Sono quattro su quattro. L’Inter di Roberto Mancini supera anche l’ostacolo Chievo per 1-0 e resta a punteggio pieno in campionato. A Verona serve il primo gol stagionale di Mauro Icardi per risolvere una partita combattuta nel primo tempo, brutta nella ripresa. I nerazzurri ne vengono a capo da grande squadra, stavolta davvero più per merito che per fortuna. Senza dominare o dare spettacolo, ma anche rischiando nulla. Mantenendo inviolata la porta di Handanovic per la terza volta in quattro partite (appena un gol subito dal Carpi). Cominciando a vedere i primi lampi di talento dei nuovi acquisti (Kondogbia, Perisic). Per qualche ora i punti di vantaggio in classifica sulle dirette inseguitrici sono cinque. Presto per parlare di fuga, ma l’Inter è sempre più prima.
Ci sarà tempo e spazio in futuro per il turnover. Contro una squadra in salute e tatticamente preparata come il Chievo di Rolando Maran, per Mancini non è il caso di fare troppi esperimenti, col rischio di vanificare quanto di buono fatto nelle prime tre giornate: niente Ljaijc per dare fiato a Jovetic, niente Ranocchia e neppure Brozovic. L’unico cambio rispetto all’undici che ha battuto il Milan è forzato: Telles al posto dell’infortunato Juan Jesus, per il resto è la stessa Inter del derby, anche se attesa da tre partite in sette giorni. Fa bene il Mancio: la gara non è facile, il primo quarto d’ora è giocato con grande intensità dai padroni di casa, pericolosi su angolo con Castro.
La chiave per i nerazzurri può essere l’ampiezza di gioco che l’acquisto di Perisic e il 4-3-3, ancora in fase di studio, sembrano regalare solo a tratti. Se la palla gira e i terzini salgono (specie Santon, positivo), il centrocampo clivense fa fatica a coprire. Come al 23’, quando un’azione insistita porta Telles a crossare dal lato corto dell’area di rigore senza trovare nessuno per il tap-in. Sprazzo di buona Inter. Ma di base la partita la fa il Chievo, con un pressing asfissiante, buone trame, continui movimenti.
Davvero un’altra squadra rispetto al passato. Serve un miracolo di Medel per togliere a Meggiorini la palla giusta su un tiro sporco di Paloschi. Il resto sono tanti falli e punizioni, che il sinistro di Birsa potrebbe sfruttare meglio. Poche emozioni, in attesa di un episodio che spezzi l’equilibrio. Arriva a pochi minuti dall’intervallo: una finta di Jovetic, un lancio morbido di Kondogbia, il primo gol stagionale di Mauro Icardi, anche al Bentegodi spento e fuori dal gioco ma finalmente decisivo da rapinatore d’area. È la miccia che serviva ad infiammare il match: il Chievo reagisce subito, un sinistro al volo di Birsa impegna Handanovic in un duello tutto sloveno.
L’Inter va a riposo in vantaggio, forse immeritatamente. Ma comincia ad essere una costante non casuale. La ripresa offre ancor meno spettacolo: il Chievo rallenta fisiologicamente i ritmi altissimi del primo tempo. Guadagna sì metri col passare dei minuti, senza però essere mai pericoloso. Ad un certo punto la partita è oggettivamente brutta. Maran prova a scuotere i suoi con i cambi: il debuttante Roberto Inglese al posto di Paloschi (uno dei migliori), poi M’Poku per Birsa e Pepe per Rigoni. Più pesante l’uscita per infortunio di Murillo, sostituito da Ranocchia.
Con Miranda già fuori, Mancini resta senza la coppia titolare di difesa. E dà riposo a Jovetic, che non prende benissimo il cambio e viene rincuorato dalla standing ovation del pubblico. Nessun problema, comunque. L’Inter palleggia, magari un po’ cincischia e si schiaccia troppo, ma non rischia mai: in tutto il secondo tempo Handanovic non fa una parata. L’1-0 resiste fino alla fine senza brividi (solo un paio di cross nel recupero), mentre il Chievo si spegne e innervosisce (Maran espulso per proteste). Al fischio finale l’Inter è ancora in testa, ancora a punteggio pieno. E con una squadra in crescita a livello di singoli e di collettivo Mancini ha solo da sorridere.