Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia da oggi ha anche la delega di assessore della sanità, tolta a Mario Mantovani. Inoltre ha la delega all’assessorato al welfare perché ha spostato la sua storica protetta, Cristina Cantù, a dirigere la nuova agenzia regionale dei controlli.
Negli ultimi giorni prima della pausa estiva è stata infatti approvata la nuova riforma sanitaria avendo tutte le opposizioni ritirati gli emendamenti lasciando campo libero, senza discussione in Aula ma solo nelle Commissioni.
Questo perché i propositori e la Giunta capeggiata da Maroni hanno concesso alcuni punti di scelta proprio a Pd, Movimento 5 Stelle e Patto Civico di Umberto Ambrosoli. Almeno sulla carta.
Ad esempio per quello che riguarda proprio i controlli, argomento a me molto caro avendo pubblicato nel 2003 e 2008 due lavori su un nuovo modo di dare salute controllando i pazienti e non le cartelle cliniche, all’articolo 11 al capo c si legge: “Il Comitato di Direzione, alle cui riunioni partecipa anche il direttore, è composto da tre membri nominati dal Presidente della Giunta regionale, su indicazione della Conferenza dei Capigruppo di Minoranza, individuati da un elenco stilato dal Comitato Tecnico Consultivo Nomine di cui all’art. 4 della l.r. 32/2008 s.m.i., tra i partecipanti ad un bando predisposto dalla Giunta regionale per la selezione di candidati, che abbiano particolare esperienza di gestione dei sistemi sanitari e socio sanitari e di sistemi di qualità connessi all’attività sanitaria e sociosanitaria e che abbiamo specifiche competenze legali e gestionali. Il Comitato Tecnico Consultivo Nomine in particolare individua nell’elenco di cui al comma 3 le candidature più adatte a raggiungere le finalità e gli obiettivi, con la migliore aderenza dei profili ai fabbisogni organizzativi del Ssl, in un numero tra il triplo ed il quadruplo dei membri da nominare, anche avvalendosi, per tale selezione, di test, questionari e/o colloqui individuali e descrive le caratteristiche dei candidati individuati”.
Parrebbe che i tre membri che hanno potere decisionale da affiancare da oggi alla nuova nominata Cristina Cantù siano indicati dalla minoranza. Quindi anche un nome nuovo, che non appartenga al “vecchio” che avesse da presentare delle idee nuove sembrerebbe poter essere presentato dalla minoranza.
Ma se si legge fra quale persone la minoranza potrà scegliere si scopre che è il Comitato tecnico consultivo della Regione, organo costituito da persone con “una qualificata esperienza pluriennale, maturata nell’ambito istituzionale nelle cariche di pubblico amministratore”, a sceglierle “tra i partecipanti ad un bando predisposto dalla Giunta regionale per la selezione di candidati, che abbiano particolare esperienza di gestione dei sistemi sanitari e socio sanitari e di sistemi di qualità connessi all’attività sanitaria e sociosanitaria e che abbiamo specifiche competenze legali e gestionali.”
Insomma il Comitato è costituito solo da persone che appartengono da anni all’amministrazione ed i tre membri saranno scelti solo fra persone che abbiano già fatto parte in qualche modo dell’ambito amministrativo istituzionale. Sì le scelgono le opposizioni, ma tra nomi vecchi senza nuove idee. Difficilmente potranno nominare persone che non appartengano al sistema, che in esso ci siano nate e cresciute.
Lo spostamento dell’asse Forza Italia-Lega nella gestione del 75% dei soldi dei cittadini lombardi oggi prende connotati reali. Verranno accettate nuove proposte con nuovi nomi in Regione Lombardia? Matteo Salvini, a cui ho spiegato più volte in questi anni la possibilità di una svolta vera in sanità con un nuovo e reale sistema di controlli sui pazienti, interverrà nelle decisioni? Lo stesso Maroni, che mi offrì una candidatura alle regionali che rifiutai proprio perché non volevano in nessun modo imporre un nuovo modo di fare sanità. Cosa dice?
Da tempo ho pronto un progetto di sanità sociale come nuovo modo di dare salute che in questi dodici anni di lotta per i cittadini si è ampliato. Lo metto a disposizione di chi ha veramente voglia di cambiare senza interessi. Solo dalla parte del cittadino paziente. In Lombardia o in qualunque altra parte del nostro Paese in modo da provare ad applicarlo.