Radio Vaticana cita i dati sui morti causati da tutte le guerre e dal terrorismo nel mondo nel 2014 secondo la ricerca realizzata dall’Institute for Economic and Peace (Iep). Cifre spaventose che registrano un aumento del 60 per cento rispetto al 2012. Un massacro del quale, fortunatamente, i media si sono accorti.
Una cappa di disinteresse avvolge invece i dati sui morti per inquinamento atmosferico nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia presentato nel maggio 2015, al Ginevra l’Health Assembly, un rapporto spaventoso sulla tossicità dell’aria nelle grandi città: 3,7 milioni di morti all’anno. Sui pacchetti di sigarette c’è scritto che “Il fumo nuoce gravemente alla salute”, mentre non c’è un avviso sotto il cartello di ingresso delle grandi città come Milano: “L’aria nuoce gravemente alla salute”.
La strage planetaria è in aumento anche se un miglioramento c’è stato nei paesi industrializzati, ad esempio nel 2014 in Europa ci sono stati “solo” 600mila morti (sempre secondo l’Oms).
Galoppa invece il peggioramento nei Paesi in via di sviluppo. La pianura Padana, per dire, è una delle aree europee messe peggio. La foto qui sotto mostra la condizione.
(Mappa inquinamento in Europa. Fonte: Air quality report in Europe 2014.pdf realizzato daal European Environment Agency)
Questa situazione è confermata anche dalle foto via satellite pubblicate da Legambiente che evidenziano le concentrazioni di smog.
Foto satellitare nuvole di smog sull’Europa
I dati sul numero di morti ogni anno in Italia sono contrastanti. Le stime più basse parlano di 30 mila all’anno. Anche sui costi per l’Italia i dati sono ballerini, e comunque parliamo di cifre da capogiro. La stima più bassa è di 97 miliardi di dollari all’anno. A livello mondiale il costo sarebbe di 1.600 miliardi di dollari.
Le soluzioni ci sono
Come ho detto miglioramenti ci sono stati. Le detrazioni fiscali per chi migliora l’efficienza energetica degli immobili e l’obbligo di ammodernare gli impianti di riscaldamento sono iniziative molto positive visto che i consumi domestici incidono sull’inquinamento delle nostre città più degli automezzi. Anche gli incentivi per i mezzi di trasporto meno inquinanti sono positivi e hanno dato risultati indiscutibili.
Il problema è che questi interventi avanzano con una lentezza che sembra non tener conto dell’urgenza drammatica del problema.
Ridurre del 50 per cento l’inquinamento delle metropoli non sarebbe impossibile, le tecnologie ci sono e farebbero pure risparmiare parecchi soldi e dolore alle famiglie e alle amministrazioni.
Il Premio Nobel Carlo Rubbia, una quindicina di anni fa, calcolò che il costo delle spese sanitarie provocato dai consumi di combustibili fossili in città era superiore al costo dei combustibili stessi.
Investire per diminuire l’inquinamento sarebbe addirittura conveniente.
Le azioni fattibili sono tantissime: impianti solari termici obbligatori sui tetti, adozione di gas liquido per pullman e camion al posto del gasolio (esistono progetti nei cassetti da anni), pesanti limitazioni per mezzi a combustibili fossili, liberalizzazione di biodeasel e alcol per trazione (oggi la vendita nei distributori in Italia è vietata, caso unico in Europa), potenziamento car sharing elettrico e mezzi pubblici elettrici, obbligo di meccanismi di autospegnimento degli automezzi ai semafori, drastico abbassamento dei limiti consentiti per le emissioni delle industrie eccetera, eccetera).
Vedi anche lo studio sulla Viias sponsorizzato dal ministero della Salute