Non c’è pace per Ignazio Marino. Dopo le polemiche innescate nientemeno che da Papa Francesco sull’inopportuna presenza del sindaco di Roma, che si sarebbe “imbucato” all’evento del pontefice a Philadelphia, oggi il Corriere della Sera accende i riflettori sulla “lecture” tenuta dal primo cittadino alla Temple University due giorni prima della visita di Bergoglio nella città americana.
Questo genere di eventi negli Usa vengono abitualmente retribuiti e il portavoce dell’ateneo ha confermato che anche a Marino è stato offerto un compenso: “ma non sappiamo se lo abbia ritirato, né a quanto ammonti”. Insomma, altro fumo attorno all’ultimo viaggio americano del sindaco capitolino, ormai sotto un fuoco incrociato innescato da una raffica di polemiche, smentite, gaffes, contestazioni, scherzi telefonici e incomprensioni. E l’imbarazzo cresce.
All’università di Philadelphia, città dove ha vissuto e lavorato tra il 2002 e il 2006, il sindaco ha tenuto un intervento dal titolo “Trapianti: dalla chirurgia al rilancio della Città Eterna”, durante il quale ha raccontato la sua doppia esperienza in campo medico e politico: “Ho chiuso la più grande discarica d’Europa – si legge nell’intervista pubblicata sul portale dell’università alla vigilia dell’appuntamento – promosso immenso patrimonio culturale di Roma, attraverso soluzioni ad alto contenuto tecnologico e ho spinto per trasporti più intelligenti e più sostenibili limitando l’uso di veicoli privati a favore del trasporto pubblico, promuovendo car e bike sharing, oltre alla creazione di aree pedonali”. Il sindaco ha anche raccontato del consulto offerto al suo omologo di Philadelphia per affrontare al meglio i problemi connessi alla visita papale, forte dell’esperienza maturata nella Capitale.
A vederla dall’Italia, però, la situazione appare un filo diversa. Le assenze del sindaco non vengono digerite e le polemiche per i continui problemi registrati in città superano – di molto – i riflessi positivi decantati nei giorni scorsi dallo stesso Marino dalla cattedra americana. A preoccupare è soprattutto l’incombenza del giubileo straordinario che porterà a Roma milioni di pellegrini. Il timore è che una città politicamente instabile non riesca a sostenere la complessità dell’evento.