Un jet russo di ritorno da un bombardamento in Siria è entrato per otto chilometri nel confine della Turchia e ha violato lo spazio aereo. Secondo fonti russe si sarebbe trattato di “un errore di navigazione”, ma il livello di preoccupazione sugli interventi militari nella zona continua ad aumentare. “Le azioni russe non contribuiscono alla sicurezza ed alla stabilità della regione”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che ha esortato Mosca “a rispettare pienamente lo spazio aereo dell’Alleanza e ad evitare un’escalation della tensione con la Nato“.
L’Alleanza ha riunito a Bruxelles il Consiglio Atlantico straordinario per “consultazioni sulle potenziali implicazioni delle recenti e pericolose azioni militare russe in Siria”. Al termine del vertice la Nato ha protestato “con forza” contro le violazioni russe dello spazio aereo turco e “condanna queste incursioni e violazioni nello spazio aereo dell’Alleanza”, si legge nella nota diramata dal Consiglio, che parla di “estrema pericolosità di un tale comportamento”. Gli alleati, per questo, chiedono alla Federazione russa di “cessare e spiegare immediatamente queste violazioni”, come quelle avvenute sabato e domenica nella regione di Hatay.
Il Consiglio ha chiesto alla Federazione russa anche di “cessare immediatamente i suoi attacchi contro l’opposizione siriana ed i civili, per concentrare i suoi sforzi sullo Stato islamico, promuovendo una soluzione al conflitto attraverso la transizione politica”. Gli alleati, afferma il comunicato, “hanno espresso la loro profonda preoccupazione per l’aumento della presenza militare russa in Siria, in particolare per gli attacchi dell’Aeronautica a Hama, Homs e Idlib, che hanno portato a perdite civili e non hanno colpito Daesh”.
Il velivolo russo il 3 ottobre scorso, secondo le ricostruzioni del ministro degli Esteri turco, è rientrato in Siria prima che i jet turchi potessero attaccarlo. L’incidente fa temere un’escalation di tensione nella regione derivante dall’intervento armato della Russia in Siria, iniziato il 30 settembre scorso su richiesta del presidente Bashar al-Assad per combattere lo Stato Islamico (Is) e fortemente criticato da Ankara. Dal giugno del 2012 la Turchia ha creato una zona cuscinetto con la Siria dopo che un missile dell’aviazione di Damasco aveva abbattuto un aereo militare turco entrato nello spazio aereo siriano.
Intanto nelle ultime 24 ore ci sono stati 25 raid russi nella zona. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, l’aviazione militare ha effettuato venticinque raid colpendo una decina di obiettivi dello Stato islamico. In particolare, nei raid su Idlib, una delle roccaforti dei miliziani dell’Isis, sarebbe stata colpita una base con trenta mezzi, inclusi alcuni tank T-55 sequestrati dagli uomini dello Stato islamico all’esercito siriano. Il portavoce del ministero della Difesa russo, il generale Igor Konashenkov, ha riferito che a Homs sono stati distrutti anche due depositi di armi.