Venti raid nelle ultime 24 ore. Durante le quali i jet russi hanno distrutto dieci obiettivi dell’Isis in Siria nei pressi della città di al Tabqa, nella provincia di Raqqa (roccaforte dello Stato islamico), dove è stato annientato un campo di addestramento dei jihadisti e un deposito di munizioni. Lo ha reso noto il portavoce del ministro della Difesa Igor Konashenkov, citato dai media russi.
Intanto il presidente siriano Bashar al-Assad, parlando alla televisione iraniana Khabar, ha detto che non esiterà a “lasciare” il proprio posto se questa “è la soluzione”. La richiesta, al momento, è arrivata da più parti, ma sempre dall’Occcidente. Lo stesso Occidente che – nonostante l’impegno contro l’Isis in Siria – per Assad non ha credibilità. Anzi. E’ accusato di utilizzare il terrorismo “come un nuovo strumento per soggiogare la regione”, non a caso: “I maggiori leader terroristi in Siria e Iraq sono europei”. “La nostra priorità – ha sottolineato – è impedire che altri Paesi cadano sotto l’egemonia occidentale”. Per questo “la coalizione formata da Russia, Siria, Iran e Iraq deve vincere o la regione sarà distrutta”. Le quattro nazioni, secondo Assad, raggiungeranno “risultati concreti”, a differenza dell’alleanza internazionale guidata dagli Stati Uniti la cui campagna di attacchi aerei contro i militanti dello Stato islamico in Siria e Iraq ha segnato solo un ampliamento della violenza, è convinto il presidente secondo cui “l’Occidente spara ai rifugiati siriani con una mano e con l’altra gli dà da mangiare”.
Ma proprio dall’Occidente continuano ad arrivare le critiche a Mosca per il suo impegno in Siria. Di “terribile errore” ha parlato il premier inglese David Cameron che attacca il leader russo Vladimir Putin durante un’intervista alla Bbc in occasione dell’apertura della conferenza annuale del Partito conservatore a Manchester. “L’intenzione è quella di rendere la regione più instabile, e questo porterà a un’ulteriore radicalizzazione e un aumento del terrorismo – ha dichiarato il primo ministro – Vorrei dire alla Russia di cambiare decisione e di unirsi a noi nella lotta contro lo Stato islamico”. Mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che i bombardamenti dell’aviazione russa sono inaccettabili, avvertendo Mosca che corre il rischio di diventare una presenza ostile nella regione. Anche Erdogan, in partenza per la Francia, ha detto che la Russia sta commettendo un “grave errore” e che la Turchia è “triste e turbata” dalle sue azioni.