La catena di ipermercati, famosa per la sua specializzazione nella vendita al dettaglio di armi, ha annunciato che smetterà di rifornirsi di armi d’assalto, semi automatiche o con caricatori con più di sette pallottole. La spiegazione fornita è che l’azienda americana, di fronte ad un calo delle vendite, preferisce puntare su altre “armi per attività sportive e di caccia come pistole e fucili sulla base delle richieste dei clienti”. Comunque, WalMart ha fatto sapere che completerà la vendita di pistole e fucili d’assalto che ha ancora in magazzino, senza però fare altri ordinativi. L’annuncio arriva a poche ore dagli omicidi dei due giornalisti in Virginia che ha fatto di nuovo accendere il dibattito negli Stati Uniti sul controllo delle vendite delle armi.
“La diffusione di armi in America provoca più morti del terrorismo” ha detto Barack Obama, che dopo la strage del 2012 alla scuola Sandy Hook Elementary Schoolin cui morirono 20 bambini disse: “E’ ora di prendere provvedimenti”. Il direttore delle comunicazioni di WalMart, Kory Lundberg, ha comunque sottolineato che la politica non c’entra niente con una decisione che è stata presa solo per motivi commerciali, si legge su ‘BearingArms.com’. In passato i gruppi che si battono per leggi più severe per il controllo sulla vendita delle armi hanno più volte attaccato Walmart per la vendita di fucili e pistole d’assalto, quelle maggiormente usate durante le stragi della follia negli Stati Uniti, nei suoi supermercati, ricorda oggi il sito Daily Beast.
Il regista Micheal Moore dedicò ampio spazio alla facile reperibilità di armi negli Stati Uniti, nel suo documentario Bowling a Columbine del 2002, accompagnato da uno dei ragazzi vittima della sparatoria alla scuola Columbine nel ’99, costretto su una sedia a rotelle. Negli ultimi anni, però, gli azionisti di Walmart hanno fatto pressione sulla società affinchè riconsiderasse la sua politica di vendita di alcuni prodotti: come i Bushmaster AR-15, utilizzati in stragi di massa come quella alla scuola Sandy Hook di Newtown, in Connecticut, o nel cinema di Aurora, in Colorado.