Dall’inizio dei bombardamenti in Siria, l’aviazione russa ha compiuto oltre 60 raid e colpito più di 50 infrastrutture dell’Isis. Lo ha reso noto il generale Andrei Kartapolov, vice capo dello stato maggiore russo. Ma secondo l’agenzia siriana Sana e l’Osservatorio nazionale per i diritti umani durante gli attacchi sono stati colpiti anche obiettivi che con lo Stato islamico non hanno niente a che vedere. Inoltre, secondo l’ong, negli ultimi quattro giorni durante i bombardamenti dei caccia di Mosca sono rimasti uccisi 39 civili e 14 jihadisti. Dei miliziani uccisi, 12 appartenevano all’Isis e 2 al Fronte al Nusra, la branca siriana di Al Qaida.
Una fonte militare di Damasco – citata dall’agenzia Sana – parla di attacchi effettuati dai jet russi contro un centro di comando fortificato ad Al Latamneh, nella provincia centrale di Hama, dove sono presenti ribelli non jihadisti. In altri raid, aggiunge la stessa fonte, sono stati distrutti depositi di armi e munizioni nella città di Jisr al Shughur, nella provincia nord-occidentale di Idlib, controllata da una coalizione di gruppi armati islamisti tra i quali il Fronte al Nusra. Infine, un campo di addestramento e un deposito di armi e munizioni sono stati attaccati a Maaret al Numan, anch’essa località nella provincia di Idlib. Da parte sua l’Ondus riferisce di incursioni di caccia russi la notte scorsa su posizioni dei ribelli a Jabal al Turkman, nel nord della provincia di Latakia, il cui omonimo capoluogo è una delle roccaforti della famiglia del presidente Bashar al Assad. In questo bombardamento, secondo l’Ondus, sarebbe rimasto anche danneggiato “un ospedale affiliato a un’organizzazione medica internazionale”.
Lo stato maggiore russo intanto fa sapere che gli attacchi verranno intensificati, e si è detto pronto a cooperare con tutti i Paesi interessati. Andrei Kartapolov ha precisato: “Oltre 600 militanti dell’Isis hanno abbandonato le loro posizioni in seguito ai raid aerei russi in Siria: lo ha reso noto Andrei Kartapolov, vice capo dello stato maggiore russo. “Nelle loro file è cominciato il panico”, ha aggiunto, precisando che a disertare sono “mercenari” che ora tentano di dirigersi verso l’Europa.