Syriza resta primo partito, ma crolla nei sondaggi. Dopo le dimissioni di Alexis Tsipras da premier e il varo di un governo tecnico guidato dalla presidente della Corte suprema Vassilikì Thanou, un sondaggio dell’istituto ProRata pubblicato dal quotidiano greco Efimerida Ton Syntakton vede la sua formazione crollare dal 42,5% di luglio al 23%. Uno scivolone notevole anche rispetto al 36,6% ottenuto alle elezioni di gennaio. Il nuovo dato è stato diffuso dal quotidiano Efymerida ton Syntakton, in vista delle elezioni che si terranno il 20 settembre.
Da 21 punti di vantaggio rispetto a Nuova Democrazia, Syriza è sceso a soli 3,5 punti in più. Giovedì Greek Reporter aveva dato conto di un risultato ancora peggiore, che vedeva il partito di Tsipras avanti di appena 2 punti. Tornando alla rilevazione di ProRata, i conservatori totalizzano il 19,5% delle intenzioni di voto, rispetto al 27,8% di gennaio e al 21,5% di luglio. Al terzo posto resta l’estrema destra di Alba dorata, con il 6,5%. Seguono i comunisti del Kke con il 5%, i socialdemocratici del Pasok con il 4% e i centristi di To Potami con il 4%. Unità popolare, nato dalla scissione dell’ala radicale di Syriza, conta il 3,5% delle intenzioni di voto. La Unione di centro, che finora non ha mai superato la soglia del 3%, ottiene proprio questa percentuale nei sondaggi.
In attesa delle elezioni, quindi per meno di un mese, il Paese sarà comunque guidato dal governo ad interim guidato dalla presidente della Corte Suprema greca Thanou. Oggi è previsto il giuramento dei ministri, la cui lista è stata ufficializzata in mattinata: per le Finanze è stato scelto Giorgos Houliarakis, un alto funzionario che ha seguito da vicino i negoziati con i creditori a Bruxelles, per gli Esteri l’87enne Petros Molyviatis, per il Turismo è stata scelta la popolare cantante Alkistis Protopsalti.
Nel frattempo l’istituto centrale di statistica ha rivisto al rialzo dallo 0,8 allo 0,9% il dato sulla crescita congiunturale del pil nel secondo trimestre. Ma quel dato, molto influenzato dal calo dei prezzi e dagli acquisti di beni durevoli fatti per timore di eventuali prelievi forzosi sui conti in banca, ha come contraltare un’ulteriore scivolata dei depositi bancari. A luglio, secondo Kathimerini, sono calati di 1,4 miliardi, nonostante il controllo sui capitali imposto dal governo a fine giugno. Prelevando 60 euro al giorno, limite massimo tuttora in vigore, è infatti comunque possibile ritirare fino a 1.800 euro al mese. E molti cittadini, di fronte all’incertezza della situazione politica ed economica, preferiscono tenere il denaro in casa.