Gli audio registrati dalla scatola nera della Norman Atlantic esistono e sono ascoltabili. Sarà dunque possibile capire esattamente come è stata gestita l’emergenza dalla plancia di comando del traghetto andato a fuoco nella notte tra il 27 e il 28 dicembre scorso mentre navigava tra Patrasso e Ancona. Si tratta di una svolta inattesa e importante nell’accertamento della verità, poiché i magistrati avevano ormai poche speranze di recuperare le tracce audio dall’hard disk del Vdr (voyager data recorder) che contiene tutti i dati relativi al funzionamento della nave prima e dopo l’incendio ma che risultava parzialmente danneggiato dalle fiamme.
A recuperarle sono stati i periti nominati dal gip Alessandra Piliego, Alessandro Cantelli Forte e Enzo Dalle Mese, tra i maggiori esperti in materia di telecomunicazioni, che ha già lavorato nelle inchieste su Ustica (1980), Moby Prince (1991), Cermis (1998) e Costa Concordia (2012). L’operazione imprimerà con ogni probabilità un’accelerata decisiva al lavoro condotto dai pubblici ministeri della procura di Bari Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano. È recentemente stata concessa una proroga di sei mesi all’inchiesta, che al momento vede tra gli indagati il comandante Argilio Giacomazzi, l’armatore Carlo Visentini, i due legali rappresentanti di Visemar e Anek Lines, un dipendente di quest’ultima e 7 membri dell’equipaggio. Devono tutti rispondere di cooperazione colposa in naufragio, lesioni e omicidio plurimo.
Quella notte, mentre la Norman Atlantic navigava al largo delle coste albanesi, a bordo scoppiò un incendio che ha provocato 11 morti accertati e 18 dispersi. Dopo il duro lavoro per salvare gli oltre 400 naufraghi tra passeggeri, clandestini ed equipaggio, la nave venne trasportata prima nel porto di Brindisi e poi in quello di Bari. Nel corso dei mesi l’attenzione degli inquirenti si è mano a mano concentrata sulle cause dell’incendio e sulle eventuali responsabilità nella gestione dell’emergenza, poiché molti dei passeggeri avevano riferito di impreparazione da parte dell’equipaggio e di una situazione divenuta immediatamente ingestibile.
Sul fronte dell’origine del rogo stanno lavorando i periti esperti della sezione antincendio nominati nel corso dell’incidente probatorio, che hanno approfondito anche il funzionamento dell’impianto. Negli scorsi mesi particolare attenzione è stata posta sul generatore d’emergenza, che avrebbe dovuto evitare il black out totale a bordo. Secondo quanto accertato finora, infatti, avrebbe funzionato per una ventina di minuti, forse a causa della chiusura di alcune valvole del gasolio che lo alimenta. A supporto di questa prima ricostruzione ci sarebbe la presenza di carburante nei serbatoi dedicati.
Riguardo la gestione dei momenti che hanno seguito lo scoppio dell’incendio diventa invece ora cruciale, oltre al cellulare di Giacomazzi e a sue eventuali conversazioni via e-mail con personale di terra di Anek Lines, l’ascolto degli audio della scatola nera per comprendere se ci sono stati errori nella catena di comando. Giacomazzi aveva correttamente bloccato le registrazioni così da congelare tutte le conversazioni intercorse prima e durante la prima fase di emergenza, evitando la sovrascrittura dei file nelle ore successive. Ma finora quei file risultavano illeggibili. “Siamo certi che questi dati finalmente e insperabilmente recuperati faranno emergere la verità, consentendo alla giustizia di individuare e punire tutti i responsabili, anche eventualmente a livello societario – commentano i legali del team Giustizia per la Norman Atlantic – Pensiamo, inoltre, che l’estrazione dei dati sarà utile per capire o meglio per spiegare non solo l’origine ma anche la diffusione dell’incendio, che ha attinto anche la safety room della plancia di comando”. Dal 6 ottobre, il via all’ascolto delle comunicazioni di quelle drammatiche ore.
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