Formigoni e Giovanardi cavalcano la notizia del sedicenne gay discriminato dal preside di una scuola cattolica di Monza: “Preside ha agito bene”. Ieri la notizia dello studente costretto a seguire la lezione dal corridoio per aver pubblicato una foto equivoca su Instagram. Una foto scattata fuori dall’ambiente scolastico, che lo ritraeva insieme ad un altro ragazzo, a petto nudo e in atteggiamenti intimi. La motivazione del preside, secondo cui l’atteggiamento del giovane omosessuale “influenza negativamente gli altri ragazzini”, aveva fatto gridare allo scandalo genitori e associazioni Lgbt. Oggi, i due politici senatori Ncd, si sono schierati con il preside.
“E’ del tutto inaccettabile il vergognoso attacco che è stato scatenato contro una scuola cattolica di Monza e il suo preside, colpevoli soltanto di essersi comportati secondo buon senso e rispetto delle persone”, ha scritto Roberto Formigoni in una nota, spiegando che “un coro amplissimo di associazioni e parlamentari hanno deformato la realtà dei fatti, ottenendo con le loro menzogne uno spazio abnorme sui principali mezzi d’informazione, stravolgendo la realtà e accusando scuola e preside di comportamento discriminatorio verso un ragazzo omosessuale di 16 anni. Al contrario, come scuola e preside hanno ampiamente documentato, il ragazzo omosessuale è stato difeso dagli attacchi in atto contro la sua persona”.
Di ugual misura la presa di posizione dei Carlo Giovanardi contro il Garante Nazionale per l’Infanzia e “tutto il coro di associazioni e parlamentari che hanno inondato le agenzie e i telegiornali invocando nuove leggi contro l’omofobia, criminalizzando una scuola cattolica di Monza, ‘colpevole’ di aver trattato con tatto e delicatezza una difficile situazione che riguarda un ragazzo di 16 anni?”.
Giovanardi va oltre e si chiede cosa deve fare: “un preside a cui viene segnalato da altri studenti che sui social network appaiono foto del ragazzo ritratto in un atto sessuale esplicito: denunciare il fatto o, una volta rimosse le foto dai siti, proteggerlo contattando la famiglia, facendogli continuare il percorso formativo all’interno dello stesso centro, per, aiutarlo ad essere consapevole nella gestione della comunicazione della propria vita personale ed intima?”.
“Accecate da furore ideologico – aggiunge – ormai le associazioni Gay fondamentaliste vogliono capovolgere il mondo, accusando di omofobia chi si sarebbe comportato allo stesso modo se l’episodio avesse riguardato una ragazza, avendo il preciso dovere di intervenire davanti a comportamenti censurabili o a volte addirittura costituenti reato”.