Lo ricordo quel giorno. Era il 13 marzo del 2015 quando Papa Francesco ha annunciato il Giubileo straordinario della Misericordia. Pochi mesi più avanti sempre suo, invece, è stato un discorso fatto quando ha incontrato i partecipanti all’incontro mondiale dei movimenti popolari. Ha parlato di casa, di diritto alla casa. Pensai che qualcosa sarebbe se non cambiato, almeno migliorato per i cittadini in difficoltà. Misi da parte alcuni passaggi del suo discorso.
L’ho già detto e lo ripeto – ha detto una casa per ogni famiglia. (…) Oggi ci sono tante famiglie senza casa, o perché non l’hanno mai avuta o perché l’hanno persa per diversi motivi. Famiglia e casa vanno di pari passo! Ma un tetto, perché sia una casa, deve anche avere una dimensione comunitaria: il quartiere ed è proprio nel quartiere che s’inizia a costruire questa grande famiglia dell’umanità, a partire da ciò che è più immediato, dalla convivenza col vicinato. (…)
Sono crudeli le immagini degli sgomberi forzati, delle gru che demoliscono baracche, immagini tanto simili a quelle della guerra. E questo si vede oggi. Sapete che nei quartieri popolari dove molti di voi vivono sussistono valori ormai dimenticati nei centri arricchiti. Questi insediamenti sono benedetti da una ricca cultura popolare, lì lo spazio pubblico non è un mero luogo di transito ma un’estensione della propria casa, un luogo dove generare vincoli con il vicinato. (…) Perciò né sradicamento né emarginazione: bisogna seguire la linea dell’integrazione urbana! Questa parola deve sostituire completamente la parola sradicamento, ora, ma anche quei progetti che intendono riverniciare i quartieri poveri, abbellire le periferie e “truccare” le ferite sociali invece di curarle promuovendo un’integrazione autentica e rispettosa. (…)
Cosa è cambiato da allora? Gli sgomberi degli insediamenti abusivi – così definiti dall’Amministrazione pubblica -, meglio se qualificati insediamenti informali- spontanei precari, sono aumentati, e senza che siano migliorate le condizioni di chi resta senza un tetto. Del famigerato passaggio da casa a casa non se ne può parlare come una realtà messa in atto. Rari i casi di soluzione effettiva, numerosi quelli di alloggio temporaneo.
Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio, in questa video intervista spiega la situazione romana, difetti e mancanze relativi alla situazione delle comunità rom. Sembrerebbe quasi un giochetto: l’Amministrazione sgombera denunciando le pessime condizioni igieniche dei luoghi in cui vivono, grida alla mancanza di decoro per come vivrebbero queste famiglie, ma non offrendo soluzioni alternative poco dopo le stesse, sa che le stesse famiglie si ritroveranno presto in nuovi insediamenti spontanei precari.
Mi chiedo: è più decorso finire per strada? E soprattutto finendo per strada cosa ci potremmo aspettare da chi resta senza un tetto? Che resti sotto il cielo all’aperto? O che tenti di ricollocarsi in qualche modo? Di fatto l’Amministrazione cercherebbe, post sgombero, di ricollocare delle famiglie, ma dividendo il nucleo. Divisione che non viene accettata. Si sa: padre da una parte, madre e figli dall’altra. Il passaggio alla strada avviene subito dopo.
Così come era stato già raccontato durante un incontro con Save The Children – sulla questione legati agli sfratti e minori – vengono violate le garanzie procedurali previste dagli organismi internazionali.
Alla luce di questo è proprio l’Associazione 21 luglio a lanciare un appello internazionale, il 5 ottobre 2015, chiedere alle autorità romane (Prefettura, Assessorato alle Politiche Sociali e Gabinetto del Sindaco) una moratoria degli sgomberi forzati durante il periodo del Giubileo (8 dicembre 2015-20 novembre 2016) e l’istituzione di un Tavolo per rispondere alla problematica degli insediamenti informali presenti nella Capitale attraverso una modalità condivisa e rispettosa dei diritti umani.
Una campagna a cui hanno già aderito aderito diverse organizzazioni: Popica Onlus, Antigone, Cild (Coalizione italiana libertà e diritti civili), Atd Quarto Mondo, Associazione Chico Mendes, Scosse, Lunaria, OsservAzione, Prime Italia, Associazione Radicali Roma, Chi rom e…chi no, Compare, Unione Inquilini, Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), Associazione Sucar Drom, Associazione Sarda contro l’Emarginazione, Fcei (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), Cooperativa Animazione Valdocco, Romanipé Palermo, ABCittà società cooperativa sociale Onlus.
Isabella Borghese
Giornalista e ufficio stampa
Società - 2 Ottobre 2015
Roma: #peccatocapitale. Associazione 21 luglio contro il ‘Giubileo nero degli zingari’
L’ho già detto e lo ripeto – ha detto una casa per ogni famiglia. (…) Oggi ci sono tante famiglie senza casa, o perché non l’hanno mai avuta o perché l’hanno persa per diversi motivi. Famiglia e casa vanno di pari passo! Ma un tetto, perché sia una casa, deve anche avere una dimensione comunitaria: il quartiere ed è proprio nel quartiere che s’inizia a costruire questa grande famiglia dell’umanità, a partire da ciò che è più immediato, dalla convivenza col vicinato. (…)
Sono crudeli le immagini degli sgomberi forzati, delle gru che demoliscono baracche, immagini tanto simili a quelle della guerra. E questo si vede oggi. Sapete che nei quartieri popolari dove molti di voi vivono sussistono valori ormai dimenticati nei centri arricchiti. Questi insediamenti sono benedetti da una ricca cultura popolare, lì lo spazio pubblico non è un mero luogo di transito ma un’estensione della propria casa, un luogo dove generare vincoli con il vicinato. (…) Perciò né sradicamento né emarginazione: bisogna seguire la linea dell’integrazione urbana! Questa parola deve sostituire completamente la parola sradicamento, ora, ma anche quei progetti che intendono riverniciare i quartieri poveri, abbellire le periferie e “truccare” le ferite sociali invece di curarle promuovendo un’integrazione autentica e rispettosa. (…)
Cosa è cambiato da allora? Gli sgomberi degli insediamenti abusivi – così definiti dall’Amministrazione pubblica -, meglio se qualificati insediamenti informali- spontanei precari, sono aumentati, e senza che siano migliorate le condizioni di chi resta senza un tetto. Del famigerato passaggio da casa a casa non se ne può parlare come una realtà messa in atto. Rari i casi di soluzione effettiva, numerosi quelli di alloggio temporaneo.
Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio, in questa video intervista spiega la situazione romana, difetti e mancanze relativi alla situazione delle comunità rom. Sembrerebbe quasi un giochetto: l’Amministrazione sgombera denunciando le pessime condizioni igieniche dei luoghi in cui vivono, grida alla mancanza di decoro per come vivrebbero queste famiglie, ma non offrendo soluzioni alternative poco dopo le stesse, sa che le stesse famiglie si ritroveranno presto in nuovi insediamenti spontanei precari.
Mi chiedo: è più decorso finire per strada? E soprattutto finendo per strada cosa ci potremmo aspettare da chi resta senza un tetto? Che resti sotto il cielo all’aperto? O che tenti di ricollocarsi in qualche modo? Di fatto l’Amministrazione cercherebbe, post sgombero, di ricollocare delle famiglie, ma dividendo il nucleo. Divisione che non viene accettata. Si sa: padre da una parte, madre e figli dall’altra. Il passaggio alla strada avviene subito dopo.
Così come era stato già raccontato durante un incontro con Save The Children – sulla questione legati agli sfratti e minori – vengono violate le garanzie procedurali previste dagli organismi internazionali.
Alla luce di questo è proprio l’Associazione 21 luglio a lanciare un appello internazionale, il 5 ottobre 2015, chiedere alle autorità romane (Prefettura, Assessorato alle Politiche Sociali e Gabinetto del Sindaco) una moratoria degli sgomberi forzati durante il periodo del Giubileo (8 dicembre 2015-20 novembre 2016) e l’istituzione di un Tavolo per rispondere alla problematica degli insediamenti informali presenti nella Capitale attraverso una modalità condivisa e rispettosa dei diritti umani.
Una campagna a cui hanno già aderito aderito diverse organizzazioni: Popica Onlus, Antigone, Cild (Coalizione italiana libertà e diritti civili), Atd Quarto Mondo, Associazione Chico Mendes, Scosse, Lunaria, OsservAzione, Prime Italia, Associazione Radicali Roma, Chi rom e…chi no, Compare, Unione Inquilini, Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), Associazione Sucar Drom, Associazione Sarda contro l’Emarginazione, Fcei (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), Cooperativa Animazione Valdocco, Romanipé Palermo, ABCittà società cooperativa sociale Onlus.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.