Brutta semestrale per Veneto Banca, che gira la boa del 30 giugno con un rosso di 213,6 milioni di euro dovuto a nuove rettifiche sui crediti per quasi 300 milioni di euro e a un’ulteriore svalutazione degli avviamenti, il cui valore è stato ridotto di altri 49 milioni. Oltre a questo, sul risultato ha inciso anche un andamento economico non certamente positivo per l’istituto di Montebelluna: il margine di interesse è risultato in flessione dell’8,8% a 251,3 milioni, i proventi netti da commissioni sono calati dell’1,9%, il margine di intermediazione è sceso addirittura del 17% attestandosi a 389 milioni di euro, 80 milioni in meno rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Quanto ai costi operativi, sono aumentati dell’8,5% e il cost-income ratio è schizzato all’80,1% dal 61,5%.

La banca sottolinea la “straordinarietà” dei fattori che hanno inciso sul risultato, ma vale la pena sottolineare che si tratta di una straordinarietà del tutto ordinaria dato che il gruppo è stato costretto dalla Bce a scendere dal pero e raccordare i numeri del bilancio alla realtà economico-patrimoniale della banca. Un’ordinaria straordinarietà che ha imposto alla popolare di Montebelluna una drastica pulizia nei conti (ma chi li aveva “sporcati”, incredibilmente, ancora non è stato chiamato a risponderne), chiudendo il bilancio 2014 con una perdita-monstre e svalutazioni record.

Oggi il conto sembra un po’ più leggero, anche perché a Montebelluna sono convinti di poter condurre in porto la cessione di Banca Intermobiliare (già bloccata alcuni mesi fa dall’autorità di controllo) e di contenere così intorno ai 500-800 milioni la ricapitalizzazione che si renderà comunque necessaria per riportare i coefficienti patrimoniali entro le soglie minime richieste dalla Bce.

Attualmente, il Total capital ratio è pari al 9,43% (contro un minimo richiesto dalla Bce dell’11%), mentre il Common equity tier 1 Ratio risulta all’8,37% contro il minimo prescritto del 10%. Sarà da vedere se il piano di rafforzamento patrimoniale predisposto da Veneto Banca a luglio sarà sufficiente o se la ricapitalizzazione dovrà essere più consistente. Quello che è certo, è che dopo la trasformazione in società per azioni inizieranno le grandi manovre per la quotazione in Borsa e per accasare l’istituto nell’ambito di un gruppo più solido, in grado di dare una prospettiva di continuità . In pole position resta la Banca popolare dell’Emilia Romagna.

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