Capitolo ‘Capitani coraggiosi’. È capitato che l’altra sera Claudio Baglioni e Gianni Morandi postassero due foto sulle loro rispettive bacheche di Facebook. Due foto pubblicate a pochi minuti di distanza – scattate al momento – e che ritraggono i due cantanti vicini, in barca nei pressi di Lampedusa.
Ebbene: che ci crediate o no, la differenza tra Claudio Baglioni e Gianni Morandi sta tutta in queste due foto. E su questa differenza si regge molta della curiosità attorno alla serie di concerti che li vedrà impegnati a Roma il mese prossimo.
Sono, è bene dirlo subito, due foto sostanzialmente finte, come forse è giusto che sia e come è per il novantatré per cento delle foto di Facebook.
In quella di Morandi c’è un’atmosfera conviviale, con un soggetto che guarda l’obiettivo in banale posa foto-Facebook, tra due amici che si stanno probabilmente anche un po’ sfottendo: l’uno ha appena assestato uno sfottò convincente nei confronti dell’altro, il quale se ne frega se in foto viene male e guarda altrove con noncuranza (forse per sminuire il successo dello sfottò testé subito), e intanto pensa alla risposta in un battibaleno.
Quella di Baglioni invece è totalmente riflessiva, ostentatamente crepuscolare ai limiti del kitsch, e richiama l’immagine iconica di alcuni dei suoi album di maggior successo (“E tu…’, 1974; ‘Sabato pomeriggio’, 1975). Ci sono due solitudini, in cui uno guarda sereno in un luogo lontano, descrivendo nel volto la tranquillità della situazione e della vita; l’altro ha lo sguardo basso, probabilmente assorto a fare i conti col ‘male di sé’ inevitabile e oscuro, da artista mai del tutto compreso, che rivendica riflessività anche nei confronti della placidità un po’ beota dell’altro soggetto e, sostanzialmente, della vita intorno, che scorre insensibile non accorgendosi dei suoi mali.
Sembra di rileggere, nella foto di Baglioni, la descrizione mirabile che del cantautore fece Edmondo Berselli, in un confronto che parlava delle differenze con Vasco Rossi, qui perfettamente calzanti con quelle con Morandi: “Sempre emblematicissimo, al contrario, Baglioni. Talmente emblematico e sensibile ai mali del suo tempo da diventare altamente problematico, da scomparire per lunghi periodi, da farsi prendere da malumori e vertigini esistenziali, con il ‘male di me’ che lo afferra nei suoi ‘brividi avvoltoi’ [E. Berselli, Canzoni. Storie dell’Italia leggera, il Mulino, Bologna, 20072, p. 145]
A parte questo, e a parte la foto, come detto uno degli aspetti che crea più curiosità di ‘Capitani coraggiosi’ è la differenza tra i due (non è il solo, ovviamente). Io rimango della mia opinione: credo che quello a cui convenga meno fare questa cosa è Baglioni, che potrebbe letteralmente uscire snaturato e – quindi – massacrato dall’intero progetto. Non penso di esagerare.
Vedremo.
Paolo Talanca
Critico musicale
Musica - 21 Agosto 2015
Gianni Morandi e Claudio Baglioni: trova le differenze da una foto
Capitolo ‘Capitani coraggiosi’. È capitato che l’altra sera Claudio Baglioni e Gianni Morandi postassero due foto sulle loro rispettive bacheche di Facebook. Due foto pubblicate a pochi minuti di distanza – scattate al momento – e che ritraggono i due cantanti vicini, in barca nei pressi di Lampedusa.
Ebbene: che ci crediate o no, la differenza tra Claudio Baglioni e Gianni Morandi sta tutta in queste due foto. E su questa differenza si regge molta della curiosità attorno alla serie di concerti che li vedrà impegnati a Roma il mese prossimo.
Sono, è bene dirlo subito, due foto sostanzialmente finte, come forse è giusto che sia e come è per il novantatré per cento delle foto di Facebook.
In quella di Morandi c’è un’atmosfera conviviale, con un soggetto che guarda l’obiettivo in banale posa foto-Facebook, tra due amici che si stanno probabilmente anche un po’ sfottendo: l’uno ha appena assestato uno sfottò convincente nei confronti dell’altro, il quale se ne frega se in foto viene male e guarda altrove con noncuranza (forse per sminuire il successo dello sfottò testé subito), e intanto pensa alla risposta in un battibaleno.
Quella di Baglioni invece è totalmente riflessiva, ostentatamente crepuscolare ai limiti del kitsch, e richiama l’immagine iconica di alcuni dei suoi album di maggior successo (“E tu…’, 1974; ‘Sabato pomeriggio’, 1975). Ci sono due solitudini, in cui uno guarda sereno in un luogo lontano, descrivendo nel volto la tranquillità della situazione e della vita; l’altro ha lo sguardo basso, probabilmente assorto a fare i conti col ‘male di sé’ inevitabile e oscuro, da artista mai del tutto compreso, che rivendica riflessività anche nei confronti della placidità un po’ beota dell’altro soggetto e, sostanzialmente, della vita intorno, che scorre insensibile non accorgendosi dei suoi mali.
Sembra di rileggere, nella foto di Baglioni, la descrizione mirabile che del cantautore fece Edmondo Berselli, in un confronto che parlava delle differenze con Vasco Rossi, qui perfettamente calzanti con quelle con Morandi: “Sempre emblematicissimo, al contrario, Baglioni. Talmente emblematico e sensibile ai mali del suo tempo da diventare altamente problematico, da scomparire per lunghi periodi, da farsi prendere da malumori e vertigini esistenziali, con il ‘male di me’ che lo afferra nei suoi ‘brividi avvoltoi’ [E. Berselli, Canzoni. Storie dell’Italia leggera, il Mulino, Bologna, 20072, p. 145]
A parte questo, e a parte la foto, come detto uno degli aspetti che crea più curiosità di ‘Capitani coraggiosi’ è la differenza tra i due (non è il solo, ovviamente). Io rimango della mia opinione: credo che quello a cui convenga meno fare questa cosa è Baglioni, che potrebbe letteralmente uscire snaturato e – quindi – massacrato dall’intero progetto. Non penso di esagerare.
Vedremo.
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Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Da due o tre giorni avevamo capito che eravamo quasi arrivati alla conclusione di questa vicenda". Lo ha detto Antonio Tajani a Porta a Porta sulla liberazione di Cecilia Sala.
"Stamattina l'ambasciarice è andata al carcere per la visita consolare e le hanno detto la visita è annullata per una buona notizia, l'ambasciarice ha capito e mi ha telefonato", ha raccontato il ministro degli Esteri spiegando tra l'altro: "Anche la famiglia è stata eccezionale, la mamma e il papà ci hanno dato una mano".
"La Santa Sede non ha dato una mano in maniera operativa ma c'è sempre stato sostegno. Ma non c'è stato un intervento del Vaticano", ha spiegato Tajani.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Fermo restando che la mia posizione di condanna è assoluta per alcuni gesti apologetici, avendo conosciuto quei ragazzi, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, i primi due uccisi da terroristi ai quali non si è mai dato un nome, esprimo il rammarico per il fatto che la Procura della Repubblica di Roma in 45 anni non abbia mai aperto una seria inchiesta sulla strage di Acca Larenzia". Il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, intervenendo nell’aula del Senato.
"Noi chiediamo la verità su tante vicende italiane. Nei giorni scorsi, si è saputa una possibile verità sull’omicidio di stampo mafioso di Piersanti Mattarella a Palermo. Ma sulla strage di Acca Larenzia le tracce ci sono, perché la mitraglietta Skorpion che uccise Bigonzetti e Ciavatta poi è stata utilizzata anche successivamente dalle Brigate Rosse -ha detto ancora Gasparri-. Quelli che ieri, sbagliando, hanno fatto i saluti romani non inneggiavano alle Brigate Rosse ma ricordavano, con una ritualità che io non condivido, dei militanti di un partito politico, non di terroristi".
"Mentre le Brigate Rosse sono quelle che hanno usato la mitraglietta Skorpion per uccidere Bigonzetti e Ciavatta, poi Lando Conti, ex sindaco di Firenze, e il professor Ruffilli che era un professore impegnato nella Democrazia Cristiana. Quindi quell'arma e chi l’ha usata è transitato nelle Brigate Rosse", ha proseguito l'esponente di FI.
(Adnkronos) - "Basterebbe un’inchiesta per capire quali gruppi della periferia di Roma sud e dell’estrema sinistra hanno fatto questo transito. C’è un libro di un giornalista che si chiama Nicola Rao che ha descritto queste vicende ed è una vergogna che la Procura della Repubblica di Roma non abbia mai fatto un'inchiesta seria. Io l'ho detto pubblicamente a Lo Voi e lo dico a tutti i Procuratori del passato. La magistratura evidentemente non ha voluto la verità su quella vicenda. Protesto, quindi, per le verità mancate di una pagina di storia italiana tragica", ha concluso Gasparri.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Ho voluto partecipare in collegamento all'evento 'Comunità democratica' perché il partito cattolico è anacronistico, c'è bisogno di cominciare a discutere largamente di politica, di programmi, a far partecipare le persone e soprattutto di far diminuire l'astensione". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"C'è bisogno di cominciare a discutere, sono due anni che non si fa nel Paese. Queste iniziative sono benedette, penso che Schlein lo sappia", ha aggiunto Prodi proseguendo: "Deciderà Ruffini se entrare in politica o no. E' un uomo di qualità e dipenderà dalla rete che riuscirà a costruire. E' stato talmente bravo a combattere l'evasione fiscale che il Paese gli dovrebbe essere grato".
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Trump non vuole l'Europa coesa. Tratta Paese per Paese ed esercita su ciascuno una pressione particolare. Il problema è che Meloni non può essere portavoce o simbolo dell'Europa unita, Trump non lo permetterà mai". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"Trump e Musk ne dicono di tutti i colori e attaccano dall'interno i Paesi intervenendo; è il solito quadro: Trump imprevedibile. Prevedo un grande cambiamento. E' finita la globalizzazione economica e Trump tenta quella politica: l'intervento negli affari interni di tutti i Paesi", ha aggiunto.
"La cosa strana è che mentre oggi c'è stata una reazione dell'Onu sulle sue dichiarazioni, non ne ho viste da parte dell'Unione europea. Il problema è che un'UE divisa come oggi non riesce a formare una volontà politica comune; la presidente della Commissione deve mediare e non vuole rompere l'equilibrio. Non dice niente delle interferenze di Trump in Germania, in Gran Bretagna, in Italia. Il sovranismo si ferma all'obbedienza", ha detto ancora Prodi.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Su Starlink, l'accordo col governo gli darebbe in mano tutti i dati che riguardano il nostro Paese. E' il momento che il governo decida se dare in mano ad altri la propria vita". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"Il vantaggio di Musk è che ha a disposizione una tecnologia pronta e potente. Non so se il governo firmerà, ma queste cose vanno fatte con una prudenza enorme e garanzie che non credo il nostro esecutivo sia in grado di ottenere. Così come sembrano essere le cose, io non firmerei. E l'idea che il rappresentante di uno Stato come è Musk si impadronisca di una realtà fondamentale di un altro Paese è un rischio enorme per la democrazia", ha aggiunto Prodi.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Su Belloni, posso dire che è proprio brava, una servitrice dello Stato leale nei confronti del Paese e con capacità personali. Non ho la minima idea se verrà eventualmente coinvolta nelle istituzioni europee. Lei ha detto di no, ma queste cose devono maturare nel tempo. Ha le energie e le capacità, vedremo". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Esprimo la mia felicità vera per il ritorno di Sala, la stessa che ho provato quando liberammo il giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo in condizioni analoghe". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"Queste contrattazioni sono sempre molto complesse. Certamente c'è stato da Trump una specie di permesso o di tacito consenso. A differenza della mia esperienza, noi gioimmo tutti insieme, col ministro degli Esteri, il governo e anche i servizi. C'era anche la dottoressa Belloni, che aveva organizzato la liberazione; oggi è sembrato un evento molto solitario, solo della Meloni", ha aggiunto Prodi.