Onu: l’ignoranza del passato coloniale tra le cause del razzismo in Italia (I)
Intervista al Professor Michal Balcerzak, membro del Gruppo di Lavoro degli esperti delle Nazioni Unite sulle persone di origine africana, in seguito alla missione in Italia condotta dal Gruppo di Lavoro nel giugno 2015.
Professor Balcerzak, cos’è e cosa fa il Gruppo di Lavoro degli esperti Onu sulle persone di origine africana?
Il nostro gruppo di esperti è stato istituito nel 2002 dalla Commissione dei diritti umani dell’Onu ed è una delle cosiddette “Procedure Speciali”. Sia la Commissione che il suo successore, il Consiglio dei diritti umani, hanno sviluppato vari meccanismi per migliorare l’efficacia delle garanzie di rispetto dei diritti umani. Alcuni di questi meccanismi si occupano di diritti umani specifici, come la proibizione della tortura o il diritto all’alimentazione. Altri si concentrano sulla situazione di Paesi particolari. E altri ancora sono creati per trattare dei diritti umani di determinati gruppi di persone. Il nostro gruppo ha il mandato di studiare i problemi di discriminazione razziale subiti dalle persone di origine africana che fanno parte della diaspora. Ci occupiamo di tutte le questioni che riguardano le condizioni di vita degli africani e delle persone di origine africana, elaboriamo proposte e presentiamo raccomandazioni agli Stati. Il gruppo è composto da cinque esperti eletti dal Consiglio dei diritti umani in rappresentanza di tutti i continenti, con un mandato triennale. Non siamo remunerati e le Nazioni Unite coprono esclusivamente i nostri costi di funzionamento. Partecipiamo due volte all’anno a sessioni che hanno luogo a Ginevra, visitiamo diversi paesi e trattiamo le denunce riguardanti violazioni dei diritti delle persone di origine africana che ci sono inviate. Vale la pena notare che l’Onu ha appena lanciato il Decennio Internazionale delle Persone di Origine Africana, il che ci fornisce l’occasione di attirare una maggiore attenzione sulla nostra missione.
Conferenza stampa del Gruppo di Lavoro al termine della missione in Italia.
Nel giugno scorso il Gruppo di Lavoro ha condotto una missione in Italia. Perché avete deciso di visitare il nostro paese e che cosa avete constatato?
La realizzazione di visite nei vari Paesi e il fatto di essere presenti sul campo sono aspetti molto importanti della nostra missione. Visitiamo Paesi in cui la popolazione di origine africana è numericamente importante. Di solito ci concentriamo sui luoghi in cui si trova da molto tempo una presenza di persone di origine africana, normalmente per via delle tragiche conseguenze della tratta degli schiavi, che è stata una sciagura per l’umanità. Tuttavia, ci interessiamo anche all’analisi della situazione dei diritti umani della diaspora africana in altri contesti. La decisione di visitare l’Italia è stata motivata non solo dall’attuale crisi nel Mediterraneo – che è di vitale importanza e urgenza – ma anche dalla necessità di approfondire la questione dei diritti degli africani e delle persone di origine africana che vivono già sul suolo italiano da tempo e fanno parte della società italiana. La nostra missione è durata cinque giorni. Abbiamo visitato Roma, Milano e Catania, e incontrato rappresentanti del governo, della società civile, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e della Croce Rossa Italiana. Il gruppo ha visitato un centro per rifugiati sudanesi a Roma, assistito all’accoglienza dei nuovi arrivati al porto di Catania e visitato il centro di Mineo per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
È stata una visita molto impegnativa con un programma intenso e numerosi incontri. È difficile riassumere la missione in poche parole, ma possiamo dire che anche se il governo italiano sta facendo sforzi genuini per combattere la discriminazione e assicurare una risposta ben coordinata alla crisi umanitaria sulle coste italiane, siamo comunque preoccupati per via dei molti fenomeni negativi che affliggono le persone di origine africana in Italia, come la xenofobia, i discorsi dell’odio ed i crimini con motivazioni razziali. Per esempio, abbiamo trovato scioccante che un membro del parlamento italiano abbia rivolto insulti pesantemente razzisti alla signora Cecile Kyenge e poi abbia tentato di nascondersi dietro l’immunità parlamentare.
Come giudica la qualità della risposta delle autorità italiane all’attuale crisi dei rifugiati?
L’attuale crisi dei migranti è – per usare le parole dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani – una tragedia di proporzioni epiche. Siamo coscienti del fatto che le autorità italiane sono rimaste in stato di grande allerta per molti mesi. Ci è stata fornita informazione dettagliata sulle dimensioni della crisi e sulla risposta del governo, ma abbiamo voluto visitare noi stessi uno dei campi per richiedenti asilo. Siamo andati a Mineo dove abbiamo parlato in privato con molti richiedenti asilo. La valutazione della risposta italiana alla crisi non può essere riassunta in una parola. In generale gli sforzi del governo centrale e dei governi locali sono lodevoli. Abbiamo constatato che i servizi competenti e le ONG lavorano duramente per accogliere i richiedenti asilo appena arrivati nella maniera più umana ed efficiente possibile. Non posso nominare tutti ma una menzione speciale va alla Croce Rossa Italiana che sta facendo un ottimo lavoro. Tuttavia, alcune questioni suscitano grave preoccupazione. Abbiamo osservato che i tempi lunghi dello studio delle domande dei richiedenti asilo hanno effetti devastanti sul loro benessere. L’atmosfera al campo di Mineo era abbastanza pesante e molte persone ci hanno detto che trovavano molto difficile stare seduti senza niente da fare. Molti si sentivano disperati. Tanti soffrono di depressione o di disturbi post-traumatici da stress dovuti al fatto che hanno visto persone annegarsi nella traversata. Un’altra cosa preoccupante che è stata oggetto di grande attenzione da parte della stampa italiana è che apparentemente non tutti gli accordi di finanziamento dei campi da parte del governo sono stati trasparenti. (Fine della prima parte – continua)
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Genova, 31 gen. - (Adnkronos) - "Il cantiere è già partito, questa è una pietra miliare". Così il presidente dell'Istituto Giannina Gaslini di Genova Edoardo Garrone, alla posa della prima del nuovo ospedale pediatrico.
"Questo investimento era necessario perché una struttura a venti padiglioni, pensata nel 1930, non è più adeguata alla medicina moderna. Il Padiglione Zero dovrà essere consegnato entro la fine dell'anno prossimo, per impegno del costruttore, poi ci saranno le altre due fasi della costruzione dei padiglioni 1 e 2, con bassa intensità di cura e laboratori, e l'opera complessivamente sarà completata nel 2029. Ma l'alta intensità di cura sarà funzionante dai primi mesi del 2027".
La posa della prima pietra è arrivata oggi, in ritardo di circa un anno dal cronoprogramma. "La cerimonia si programma in funzione della disponibilità degli ospiti, è un momento simbolico. I lavori di demolizione sono già iniziati, le aree del Padiglione Zero sono già utilizzabili. Qualche ritardo e normale che ci sia, l'opera sicuramente verrà consegnata entro fine 2026". Per quanto riguarda il personale sanitario che lavorerà nei nuovi padiglioni, prematuro parlare di assunzioni: "Prima arriviamo a realizzare l'opera, poi ovvio che, nel momento in cui le strutture sono diverse, dovrà essere adeguata l'organizzazione. Più che nuove assunzioni, bisognerà fare un adeguamento organizzativo".
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - A un anno dalla Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, un nuovo studio di Deloitte ha stimato le possibilità di guadagno delle famiglie italiane che decidessero di condividere i propri immobili su Airbnb durante le competizioni. L’analisi contiene anche alcune previsioni sull'impatto positivo che l’ospitalità in casa potrà avere sull'economia italiana, evidenziando come la piattaforma consentirà a un maggior numero di ospiti di soggiornare vicino ai luoghi di gara.
Più di 2 milioni di persone provenienti da tutto il mondo sono attese per Milano-Cortina 2026, che saranno le Olimpiadi invernali più diffuse di sempre. Dall’analisi emerge come l’offerta di Airbnb - dispersa e meno concentrata rispetto alla ricettività tradizionale - faciliti i pernottamenti in prossimità delle località di gara: mentre gli hotel sono solitamente concentrati nelle mete turistiche più note, Airbnb sarà utile a un maggior numero di comunità - tra cui molti paesi di montagna con pochissime o nessuna struttura ricettiva presente - nel far fronte all'aumento della domanda di alloggi attesa per i Giochi. In assenza di Airbnb, Deloitte stima che i luoghi dei Giochi si troverebbero ad affrontare un gap giornaliero di 52.000 posti letto.
Lo studio stima che l’host tipico guadagnerà circa 2.400 euro su Airbnb durante i Giochi. In base all’indagine, i soggiorni genereranno a livello nazionale un impatto economico totale, incluso il guadagno degli host e la spesa degli ospiti, stimato in 154 milioni di euro. Si prevede che gli ospiti spenderanno in media 150 euro al giorno - di cui la metà per cibo e bevande e quasi un terzo per shopping e intrattenimento - che contribuiranno a sostenere gli esercizi commerciali locali nelle tre regioni ospitanti: Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige.
Con la vendita dei biglietti che prenderà il via la prossima settimana, Airbnb - che conta su annunci in oltre l'85% dei Comuni delle tre regioni ospitanti i Giochi - ha presentato il sito airbnb.com/milanocortina2026, dove i fortunati che riusciranno ad assicurarsi i biglietti potranno individuare soluzioni di alloggio convenienti e disponibili a breve distanza dai luoghi di gara. Deloitte stima che complessivamente il bacino potenziale di posti letto disponibili su Airbnb in questi territori, considerata l’area vasta e la limitata offerta alberghiera, sia quantificabile in 70.000 posti letto.
Deloitte prevede che i Giochi Olimpici Invernali contribuiranno a far conoscere le città e i paesi delle regioni coinvolte a livello mondiale e a creare una domanda turistica duratura. Nei 18 mesi successivi alle Olimpiadi e Paralimpiadi, lo studio stima che l'impatto economico totale dei soggiorni nelle regioni ospitanti sarà di circa 140-160 milioni di euro, potenzialmente eccedente a quello generato durante i Giochi Olimpici Invernali. I soggiorni legati ai Giochi genereranno oltre 33 milioni di euro di imposte e tasse, che andranno a contribuire alle finanze locali di numerose località montane, a sostegno di investimenti in servizi e infrastrutture, digitalizzazione e contrasto ai cambiamenti climatici.
In qualità di Worldwide partner dei Giochi Olimpici e Paralimpici, Airbnb è inoltre impegnata in programmi pluriennali con l’obiettivo di supportare gli atleti nella pratica sportiva. In collaborazione con il Comitato Olimpico Internazionale e il Comitato Paralimpico Internazionale, Airbnb mette a disposizione fondi di viaggio ad atleti olimpici e paralimpici selezionati, per sostenere il loro percorso verso Milano Cortina 2026.
Due i programmi: Airbnb Athlete Travel Grant (Un fondo per viaggi di 2.000 dollari destinato a 1.000 atleti, da utilizzare per il soggiorno durante i propri viaggi per allenamenti e gare); Airbnb500 (un fondo per viaggi di 500 dollari a onorare gli sforzi e i risultati degli atleti olimpici e paralimpici, da sfruttare per rilassarsi e ricaricare le batterie ovunque nel mondo).
Da quando sono stati attivati, nel 2021, i due fondi hanno complessivamente stanziato oltre 30 milioni di dollari, a sostegno di una comunità di 30.000 atleti che ha prenotato complessivamente 20.000 soggiorni in oltre 100 Paesi al mondo. Le candidature per l'edizione 2025 dell'Airbnb Athlete Travel Grant sono attualmente aperte a tutti gli atleti idonei su athlete365.org/AirbnbAthleteTravelGrant fino a venerdì 14 febbraio 2025, ore 08:59 Cet. "A un anno dalla Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali e con la vendita dei biglietti alle porte, per gli italiani è il momento ideale per condividere la propria casa su Airbnb e ricavarne un’entrata", sottolinea Emmanuel Marill, Regional Director di Airbnb. "Milano Cortina 2026 è stata pensata per essere l’edizione delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali più diffusa di sempre, e includerà località di montagna dove l’offerta alberghiera è limitata o inesistente. Airbnb potrà quindi rivelarsi una risorsa per i visitatori che vorranno soggiornare vicino alle competizioni sportive e per famiglie, imprese e comunità locali che solitamente non beneficiano di una forte domanda turistica, ma potranno invece contare su un reddito extra".
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Si tratta di capire perché le informazioni sul libico non abbiano raggiunto il ministro Nordio. Perché girava un personaggio del genere in Italia e il ministro della Giustizia non lo sapeva. Questo mi sembra un punto importante. Abbiamo deciso di scegliere tra la Corte penale internazionale e la Libia e si è scelto la Libia. La Cpi non è una entità che si pone in modo arbitrario, è un organismo che abbiamo voluto, costruito, implementato. Quando ti arriva un alert su un personaggio devi rispondere, da questo punto di vista non è un buon argomento il fatto che girasse in Europa da 12 giorni, se passa un latitante internazionale nel tuo Paese non puoi dire che non lo prendi perché non lo hanno preso gli altri. La sentenza della Corte d'Appello di Roma sulla scarcerazione mi lascia abbastanza perplesso. Doveva stare in carcere perché sosteniamo il lavoro della Cpi, lo facciamo quando ci dicono di sequestrare i beni degli oligarchi o che Putin non può girare per l'Europa, dovremmo farlo sempre". Lo ha detto l'ex ministro della Giustizia ed esponente Pd, Andrea Orlando, ad Un Giorno da Pecora su Rai Radio1.
"Il Governo ha scelto di metterlo su un volo di Stato e rimandarlo in Libia. Il Ministro Piantedosi ha detto che quella scelta corrisponde all'interesse della sicurezza nazionale del Paese. Secondo me l'attenzione va rivolta a questo punto - sottolinea l'ex ministro dem - che cosa si intende per sicurezza nazionale del Paese, quali sono gli interessi che questa scelta vuole tutelare? Qui c'è una anomalia perché se il Governo ritiene che ci siano cose che non si possono dire avrebbe apposto il segreto di Stato. Non lo ha fatto, hanno pensato di cavarsela in questo modo e a questo punto il Governo è tenuto a dire quali sono le ragioni di sicurezza che hanno spinto a imbarcare su un volo di Stato un ricercato internazionale e riportarlo in Libia. Ho sentito che si fa riferimento a rimpatri di altri criminali che però vengono portati in Paesi, appunto, dove vengono messi in carcere e non accolti con fanfare. La Meloni ha usato la vicenda giudiziaria per coprire l'altra, sta facendo una specie di guerra frontale con la magistratura, si discute di questo e non del perché questo personaggio è stato mandato con un volo di Stato in Libia e di che cosa ha detto Piantedosi".
"Spesso il Governo viene raggiunto da avvisi di garanzia, a volte anche fantasiosi. Io ne ho ricevuti alcuni, ad esempio sul Greenpass ci fu un Gip di Trieste che disse che con un decreto avevamo commesso un reato e poi gli è stato fatto notare che con un atto avente forza di legge questo non era possibile. Molto tempo fa fui raggiunto da un avviso di garanzia - ricorda Orlando - perché con un decreto interministeriale, da Ministro dell'Ambiente, avevo impedito la semina degli ogm. Si può scegliere, se si pensa che la cosa si spenga, di tenerla bassa come abbiamo fatto noi perché si ritiene che la procura stia facendo i suoi accertamenti, oppure come la Meloni prendere la palla al balzo, fare un video e spostare l'attenzione su questo per non parlare della vicenda".
Genova, 31 gen. - (Adnkronos) - "Si percepisce l'impegno della giunta regionale, della classe dirigente tutta ligure nel restituire un punto d'eccellenza. Il ministro Schillaci e la presidente Meloni guardano con positività a tutto questo, si rafforza il sistema nazionale pubblico, si dà un segnale forte nei confronti dei bambini. Il Gaslini è un punto di riferimento a livello mondiale". Così il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato, a Genova, dove si è tenuta la cerimonia della posa della prima pietra del nuovo Gaslini.
"Si punta alla multidisciplinarietà, che è il tema reale dell'innovazione. - continua - Il nostro servizio sanitario nazionale è vecchio di 47 anni, una geniale intuizione che però fotografava le necessità di salute di una popolazione diversa da quella attuale. Oggi abbiamo bisogno di nuovi modelli organizzativi, benissimo il fatto di investire cospicuamente in una partnership pubblico-privato perché l'eccellenza è quello di cui abbiamo bisogno. Da un lato col Pnrr metteremo in campo una sanità territoriale degna di nota, che però ha come apice dei punti d'eccellenza e il Gaslini è uno di questi".
Genova, 31 gen. - (Adnkronos) - "L’ospedale Gaslini è una realtà che è entrata profondamente nell’identità della nostra città, è una realtà che conferisce una grandissima reputazione anche internazionale alla nostra città". Così il vicesindaco reggente di Genova Pietro Piciocchi sulla posa della prima pietra del nuovo ospedale pediatrico Gaslini.
"La giornata di oggi è uno sguardo di fiducia verso il futuro. - continua - Poniamo al centro il nostro servizio sanitario pubblico in una dimensione di particolare attenzione soprattutto a coloro che sono più fragili, i bambini, le bambine, i piccoli degenti e le loro famiglie. Sappiamo che il Gaslini attrae famiglie da tutta Italia e da oltre l’Italia. Sappiamo che il Gaslini è impegnato in tantissime missioni all’estero e c’è una rete straordinaria di supporto: non solo gli operatori sanitari e il personale amministrativo ma anche ai volontari e ai donatori. E’ una stupenda comunità che a mio avviso è l’emblema di una comunità più grande che è la città. Quindi il Comune di Genova vuole sostenere fortemente il Gaslini nel suo sviluppo futuro. Spesso guardiamo con sfiducia alla sanità per i disservizi ma è anche giusto dire che c’è una sanità che funziona, di cui noi siamo orgogliosi, una sanità che è una grande eccellenza ed è bello pensare che tutto questo avviene nella nostra città. C’è una grande sinergia anche tra istituzioni: siamo tutti uniti per fare un grande Gaslini e perché le strutture, l’innovazione tecnologica possa andare a supporto di questo personale meraviglioso per rendere sempre più efficace l’azione di questi operatori sanitari".
Genova, 31 gen. - (Adnkronos) - "Oggi è un bel giorno, una pietra miliare per la storia del Gaslini, una pietra miliare per la storia di Genova". Così il presidente di Regione Liguria Marco Bucci sulla posa della prima pietra del nuovo Gaslini. "È un Irccs, - aggiunge - assieme a San Martino sono i due istituti di ricerca riconosciuti dal governo in Liguria, quindi due realtà assolutamente importanti per il futuro della medicina e soprattutto per la medicina pediatrica, dove abbiamo qui un'eccellenza a livello mondiale. E poi c'è ovviamente l'aspetto importante, cioè la garanzia sulla salute dei nostri figli, dei bambini, non solo quelli dei liguri, ma anche quelli di tanta gente che viene addirittura da altri continenti. Siamo estremamente orgogliosi di poter dare questo servizio a tutto il mondo. Per la sanità ligure è un grosso passo avanti. Per la gente che vive in Liguria è un grossissimo passo avanti".
"Le altre strutture, quelle che non saranno più ospedale, saranno reingegnerizzate anche per fare una cosa molto importante per gli ospedali pediatrici, cioè offrire alloggi alle famiglie che devono seguire il bambino che è in cura. Il Gaslini avrà delle infrastrutture ancora più importanti per essere posizionato come leader a livello mondiale, questo è l'obiettivo", ha aggiunto.
"Il commissario del Gaslini è il direttore generale Renato Botti" ha poi proseguito. Sui tempi per la nomina di Botti, Bucci ha risposto: "Non so se ce n'è bisogno, perché la fondazione è privata, ma adesso vediamo un attimo. Sono loro che gestiscono la situazione, noi controlliamo". "Se ci sarà bisogno di nominarlo? Per adesso non credo, se vediamo che ci sono difficoltà burocratiche lo faremo. Il percorso amministrativo è già stato fatto" ha concluso.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non si mettono d'accordo su quello che devono dire e fanno ridere, ogni giorno leggiamo qualcosa di differente. Mettetevi d'accordo almeno tra di voi. Ma il tema è che Giorgia Meloni sta usando una strategia comunicativa per spostare l'attenzione dalla situazione di un paese che, lo dicono gli ultimi dati Istati, è a crescita zero". Così Stefano Bonaccini a Tagadà su La7.
non riesci a leggere ilfattoquotidiano.it perché hai negato i consensi relativi alla pubblicità. Per continuare a leggerci accetta i consensi o diventa nostro Sostenitore (in questo modo navigherai senza nessuna inserzione).
Ti ricordiamo che il nostro lavoro ha un costo ripagato dalla pubblicità e dai sostenitori. Il tuo aiuto è per noi indispensabile.
Se clicchi “Accetta i consensi” acconsenti in questo modo al trattamento dei tuoi dati personali mediante l'impiego di tutti i cookie presenti sul sito, fermo restando la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento. Navigherai in modo totalmente gratuito e potrai visualizzare fino ad un massimo di 5 articoli al mese, e vedrai la pubblicità. Che cosa sono i cookie?
Se clicchi su “Rifiuta e Sostienici” sottoscrivi un abbonamento Sostenitore a “ilfattoquotidiano.it”, al costo promozionale di 1€ al mese per 3 mesi. A decorrere dal quarto mese il costo dell'abbonamento diverrà di 5,99€ al mese, il tutto mantenendo le tue attuali impostazioni. Da abbonato potrai navigare senza alcun tipo di pubblicità.
Enrico Muratore Aprosio
Artista, attivista per la pace, specialista di diritti umani e relazioni internazionali
Diritti - 20 Agosto 2015
Onu: l’ignoranza del passato coloniale tra le cause del razzismo in Italia (I)
Intervista al Professor Michal Balcerzak, membro del Gruppo di Lavoro degli esperti delle Nazioni Unite sulle persone di origine africana, in seguito alla missione in Italia condotta dal Gruppo di Lavoro nel giugno 2015.
Professor Balcerzak, cos’è e cosa fa il Gruppo di Lavoro degli esperti Onu sulle persone di origine africana?
Il nostro gruppo di esperti è stato istituito nel 2002 dalla Commissione dei diritti umani dell’Onu ed è una delle cosiddette “Procedure Speciali”. Sia la Commissione che il suo successore, il Consiglio dei diritti umani, hanno sviluppato vari meccanismi per migliorare l’efficacia delle garanzie di rispetto dei diritti umani. Alcuni di questi meccanismi si occupano di diritti umani specifici, come la proibizione della tortura o il diritto all’alimentazione. Altri si concentrano sulla situazione di Paesi particolari. E altri ancora sono creati per trattare dei diritti umani di determinati gruppi di persone. Il nostro gruppo ha il mandato di studiare i problemi di discriminazione razziale subiti dalle persone di origine africana che fanno parte della diaspora. Ci occupiamo di tutte le questioni che riguardano le condizioni di vita degli africani e delle persone di origine africana, elaboriamo proposte e presentiamo raccomandazioni agli Stati. Il gruppo è composto da cinque esperti eletti dal Consiglio dei diritti umani in rappresentanza di tutti i continenti, con un mandato triennale. Non siamo remunerati e le Nazioni Unite coprono esclusivamente i nostri costi di funzionamento. Partecipiamo due volte all’anno a sessioni che hanno luogo a Ginevra, visitiamo diversi paesi e trattiamo le denunce riguardanti violazioni dei diritti delle persone di origine africana che ci sono inviate. Vale la pena notare che l’Onu ha appena lanciato il Decennio Internazionale delle Persone di Origine Africana, il che ci fornisce l’occasione di attirare una maggiore attenzione sulla nostra missione.
Conferenza stampa del Gruppo di Lavoro al termine della missione in Italia.
Nel giugno scorso il Gruppo di Lavoro ha condotto una missione in Italia. Perché avete deciso di visitare il nostro paese e che cosa avete constatato?
La realizzazione di visite nei vari Paesi e il fatto di essere presenti sul campo sono aspetti molto importanti della nostra missione. Visitiamo Paesi in cui la popolazione di origine africana è numericamente importante. Di solito ci concentriamo sui luoghi in cui si trova da molto tempo una presenza di persone di origine africana, normalmente per via delle tragiche conseguenze della tratta degli schiavi, che è stata una sciagura per l’umanità. Tuttavia, ci interessiamo anche all’analisi della situazione dei diritti umani della diaspora africana in altri contesti. La decisione di visitare l’Italia è stata motivata non solo dall’attuale crisi nel Mediterraneo – che è di vitale importanza e urgenza – ma anche dalla necessità di approfondire la questione dei diritti degli africani e delle persone di origine africana che vivono già sul suolo italiano da tempo e fanno parte della società italiana. La nostra missione è durata cinque giorni. Abbiamo visitato Roma, Milano e Catania, e incontrato rappresentanti del governo, della società civile, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e della Croce Rossa Italiana. Il gruppo ha visitato un centro per rifugiati sudanesi a Roma, assistito all’accoglienza dei nuovi arrivati al porto di Catania e visitato il centro di Mineo per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
È stata una visita molto impegnativa con un programma intenso e numerosi incontri. È difficile riassumere la missione in poche parole, ma possiamo dire che anche se il governo italiano sta facendo sforzi genuini per combattere la discriminazione e assicurare una risposta ben coordinata alla crisi umanitaria sulle coste italiane, siamo comunque preoccupati per via dei molti fenomeni negativi che affliggono le persone di origine africana in Italia, come la xenofobia, i discorsi dell’odio ed i crimini con motivazioni razziali. Per esempio, abbiamo trovato scioccante che un membro del parlamento italiano abbia rivolto insulti pesantemente razzisti alla signora Cecile Kyenge e poi abbia tentato di nascondersi dietro l’immunità parlamentare.
Come giudica la qualità della risposta delle autorità italiane all’attuale crisi dei rifugiati?
L’attuale crisi dei migranti è – per usare le parole dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani – una tragedia di proporzioni epiche. Siamo coscienti del fatto che le autorità italiane sono rimaste in stato di grande allerta per molti mesi. Ci è stata fornita informazione dettagliata sulle dimensioni della crisi e sulla risposta del governo, ma abbiamo voluto visitare noi stessi uno dei campi per richiedenti asilo. Siamo andati a Mineo dove abbiamo parlato in privato con molti richiedenti asilo. La valutazione della risposta italiana alla crisi non può essere riassunta in una parola. In generale gli sforzi del governo centrale e dei governi locali sono lodevoli. Abbiamo constatato che i servizi competenti e le ONG lavorano duramente per accogliere i richiedenti asilo appena arrivati nella maniera più umana ed efficiente possibile. Non posso nominare tutti ma una menzione speciale va alla Croce Rossa Italiana che sta facendo un ottimo lavoro. Tuttavia, alcune questioni suscitano grave preoccupazione. Abbiamo osservato che i tempi lunghi dello studio delle domande dei richiedenti asilo hanno effetti devastanti sul loro benessere. L’atmosfera al campo di Mineo era abbastanza pesante e molte persone ci hanno detto che trovavano molto difficile stare seduti senza niente da fare. Molti si sentivano disperati. Tanti soffrono di depressione o di disturbi post-traumatici da stress dovuti al fatto che hanno visto persone annegarsi nella traversata. Un’altra cosa preoccupante che è stata oggetto di grande attenzione da parte della stampa italiana è che apparentemente non tutti gli accordi di finanziamento dei campi da parte del governo sono stati trasparenti. (Fine della prima parte – continua)
Articolo Precedente
Gender a scuola? Con Brugnaro si rischia la violenza culturale
Articolo Successivo
Immigrazione: solo il ‘buonismo’ potrà salvarci
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Politica
Caso Almasri, ora la maggioranza non si ferma più: “Bisogna eliminare obbligatorietà dell’azione penale”. M5s: “Così i pm sotto il governo e politici impuniti”
FQ Magazine
Cinque Minuti, Vespa scatenato: “In ogni Stato si fanno delle cose sporchissime per la sicurezza”
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Caso Almasri, Tajani e l’inglese di Nordio: “È arrivato un documento di 40 pagine: non è facile”
Genova, 31 gen. - (Adnkronos) - "Il cantiere è già partito, questa è una pietra miliare". Così il presidente dell'Istituto Giannina Gaslini di Genova Edoardo Garrone, alla posa della prima del nuovo ospedale pediatrico.
"Questo investimento era necessario perché una struttura a venti padiglioni, pensata nel 1930, non è più adeguata alla medicina moderna. Il Padiglione Zero dovrà essere consegnato entro la fine dell'anno prossimo, per impegno del costruttore, poi ci saranno le altre due fasi della costruzione dei padiglioni 1 e 2, con bassa intensità di cura e laboratori, e l'opera complessivamente sarà completata nel 2029. Ma l'alta intensità di cura sarà funzionante dai primi mesi del 2027".
La posa della prima pietra è arrivata oggi, in ritardo di circa un anno dal cronoprogramma. "La cerimonia si programma in funzione della disponibilità degli ospiti, è un momento simbolico. I lavori di demolizione sono già iniziati, le aree del Padiglione Zero sono già utilizzabili. Qualche ritardo e normale che ci sia, l'opera sicuramente verrà consegnata entro fine 2026". Per quanto riguarda il personale sanitario che lavorerà nei nuovi padiglioni, prematuro parlare di assunzioni: "Prima arriviamo a realizzare l'opera, poi ovvio che, nel momento in cui le strutture sono diverse, dovrà essere adeguata l'organizzazione. Più che nuove assunzioni, bisognerà fare un adeguamento organizzativo".
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - A un anno dalla Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, un nuovo studio di Deloitte ha stimato le possibilità di guadagno delle famiglie italiane che decidessero di condividere i propri immobili su Airbnb durante le competizioni. L’analisi contiene anche alcune previsioni sull'impatto positivo che l’ospitalità in casa potrà avere sull'economia italiana, evidenziando come la piattaforma consentirà a un maggior numero di ospiti di soggiornare vicino ai luoghi di gara.
Più di 2 milioni di persone provenienti da tutto il mondo sono attese per Milano-Cortina 2026, che saranno le Olimpiadi invernali più diffuse di sempre. Dall’analisi emerge come l’offerta di Airbnb - dispersa e meno concentrata rispetto alla ricettività tradizionale - faciliti i pernottamenti in prossimità delle località di gara: mentre gli hotel sono solitamente concentrati nelle mete turistiche più note, Airbnb sarà utile a un maggior numero di comunità - tra cui molti paesi di montagna con pochissime o nessuna struttura ricettiva presente - nel far fronte all'aumento della domanda di alloggi attesa per i Giochi. In assenza di Airbnb, Deloitte stima che i luoghi dei Giochi si troverebbero ad affrontare un gap giornaliero di 52.000 posti letto.
Lo studio stima che l’host tipico guadagnerà circa 2.400 euro su Airbnb durante i Giochi. In base all’indagine, i soggiorni genereranno a livello nazionale un impatto economico totale, incluso il guadagno degli host e la spesa degli ospiti, stimato in 154 milioni di euro. Si prevede che gli ospiti spenderanno in media 150 euro al giorno - di cui la metà per cibo e bevande e quasi un terzo per shopping e intrattenimento - che contribuiranno a sostenere gli esercizi commerciali locali nelle tre regioni ospitanti: Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige.
Con la vendita dei biglietti che prenderà il via la prossima settimana, Airbnb - che conta su annunci in oltre l'85% dei Comuni delle tre regioni ospitanti i Giochi - ha presentato il sito airbnb.com/milanocortina2026, dove i fortunati che riusciranno ad assicurarsi i biglietti potranno individuare soluzioni di alloggio convenienti e disponibili a breve distanza dai luoghi di gara. Deloitte stima che complessivamente il bacino potenziale di posti letto disponibili su Airbnb in questi territori, considerata l’area vasta e la limitata offerta alberghiera, sia quantificabile in 70.000 posti letto.
Deloitte prevede che i Giochi Olimpici Invernali contribuiranno a far conoscere le città e i paesi delle regioni coinvolte a livello mondiale e a creare una domanda turistica duratura. Nei 18 mesi successivi alle Olimpiadi e Paralimpiadi, lo studio stima che l'impatto economico totale dei soggiorni nelle regioni ospitanti sarà di circa 140-160 milioni di euro, potenzialmente eccedente a quello generato durante i Giochi Olimpici Invernali. I soggiorni legati ai Giochi genereranno oltre 33 milioni di euro di imposte e tasse, che andranno a contribuire alle finanze locali di numerose località montane, a sostegno di investimenti in servizi e infrastrutture, digitalizzazione e contrasto ai cambiamenti climatici.
In qualità di Worldwide partner dei Giochi Olimpici e Paralimpici, Airbnb è inoltre impegnata in programmi pluriennali con l’obiettivo di supportare gli atleti nella pratica sportiva. In collaborazione con il Comitato Olimpico Internazionale e il Comitato Paralimpico Internazionale, Airbnb mette a disposizione fondi di viaggio ad atleti olimpici e paralimpici selezionati, per sostenere il loro percorso verso Milano Cortina 2026.
Due i programmi: Airbnb Athlete Travel Grant (Un fondo per viaggi di 2.000 dollari destinato a 1.000 atleti, da utilizzare per il soggiorno durante i propri viaggi per allenamenti e gare); Airbnb500 (un fondo per viaggi di 500 dollari a onorare gli sforzi e i risultati degli atleti olimpici e paralimpici, da sfruttare per rilassarsi e ricaricare le batterie ovunque nel mondo).
Da quando sono stati attivati, nel 2021, i due fondi hanno complessivamente stanziato oltre 30 milioni di dollari, a sostegno di una comunità di 30.000 atleti che ha prenotato complessivamente 20.000 soggiorni in oltre 100 Paesi al mondo. Le candidature per l'edizione 2025 dell'Airbnb Athlete Travel Grant sono attualmente aperte a tutti gli atleti idonei su athlete365.org/AirbnbAthleteTravelGrant fino a venerdì 14 febbraio 2025, ore 08:59 Cet. "A un anno dalla Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali e con la vendita dei biglietti alle porte, per gli italiani è il momento ideale per condividere la propria casa su Airbnb e ricavarne un’entrata", sottolinea Emmanuel Marill, Regional Director di Airbnb. "Milano Cortina 2026 è stata pensata per essere l’edizione delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali più diffusa di sempre, e includerà località di montagna dove l’offerta alberghiera è limitata o inesistente. Airbnb potrà quindi rivelarsi una risorsa per i visitatori che vorranno soggiornare vicino alle competizioni sportive e per famiglie, imprese e comunità locali che solitamente non beneficiano di una forte domanda turistica, ma potranno invece contare su un reddito extra".
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Si tratta di capire perché le informazioni sul libico non abbiano raggiunto il ministro Nordio. Perché girava un personaggio del genere in Italia e il ministro della Giustizia non lo sapeva. Questo mi sembra un punto importante. Abbiamo deciso di scegliere tra la Corte penale internazionale e la Libia e si è scelto la Libia. La Cpi non è una entità che si pone in modo arbitrario, è un organismo che abbiamo voluto, costruito, implementato. Quando ti arriva un alert su un personaggio devi rispondere, da questo punto di vista non è un buon argomento il fatto che girasse in Europa da 12 giorni, se passa un latitante internazionale nel tuo Paese non puoi dire che non lo prendi perché non lo hanno preso gli altri. La sentenza della Corte d'Appello di Roma sulla scarcerazione mi lascia abbastanza perplesso. Doveva stare in carcere perché sosteniamo il lavoro della Cpi, lo facciamo quando ci dicono di sequestrare i beni degli oligarchi o che Putin non può girare per l'Europa, dovremmo farlo sempre". Lo ha detto l'ex ministro della Giustizia ed esponente Pd, Andrea Orlando, ad Un Giorno da Pecora su Rai Radio1.
"Il Governo ha scelto di metterlo su un volo di Stato e rimandarlo in Libia. Il Ministro Piantedosi ha detto che quella scelta corrisponde all'interesse della sicurezza nazionale del Paese. Secondo me l'attenzione va rivolta a questo punto - sottolinea l'ex ministro dem - che cosa si intende per sicurezza nazionale del Paese, quali sono gli interessi che questa scelta vuole tutelare? Qui c'è una anomalia perché se il Governo ritiene che ci siano cose che non si possono dire avrebbe apposto il segreto di Stato. Non lo ha fatto, hanno pensato di cavarsela in questo modo e a questo punto il Governo è tenuto a dire quali sono le ragioni di sicurezza che hanno spinto a imbarcare su un volo di Stato un ricercato internazionale e riportarlo in Libia. Ho sentito che si fa riferimento a rimpatri di altri criminali che però vengono portati in Paesi, appunto, dove vengono messi in carcere e non accolti con fanfare. La Meloni ha usato la vicenda giudiziaria per coprire l'altra, sta facendo una specie di guerra frontale con la magistratura, si discute di questo e non del perché questo personaggio è stato mandato con un volo di Stato in Libia e di che cosa ha detto Piantedosi".
"Spesso il Governo viene raggiunto da avvisi di garanzia, a volte anche fantasiosi. Io ne ho ricevuti alcuni, ad esempio sul Greenpass ci fu un Gip di Trieste che disse che con un decreto avevamo commesso un reato e poi gli è stato fatto notare che con un atto avente forza di legge questo non era possibile. Molto tempo fa fui raggiunto da un avviso di garanzia - ricorda Orlando - perché con un decreto interministeriale, da Ministro dell'Ambiente, avevo impedito la semina degli ogm. Si può scegliere, se si pensa che la cosa si spenga, di tenerla bassa come abbiamo fatto noi perché si ritiene che la procura stia facendo i suoi accertamenti, oppure come la Meloni prendere la palla al balzo, fare un video e spostare l'attenzione su questo per non parlare della vicenda".
Genova, 31 gen. - (Adnkronos) - "Si percepisce l'impegno della giunta regionale, della classe dirigente tutta ligure nel restituire un punto d'eccellenza. Il ministro Schillaci e la presidente Meloni guardano con positività a tutto questo, si rafforza il sistema nazionale pubblico, si dà un segnale forte nei confronti dei bambini. Il Gaslini è un punto di riferimento a livello mondiale". Così il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato, a Genova, dove si è tenuta la cerimonia della posa della prima pietra del nuovo Gaslini.
"Si punta alla multidisciplinarietà, che è il tema reale dell'innovazione. - continua - Il nostro servizio sanitario nazionale è vecchio di 47 anni, una geniale intuizione che però fotografava le necessità di salute di una popolazione diversa da quella attuale. Oggi abbiamo bisogno di nuovi modelli organizzativi, benissimo il fatto di investire cospicuamente in una partnership pubblico-privato perché l'eccellenza è quello di cui abbiamo bisogno. Da un lato col Pnrr metteremo in campo una sanità territoriale degna di nota, che però ha come apice dei punti d'eccellenza e il Gaslini è uno di questi".
Genova, 31 gen. - (Adnkronos) - "L’ospedale Gaslini è una realtà che è entrata profondamente nell’identità della nostra città, è una realtà che conferisce una grandissima reputazione anche internazionale alla nostra città". Così il vicesindaco reggente di Genova Pietro Piciocchi sulla posa della prima pietra del nuovo ospedale pediatrico Gaslini.
"La giornata di oggi è uno sguardo di fiducia verso il futuro. - continua - Poniamo al centro il nostro servizio sanitario pubblico in una dimensione di particolare attenzione soprattutto a coloro che sono più fragili, i bambini, le bambine, i piccoli degenti e le loro famiglie. Sappiamo che il Gaslini attrae famiglie da tutta Italia e da oltre l’Italia. Sappiamo che il Gaslini è impegnato in tantissime missioni all’estero e c’è una rete straordinaria di supporto: non solo gli operatori sanitari e il personale amministrativo ma anche ai volontari e ai donatori. E’ una stupenda comunità che a mio avviso è l’emblema di una comunità più grande che è la città. Quindi il Comune di Genova vuole sostenere fortemente il Gaslini nel suo sviluppo futuro. Spesso guardiamo con sfiducia alla sanità per i disservizi ma è anche giusto dire che c’è una sanità che funziona, di cui noi siamo orgogliosi, una sanità che è una grande eccellenza ed è bello pensare che tutto questo avviene nella nostra città. C’è una grande sinergia anche tra istituzioni: siamo tutti uniti per fare un grande Gaslini e perché le strutture, l’innovazione tecnologica possa andare a supporto di questo personale meraviglioso per rendere sempre più efficace l’azione di questi operatori sanitari".
Genova, 31 gen. - (Adnkronos) - "Oggi è un bel giorno, una pietra miliare per la storia del Gaslini, una pietra miliare per la storia di Genova". Così il presidente di Regione Liguria Marco Bucci sulla posa della prima pietra del nuovo Gaslini. "È un Irccs, - aggiunge - assieme a San Martino sono i due istituti di ricerca riconosciuti dal governo in Liguria, quindi due realtà assolutamente importanti per il futuro della medicina e soprattutto per la medicina pediatrica, dove abbiamo qui un'eccellenza a livello mondiale. E poi c'è ovviamente l'aspetto importante, cioè la garanzia sulla salute dei nostri figli, dei bambini, non solo quelli dei liguri, ma anche quelli di tanta gente che viene addirittura da altri continenti. Siamo estremamente orgogliosi di poter dare questo servizio a tutto il mondo. Per la sanità ligure è un grosso passo avanti. Per la gente che vive in Liguria è un grossissimo passo avanti".
"Le altre strutture, quelle che non saranno più ospedale, saranno reingegnerizzate anche per fare una cosa molto importante per gli ospedali pediatrici, cioè offrire alloggi alle famiglie che devono seguire il bambino che è in cura. Il Gaslini avrà delle infrastrutture ancora più importanti per essere posizionato come leader a livello mondiale, questo è l'obiettivo", ha aggiunto.
"Il commissario del Gaslini è il direttore generale Renato Botti" ha poi proseguito. Sui tempi per la nomina di Botti, Bucci ha risposto: "Non so se ce n'è bisogno, perché la fondazione è privata, ma adesso vediamo un attimo. Sono loro che gestiscono la situazione, noi controlliamo". "Se ci sarà bisogno di nominarlo? Per adesso non credo, se vediamo che ci sono difficoltà burocratiche lo faremo. Il percorso amministrativo è già stato fatto" ha concluso.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non si mettono d'accordo su quello che devono dire e fanno ridere, ogni giorno leggiamo qualcosa di differente. Mettetevi d'accordo almeno tra di voi. Ma il tema è che Giorgia Meloni sta usando una strategia comunicativa per spostare l'attenzione dalla situazione di un paese che, lo dicono gli ultimi dati Istati, è a crescita zero". Così Stefano Bonaccini a Tagadà su La7.