Si chiama Ayahuasca ed è una bevanda allucinogena proveniente dalle Ande che sta diventando popolare anche in Europa. Il decotto proveniente dalla miscela di due piante, le liane polverizzate di Banisteriopsis caapi e le foglie di Psychotria viridis, viene utilizzato da secoli nei rituali sciamanici delle foreste brasiliane, colombiane e peruviane. Recentemente è diventata anche un’importante attrazione turistica nelle foreste pluviali dove cresce: qui in molti alberghi viene offerto come un’esperienza “autentica” dell’Amazzonia. Ma come segnala il Daily Mail non c’è bisogno di attraversare l’oceano per assaporarla. Da diverso tempo si può trovare nel Regno Unito sia in contesti di gruppo dove viene bevuta in tazze da caffè per uno sballo in compagnia in cerca di illuminazione, ma anche online su siti web olandesi che offrono la possibilità della consegna a casa dell’erba, legale nel Regno Unito e negli Stati Uniti, ma non in Francia e in Canada, per meno di 9 sterline ogni 100 grammi.
In Inghilterra la sostanza è diventata celebre nel passato perché un rito collettivo a base di Ayahuasca si è tenuto più volte nel piccolo villaggio di Ticehurst, nell’East Sussex, grazie allo sciamano Queen Rain che ha annoverato tra i suoi adepti più famosi Sting e Trudi Styler. Anche celebrità come Lindsay Lohan, Jim Carrey, Tori Amos e Courtney Love hanno sostenuto in coro il valore salvifico dell’Ayahuasca. Ad inizio settembre 2015 però si sono cominciati a registrare diversi decessi relativi all’assunzione del composto di liane e foglie andine. Il giovane neozelandese Matthew Dawson-Clarke, 24 anni, è morto durante un rituale Ayahuasca. Un’altra festa/cerimonia di gruppo con morto è avvenuta a Bristol nel 2014 con l’adolescente Henry Miller deceduto dopo violente convulsioni e vomito.
La storia dell’Ayahuasca nasce nelle foreste amazzoniche del Brasile ed ha una tradizione millenaria: dapprima come pianta medicinale poi fondamentale bevanda sacra per creare lo stato allucinatorio nei riti sciamanici per la visione e la comunicazione con il divino. Perfino l’ex ministro della cultura brasiliana, il cantautore Gilberto Gil, la definì “una birra allucinogena” che consiste un vero e proprio trip interiore, fatto di visioni e allucinazioni, anche se scientificamente non risulta essere propriamente una droga. L’effetto extrasensoriale della miscela è provocato dalla DMT, la Dimetiltriptamina, alcaloide presente in piante e funghi. Una sostanza che è presente anche naturalmente nel cervello umano, prodotta dalla ghiandola pineale e secreta spontaneamente, specie durante la fase REM del sonno. L’effetto allucinatorio della DMT varia soprattutto rispetto al suo uso: se fumata dura per pochi minuti, se bevuta può arrivare fino alle tre ore.
Curioso infatti è che proprio in Brasile, il luogo dove l’Ayahuasca è usata in quantità massicce in parecchi riti di dottrine sincretiste, venga perfino ritenuta un toccasana per curare alcolismo e tossicodipendenza, ma anche numerosi disturbi mentali come depressione, autismo e schizofrenia. Tanto che l’utilizzo è legalizzato dallo stato brasiliano per scopo religioso fin dal 1986 e nel 2008 sempre il ministro Gil ne ha avviato il processo di riconoscimento nei rituali religiosi come un patrimonio della cultura brasiliana. Sempre dall’articolo del Daily Mail vengono comunque presi in esame diverse testimonianze provenienti proprio da chi ha fatto parte di sette religiose dedite all’uso di Ayahuasca. I racconti di familiari sconvolti di fronte a giovani vittime di deliri e relativi suicidi, come di ragazzi che hanno subito danni permanenti come la schizofrenia. Lo psichiatra Ronaldo Laranjeira, dell’Università di San Paolo, ritiene che l’Ayahuasca sia così pericolosa da dover essere vietata, anche a scapito della libertà religiosa: “Si tratta di un farmaco con effetti allucinogeni, che altera profondamente le sostanze chimiche del cervello di chi la consuma. Ricordiamoci che anche i bambini, secondo la legge la potrebbero prendere”. In Italia dove ancora non si parla della diffusione della sostanza, la DMT è inserita nell’elenco delle sostanze stupefacenti. Ci sono però numerose sentenze della Cassazione, come scritto nelle pagine web delle news di Yahoo, dove si stabilisce che la sostanza non può essere paragonata alle altre droghe vietate nel nostro paese in quanto non “può considerarsi sostanza drogante poiché derivata in maniera naturale da piante presenti in natura nella foresta amazzonica e non prodotta da elaborazione o sintesi umana volta a potenziarne gli effetti”.