La violazione sistematica dello spazio aereo turco e i bombardamenti contro i ribelli e non solo per distruggere le postazioni Isis. Mosca al fianco del regime di Damasco ha messo in allerta la Nato. Ciò che prima era una sensazione ora ha trovato l’ufficialità nelle parole del segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. Che ha ammesso: “L’azione militare della Russia in Siria ci preoccupa” non solo per le violazioni dello spazio aereo turco, ma “anche perché” gli aerei di Putin “non attaccano l’Isis ma i gruppi dell’opposizione che combattono lo Stato Islamico ed anche i civili”. Non solo. Stoltenberg ha sottolineato come da parte di Mosca “non ci sono state spiegazioni” alla Nato, almeno “non oltre quello che abbiamo visto sui media”. Il segretario generale ha spiegato di “non voler speculare sulle loro motivazioni”, sottolineando che “sono state violazioni che non devono ripetersi”.

L’allenza di guerra tra il Cremlino e Bashar Al Assad, quindi, diventa un problema grosso. La conferma anche dalle parole del presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, che alla plenaria di Strasburgo ha sottolineato come quello che sta avvenendo in Siria “potrebbe evolvere in conflitto di portata globale visto il coinvolgimento di potenze mondiali“. Le reazioni politiche alle azioni di Mosca, del resto, si basano sulla cronaca dei fatti. Un aereo militare russo, infatti, ha violato per la seconda volta in due giorni lo spazio aereo di Ankara dall’inizio dei bombardamenti russi in Siria. A denunciare l’episodio, accaduto domenica, è stato il ministero degli Esteri turco, che ha convocato di nuovo l’ambasciatore russo ad Ankara per protestare contro l’episodio. Una prima violazione è avvenuta sabato notte e in quel caso Mosca ha parlato di un “errore” dovuto a “condizioni meteo sfavorevoli”.

I media internazionali travisano gli obiettivi dell’operazione militare russa in Siria attraverso “una potente campagna informativa antirussa”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. L’Alleanza inoltre, ha detto l’inviato russo alla Nato, Alexander Grushko, citato dall’agenzia di stampa russa Tass, sta usando l’incursione accidentale di un velivolo russo nello spazio aereo turco “per distorcere gli obiettivi delle operazioni compiute dalle forze aeree russe in Siria”.

In attesa di riscontri, l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) ha confermato come jet russi ed elicotteri governativi siriani hanno effettuato nelle ultime ore bombardamenti su ribelli non Isis nel nord della provincia di Hama, aggiungendo che civili sono in fuga da alcune località della regione nel timore di una imminente avanzata dei lealisti. Gli aerei russi, precisa l’Ondus, sono tornati a colpire posizioni dei ribelli intorno alle cittadine di Latamna (presa di mira fin dal primo giorno di raid, il 30 settembre) e di Kafr Zita. Gli elicotteri di Damasco hanno bombardato anch’essi aree nei pressi di Kafr Zita e di Kafrenbudeh, mentre l’artiglieria ha colpito obiettivi a Latamna.

Tv siriana: “Raid russi anche su Palmira”. Mosca smentisce – Secondo la tv di Stato siriana, i caccia russi “hanno colpito obiettivi dello Stato islamico” nella città di Palmira e nella provincia di Aleppo. L’emittente sottolinea che nei raid a Palmira sono stati distrutti 20 veicoli e tre depositi di armi, mentre nella provincia di Aleppo sono state prese di mira le cittadine di al-Bab e Deir Hafer, circa 20 chilometri a est di un aeroporto militare attualmente assediato dai combattenti dell’Isis. Per Mosca si tratta di “un’assoluta menzogna“, ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo, generale Igor Konashenkov, citato dall’agenzia Tass. “La nostra aviazione in Siria – ha proseguito – non bombarda i centri abitati e soprattutto i monumenti”.

Ankara: “Nostri F15 nel mirino dei missili di Damasco e di caccia ignoti” – Nei cieli che sovrastano il confine tra Siria e Turchia, intanto, spirano venti di guerra. L’esercito di Ankara ha riferito che caccia F-16 turchi che stavano pattugliando il confine con la Siria si sono trovati per 4 minuti e 15 secondi nel mirino di radar dei sistemi missilistici di Damasco e per 4 minuti e mezzo in quello di caccia MiG-29 di provenienza ignota. “Otto jet turchi F-16 sono stati inseguiti da MiG-29 non identificati per 4 minuti e 30 secondi durante un volo di pattugliamento al confine con la Siria” di ieri, riferisce un comunicato dell’esercito turco citato dal sito del quotidiano Hurriyet. Inoltre “le batterie anti-aeree siriane hanno messo nel mirino i jet turchi per 4 minuti e 15 secondi”, prosegue la nota. Sia l’aviazione siriana che quella russa utilizzano caccia MiG-29. L’episodio segue uno analogo avvenuto domenica, quando due jet da combattimento F-16 turchi si sono trovati per 5 minuti e 40 secondi nel mirino del radar di un caccia MiG-29 di provenienza non identificata.

Ankara: “Raid russi causeranno altri 3 milioni di profughi” – Le azioni di guerra potrebbero avere ripercussioni sull’emergenza migranti in Turchia, visto che i raid russi in Siria rischiano di spingere verso il confine oltre tre milioni di nuovi profughi. A lanciare l’allarme è il vicepremier di Ankara, Numan Kurtulmus, esprimendo preoccupazione per l’instabilità causata dai bombardamenti in zone densamente popolate. “L’ovest della Siria è la zona con la più alta popolazione: Damasco, Homs, Hama, Aleppo e Latakia. Al momento c’è un equilibrio, una guerra civile multilaterale. Ogni intervento aggiuntivo, e in particolare i bombardamenti russi alle postazioni dei dissidenti moderati, rafforzeranno il regime” che “aumenterà la repressione e gli attacchi”, avvisa il vicepremier turco. Secondo le stime di Ankara, “nuovi cambi negli equilibri in queste città porteranno a un afflusso in Turchia di centinaia di migliaia di persone, forse più di un milione”. Sos confermato anche da Donald Tusk.

Media: “Mosca ha raggiunto intesa con Baghdad per raid sull’Iraq” – Nel frattempo, la Russia avrebbe raggiunto un accordo con il governo di Baghdad per bombardare postazioni dello Stato Islamico in Iraq. Lo rende noto il giornale saudita ‘Okaz’, spiegando che i raid aerei russi in Iraq dovrebbero prendere il via nei prossimi giorni. Il quotidiano di Riad scrive inoltre che in un secondo momento potrebbe essere possibile anche un’operazione di terra condotta dalla Russia in Iraq. L’accordo tra Baghdad e Mosca seguirebbe quello raggiunto tra la Siria di Bashar al-Assad e la Russia, che il 30 settembre scorso ha iniziato a bombardare postazioni dell’Is e del Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda in territorio siriano. Su questa ipotesi, però, Mosca ha precisato che valuterà la possibilità di estendere all’Iraq gli attacchi aerei che sta compiendo in Siria nel caso in cui ricevesse esplicita richiesta da Baghdad.

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