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Papa Francesco in Usa, accolto da famiglia Obama: stretta di mano con Barack

Sul volo papale Bergoglio ha dato ampio spazio ai commenti della copertina di Newsweek: "Non sono comunista, se volete recito il Credo". E sull'embargo degli Usa a Cuba: “Spero che si arrivi a un accordo che soddisfi le due parti”. “Le presento mia suocera”, così il presidente americano ha accolto Francesco presentandogli Marian Robinson appena sbarcato all'aeroporto di Washington
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“Non sono un anticristo o un antipapa. Se volete recito il credo”. Nella conferenza stampa che, come ormai tradizione, Papa Francesco ha concesso ai giornalisti del volo papale da Cuba verso gli Stati Uniti, ampio spazio ai commenti della copertina di Newsweek. Alla vigilia dell’arrivo di Bergoglio a Washington, New York e Philadelphia, infatti, il settimanale americano si domandava se il Pontefice fosse cattolico. Ad accogliere il Papa alla scaletta dell’aereo c’erano il presidente Barack Obama con la moglie Michelle e le due figlie, Malia e Sasha. Uno onore che fu riservato soltanto a Benedetto XVI nel 2008 quando fu accolto negli Usa da George W. e Laura Bush. “Le presento mia suocera”, ha detto il presidente americano a Francesco presentandogli Marian Robinson, la madre della First Lady. Sul volo papale Bergoglio ha spiegato che “tutto ciò che ho detto in tema economico è nella dottrina della Chiesa cattolica” e sull’embargo degli Usa a Cuba ha affermato: “Spero che si arrivi a un accordo che soddisfi le due parti”.

Papa Francesco e le 'accuse di comunismo': “Mia dottrina sociale è il Vangelo”
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Per Francesco, infatti, “il problema dell’embargo è parte del negoziato tra Stati Uniti e Cuba, i due presidenti si sono riferiti a questo, è una cosa pubblica e va nella direzione delle buone relazioni che si stanno cercando. Spero che si arrivi a un accordo che soddisfi le parti. Rispetto alla posizione della Santa Sede sugli embarghi, i Papi precedenti ne hanno parlato di questo, non solo di questo caso. Ne parla la dottrina sociale della Chiesa. Al Congresso non parlerò in modo specifico di questo tema, ma accennerò in generale agli accordi come segno del progresso nella convivenza”.

Sul mancato incontro con i dissidenti cubani Bergoglio ha spiegato: “Non ho notizie degli arresti. Che sia accaduto questo, non ho notizie. A me piace incontrare tutti, tutti sono figli di Dio, ogni incontro arricchisce. Era chiaro che io non avrei avuto udienze, non solo con i dissidenti, ma anche con altri, compresi alcuni capi di Stato. Ero in visita in un Paese, non era prevista alcuna udienza. Dalla nunziatura sono state fatte delle telefonate ad alcune persone che sono in questo gruppo di dissidenti, per dire loro che al momento del mio arrivo alla cattedrale, con piacere le avrei salutate. Nessuno però si è identificato come dissidente nel saluto, non lo so se c’erano o non c’erano, ho salutato tutti quelli che erano lì. Se li incontrassi, non so quello che direi, perché direi quello che mi viene al momento”.

Francesco ha ricordato anche che, in occasione della sua visita, la Chiesa cubana ha lavorato per compilare liste di prigionieri a cui concedere l’indulto, ed è stato concesso a più di tremila. “Ci sono ancora altri casi allo studio, – ha aggiunto Bergoglio – me l’ha detto il presidente della Conferenza episcopale. Qualcuno mi ha detto: sarebbe bello eliminare l’ergastolo! È quasi una pena di morte nascosta, tu stai lì morendo tutti i giorni senza la speranza di liberazione. Un’altra ipotesi è che si facciano indulti generali ogni uno o due anni. La Chiesa ha compilato delle liste, ha chiesto indulti e continuerà a farlo”. Sulla visita a Fidel e sull’ipotesi di un pentimento del Líder maximo sul suo passato il Papa ha chiarito: “Il pentimento è una cosa molto intima, una cosa di coscienza. Per quanto riguarda il passato abbiamo parlato del collegio dei gesuiti e di come lo facevano lavorare”.

Twitter: @FrancescoGrana

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