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Se è vero che hanno già raccolto oltre 250 mila dollari e che qualcuno ha valutato la loro app oltre sette milioni e mezzo di dollari, forse la cosa migliore da fare sarebbe non parlarne affatto per evitare di diventare involontariamente parte dell’immensa campagna pubblicitaria alla quale, mai come in questo caso, i commenti positivi e negativi – proprio allo stesso modo – finiscono con il dar vita.
Ma la provocazione – perché, per ora, di questo si tratta – lanciata da Julia Cordray e Nicole Mc Cullough, le due startupper canadesi trapiantate in California, creatrici di Peeple, merita una recensione negativa, una stellina sola ripetuta milioni di volte, una bocciatura secca e senza prova di appello prima che sia troppo tardi perché l’idea che sta alla base della loro app di trasformare gli essere umani in un piatto di pasta, una stanza d’albergo o un disco in vendita su un qualsiasi store online è intrisa di superficialità, anti-educativa, culturalmente preistorica, disumana – nel senso tecnico del termine – e, ma è davvero la cosa che conta di meno, giuridicamente irrealizzabile.
Il “lampo di genio” delle due startupper, sarebbe quello di domandare ai 3 miliardi di cittadini del mondo che popolano il web di darsi reciprocamente un punteggio, riassunto in stelline – da 1 a 5 – sotto il profilo personale, sentimentale e professionale esattamente come si fa su Tripadvisor per le strutture alberghiere e i ristoranti, su eBay per prodotti, servizi e venditori o per qualsiasi altro oggetto o servizio recensibile online.
E la prima stellina solitaria, l’app – se mai vedrà la luce – delle due startupper canadesi, la meriterebbero proprio per questo: un essere umano non è una cosa, non è un oggetto commerciale, non è un servizio e non può e non deve diventarlo neppure per un istante, neppure – ed anzi soprattutto – nella dimensione digitale e telematica. L’idea di appiattire una persona in una manciata di stelline – che siano tante o poche – appartiene ad una subcultura travolta – quasi ovunque – per fortuna, dalla storia e dai tempi, una subcultura che non si avverte davvero la necessità di risuscitare dall’oblio proprio in quella straordinaria agorà che è la Rete, sogno o utopia democratica di questo secolo.
La seconda stellina – che non si somma alla precedente ma ci si affianca – è quella relativa all’idea che chiunque – e dunque non solo i personaggi pubblici o quelli attorno ai quali sussiste, in relazione a taluni episodi, un interesse pubblico – debba, per davvero, ritrovarsi esposto al rischio di essere recensito, a suon di stelline, da chicchessia e privato del sacrosanto diritto a restare nella propria dimensione anonima e di ignoto, al riparo tra le pareti del proprio diritto alla privacy.
Qui la provocazione di Peeple diventa quasi paradossale e sarebbe il caso che una qualche Authority di casa nostra – o di qualsiasi altra parte del mondo – lo faccia notare alle due startupper canadesi prima che lancino la loro app. Poco più di un anno fa, almeno in Europa – a torto o a ragione – si è fissato il principio secondo il quale chiunque può domandare a Google di disindicizzare – ovvero sganciare dal suo nome e cognome – persino un articolo di giornale pubblicato esercitando il sacrosanto diritto di cronaca, semplicemente in nome del c.d. diritto all’oblio ovvero il diritto a veder dimenticato dalla collettività un episodio reale e di interesse pubblico, appartenente al nostro passato.
Ed oggi, le fondatrici di Peeple propongono al mondo intero addirittura di recensire donne ed uomini incontrati, magari solo una volta, per un aperitivo o una cena e rendere pubblico ciò che è nato e dovrebbe, naturalmente, restare privato. E’ sin troppo facile immaginare che nessuno dei Signor Nessuno, destinatari di una recensione negativa l’accetterà con rassegnazione e che, pertanto, un istante dopo averla ricevuta chiederà a Peeple di cancellarla in nome del proprio diritto alla privacy ed a Google di disindicizzarla. Peeple, insomma, rischia di essere, nella migliore delle ipotesi per le sue fondatrici, un firmamento di stelle cadenti, assai meno romantico e suggestivo di quello della notte di San Lorenzo.
Ma fuor di battuta, il punto è che, evidentemente il diritto alla privacy, conquista ultra centenaria dei diritti fondamentali dell’uomo, vieta a chicchessia di recensire in pubblico chicchessia salvo che non sussista un interesse pubblico alla recensione il che sembra da escludere almeno quando si entra – come Peeple “minaccia” di voler fare – nel mondo delle relazioni personali e sentimentali se non, addirittura, sotto le lenzuola, dove, pure, è fin troppo facile immaginare che ranking e stelline rischiano di spopolare e di diventare il modo meno romantico della storia per mostrare apprezzamento per la compagnia di una donna o di un uomo e quello più efficace per vendicarsi di un compagno o di una compagna che ci hanno traditi o abbandonati.
E c’è poi un’ultima – si fa per dire e solo per amor di sintesi – stellina solitaria, zero ranking, minimo dei voti che non ci si può davvero esimere dall’attribuire a quel poco che di Peeple sin qui si sa. Le due ideatrici dell’app, infatti, in uno “slancio” di umanità e di rispetto verso il prossimo sembrerebbero aver previsto che mentre le recensioni positive andranno online in tempo reale, i risultati negativi finiranno per 48 ore in un limbo per consentire al destinatario del giudizio di “difendersi” e convincere il recensore a non “punirlo” con un giudizio così poco lusinghiero, qualunque cosa abbia fatto per meritare solo una o due stelline.
Un altro paradosso, forse segno dei tempi. Un giudizio, senza giudice terzo: una tizia annuncia ad un tizio – o viceversa – che sta per raccontare al mondo che cenare con lui è stato di una noia mortale e che è una pessima compagnia, una compagnia da una stellina e il malcapitato si ritrova davanti un gigantesco timer che segna il tempo entro il quale potrà – e anzi dovrà se ci tiene alla “faccia virtuale” – convincere lei che quella sera aveva mal di testa, che il lavoro si è impossessato dei suoi pensieri, che lui, invece, è stato benissimo e magari riempirle la casa di rose rosse a gambo lungo o, ancor meglio, entrare su Peeple e recensirla con il massimo dei voti, 5 stelline, novello pegno d’amore e moderno segno di romantica generosità d’animo.
Un format degno del più stupido dei reality della Tv spazzatura dei nostri giorni, ma la vita reale è un’altra cosa e, soprattutto, il reality dura una manciata di ore mentre una recensione su Peeple potrebbe restare online per sempre. Ma poniamo il caso che io “accusato” di meritare una sola stellina mi difenda dicendo che neppure conosco il mio “carnefice monostellato”. Che succede? Chi decide se mi sta solo esponendo alla pubblica gogna magari per vendetta personale o se sono io – che peraltro nel legittimo tentativo di difendere la mia sacrosanta privacy – sto mentendo?
Un’app – come un film – non andrebbe recensita prima di averla vista ma, forse, questa è l’eccezione che conferma la regola perché, la sindrome delle stelline che sembra essersi impossessata del web potrebbe far sì che dopo il debutto di Peeple, sarà troppo tardi per invitare le sue fondatrici a pensarci una volta di più e a contare almeno fino a cinque [stelline] prima di iniziare a distribuire la loro app.
Ma magari mi sbaglio, Peeple spopolerà senza far danni e convincerà donne e uomini che, in fondo della nostra dignità non sappiamo cosa farcene e che, invece, ci piace giudicare e lasciarci giudicare a colpi di stelline.
Guido Scorza
Componente del collegio del garante per la protezione dei dati
Diritti - 3 Ottobre 2015
Peeple: dimmi quante stelle hai e ti dirò chi sei. E la privacy?
Se è vero che hanno già raccolto oltre 250 mila dollari e che qualcuno ha valutato la loro app oltre sette milioni e mezzo di dollari, forse la cosa migliore da fare sarebbe non parlarne affatto per evitare di diventare involontariamente parte dell’immensa campagna pubblicitaria alla quale, mai come in questo caso, i commenti positivi e negativi – proprio allo stesso modo – finiscono con il dar vita.
Ma la provocazione – perché, per ora, di questo si tratta – lanciata da Julia Cordray e Nicole Mc Cullough, le due startupper canadesi trapiantate in California, creatrici di Peeple, merita una recensione negativa, una stellina sola ripetuta milioni di volte, una bocciatura secca e senza prova di appello prima che sia troppo tardi perché l’idea che sta alla base della loro app di trasformare gli essere umani in un piatto di pasta, una stanza d’albergo o un disco in vendita su un qualsiasi store online è intrisa di superficialità, anti-educativa, culturalmente preistorica, disumana – nel senso tecnico del termine – e, ma è davvero la cosa che conta di meno, giuridicamente irrealizzabile.
Il “lampo di genio” delle due startupper, sarebbe quello di domandare ai 3 miliardi di cittadini del mondo che popolano il web di darsi reciprocamente un punteggio, riassunto in stelline – da 1 a 5 – sotto il profilo personale, sentimentale e professionale esattamente come si fa su Tripadvisor per le strutture alberghiere e i ristoranti, su eBay per prodotti, servizi e venditori o per qualsiasi altro oggetto o servizio recensibile online.
E la prima stellina solitaria, l’app – se mai vedrà la luce – delle due startupper canadesi, la meriterebbero proprio per questo: un essere umano non è una cosa, non è un oggetto commerciale, non è un servizio e non può e non deve diventarlo neppure per un istante, neppure – ed anzi soprattutto – nella dimensione digitale e telematica. L’idea di appiattire una persona in una manciata di stelline – che siano tante o poche – appartiene ad una subcultura travolta – quasi ovunque – per fortuna, dalla storia e dai tempi, una subcultura che non si avverte davvero la necessità di risuscitare dall’oblio proprio in quella straordinaria agorà che è la Rete, sogno o utopia democratica di questo secolo.
La seconda stellina – che non si somma alla precedente ma ci si affianca – è quella relativa all’idea che chiunque – e dunque non solo i personaggi pubblici o quelli attorno ai quali sussiste, in relazione a taluni episodi, un interesse pubblico – debba, per davvero, ritrovarsi esposto al rischio di essere recensito, a suon di stelline, da chicchessia e privato del sacrosanto diritto a restare nella propria dimensione anonima e di ignoto, al riparo tra le pareti del proprio diritto alla privacy.
Qui la provocazione di Peeple diventa quasi paradossale e sarebbe il caso che una qualche Authority di casa nostra – o di qualsiasi altra parte del mondo – lo faccia notare alle due startupper canadesi prima che lancino la loro app. Poco più di un anno fa, almeno in Europa – a torto o a ragione – si è fissato il principio secondo il quale chiunque può domandare a Google di disindicizzare – ovvero sganciare dal suo nome e cognome – persino un articolo di giornale pubblicato esercitando il sacrosanto diritto di cronaca, semplicemente in nome del c.d. diritto all’oblio ovvero il diritto a veder dimenticato dalla collettività un episodio reale e di interesse pubblico, appartenente al nostro passato.
Ed oggi, le fondatrici di Peeple propongono al mondo intero addirittura di recensire donne ed uomini incontrati, magari solo una volta, per un aperitivo o una cena e rendere pubblico ciò che è nato e dovrebbe, naturalmente, restare privato. E’ sin troppo facile immaginare che nessuno dei Signor Nessuno, destinatari di una recensione negativa l’accetterà con rassegnazione e che, pertanto, un istante dopo averla ricevuta chiederà a Peeple di cancellarla in nome del proprio diritto alla privacy ed a Google di disindicizzarla. Peeple, insomma, rischia di essere, nella migliore delle ipotesi per le sue fondatrici, un firmamento di stelle cadenti, assai meno romantico e suggestivo di quello della notte di San Lorenzo.
Ma fuor di battuta, il punto è che, evidentemente il diritto alla privacy, conquista ultra centenaria dei diritti fondamentali dell’uomo, vieta a chicchessia di recensire in pubblico chicchessia salvo che non sussista un interesse pubblico alla recensione il che sembra da escludere almeno quando si entra – come Peeple “minaccia” di voler fare – nel mondo delle relazioni personali e sentimentali se non, addirittura, sotto le lenzuola, dove, pure, è fin troppo facile immaginare che ranking e stelline rischiano di spopolare e di diventare il modo meno romantico della storia per mostrare apprezzamento per la compagnia di una donna o di un uomo e quello più efficace per vendicarsi di un compagno o di una compagna che ci hanno traditi o abbandonati.
E c’è poi un’ultima – si fa per dire e solo per amor di sintesi – stellina solitaria, zero ranking, minimo dei voti che non ci si può davvero esimere dall’attribuire a quel poco che di Peeple sin qui si sa. Le due ideatrici dell’app, infatti, in uno “slancio” di umanità e di rispetto verso il prossimo sembrerebbero aver previsto che mentre le recensioni positive andranno online in tempo reale, i risultati negativi finiranno per 48 ore in un limbo per consentire al destinatario del giudizio di “difendersi” e convincere il recensore a non “punirlo” con un giudizio così poco lusinghiero, qualunque cosa abbia fatto per meritare solo una o due stelline.
Un altro paradosso, forse segno dei tempi. Un giudizio, senza giudice terzo: una tizia annuncia ad un tizio – o viceversa – che sta per raccontare al mondo che cenare con lui è stato di una noia mortale e che è una pessima compagnia, una compagnia da una stellina e il malcapitato si ritrova davanti un gigantesco timer che segna il tempo entro il quale potrà – e anzi dovrà se ci tiene alla “faccia virtuale” – convincere lei che quella sera aveva mal di testa, che il lavoro si è impossessato dei suoi pensieri, che lui, invece, è stato benissimo e magari riempirle la casa di rose rosse a gambo lungo o, ancor meglio, entrare su Peeple e recensirla con il massimo dei voti, 5 stelline, novello pegno d’amore e moderno segno di romantica generosità d’animo.
Un format degno del più stupido dei reality della Tv spazzatura dei nostri giorni, ma la vita reale è un’altra cosa e, soprattutto, il reality dura una manciata di ore mentre una recensione su Peeple potrebbe restare online per sempre. Ma poniamo il caso che io “accusato” di meritare una sola stellina mi difenda dicendo che neppure conosco il mio “carnefice monostellato”. Che succede? Chi decide se mi sta solo esponendo alla pubblica gogna magari per vendetta personale o se sono io – che peraltro nel legittimo tentativo di difendere la mia sacrosanta privacy – sto mentendo?
Un’app – come un film – non andrebbe recensita prima di averla vista ma, forse, questa è l’eccezione che conferma la regola perché, la sindrome delle stelline che sembra essersi impossessata del web potrebbe far sì che dopo il debutto di Peeple, sarà troppo tardi per invitare le sue fondatrici a pensarci una volta di più e a contare almeno fino a cinque [stelline] prima di iniziare a distribuire la loro app.
Ma magari mi sbaglio, Peeple spopolerà senza far danni e convincerà donne e uomini che, in fondo della nostra dignità non sappiamo cosa farcene e che, invece, ci piace giudicare e lasciarci giudicare a colpi di stelline.
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Roma, 2 mar. (Adnkronos) - La capitale si prepara ad accogliere il ‘Resp Festival’, un evento innovativo che promette di trasformare Ariccia in un epicentro di suoni, luci e performance artistiche. Organizzato dal gruppo 06, il Festival si terrà presso il nuovo mega club ‘Factory46’, una struttura di 2.000 mq, (in Via Quarto Negroni 46, Ariccia), dotata di impianto audio all’avanguardia, giardino e zona food. L’evento si svolgerà dal 15 marzo per cinque sabati consecutivi, offrendo un’esperienza sensoriale unica, e rappresentando un nuovo capitolo nella scena della musica elettronica di Roma, portando con sé una ventata di innovazione e sperimentazione.
Il Resp Festival vanta un cartellone con 20 Dj internazionali e italiani, che si esibiranno ogni sabato dalle 23:00 alle 5:00, in un mix di performance dal vivo, spettacoli laser e led wall mozzafiato. Il primo sabato, 15 marzo, vedrà la partecipazione della star internazionale Pablo Say dalla Spagna, insieme alla talentuosa Debora Savasto e Katoff dall’Inghilterra. Tra gli altri protagonisti ci saranno Manuel Le Saux e Sygma, DJ e producer resident del festival. I tanti artisti porteranno sul palco una varietà di stili e influenze, creando un’esperienza sonora unica e coinvolgente.
“Siamo incredibilmente entusiasti di presentare il Resp Festival. Questo evento rappresenta un’opportunità unica per esplorare nuove frontiere della musica elettronica e delle arti visive. Miriamo a creare un’esperienza dinamica e coinvolgente per tutti i partecipanti. Abbiamo lavorato duramente per portare artisti di fama internazionale e talenti emergenti, creando un programma che celebra la diversità e l’innovazione. Non vediamo l’ora di condividere questa avventura con il nostro pubblico e di vedere come il Festival contribuirà a far crescere la scena culturale romana e non solo”, ha spiegato Sergio Serafini, organizzatore del Resp Festival e fondatore del gruppo 06.
Dopo l’inaugurazione del 15 marzo, si prosegue sabato 22 marzo con un evento misterioso e imperdibile, ‘Top Secret’. Poi sabato 29 marzo, si terrà una serata dedicata alle donne DJ, con la partecipazione di Alessandra Roncone, Las Mellizas, Francesca Fagiani, Kalhea e Consuelo. Sabato 5 aprile, sarà ‘La notte House of Vibe’ con il leggendario Joe T. Vannelli e Kristine.
Mentre sabato 12 aprile ci sarà il gran finale con la crew dell’Insomnia Discoacropoli d’Italia di Pisa, guidata dal fondatore Antonio Velasquez e DJ come Gabry Fasano, Alessandro Tognetti, Antonio Marki, Sandro Vibot e Riccardo Brush. Il Resp Festival non è solo un evento musicale, ma anche un’occasione per esplorare nuove forme di espressione artistica e per abbattere le barriere, connettendo presente e futuro, radici e prospettive. Inoltre il Festival si propone come un punto di incontro per artisti e pubblico, promuovendo la condivisione, il movimento e l’ascolto.
Il festival è accessibile con un unico biglietto Full Pass da € 69,90 per tutte le cinque serate, acquistabile online su Xceed. Non manca anche l’aspetto della solidarietà e della cultura. In collaborazione con Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo), il Festival avrà anche una componente solidale, con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere il valore del dono del midollo osseo. Ogni serata vedrà anche la presentazione di libri da parte di giovani scrittori emergenti. Inoltre il festival sarà molto attento anche alla sicurezza e garantirà un’esperienza senza preoccupazioni, grazie ai servizi navetta gratuiti per raggiungere la location in totale tranquillità.
Milano, 2 mar. (Adnkronos) - Altra sconfitta per il Milan di Conceicao con una diretta concorrente per l'Europa. Dopo il ko con il Bologna nel recupero, i rossoneri escono sconfitti da San Siro anche con la Lazio, per 2-1 in una gara folle, decisa al 98' da un calcio di rigore realizzato da Pedro, dopo che Chukwueze aveva riportato in parità la sfida pareggiando il gol di Zaccagni, con i rossoneri in dieci uomini per l'espulsione di Pavlovic. I rossoneri scivolano così in nona posizione, superati anche dalla Roma, mentre la Lazio sale a 50 punti e si riprende la quarta posizione, ai anni della Juventus impegnata domani con il Verona, e si avvicina all'Atalanta terza a 55 punti.
Conceiçao per la sfida interna, con la Curva che è entrata a gara iniziata per protesta, conferma nove undicesimi della formazione scesa in campo dal 1' contro il Bologna. Inserisce Gabbia al posto di Thiaw al centro della difesa e Pulisic per Joao Felix nel tridente offensivo con Leao e Reijnders alle spalle di Gimenez. In mezzo al campo Musah e Fofana, sugli esterni Jimenez a destra con Theo Hernandez a sinistra. Baroni, invece, deve rinunciare a Castellanos e Romagnoli e in difesa schiera Gila con Gigot davanti a Provedel. Sugli esterni Marusic e Nuno Tavares, con Rovella e Guendouzi a centrocampo, mentre in avanti Tchaouna, con Dia, Isaksen e Zaccagni a supporto.
La Lazio parte subito forte e al 3' Rovella serve Dia che scatta sul filo del fuorigioco ma viene fermato da intervento prodigioso di Maignan. Un minuto dopo sul cross di Nuno Tavares dalla sinistra, svetta Dia di testa ma non inquadra la porta. Poi al 6' tocca a Nuno Tavares a rendersi pericoloso ma Pavlovic sbroglia. Al 12' Isaksen fa partire un violento sinistro dalla distanza, ma la palla sfiora il palo alla sinistra di Maignan. Il Milan reagisce nel momento in cui i tifosi rossoneri fanno il proprio ingresso in curva Sud ma non basta. Al 19' Leao viene pescato al limite dell'area laziale e imbuca per Reijnders, bravo nel centrare la porta in caduta ma non abbastanza da impensierire Provedel. La Lazio riprende ad offendere e al 28' passa: Tchaouna tocca per Marusic che impegna Maignan con il destro in diagonale, sulla respinta arriva Zaccagni che insacca in spaccata con il sinistro per l'1-0. Dopo la rete ospite, Conceiçao si gioca subito la carta Joao Felix per provare a dare la scossa decisiva, ma nel finale Zaccagni va vicinissimo al raddoppio con un destro al volo, fuori di un soffio.
A inizio ripresa il tecnico rossonero fa uscire Jiménez per mettere dentro Walker, ma la Lazio continua a rendersi pericolosa. Al 50' ennesima ripartenza con Nuno Tavares che serve Gigot al centro dell'area ma il difensore biancoceleste calcia debolmente e Maignan blocca. Al 51' Pulisic serve Joao Felix che sii gira e calcia di prima intenzione ma manda di poco sopra la traversa. La gara è aperta e la Lazio al 54' sfiora il bis con Zaccagni: Guendouzi serve il compagno che rientra sul destro e calcia a giro ma manda la palla fuori di pochissimo. Al 55' ancora Joao Felix protagonista, poi la palla arriva a Pulisic che non trova la porta da pochi passi.
Il Milan rischia, si sbilancia e la squadra di Baroni affonda ancora al 58' con Gila che in girata di sinistro spedisce il pallone sopra la traversa. La partita si complica ulteriormente per il Milan al 67': recupero di Guendouzi al limite della propria area e palla per Isaksen che scappa via a Pavlovic che lo stende e per l'arbitro Manganiello è rosso diretto per il giocatore serbo. Milan in dieci e sotto di un gol. Al 71' punizione tagliata di Nuno Tavares dalla sinistra, Maignan non ci arriva e Theo Hernandez rischia l'autorete, poi la difesa rossonera spazza via.
il Milan con le poche energie rimaste prova a raggiungere il pari che arriva un po' a sorpresa all'84' con Chukwueze che di testa trova l'angolino sul cross morbido di Leao sul secondo palo per l'1-1. I rososneri provano anche a vincerla ma la Lazio non ci sta e all'86' Dia serve Isaksen che controlla al limite e calcia in porta col destro, ma Maignan non si fa sorprendere e blocca. Finale concitato che si decide al 98' grazie a Pedro che realizza su calcio di rigore il gol vittoria del 2-1 dopo l'on field Review con Manganiello che assegna il penalty per il fallo di Maignan su Isaksen. Pedro glaciale spiazza il francese e stende il Milan, alla terza sconfitta consecutiva e in piena crisi con Conceicao sempre più in bilico.
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Il vertice di Londra di oggi ha dimostrato che la posizione assunta da Giorgia Meloni in questi giorni è ampiamente condivisa, da Starmer a Tusk a molti altri leader. Quando Giorgia Meloni dice che le due sponde dell’Atlantico non devono dividersi, questo è proprio uno dei messaggi forti che arrivano da Londra". Lo ha detto l’europarlamentare di Fratelli d’Italia- Ecr Carlo Fidanza, capo delegazione del partito a Bruxelles, intervenendo in studio a '4 di sera' su Rete 4.
"E’ importante la posizione espressa dal premier italiano per cui vanno tenuti uniti gli USA e l’Europa. Da 75 anni la Nato garantisce la sicurezza dell’Europa, quindi prima di ragionare di soluzioni anche un po’ avventuristiche fuori dalla cornice Nato, occorre fare ogni sforzo possibile, tenendo gli Usa dentro al tavolo della trattativa sull’Ucraina -ha aggiunto-. Senza la deterrenza militare della Nato, e quindi senza la presenza degli Usa, è impensabile dare reali garanzie di sicurezza all’Ucraina. Una sicurezza che l’Europa da sola non è in grado di garantire e che serve anche per evitare che la Russia faccia ciò che ha fatto con l’Ucraina con altri Stati europei”.
Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - Appello per una giovane 26enne di origini siriane scomparsa da Latina ieri. Ayah Krdi, si legge su post dell'associazione Penelope Lazio (associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse Odv), "si è allontanata da casa per recarsi alla casa di riposo Sasn Francesco di Latina. Era a piedi, con il cellulare. Potrebbe trovarsi presso stazioni di autobus o metro".
L'appello continua dando una descrizione della giovane: "è alta 1,64 mt, corporatura media, indossa un velo nero come copricapo, una giacca di colore nero e grigio, jeans, scarpe da ginnastica bianche ed ha una borsa nera. Potrebbe avere bisogno di aiuto", chiude l'appello dell'associazione pubblicando anche una foto della giovane.
Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - L'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino ha chiesto di poter accedere al regime di semilibertà. Nel 2017 era stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio provocando 32 vittime e centinaia di feriti. Schettino ha maturato il termine che gli consente di accedere alle misure alternative al carcere avendo già scontato la metà della pena. L'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma si terrà martedì 4 marzo.
Schettino, recluso nel carcere romano di Rebibbia, beneficia attualmente di 45 giorni all'anno di permessi ottenuti grazie alla buona condotta mantenuta nel carcere romano. L'ex comandante della Costa Concordia tre anni fa aveva ottenuto la possibilità di lavorare in carcere e gli era stato affidato il compito di contribuire alla digitalizzazione dei documenti giudiziari della strage di Ustica e della strage di via Fani a Roma con il sequestro e l'omicidio dello statista democristiano Aldo Moro.
Una delle persone sopravvissute al naufragio, Vanessa Brolli, 27 anni, che era in vacanza sulla Costa Concordia con i fratelli, i genitori e altri parenti per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni, ha dichiarato una volta appreso la notizia: "Dispiace sapere che potrebbe tornare a casa. Schettino deve pagare per le sue colpe. A prescindere dalla decisione dei giudici siamo certi che Schettino vivrà il resto dei suoi giorni con addosso il peso di questa tragedia. Questa è la più grande pena per lui. Anche se dovesse uscire dal carcere, dovrà convivere con questa colpa per tutta la vita".
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Ursula Von der Leyen dice che è 'urgente riarmare l’Europa', Macron parla di 'invio di truppe' in Ucraina. Per la Lega invece è urgente lavorare per la Pace. L’Occidente intero ha il dovere di evitare a tutti i costi il rischio di una Terza Guerra Mondiale, bene fa il governo italiano a cercare di tenerlo unito e il presidente Trump, con responsabilità e pragmatismo, a spingere tutti in questa direzione". Lo scrive la Lega in un post sui social.
Roma, 2 mar. (Adnkronos) - "We stand with Ukraine! Continuiamo a sostenere con forza e decisione, a livello nazionale ed europeo, la resistenza del popolo ucraino. Continuiamo a lavorare per una pace giusta, sicura e duratura. Continuiamo a difendere la libertà, i diritti, la democrazia”. Lo ha scritto su X Piero De Luca, deputato e capogruppo Pd in commissione Politiche europee, che ha partecipato alla manifestazione a sostengo dell’Ucraina che si è tenuta a Roma.