenotato già da subito attraverso gli incaricati alla vendita, che accompagnano l’utente alla scoperta di tutte le nuove funzionalità del prodotto. La consulenza gratuita e personalizzata è parte integrante del mondo della vendita diretta Vorwerk.
Bruxelles, 16 feb. (Adnkronos) - Un anno fa, il 16 febbraio 2024, moriva l'attivista Alexei Navalny mentre era detenuto in un carcere russo: aveva 47 anni. Sono tante le persone che questa mattina si sono radunate a Mosca per rendere omaggio al più forte oppositore del Cremlino In centinaia si sono recate al cimitero Borisov. Qui hanno sfilato persone arrivate da sole, altre in piccoli gruppi, anche famiglie con bambini.
I sostenitori di Navalny hanno deposto fiori sulla sua tomba con la polizia che ha concesso l'ingresso al cimitero Borisov filmando tutto. C'erano anche diplomatici stranieri, compresi gli ambasciatori di Usa e Ue, Lynne Tracy e Roland Galharague, secondo notizie rilanciate dall'agenzia Dpa.
Nel ricordare Navalny, l'Ue dichiara che la riguardo "il presidente Putin e le autorità russe hanno la responsabilità ultima" della sua morte. "Mentre la Russia intensifica la sua guerra di aggressione illegale contro l'Ucraina, continua anche la repressione interna, prendendo di mira coloro che si battono per la democrazia - prosegue la dichiarazione dell'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, a nome dei Ventisette - Navalny ha dato la sua vita per una Russia libera e democratica. Oggi i suoi avvocati restano ingiustamente in carcere, insieme a centinaia di prigionieri politici".
Secondo l'Ue "la Russia deve liberare immediatamente e senza condizioni i legali di Navalny e tutti i prigionieri politici". L'Unione chiede anche alla Russia di "porre fine alla sua repressione brutale della società civile, dei media dei membri dell'opposizione e di rispettare il diritto internazionale".
Yulia Navalnaya ha diffuso un video in occasione del primo anniversario della morte di suo marito Alexei Navalny in cui ricorda ciò in cui credeva il principale oppositore del Cremlino: "Sappiamo perché stiamo combattendo: una Russia del futuro che sia libera, pacifica e bella, quella che sognava Alexei è possibile. Bisogna fare di tutto affinché si realizzi il suo sogno".
"Ognuno può fare qualcosa: manifestare, scrivere ai prigionieri politici, far cambiare opinione ai propri cari, sostenersi a vicenda", prosegue Navalnaya, attesa a Berlino nell'ambito delle iniziative per ricordare Navalny. "Alexei è fonte di ispirazione in tutto il mondo. Capiscono che il nostro Paese non è solo guerra, corruzione, repressione", afferma, accusando il leader russo Vladimir Putin di "voler cancellare dalla nostra memoria il nome di Alexey, nascondere la verità sul suo omicidio e di costringerci alla rassegnazione".
"Ma non ci riuscirà. Il dolore ci rende più forti e quest'anno ha dimostrato che siamo più forti di quanto pensassimo", incalza la donna, chiedendo di prendere esempio dal "coraggio" e dalla "capacità di amare davvero il nostro Paese" che aveva Navalny.
"Navalny è morto un anno fa perché si batteva per la democrazia e la libertà in Russia", ha scritto il cancelliere tedesco Olaf Scholz su X, aggiungendo che il leader russo Vladimir "Putin combatte in modo brutale la libertà e i suoi difensori". Così, "il lavoro di Navalny è stato ancor più coraggioso - ha rimarcato - Il suo coraggio ha fatto la differenza e va ben oltre la sua morte".
Anche il ministero degli Esteri, Antonio Tajani, ha scritto un messaggio su X : "A un anno dalla morte di Aleksej Navalny, non dimentichiamo il suo coraggio e il suo sacrificio a favore della libertà e della democrazia. La mia vicinanza alla sua famiglia e a tutti i difensori dei diritti umani che ogni giorno combattono nel mondo per avere più giustizia e stato di diritto".
Sanremo, 16 feb. - (Adnkronos) - “Lucio Corsi è stata la vera novità del festival. Partito come uno sconosciuto al grande pubblico e riuscito a conquistare chi lo ha ascoltato grazie ai suoi testi pieni di poesia, ironia e fantasia". Così Carlo Verdone, all'Adnkronos, commenta il successo di Lucio Corsi, secondo classificato a Sanremo 2025.
Con il brano 'Volevo essere un duro', l'artista toscano si è classificato secondo e ha vinto il Premio della Critica "Mia Martini". Un successo che Verdone aveva in qualche modo previsto, includendo Corsi nel cast della terza stagione di 'Vita da Carlo'. Nella serie, Verdone interpreta il direttore artistico del Festival, scegliendo proprio Corsi come artista in gara. Una finzione che si è trasformata in realtà.
Verdone non loda solo il talento artistico di Corsi, ma anche le sue qualità umane: "Quello che traspare in Lucio è l’essere una persona piena di garbo, che vive di stupore. Non c’è mai rabbia in lui. Ma la sua forza non è solo nel suo talento ma anche nella sua pacatezza di persona perbene e umile. L’umiltà è la cosa che lo contraddistingue più di tutte. E’ andato avanti con i suoi soli mezzi".
E conclude: "Grazie a lui la musica mi sembra abbia iniziato a prendere un’altra direzione, meno ansiogena, più riflessiva e amabile, fondata su dei testi belli. E’ un poeta. Sono contento anche perché puntare su di lui nella mia serie è stata una scommessa vinta anche per me. Gli auguro tutto il successo che merita”, conclude.
Bruxelles, 16 feb. (Adnkronos) - Un anno fa, il 16 febbraio 2024, moriva l'attivista Alexei Navalny mentre era detenuto in un carcere russo: aveva 47 anni. Sono tante le persone che questa mattina si sono radunate a Mosca per rendere omaggio al più forte oppositore del Cremlino In centinaia si sono recate al cimitero Borisov. Qui hanno sfilato persone arrivate da sole, altre in piccoli gruppi, anche famiglie con bambini.
I sostenitori di Navalny hanno deposto fiori sulla sua tomba con la polizia che ha concesso l'ingresso al cimitero Borisov filmando tutto. C'erano anche diplomatici stranieri, compresi gli ambasciatori di Usa e Ue, Lynne Tracy e Roland Galharague, secondo notizie rilanciate dall'agenzia Dpa.
Nel ricordare Navalny, l'Ue dichiara che la riguardo "il presidente Putin e le autorità russe hanno la responsabilità ultima" della sua morte. "Mentre la Russia intensifica la sua guerra di aggressione illegale contro l'Ucraina, continua anche la repressione interna, prendendo di mira coloro che si battono per la democrazia - prosegue la dichiarazione dell'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, a nome dei Ventisette - Navalny ha dato la sua vita per una Russia libera e democratica. Oggi i suoi avvocati restano ingiustamente in carcere, insieme a centinaia di prigionieri politici".
Secondo l'Ue "la Russia deve liberare immediatamente e senza condizioni i legali di Navalny e tutti i prigionieri politici". L'Unione chiede anche alla Russia di "porre fine alla sua repressione brutale della società civile, dei media dei membri dell'opposizione e di rispettare il diritto internazionale".
"Navalny è morto un anno fa perché si batteva per la democrazia e la libertà in Russia", ha scritto il cancelliere tedesco Olaf Scholz su X, aggiungendo che il leader russo Vladimir "Putin combatte in modo brutale la libertà e i suoi difensori". Così, "il lavoro di Navalny è stato ancor più coraggioso - ha rimarcato - Il suo coraggio ha fatto la differenza e va ben oltre la sua morte".
Napoli , 16 feb. - (Adnkronos) - Una bimba di appena 9 mesi è morta nella notte tra sabato e domenica all'ospedale di Acerra (Napoli) a causa delle gravissime ferite alla testa e al volto causate dai morsi del cane pitbull di famiglia.
Secondo quanto si apprende, la piccola era in casa con il padre. La tragedia è avvenuta nella tarda serata di sabato in un appartamento di Acerra. In ospedale sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia di Acerra che hanno avviato le indagini, coordinati dalla Procura di Napoli Nord.
Secondo i primi accertamenti, pare che la bimba sia stata aggredita dal cane di famiglia mentre il padre dormiva e la madre era al lavoro. Sul caso sono in corso accertamenti. Incensurati e sotto i 30 anni, i genitori sono sotto shock.
Milano, 16 feb. (Adnkronos) - "Stasera scopriremo il vincitore" dice Carlo Conti sul palco dell’Ariston per la finalissima di Sanremo. E ricorda implicitamente a tutti i cantanti in gara che dal giudizio del pubblico non si scappa. Così come a quello dei look sfoggiati: dopo una settimana all’insegna di pelle, petti nudi, completi sartoriali, senza particolari colpi di testa, si può dire che all’Ariston abbia regnato la noia assoluta. E passino le trasparenze, i cristalli, le paillettes e gli smoking ultra classici ma per farsi ricordare ci vuole tutt’altra stoffa. Come quella che ha vestito Achille Lauro, dritto in cima al nostro podio. Ancora in Dolce&Gabbana (e chi sennò?) l’artista romano sceglie un ampio cappotto vestaglia completamente bordato di paillettes e sovrastampata con texture ghepardo. Persino in t-shirt bianca a costine è irresistibile. Per noi vince lui. Voto: 9.
Potrà anche aver vinto il festival della canzone italiana, Olly. Ma di certo lo stile è totalmente da rivedere. La canottiera bianca sotto la camicia celeste è un no totale. Si salva il pantalone ampio stretto in vita da una cintura da smoking. Voto a metà strada tra non classificato e irrecuperabile. E' giovane, si rifarà. La tradizione appartiene al padrone di casa, il direttore artistico e conduttore Carlo Conti, elegantissimo in smoking doppiopetto di velluto con maxi revers in raso e papillon. Voto: 8. Reinterpreta i tagli delle prime due serate Francesca Michielin, con un top di raso cut-out color cipria, paillettes e pantaloni neri. Tutto Miu Miu. Il rossetto scuro le dona carattere, peccato per i sandali plateau argento dalla sfumatura poco intonata all’insieme. Voto: 5. “Ho messo questi per farti i colpi di sole” dice Alessandro Cattelan a Carlo Conti indicando i revers sparkling dello smoking total white firmato Giorgio Armani. Semplice ma indiscutibile. Voto: 7.
Willie Peyote, è il caso di dirlo: grazie ma no grazie. La camicia sbottonata che spunta dal completo nero anonimo mal si adatta alla finale di Sanremo. Almeno i bottoni si potevano allacciare. Voto: 4. Alessia Marcuzzi scende le scale dell’Ariston con un abito nero dolcevita e schiena nuda che le disegna il corpo e ricorda da lontano quello di Mireille Darc nella commedia ‘Le grand blond avec une chaussure’ di Yves Robert del 1972. Più casta, certo, ma avremmo preferito vederla con gioielli importanti e capelli raccolti. Il secondo cambio d’abito regala qualche emozione in più, un maxi tubino rosso, mentre con il terzo, un longdress nero bustier, ingrana finalmente la quarta. Voto: 5.
Laminatissima, quasi accecante, Marcella Bella, che indossa una jumpsuit interamente ricoperta di cristalli con un disegno geometrico al centro. Qualcuno sui social chiama in causa il look di Orietta Berti con le conchiglie: “Rispolvera le sue capesante”. Too much, siamo d’accordo, ma è pur sempre la finalissima. Voto: 6. I jeans all’Ariston dovrebbero essere banditi, fatta eccezione per Edoardo Bennato. Bresh non lo sa e li indossa con una t-shirt color cenere, stivali di pelle grigia firmati Ami Paris e gioielli Apm Monaco. Non bastano i ricami dorati a fargli superare la prova. Voto: 5. Modà, ma che pasticcio avete combinato? La camicia cartoon coloratissima di Kekko, che si declina anche in accessori per gli altri membri della band, preferiremmo non averla vista. “Se la guardi per trenta secondi ti vengono gli occhi di Fedez” scrivono sui social. Non ce la sentiamo di dissentire. Voto: non classificati.
L’abbiamo scritto l’anno scorso e lo ripetiamo quest’anno: come si fa a resistere a Rose Villain? Il suo look Fendi haute couture è davvero ‘fuorilegge’, tanto che ha bisogno della scorta per scendere le scale. La cantante indossa un abito nero see through con strascico, gambe a vista, corsetto e micro cristalli ricamati. I capelli tiratissimi e raccolti in una coda la rendono statuaria. “Mi sento male per quanto è bella” dice Alessia Marcuzzi. E noi con lei. Voto: 9. Ha fatto talmente parlare per le sue collane ultra costose che alla fine Tony Effe verrà ricordato solo per un semplice rosario. E’ quello che il cantante allaccia al polso per l’esibizione finale, in look total black, giacca e pantaloni, che lo rendono persino presentabile. Della serie 'molto rumore per nulla'. Voto: 6 per l'impegno.
Clara è sempre bellissima ma il lungo abito light blue con corpetto che le disegna il corpo fa tanto Cenerentola al ballo di mezzanotte. Che peccato. Voto: 5. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Nel caso di Serena Brancale va ammesso che seppure da cinque giorni provi a variare sul tema di trasparenze e luccichii – e apprezziamo lo sforzo – non riesce a spiccare il volo. La tuta nera con ricami e trasparenze anche no. Voto: 4. Sorprendentemente elegante Brunori Sas, in classico smoking che veste bene. Anche volendo trovare difetti non ce ne sono. Voto: 7. Che noia, Francesco Gabbani! Un altro smoking senza guizzi anche per la finale. Voto: 6. “E’ una dea” esclama Alessia Marcuzzi vedendo Noemi con indosso un lungo abito gioiello con maniche lunghe e collo alto firmato Patou e cristalli Swarovski in diverse misure. E’ sofisticata al massimo. Voto: 8 e mezzo.
Sottotono Rocco Hunt, senza infamia e senza lode in completo nero. La maglietta girocollo ce la poteva risparmiare. Voto: 5. Il look da bad boy di Stash dei The Kolors fa centro: la collana-cintura un po’ fetish abbinata ai guanti in pelle fa tanto Annie Lennox e alza immediatamente la temperatura. Voto: 7 e mezzo. Ospite della serata, per ricevere il premio alla carriera, Antonello Venditti fa Antonello Venditti: occhiali aviator d’ordinanza, capello nero pettinato all’indietro e completo nero. Si ama per forza. Voto: 7. Sembrano usciti dal film ‘Beetlejuice’ Coma _Cose con California in abitino in chiffon nero e inserti in pizzo, calze ricamate e grande cappello rosso in paglia che strizza l’occhio a una delle protagoniste della pellicola di Tim Burton, l’artista nevrotica Delia Deetz. In completo matchy il marito Fausto. Che dire? Non fate mai il loro nome per tre volte di seguito. Voto. 5.
E’ coi fiocchi il look di Giorgia, letteralmente. Come il nastro nero allacciato al collo, che dà un twist alla normalità del look: shorts, blusa ricamata e blazer total black. Chic con poco. Voto: 7. I fiori ci sono. L’eleganza pure. E la classe non manca a Simone Cristicchi che torna a scegliere il suo fedele compagno di viaggio, lo stilista Antonio Marras, per l’ultima serata con un completo effetto tapestry nero con ricami floreali silver. Un deciso cambio di marcia rispetto alle sere precedenti che lo fa risalire nelle nostre quotazioni. Voto: 8. Eccola Elodie con chioma raccolta, abito nero bustier completamente ricamato e guanti da diva. Un look che appare troppo ‘carico’. Il lungo strascico ce lo poteva risparmiare. Voto: 6. Bolero rosso con tanto di piume, maglia mesh e pantaloni skinny per Lucio Corsi, che con i suoi outfit sopra le righe ci ha stupito e divertito per tutta la durata del Festival. E chissà se anche per la finale, il secondo classificato ha usato le patatine per imbottire le spalline. Nel dubbio, continuiamo ad amarlo così com'è: un vero outsider anche nella moda. Voto: 6 e mezzo.
Per quanto si possa essere fan delle giacche ‘bold’ il modello blu con alamari dorati e maxi cristalli di Irama fa troppo Ancient Regime. Voto: 5. Fedez vede nero, come la canzone che intona. L’umore non sembra dei migliori, il look pure. Sempre Versace, sempre giacca tre bottoni con il logo della Medusa. Senza arte né parte. Voto: 4. La vera notizia è che Shablo, Guè, Joshua e Tormento abbandonano lo street style e si mettono in tiro con dei completi doppiopetto e cravatta che, seppur casual, ben si sposano con il tempio sacro della musica italiana. Voto: 7 per l'inaspettato twist. Look vincente non si cambia. Lo sa bene Joan Thiele (e il suo stylist) ancora una volta con una lunga mantella di Chanel e body nero coperto che fa capolino dietro la chitarra. Le lunghe trecce fanno un po’ girlish un po’ Mercoledì Addams ma Joan resta comunque inarrivabile. Voto: 9.
Anche Massimo Ranieri, come molti degli uomini saliti sul palco dell’Ariston durante questa edizione, punta sul total white, con tanto di completo tre pezzi. Che dire? Passabile. Voto: 5 e mezzo. Gaia, in abito con fili di perline effetto scucito, sembra impigliata in una rete. Eppure le premesse c’erano tutte, il beauty look con rossetto scuro è magnetico, il colore burgundy della mise pure. Ma niente, il risultato finale non buca lo schermo. Voto: 5. Troppi strati, camicia troppo sbottonata, revers troppo grossi, capelli troppo arruffati. Insomma, il look di Rkomi è troppo sbagliato. Nonostante nelle serate precedenti abbia avuto dei momenti nì, il perdente inglorioso della serata finale è lui. Voto: 4. Sarah Toscano è l’ultima a esibirsi e fare così tardi per vedere il suo look forse non valeva la pena. Optical all’ennesima potenza, gonna e top geometrici, tutto Pucci, e occhiali da sole, che per fortuna abbandona prima di cantare. Insomma, “la più piccola del gruppo” come ricorda Conti, deve crescere ancora in fatto di stile. Voto: 5.
Mahmood si esibisce a sorpresa come ospite in abito sartoriale doppiopetto. Il tocco di classe è la spilla a forma di fiore appuntata al petto. Bello e bravo. Voto: 8. La semplicità paga sempre. Lo sa bene Bianca Balti, che torna sul palco con una creazione di Ermanno Scervino composta da due pezzi distinti: body-corsetto e abito. Il body è realizzato in raso di seta, utilizzato al rovescio per ottenere un effetto opaco con struttura, steccatura e impunture, ispirate ai corsetti di fine Ottocento. Sul retro, invece, l'abito sfoggiato dalla modella presenta un lungo strascico che parte dalle scapole e si sviluppa alla fine di un intreccio di lacci. Ci piace tantissimo. Voto: 9. (di Federica Mochi)