Preparativi per l'accoglienza dei pellegrini in vista della Ostensione della Sacra Sindone

È possibile per uno scienziato e credente mantenere una capacità oggettiva di giudizio quando una scoperta potrebbe fornire una prova tangibile della propria fede?
Poche persone non hanno mai sentito parlare della Sindone di Torino. È un tessuto di lino che, in base alla tradizione, dovrebbe essere stato il vestito funebre di Gesù Cristo, che è stato recentemente esposto a Torino. Nel 1988 un articolo pubblicato su Nature, una delle più importanti riviste scientifiche del mondo, ha descritto la datazione della Sindone tramite C14 (12 determinazioni eseguite in tre prestigiosi laboratori di fama mondiale), collocandola nell’età medioevale (1260-1390).

Un notevole numero di appassionati ha studiato la Sindone (“sindonologi”) credendo di poter trovare una reliquia entrata in contatto con Gesù Cristo o addirittura una prova tangibile della sua resurrezione. Tuttavia, la maggior parte degli scienziati seri non è interessata a questo argomento, anche perché la Chiesa non ha più autorizzato delle analisi indipendenti del telo. Le ultime analisi risalgono al 1978, quando un team americano (STURP, Shroud of Turin Research Project) ha portato a Torino 40 tonnellate di strumentazione per una sessione di cinque giorni di analisi. I membri dello STURP hanno investito una quantità significativa di tempo e risorse perché la maggior parte di essi credeva nell’autenticità e la missione era finanziata da benefattori cattolici. Ne erano così convinti tanto da raccomandare l’analisi del C14 che fu finalmente eseguita nel 1988.

La datazione medioevale fu uno shock per loro. Questo evento è stato l’inizio della sindonologia post radiocarbonio, che può essere tranquillamente classificata come pseudoscienza. Qualsiasi ricerca riguardo all’ipotetica autenticità inizia criticando, spesso con ipotesi ridicole, l’articolo di Nature. Quelli che ancora credono che la Sindone potrebbe essere vecchia di 2000 anni divulgano i loro “risultati” principalmente su riviste e conferenze di sindonologia. Queste tesi sono sfruttate dai mass media per produrre articoli sensazionalistici, pubblicati spesso nelle stesse sezioni che si occupano di ufologia e astrologia.

Naturalmente, nessuno è stato in grado di provare in modo convincente che i risultati dell’articolo di Nature fossero errati e gli articoli pro-autenticità sono sistematicamente pubblicati su riviste autoreferenziali. Con una deplorevole eccezione. Nel 1998, i coniugi Sue Benford e Joseph Marino, che non erano scienziati, hanno ritenuto di poter vedere un ipotetico “rammendo invisibile medioevale” nelle foto a bassa risoluzione della Sindone, che sarebbe presente proprio nel punto in cui il campione del C14 fu preso. In base alla loro ipotesi, quindi, la procedura di datazione sarebbe stata corretta ma eseguita sull’ipotetico rammendo e il telo principale sarebbe molto più antico. Ovviamente, è davvero complesso credere che qualcuno sarebbe stato in grado di eseguire un rammendo così perfetto da non essere notato nei secoli successivi, che tra l’altro avrebbe dovuto invecchiare esattamente come il resto del telo. Tutti gli esperti tessili che hanno potuto esaminare la Sindone sarebbero stati ingannati da quest’addizione.

Per quanto tutto questo possa sembrare surreale, un membro prominente dello STURP, il chimico Ray Rogers, ha accettato questa teoria. Nel 2004 era malato terminale di cancro. Era un credente ed era convinto nell’autenticità della Sindone. Ha affermato di aver ottenuto alcuni frammenti del campione su cui è stata eseguita l’analisi del C14. Ha condotto alcune analisi sul cosiddetto “Campione di Raes”, una parte del tessuto esaminata negli anni ’70 dall’esperto tessile Gilbert Raes e ha comparato i suoi dati con quelli di un pezzo sicuramente appartenente al telo principale (fibre prese dalla zona dell’immagine). Le sue conclusioni, basate sull’analisi degli spettri di massa ottenuti tramite pirolisi, sono state che i due campioni erano effettivamente differenti. Rogers morì poche settimane dopo la pubblicazione dei suoi “risultati” su una rispettabilissima rivista, Thermochimica Acta.

Questo “successo” è stato esaltato dai sindonologi e descritto come il “master pièce” di Rogers. Nel 2008 un documentario di 40 minuti su Discovery Channel ha raccontato la storia in dettaglio, tramite spezzoni registrati quanto Rogers era ancora in vita.. Persino la BBC ha riportato la notizia.
Ci sono letteralmente centinaia di articoli e post di blog che discutono il lavoro di Rogers, ma apparentemente tutti hanno mancato un punto cruciale. Lo spettro di massa del “Campione di Raes” era pesantemente contaminato, probabilmente da un idrocarburo. È vero che a un primo sguardo i due campioni sembrano diversi, ma una volta rimossa la contaminazione sono in realtà molto simili. Quindi, la prova chiave dell’articolo di Rogers, (gli spettri di massa tramite pirolisi, la cui presenza era un requisito fondamentale per pubblicare su Thermochimica Acta) è inconsistente.

Questa è una strategia classica della pseudoscienza. Si presenta una serie di numeri difficili da interpretare e le conclusioni che se ne traggono sono inconsistenti o peggio contraddittorie rispetto ai dati. Dopo un consulto con un collega esperto nella spettrometria di massa, Roberto Samperi e con Luigi Garlashelli, noto per aver prodotto una copia convincente della Sindone, abbiamo scritto all’editore di Thermochimica Acta. Dopo peer-review, ha accettato il nostro articolo. La storia completa può essere quindi letta sulla stessa rivista che ha pubblicato l’articolo originale di Rogers.

Sicuramente il fatto che la stessa rivista accetti un altro articolo che ne mette in seria discussione uno precedente è segno di grande maturità. Un po’ come avvenuto su ilfattoquotidiano che ha pubblicato senza problemi post molto critici verso le discutibili teorie del vicedirettore Stefano Feltri riguardo alle “facoltà utili”.  A proposito: ecco qui un debunking completo. I sindonologi americani hanno visto subito il nostro articolo e si sono risentiti riguardo all’uso di parole durissime come “ipotesi pseudoscientifica” e “la comunità scientifica e il pubblico potrebbero essere solo ingannati da questo articolo [riferito al lavoro di Rogers]”.

Rogers è stato un editore di Thermochimica Acta dall’inizio della sua pubblicazione fino al 1988. È stato l’autore del primo articolo sul primo numero della rivista. Poteva non essersi reso conto dell’enorme discrepanza nel suo articolo? Nel suo articolo parla di “oligomeri del polietilene” provenienti da un busta di plastica trovati nello spettro del campione di Raes. Questi composti darebbero proprio origine ad uno spettro di massa simile a quello del contaminante. Per cui, dalle sue parole si può dedurre che Rogers era al corrente sia della presenza del contaminante che di come apparisse il suo spettro e nonostante questo ha ignorato questo aspetto nelle sue conclusioni. Mi sembra superfluo aggiungere che le buste di plastica non erano così comuni nel medioevo e dintorni, e che se in uno spettro di massa si trovano picchi attribuibili al polietilene questi possono essere solo dovuti a una contaminazione moderna.

La spettrometria di massa è largamente utilizzata oggi per identificare principi farmaceutici, droghe, additivi alimentari e tossine. Ironicamente, anche l’analisi del C14 è basata sulla spettrometria di massa. Che cosa accadrebbe se si interpretassero gli spettri di massa in un modo volutamente errato, come nell’articolo di Rogers? Ecco alcuni esempi: non si potrebbe condannare uno spacciatore di droga, si potrebbero vendere senza problemi i cibi contaminati con alti livelli di pesticidi, un atleta che mette a rischio la sua salute tramite il doping non potrebbe essere fermato, lotti di farmaci con impurezze tossiche potrebbero essere somministrati ai pazienti.

Non esiste la pseudoscienza innocua. Tutta la pseudoscienza è dannosa, perché altera la percezione della realtà ed è profondamente diseducativa. Può causare conseguenze molto serie, soprattutto quando riguarda questioni correlate alla medicina e quindi alla salute. Credere nella pseudoscienza della Sindone non ha nulla a che vedere con la Fede. Specialmente i credenti dovrebbero essere indignati verso chi sfrutta la loro Fede così come la debolezza umana del chimico Rogers.

The Shroud of Turin, the chemist, the Faith and the Science. 

Click here for English version 

 

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

LA PROFEZIA DEL DON

di Don Gallo e Loris Mazzetti 12€ Acquista
Articolo Precedente

Superluna, nostro satellite mai così vicino durante eclissi del 28 settembre

next
Articolo Successivo

Nature, secondo una ricerca giapponese potremo cancellare i singoli ricordi

next