Denis Verdini non serve per far passare le riforme (almeno non per ora e almeno non da solo), ma è sempre più un problema per il Partito democratico. “Non è il mostro di Lochness”, dice Matteo Renzi intervistato da Repubblica nel giorno più nero per la riforma del Senato. “Io voglio il Pd unito”. Ma il gruppo Ala dell’ex berlusconiano vota per il ddl Boschi in ordine composto, mentre in modo molto meno composto affronta la discussione del ddl Boschi. La scena nelle ultime ore è stata tutta per il senatore verdiniano Lucio Barani accusato di aver mimato il gesto del sesso orale verso una parlamentare del Movimento 5 Stelle. Tre giustificazioni diverse, nessuna scusa ufficiale e tanto imbarazzo per il Partito democratico.”Ogni gesto volgare, in modo particolare verso le donne, va censurato senza se e senza ma”, taglia corto Renzi. Ma non basta a calmare le acque tra i suoi. “Barani, Verdini and company”, dice su Facebook l’esponente della minoranza Pd Roberto Speranza, “meglio perderli che trovarli. Renzi ha detto che vuole unire il Pd. Bene. La prima cosa da fare è smetterla di amoreggiare con certi personaggi”.

Il presidente del Consiglio però ignora il problema: “Una parte del partito non ha accettato di aver perso il congresso”, dice. “Io voglio il Pd unito. Verdini ormai è diventato il paravento per qualsiasi paura. Tutti lo evocano anche vedendolo dove non c’è: ormai è raffigurato come una sorta di mostro di Lochness nostrano e credo che questa definizione lo faccia contento e sorridente come non mai”. Si potrebbe accettare l’ingresso dei verdiniani in maggioranza? “Verdini e i suoi non fanno parte della maggioranza di governo. Votano le riforme non la fiducia”.

Intanto la seduta di venerdì con gli scontri e gli insulti in Aula continua a far discutere. “In Senato”, scrive il quotidiano Avvenire in un commento, “si sta affrontando una riforma storica e l’Aula non può assomigliare a un asilo“. E continua con un appello al presidente Pietro Grasso affinché “con l’aiuto dei capigruppo faccia quanto in suo potere per riprendere in mano la situazione”. Il giornale dei vescovi fa presente come “da alcuni giorni l’Aula del Senato sembra essere diventato uno dei posti peggiori in cui portare un bambino. Gesti dell’ombrello, parolacce, minacce, insulti a piede libero, addirittura boccacce”. E’ “una deriva e un malcostume cui si assiste da anni” ma “questa volta i fattacci e le volgarità stonano un pò di più” perché “i senatori sono impegnati nell’esame di un disegno di legge che cambia profondamente la Costituzione”. E allora “se proprio non si riesce ad avere rispetto per le persone, e per le donne in particolare, sulle quali ci si accanisce nelle offese con il peggiore spirito da taverna, quantomeno si potrebbe provare ad averlo per la storia della nostra Repubblica”.

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