“In un’operazione speciale dei soldati del Califfato in Bangladesh, una pattuglia di sicurezza ha preso di mira lo spregevole crociato…”. Si apre così la rivendicazione con cui il gruppo – che dice di essere legato all’Isis – si attesta la paternità dell’omicidio del cooperante italiano avvenuto nel cuore diplomatico di Dacca, capitale del Bangladesh. A finire nel mirino dei terroristi, Cesare Tavella, veterinario di 50 anni, nato a Milano e residente a Casola Valsenia, paese dell’Appennino Ravennate al confine con la Toscana. Tre uomini armati in sella a una moto lo hanno “crivellato di colpi” mentre faceva jogging nel quartiere di Gulshan, come ha ricostruito la polizia.
La rivendicazione sul web. Gentiloni: “Stiamo verificando”
Dopo poche ore sui profili social riconducibili agli uomini di al-Baghdadi è arrivata la rivendicazione, come ha riportato su Twitter la direttrice del Site, Rita Katz. Anche se i nostri servizi segreti stanno cercando di accertarne l’autenticità. “Stiamo lavorando per verificare la rivendicazione di Daesh”, ha confermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che ha espresso la vicinanza del governo alla famiglia. Mentre l’ambasciata italiana sta seguendo il caso in stretto contatto con gli inquirenti locali. Nel Paese – ragionano fonti della nostra intelligence sentite dall’Ansa – c’è una considerevole presenza islamista e le modalità dell’uccisione sembrano indicare che l’obiettivo fosse proprio Tavella. Difficile, tuttavia, in queste prime ore riuscire a capire se l’italiano fosse nel mirino in quanto cooperante di una ong occidentale o per altri motivi. “In un’operazione speciale dei soldati del Califfato in Bangladesh – hanno scritto i terroristi nella rivendicazione – una pattuglia di sicurezza ha preso di mira lo spregevole crociato Cesare Tavella dopo averlo seguito in una strada di Dacca, dove gli è stato sparato a morte (sic) con armi silenziate, sia lode a Dio. Ai membri della coalizione crociata diciamo: Non sarete sicuri nelle terre dei musulmani. E’ solo la prima goccia di pioggia”, hanno concluso.
Ucciso mentre faceva jogging
Tavella, secondo la prima ricostruzione, intorno alle 19 era in tenuta da jogging quando è stato raggiunto dal commando armato. Alcuni testimoni hanno raccontato ai media locali di aver sentito almeno tre spari, che hanno ferito l’uomo all’addome, alla mano destra e al gomito sinistro. I killer hanno lasciato l’italiano “in una pozza di sangue” e sono poi riusciti a scappare. Alcuni passanti hanno caricato il corpo di Tavella per portarlo agli ‘United Hospitals’, dove, secondo una fonte ospedaliera, è arrivato già morto “con numerose ferite da arma da fuoco”. La polizia ha subito escluso l’ipotesi della rapina finita male, visto che la vittima aveva ancora con sé tutti i suoi effetti personali.
“Il mio tempo qui è troppo breve per non vivere in modo sano e positivo”
A Dacca, Tavella lavorava come project manager per una ong olandese, la Icco Cooperation, che ha uffici in Bangladesh. In particolare si occupava di un progetto, ‘Proofs’ (Profitable Opportunities for Food Security), nel settore dell’agricoltura locale e dell’alimentazione. Sul suo profilo sul sito del programma, aveva cominciato a lavorare nell’ambito dello sviluppo nel 1993, sempre nel settore della sicurezza alimentare e dello sviluppo rurale, in diverse ong internazionali soprattutto in Asia. “Il mio tempo qui è troppo breve per non provare e godere quanto possibile in modo sano e positivo”, scriveva. L’edizione bolognese di Repubblica tratteggia un profilo del cooperante che una quindicina di anni fa era tornato con la moglie e figlia a Casola Valsenio, in provincia di Ravenna, dopo aver acquistato un podere tra le valli del Senio e del Sintra. Il suo sogno era quello di vivere con i frutti del terreno appena comprato. Ma con il mutuo da pagare, Tavella aveva deciso di affittare il podere e di tornare a insegnare come coltivare la terra nei paesi più arretrati. I genitori del 50enne vivono a Bagnacavallo. “Non vogliamo essere disturbati, abbiamo cose molto gravi a cui pensare”, ha risposto un familiare contattato dall’Ansa.
L’allarme degli 007 inglesi: “Nel mirino obiettivi occidentali”
L’omicidio del cooperante è avvenuto mentre alla 70esima assemblea generale dell’Onu andava in scena lo scontro a distanza tra Barack Obama e Vladimir Putin sulla posizione da tenere nei confronti della Siria di Bashar al-Assad in chiave anti-Isis. Proprio oggi, intanto, il Foreign Office britannico aveva messo in guardia i propri connazionali dalla minaccia terroristica nel Paese del sudest asiatico, parlando di “informazioni affidabili” secondo cui “militanti potrebbero pianificare di colpire interessi occidentali in Bangladesh”. Solo ieri la squadra australiana di cricket aveva rinviato la propria partenza per un tour nel Paese nel timore di attacchi mirati.