Cinque bambine kamikaze hanno compiuto una strage con due distinti attacchi nella città nigeriana di Maiduguri, capitale dello stato federale di Borno, nel nord-est del Paese. Avevano addosso cinture e giubbotti imbottiti di esplosivo. La più piccola aveva 9 anni. Secondo forze di sicurezza citate dalla Bbc online, i morti sono 14 comprese le bambine, i feriti 39. Gli attentati sono avvenuti vicino a una moschea e alla sede della vigilanza.
Le esplosioni, hanno riferito ancora i militari alla Bbc, sono avvenute nella serata di giovedì 1 ottobre poco prima della preghiera quando la zona della moschea era molto affollata. A Maiduguri in attacchi analoghi solo due settimane fa erano morte più di 100 persone. L’attentato multiplo non è stato rivendicato ma le autorità lo attribuiscono ai Boko Haram, i fondamentalisti islamici che proprio in quest’area sei anni fa hanno dato il via alla loro guerra sanguinosa per l’instaurazione della Sharia (la legge islamica), con un bilancio di oltre 17.000 morti.
Gli attacchi sono aumentati da quando, lo scorso maggio, è diventato presidente della Nigeria il musulmano Muhammadu Buhari che ha ottenuto alcuni importanti successi contro il gruppo integralista, affiliato allo Stato islamico. E sempre più spesso i Boko Haram “usano” giovani donne e bambine che – secondo molti osservatori – senza capire cosa sta loro accadendo o anche contro la loro volontà, vengono trasformate in bombe umane e fatte saltare in aria in mezzo alla folla. Secondo fonti ad Abuja, capitale della Nigeria, le autorità temono che il numero delle vittime delle esplosioni di ieri sera aumenti in quanto molti feriti hanno subito mutilazioni e sono in condizioni molto gravi.
Sempre il primo ottobre, altre 11 persone, tra cui molte donne, sono state uccise da presunti membri di Boko Haram nella città di Kirchinga nello Stato di Adamawa, secondo quanto riportano i media locali. Gli attacchi sono avvenuti nello stesso giorno in cui l’esercito ha annunciato che 80 combattenti del gruppo fondamentalista si sono arresi nel Borno, un episodio che è stato descritto come una “pietra miliare” nella lotta contro il terrorismo.