“Per gli abusi sessuali commessi da membri del clero su minori Dio piange”. Papa Francesco, a sorpresa, ha pronunciato un fortissimo mea culpa per la pedofilia del clero incontrando i 300 vescovi ospiti dell’Incontro mondiale delle famiglie di Philadelphia, nel suo ultimo giorno negli Stati Uniti. Bergoglio, prima di leggere il testo del discorso che aveva preparato, ha svelato di aver incontrato, subito prima dell’udienza con i presuli, alcune vittime degli abusi insieme ai loro familiari nel Seminario di Carlo Borromeo dove risiede durante l’ultima tappa del suo viaggio negli Usa.
“Provo vergogna per quello che è successo”, ha confidato subito il Papa ai vescovi presenti mettendo a nudo i propri sentimenti dopo l’incontro con un gruppo di vittime. “Dagli abusati sessualmente – ha affermato Francesco – ho ascoltato un lamento profondo. Questi crimini non possono essere mantenuti in segreto per tanto tempo”, ha aggiunto il Pontefice assicurando il suo impegno perché “siano chiarite le responsabilità” dei vescovi in merito alla inadeguata risposta davanti a quanto accaduto.
Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha spiegato ai giornalisti che le vittime incontrate da Bergoglio erano 5 persone adulte, di cui 3 donne e 2 uomini. “Il Papa – ha aggiunto Lombardi – si è intrattenuto con i visitatori ascoltando le loro testimonianze e rivolgendo loro alcune parole in comune e poi salutandoli singolarmente. Ha pregato con loro. Ha manifestato la sua partecipazione alla loro sofferenza, il suo dolore e vergogna in particolare nel caso delle ferite loro arrecate da membri del clero o collaboratori ecclesiali. Ha rinnovato l’impegno suo e della Chiesa perché tutte le vittime siano ascoltate e trattate con giustizia, i colpevoli siano puniti e i crimini di abuso siano combattuti con una efficace opera di prevenzione nella Chiesa e nella società. Il Papa – ha concluso Lombardi – ha ringraziato le vittime per il loro contributo essenziale per ristabilire la verità e iniziare il cammino del risanamento. L’incontro è durato circa mezz’ora ed è terminato con la benedizione del Santo Padre”.
Proprio per fare in modo che questi crimini non si ripetano mai più, Francesco ha istituito una sezione giudiziaria, all’interno della Congregazione per la dottrina della fede, per processare i presuli che vengono denunciati per abuso d’ufficio episcopale per casi di violenza dei loro preti sui minori. Sulla pedofilia il Papa è stato sempre chiarissimo: “È come una messa nera”.
Non è la prima volta che, durante il suo viaggio negli Stati Uniti, Bergoglio parla dello scandalo degli abusi sessuali del clero sui minori, deflagrato in modo impressionate nella diocesi di Boston nel 2002 portando alle dimissioni del cardinale Bernard Francis Law, ritenuto dal Vaticano all’epoca incapace di gestire la vicenda. Non a caso il suo successore, il porporato cappuccino Sean Patrick O’Malley, che Bergoglio avrebbe visto bene al suo posto come Papa, è stato chiamato da Francesco a presiedere la Pontificia Commissione per la tutela dei minori, della quale sono membri anche due ex vittime di abusi.
Un dicastero creato da Francesco “affinché – come ha detto lui stesso ai 400 vescovi statunitensi durante il suo viaggio – tali crimini non si ripetano mai più” . “Sono consapevole – ha affermato Bergoglio – del coraggio con cui avete affrontato momenti oscuri del vostro percorso ecclesiale senza temere autocritiche né risparmiare umiliazioni e sacrifici, senza cedere alla paura di spogliarsi di quanto è secondario pur di riacquistare l’autorevolezza e la fiducia richiesta ai ministri di Cristo, come desidera l’anima del vostro popolo. So – ha aggiunto il Papa – quanto ha pesato in voi la ferita degli ultimi anni, e ho accompagnato il vostro generoso impegno per guarire le vittime, consapevole che nel guarire siamo pur sempre guariti, e per continuare a operare affinché tali crimini non si ripetano mai più”.
Dopo l’incontro con alcune vittime degli abusi, il Papa ha visitato l’Istituto di correzione Curran-Fromhold di Philadelphia dove sono rinchiusi 3mila detenuti. A loro Bergoglio, che al Congresso americano ha chiesto di abolire la pena di morte, ha spiegato che il “tempo di reclusione non è stato mai sinonimo di espulsione”. Francesco che, più volte ha definito l’ergastolo una “pena di morte nascosta”, ha denunciato che “è penoso riscontrare a volte il generarsi di sistemi penitenziari che non cercano di curare le piaghe, guarire le ferite, generare nuove opportunità”.
Ai detenuti il Papa ha ribadito che “questo momento nella vostra vita può avere un unico scopo: tendere la mano per riprendere il cammino, tendere la mano che aiuti al reinserimento sociale. Un reinserimento di cui tutti facciamo parte, che tutti siamo chiamati a stimolare, accompagnare e realizzare. Un reinserimento cercato e desiderato da tutti: reclusi, famiglie, funzionari, politiche sociali e educative. Un reinserimento che benefica ed eleva il livello morale di tutta la comunità”.
Twitter: @FrancescoGrana
Cronaca
Papa Francesco in Usa incontra vittime di abusi sessuali: “Provo vergogna”
Il Pontefice ha pronunciato un fortissimo mea culpa per la pedofilia del clero incontrando i 300 vescovi ospiti dell’Incontro mondiale delle famiglie di Philadelphia, nel suo ultimo giorno negli Stati Uniti: "Dio piange, chiarire responsabilità"
“Per gli abusi sessuali commessi da membri del clero su minori Dio piange”. Papa Francesco, a sorpresa, ha pronunciato un fortissimo mea culpa per la pedofilia del clero incontrando i 300 vescovi ospiti dell’Incontro mondiale delle famiglie di Philadelphia, nel suo ultimo giorno negli Stati Uniti. Bergoglio, prima di leggere il testo del discorso che aveva preparato, ha svelato di aver incontrato, subito prima dell’udienza con i presuli, alcune vittime degli abusi insieme ai loro familiari nel Seminario di Carlo Borromeo dove risiede durante l’ultima tappa del suo viaggio negli Usa.
“Provo vergogna per quello che è successo”, ha confidato subito il Papa ai vescovi presenti mettendo a nudo i propri sentimenti dopo l’incontro con un gruppo di vittime. “Dagli abusati sessualmente – ha affermato Francesco – ho ascoltato un lamento profondo. Questi crimini non possono essere mantenuti in segreto per tanto tempo”, ha aggiunto il Pontefice assicurando il suo impegno perché “siano chiarite le responsabilità” dei vescovi in merito alla inadeguata risposta davanti a quanto accaduto.
Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha spiegato ai giornalisti che le vittime incontrate da Bergoglio erano 5 persone adulte, di cui 3 donne e 2 uomini. “Il Papa – ha aggiunto Lombardi – si è intrattenuto con i visitatori ascoltando le loro testimonianze e rivolgendo loro alcune parole in comune e poi salutandoli singolarmente. Ha pregato con loro. Ha manifestato la sua partecipazione alla loro sofferenza, il suo dolore e vergogna in particolare nel caso delle ferite loro arrecate da membri del clero o collaboratori ecclesiali. Ha rinnovato l’impegno suo e della Chiesa perché tutte le vittime siano ascoltate e trattate con giustizia, i colpevoli siano puniti e i crimini di abuso siano combattuti con una efficace opera di prevenzione nella Chiesa e nella società. Il Papa – ha concluso Lombardi – ha ringraziato le vittime per il loro contributo essenziale per ristabilire la verità e iniziare il cammino del risanamento. L’incontro è durato circa mezz’ora ed è terminato con la benedizione del Santo Padre”.
Proprio per fare in modo che questi crimini non si ripetano mai più, Francesco ha istituito una sezione giudiziaria, all’interno della Congregazione per la dottrina della fede, per processare i presuli che vengono denunciati per abuso d’ufficio episcopale per casi di violenza dei loro preti sui minori. Sulla pedofilia il Papa è stato sempre chiarissimo: “È come una messa nera”.
Non è la prima volta che, durante il suo viaggio negli Stati Uniti, Bergoglio parla dello scandalo degli abusi sessuali del clero sui minori, deflagrato in modo impressionate nella diocesi di Boston nel 2002 portando alle dimissioni del cardinale Bernard Francis Law, ritenuto dal Vaticano all’epoca incapace di gestire la vicenda. Non a caso il suo successore, il porporato cappuccino Sean Patrick O’Malley, che Bergoglio avrebbe visto bene al suo posto come Papa, è stato chiamato da Francesco a presiedere la Pontificia Commissione per la tutela dei minori, della quale sono membri anche due ex vittime di abusi.
Un dicastero creato da Francesco “affinché – come ha detto lui stesso ai 400 vescovi statunitensi durante il suo viaggio – tali crimini non si ripetano mai più” . “Sono consapevole – ha affermato Bergoglio – del coraggio con cui avete affrontato momenti oscuri del vostro percorso ecclesiale senza temere autocritiche né risparmiare umiliazioni e sacrifici, senza cedere alla paura di spogliarsi di quanto è secondario pur di riacquistare l’autorevolezza e la fiducia richiesta ai ministri di Cristo, come desidera l’anima del vostro popolo. So – ha aggiunto il Papa – quanto ha pesato in voi la ferita degli ultimi anni, e ho accompagnato il vostro generoso impegno per guarire le vittime, consapevole che nel guarire siamo pur sempre guariti, e per continuare a operare affinché tali crimini non si ripetano mai più”.
Dopo l’incontro con alcune vittime degli abusi, il Papa ha visitato l’Istituto di correzione Curran-Fromhold di Philadelphia dove sono rinchiusi 3mila detenuti. A loro Bergoglio, che al Congresso americano ha chiesto di abolire la pena di morte, ha spiegato che il “tempo di reclusione non è stato mai sinonimo di espulsione”. Francesco che, più volte ha definito l’ergastolo una “pena di morte nascosta”, ha denunciato che “è penoso riscontrare a volte il generarsi di sistemi penitenziari che non cercano di curare le piaghe, guarire le ferite, generare nuove opportunità”.
Ai detenuti il Papa ha ribadito che “questo momento nella vostra vita può avere un unico scopo: tendere la mano per riprendere il cammino, tendere la mano che aiuti al reinserimento sociale. Un reinserimento di cui tutti facciamo parte, che tutti siamo chiamati a stimolare, accompagnare e realizzare. Un reinserimento cercato e desiderato da tutti: reclusi, famiglie, funzionari, politiche sociali e educative. Un reinserimento che benefica ed eleva il livello morale di tutta la comunità”.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.