Anche il calcio ha la sua WikiLeaks. “Football_leaks” già dal nome è liberamente ispirata all’organizzazione fondata da Julian Assange. E da qualche giorno pubblica in forma anonima documenti scottanti del mondo del pallone. Contratti, clausole, accordi segreti dell’ultima sessione trasferimenti. Con un occhio di riguardo al Portogallo (Paese dove è stato aperto il sito, che infatti è scritto in portoghese). E alla Doyen, il misterioso fondo d’investimento che ha un ruolo più o meno da protagonista nella maggior parte delle transazioni svelate.
Tutto nasce giovedì 29 settembre alle 5.49 del mattino, quando sulla piattaforma live journalism viene aperto il dominio http://football-leaks.livejournal.com/, e viene pubblicato il primo post: si parte in sordina, con i presunti accordi fra lo Sporting Lisbona e il Recreativo Caàla, club satellite angolano che acquisterebbe giocatori per rigirarli ai portoghesi. Di qui in avanti è un’escalation di rivelazioni: il giorno dopo salta fuori la copia del contratto di Jorge Jesus, passato in estate dalla panchina del Benfica (con cui è anche arrivato in finale di Europa League nel 2014) a quella dello Sporting. L’allenatore più pagato della storia del Portogallo: 5 milioni e 4 euro, si legge nel documento ufficiale che appare su internet e che il club di Lisbona si affretta a smentire, denunciando il sito. Ma le pubblicazioni proseguono: le quattro pagine del contratto di trasferimento di Radamel Falcao dall’Atletico Madrid al Monaco nel 2013, che adesso chiunque può scaricare comodamente da internet. O dossier sempre più complessi e dettagliati. Come il cosiddetto “Progetto Imbula” tra Doyen e Porto, il più compromettente degli accordi fin qui svelati.
Secondo quanto scritto da Football Leaks, il fondo maltese avrebbe investito dieci milioni di euro per la metà del centrocampista francese, sperando di realizzare una plusvalenza con una eventuale cessione nei prossimi anni. Ci sarebbero tre padroni del cartellino: il Porto per il 50%, la Doyen per il 25% e il procuratore Nelio Lucas per il restante 25%. Da maggio 2015, però, la Fifa ha bandito le Tpo, le cosiddette “third-party ownership”, ovvero le multiproprietà dei calciatori con terze parti. Se le indiscrezioni fossero confermate, il Porto rischierebbe una sanzione ufficiale da parte della Fifa. Anche il mondo del calcio ha i suoi segreti e le rivelazioni di Football Leaks possono essere pericolose.
Chi ci sia dietro lo scandalo è un mistero: il dominio è registrato su un server russo e gli autori restano anonimi. Di certo, qualcuno che ha accesso ai cassetti più segreti dei club, visto che per l’affare Imbula sono state pubblicate persino le ricevute di ritorno della busta in cui hanno viaggiato le carte. Per il momento salta all’occhio soltanto la ricorrenza della Doyen nella maggior parte dei trasferimenti pubblicati. Si tratta del fondo che da qualche anno investe nel mondo del calcio centinaia di milioni di euro in maniera più o meno discutibile. Un fenomeno che la Fifa sta cercando di contrastare, mettendo al bando appunto le Tpo. Probabilmente anche gli autori di Football Leaks la pensano allo stesso modo. Questa notte un post pubblicato alle 3 del mattino ha anche cominciato a chiarire gli obiettivi del sito: “Tentare di dissipare la nuvola grigia di scarsa trasparenza che gravita sopra il mondo del calcio”. “Purtroppo – scrivono in un secondo post – lo sport che tanto amiamo è marcio. È il momento di dire basta”. Rivelandone tutti i segreti più nascosti. E i club di tutto il mondo tremano. A chi toccherà domani mattina?