Roma, 4 mar. (Adnkronos) - "Questo programma nasce da una mia idea, come conseguenza naturale dei miei giri per l'Italia con l'Orchestraccia. L'Italia ha un rapporto fortissimo con il folk e tanti giovani lo stanno riscoprendo e aggiornando con nuove sonorità. È un patrimonio immenso, che meritava un programma di conoscenza e di scoperta. E devo dire che la Rai ha creduto molto in questo format originale, un progetto coraggioso che incarna tutti i valori del servizio pubblico". Marco Conidi, cantautore romano, attore e frontman della band L’Orchestraccia, parla così con l'Adnkronos di 'Musica Mia', il nuovo programma che prenderà il via domenica 9 marzo alle 14 su Rai2. Alla conduzione, Conidi sarà affiancato da Lorella Boccia, in un viaggio per l’Italia da Nord a Sud a bordo di un pulmino, carico di strumenti musicali, per comprendere quanto la musica sia capace di raccontare e tramandare le tradizioni di un luogo.
"La musica popolare - sottolinea Conidi - è da una parte uno strumento di conoscenza e approfondimento antropologico, e dall’altra il legante che tiene insieme le comunità. Da sempre, quello che l’uomo non riusciva o non poteva esprimere a parole lo suonava e lo cantava". E l'Italia "ha un patrimonio immenso: dalla pizzica salentina, nata quasi come forma di esorcismo e oggi danza che fa ballare migliaia di persone, alla tarantella napoletana, malinconica e nello stesso tempo festosa", aggiunge Conidi. "Ho pensato che valesse la pena raccontare la storia del folk e di chi oggi lo porta avanti: la storia dei musicisti, la storia dei nuovi cantautori ma anche dei rapper che scrivono in dialetto. Anche a Sanremo abbiamo sentito sdoganare il romanesco, il napoletano, il ligure...Sarà un viaggio fatto di incontri, storie e canzoni", anticipa. "Ho già delle chiacchierate che mi resteranno nel cuore per tutta la vita. Ci saranno delle cose in queste puntate che potranno anche commuovere. Quando senti parlare James Senese, quando lo senti raccontare alcuni aneddoti su Pino Daniele, che veramente lui può dire di aver scoperto... Che dire? Io mi sono commosso. Ma anche a casa di Eugenio Bennato c'era un'emozione bellissima. E io credo molto che in tv, come nei concerti, se ti emozioni tu, allora si emoziona anche il pubblico".
Ad arricchire ogni puntata ci saranno anche gli interventi di due personaggi d’eccezione: Ambrogio Sparagna, che farà un racconto, regione per regione, della storia della musica popolare italiana, arricchendolo di esempi suonati ("lui è davvero la Treccani della musica popolare", dice Conidi), e l’attore Edoardo Sylos Labini che racconterà la storia di un brano rappresentativo del territorio ("vedrete ci saranno delle pagine molto emozionanti").
Il primo legame di Conidi, che è nato a Roma, con la musica popolare è nel ricordo "dei viaggi di ritorno dalle giornate di mare, quando si tornava in macchina cantando a memoria i brani di Lando Fiorini, Gabriella Ferri e Alvaro Amici con mio papà che era molto intonato. E andando in giro con L'Orchestraccia ho scoperto che sono ricordi impressi nell'immaginario collettivo di tutta Italia: tantissime canzoni della tradizione popolare che non abbiamo sentito alla radio le conosciamo a memoria tutti".
Un cantautore e attore che ha recitato in diversi film e serie tv di successo, Conidi è al suo debutto alla conduzione di un programma tv suo: "Sarò un conduttore inusuale. Nel senso che io nel programma porto me stesso e il mio linguaggio, certo rapportandomi alla tv e ai tempi televisivi ma senza snaturarmi. Anche perché mi trovo a raccontare quello che è il mio mondo. Poi, per fortuna, ho al mio fianco Lorella Boccia che ha già esperienza ed è una persona di grande ironia e giovialità con cui mi trovo molto bene e che mi sta aiutando molto".
Per ora sono previste 16 puntate di 'Musica Mia', "ma ne potremmo fare infinite: in tutte le città dove andiamo, al momento di andare via pensiamo che dovremmo tornare per raccontare tante altre storie. Abbiamo fatto una puntata a Napoli ma ne potremmo fare 20. Abbiamo fatto la prima puntata a Roma ma potremmo farne 100".
E il viaggio di 'Musica Mia', domenica 9 marzo, partirà proprio da Roma. Lorella e Marco si metteranno sulle tracce delle radici dello stornello romano e, a bordo del loro pulmino d’epoca, andranno a conoscere sugli argini del Tevere, la band degli Ardecore, che hanno ripreso la tradizione dello stornello romano e lo hanno attualizzato in una chiave decisamente più rock. Lorella Boccia, di origine campana, farà poi un percorso nella tradizione, cercando di comprendere a fondo lo spirito dei romani, facendosi raccontare dalla cantautrice Giulia Anania la maggiore interprete della musica romana: Gabriella Ferri. Marco Conidi farà invece un percorso più legato alla contemporaneità. Incontrerà prima il Piotta, il quale ha recuperato la tradizione della musica romana contaminandola con l’hip hop e il rap d’oltreoceano, e poi visiterà uno storico locale, dal quale negli anni Novanta sono emersi i maggiori cantautori della nuova scuola romana: Daniele Silvestri, Max Gazzè, Niccolò Fabi.
Per il cantattore-conduttore, la cosa più bella di questo viaggio, "è incontrare i giovani che stanno portando la musica popolare nel mondo 2.0. E mi rendo conto - dice - che i ragazzi sono molto più legati al loro territorio di qualche anno fa. Riprendono la tradizione e la mescolano con nuove sonorità. Nomi come Geolier, Liberato, Franco 126... Insomma, quando qualcuno pensa che la musica sia diventata tutta uguale, che tutto giri intorno a un algoritmo, in realtà artisti e pubblico stanno già molto più avanti. E Sanremo 2025 ha dimostrato che la musica non è affatto tutta in mano agli algoritmi. L'importante è aprire le porte in maniera inclusiva alla grande varietà che abbiamo a disposizione. E quando lo si fa, si scopre che tra i primi 7 brani di Sanremo preferiti da classifiche e pubblico, 5 sono di cantautori. O si vede che due giovani come Olly e Bresh, nella serata cover, scelgono di omaggiare De Andrè. D'altronde a Roma a Capodanno, per un concerto organizzato in una settimana, davanti a L'Orchestraccia e a Boy George, c'erano 70.000 persone. E questo vorrà pure dire qualcosa", conclude. (di Antonella Nesi)
Politica
Stato islamico, Rete Disarmo: “Tornado italiani in Iraq? Alibi per non tagliare budget delle spese militari”
Il coordinatore di Rete Disarmo Francesco Vignarca commenta così la notizia - non ufficiale - di un intervento armato dei nostri caccia in Iraq che arriva in pieno scontro tra Tesoro e Difesa per intervenire sul bilancio - 23 miliardi - del ministero: "Quale carta migliore di una ‘necessità operativa’ per difendere i fondi destinati alla spesa militare?"
“Nel braccio di ferro in corso tra Difesa e Tesoro sul budget militare quale carta migliore di una ‘necessità operativa’ per difendere i fondi destinati alla spesa militare? Quale migliore scusa per un rafforzamento, altro che tagli, del budget della Difesa di una bella eventualità di impegno diretto contro le milizie terroriste dell’Isis?”. Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Disarmo commenta così la notizia che anche i Tornado italiani parteciperanno ai bombardamenti contro l’Isis in Iraq. L’inaspettata decisione della Difesa non è ancora ufficiale, ma la prima bomba – politica – è già stata sganciata sull’obiettivo: il Ministero del Tesoro e la sua richiesta di tagli alle spese militari.
L’ipotesi di un’escalation dell’intervento militare italiano in Iraq arriva nel pieno dello scontro politico tra Difesa e Tesoro sulla richiesta di Padoan di diminuire di 4-500 milioni il budget militare annuale (23 miliardi) in quanto “non coerente con le effettive necessità”. Solo ieri il sottosegretario alla Difesa, l’ex generale Domenico Rossi (ex Scelta Civica, ora Per l’Italia-Centro Democratico) dichiarava che “non vi sono più margini di riduzione delle risorse disponibili senza rischiare di incidere direttamente sull’efficienza delle forze armate, specie in un momento di massima esigenza di sicurezza”. Del resto, osserva ancora Vignarca, la Difesa ha avanzato “cospicue richieste di finanziamento per nuovi sistemi d’arma a partire già dal 2016”, e l’annuncio sull’Iraq è “del tutto funzionale a questa partita a scacchi sui soldi”.
Secondo il Corriere della Sera, i quattro Tornado italiani basati in Kuwait che da un anno svolgono in Iraq solo missioni di ricognizione e designazione obiettivi – al costo di 28mila euro all’ora per ogni aereo – effettueranno presto anche missioni di bombardamento contro lo Stato Islamico, come già fanno da tempo – con scarsissimi risultati – i cacciabombardieri di Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Norvegia, Olanda e Danimarca. Una nota del Ministero della Difesa ha poi chiarito che al momento non è ancora stata presa una decisione in tal senso, confermando che però l’ipotesi è in fase di valutazione di concerto con gli alleati – proprio oggi la ministra Pinotti incontrava a Sigonella il nuovo capo del Pentagono Ash Carter.
Anche secondo il vicepresidente della Commissione Difesa della Camera, Massimo Artini (ex Cinquestelle, ora Alternativa Libera), “la tempistica di questa notizia influirà certamente sul dibattito intorno ai ventilati tagli alle spese militari da inserire nella prossima legge di stabilità: se andiamo a bombardare in Iraq la Difesa avrà buon gioco a rivendicare la necessità di fondi, a partire da quelli per le scorte di missili e bombe che sganceranno i nostri Tornado e che non ricrescono sugli alberi”.
“La notizia – concorda Luca Frusone (M5S) – è stata fatta trapelare non a caso in questo momento. Quando si parla di tagli alla Difesa c’è sempre un colpo di reni da parte dei militari per giustificare la necessità di finanziamenti. E’ stato sempre così: basta pensare a come la Marina ha sapientemente sfruttato l’emergenza migranti e l’operazione Mare Nostrum per ottenere più facilmente miliardi di finanziamenti per il rinnovo della flotta navale”. Non solo, secondo altri esponenti dell’opposizione, come Giulio Marcon (Sel), il momento in cui arriva questa notizia non è una coincidenza. Persino fonti del Pd sentite da ilfattoquotidiano.it ritengono che nella tempistica di questo annuncio “ci sia una buona dose di marketing” legata al dibattito sul budget della Difesa.
Sui progetti interventisti della Pinotti si saprà forse qualcosa di più stasera, quando la ministra andrà in Parlamento per riferire sullo stato delle missioni militari italiane all’estero – da rifinanziare con centinaia di milioni di euro per l’ultimo trimestre dell’anno. Dopodiché, se la Difesa formalizzerà la sua decisione, sarà necessario un voto parlamentare per autorizzare i bombardamenti, che trasformano in missione di guerra quella che nell’estate 2014 il Parlamento autorizzò solo come invio di aiuti e armi ai combattenti Peshmerga curdi. Da allora, pur senza ulteriori passaggi parlamentari, la missione “Prima Parthica” ha subito una costante escalation con l’invio in Iraq, oltre ai quattro Tornado, di due droni Predator, un aerocisterna KC-767 e 530 uomini tra avieri, addestratori e consiglieri militari.
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Roma, 4 mar. (Adnkronos) - "Questo programma nasce da una mia idea, come conseguenza naturale dei miei giri per l'Italia con l'Orchestraccia. L'Italia ha un rapporto fortissimo con il folk e tanti giovani lo stanno riscoprendo e aggiornando con nuove sonorità. È un patrimonio immenso, che meritava un programma di conoscenza e di scoperta. E devo dire che la Rai ha creduto molto in questo format originale, un progetto coraggioso che incarna tutti i valori del servizio pubblico". Marco Conidi, cantautore romano, attore e frontman della band L’Orchestraccia, parla così con l'Adnkronos di 'Musica Mia', il nuovo programma che prenderà il via domenica 9 marzo alle 14 su Rai2. Alla conduzione, Conidi sarà affiancato da Lorella Boccia, in un viaggio per l’Italia da Nord a Sud a bordo di un pulmino, carico di strumenti musicali, per comprendere quanto la musica sia capace di raccontare e tramandare le tradizioni di un luogo.
"La musica popolare - sottolinea Conidi - è da una parte uno strumento di conoscenza e approfondimento antropologico, e dall’altra il legante che tiene insieme le comunità. Da sempre, quello che l’uomo non riusciva o non poteva esprimere a parole lo suonava e lo cantava". E l'Italia "ha un patrimonio immenso: dalla pizzica salentina, nata quasi come forma di esorcismo e oggi danza che fa ballare migliaia di persone, alla tarantella napoletana, malinconica e nello stesso tempo festosa", aggiunge Conidi. "Ho pensato che valesse la pena raccontare la storia del folk e di chi oggi lo porta avanti: la storia dei musicisti, la storia dei nuovi cantautori ma anche dei rapper che scrivono in dialetto. Anche a Sanremo abbiamo sentito sdoganare il romanesco, il napoletano, il ligure...Sarà un viaggio fatto di incontri, storie e canzoni", anticipa. "Ho già delle chiacchierate che mi resteranno nel cuore per tutta la vita. Ci saranno delle cose in queste puntate che potranno anche commuovere. Quando senti parlare James Senese, quando lo senti raccontare alcuni aneddoti su Pino Daniele, che veramente lui può dire di aver scoperto... Che dire? Io mi sono commosso. Ma anche a casa di Eugenio Bennato c'era un'emozione bellissima. E io credo molto che in tv, come nei concerti, se ti emozioni tu, allora si emoziona anche il pubblico".
Ad arricchire ogni puntata ci saranno anche gli interventi di due personaggi d’eccezione: Ambrogio Sparagna, che farà un racconto, regione per regione, della storia della musica popolare italiana, arricchendolo di esempi suonati ("lui è davvero la Treccani della musica popolare", dice Conidi), e l’attore Edoardo Sylos Labini che racconterà la storia di un brano rappresentativo del territorio ("vedrete ci saranno delle pagine molto emozionanti").
Il primo legame di Conidi, che è nato a Roma, con la musica popolare è nel ricordo "dei viaggi di ritorno dalle giornate di mare, quando si tornava in macchina cantando a memoria i brani di Lando Fiorini, Gabriella Ferri e Alvaro Amici con mio papà che era molto intonato. E andando in giro con L'Orchestraccia ho scoperto che sono ricordi impressi nell'immaginario collettivo di tutta Italia: tantissime canzoni della tradizione popolare che non abbiamo sentito alla radio le conosciamo a memoria tutti".
Un cantautore e attore che ha recitato in diversi film e serie tv di successo, Conidi è al suo debutto alla conduzione di un programma tv suo: "Sarò un conduttore inusuale. Nel senso che io nel programma porto me stesso e il mio linguaggio, certo rapportandomi alla tv e ai tempi televisivi ma senza snaturarmi. Anche perché mi trovo a raccontare quello che è il mio mondo. Poi, per fortuna, ho al mio fianco Lorella Boccia che ha già esperienza ed è una persona di grande ironia e giovialità con cui mi trovo molto bene e che mi sta aiutando molto".
Per ora sono previste 16 puntate di 'Musica Mia', "ma ne potremmo fare infinite: in tutte le città dove andiamo, al momento di andare via pensiamo che dovremmo tornare per raccontare tante altre storie. Abbiamo fatto una puntata a Napoli ma ne potremmo fare 20. Abbiamo fatto la prima puntata a Roma ma potremmo farne 100".
E il viaggio di 'Musica Mia', domenica 9 marzo, partirà proprio da Roma. Lorella e Marco si metteranno sulle tracce delle radici dello stornello romano e, a bordo del loro pulmino d’epoca, andranno a conoscere sugli argini del Tevere, la band degli Ardecore, che hanno ripreso la tradizione dello stornello romano e lo hanno attualizzato in una chiave decisamente più rock. Lorella Boccia, di origine campana, farà poi un percorso nella tradizione, cercando di comprendere a fondo lo spirito dei romani, facendosi raccontare dalla cantautrice Giulia Anania la maggiore interprete della musica romana: Gabriella Ferri. Marco Conidi farà invece un percorso più legato alla contemporaneità. Incontrerà prima il Piotta, il quale ha recuperato la tradizione della musica romana contaminandola con l’hip hop e il rap d’oltreoceano, e poi visiterà uno storico locale, dal quale negli anni Novanta sono emersi i maggiori cantautori della nuova scuola romana: Daniele Silvestri, Max Gazzè, Niccolò Fabi.
Per il cantattore-conduttore, la cosa più bella di questo viaggio, "è incontrare i giovani che stanno portando la musica popolare nel mondo 2.0. E mi rendo conto - dice - che i ragazzi sono molto più legati al loro territorio di qualche anno fa. Riprendono la tradizione e la mescolano con nuove sonorità. Nomi come Geolier, Liberato, Franco 126... Insomma, quando qualcuno pensa che la musica sia diventata tutta uguale, che tutto giri intorno a un algoritmo, in realtà artisti e pubblico stanno già molto più avanti. E Sanremo 2025 ha dimostrato che la musica non è affatto tutta in mano agli algoritmi. L'importante è aprire le porte in maniera inclusiva alla grande varietà che abbiamo a disposizione. E quando lo si fa, si scopre che tra i primi 7 brani di Sanremo preferiti da classifiche e pubblico, 5 sono di cantautori. O si vede che due giovani come Olly e Bresh, nella serata cover, scelgono di omaggiare De Andrè. D'altronde a Roma a Capodanno, per un concerto organizzato in una settimana, davanti a L'Orchestraccia e a Boy George, c'erano 70.000 persone. E questo vorrà pure dire qualcosa", conclude. (di Antonella Nesi)
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - "Questo programma nasce da una mia idea, come conseguenza naturale dei miei giri per l'Italia con l'Orchestraccia. L'Italia ha un rapporto fortissimo con il folk e tanti giovani lo stanno riscoprendo e aggiornando con nuove sonorità. È un patrimonio immenso, che meritava un programma di conoscenza e di scoperta. E devo dire che la Rai ha creduto molto in questo format originale, un progetto coraggioso che incarna tutti i valori del servizio pubblico". Marco Conidi, cantautore romano, attore e frontman della band L’Orchestraccia, parla così con l'Adnkronos di 'Musica Mia', il nuovo programma che prenderà il via domenica 9 marzo alle 14 su Rai2. Alla conduzione, Conidi sarà affiancato da Lorella Boccia, in un viaggio per l’Italia da Nord a Sud a bordo di un pulmino, carico di strumenti musicali, per comprendere quanto la musica sia capace di raccontare e tramandare le tradizioni di un luogo.
"La musica popolare - sottolinea Conidi - è da una parte uno strumento di conoscenza e approfondimento antropologico, e dall’altra il legante che tiene insieme le comunità. Da sempre, quello che l’uomo non riusciva o non poteva esprimere a parole lo suonava e lo cantava". E l'Italia "ha un patrimonio immenso: dalla pizzica salentina, nata quasi come forma di esorcismo e oggi danza che fa ballare migliaia di persone, alla tarantella napoletana, malinconica e nello stesso tempo festosa", aggiunge Conidi. "Ho pensato che valesse la pena raccontare la storia del folk e di chi oggi lo porta avanti: la storia dei musicisti, la storia dei nuovi cantautori ma anche dei rapper che scrivono in dialetto. Anche a Sanremo abbiamo sentito sdoganare il romanesco, il napoletano, il ligure...Sarà un viaggio fatto di incontri, storie e canzoni", anticipa. "Ho già delle chiacchierate che mi resteranno nel cuore per tutta la vita. Ci saranno delle cose in queste puntate che potranno anche commuovere. Quando senti parlare James Senese, quando lo senti raccontare alcuni aneddoti su Pino Daniele, che veramente lui può dire di aver scoperto... Che dire? Io mi sono commosso. Ma anche a casa di Eugenio Bennato c'era un'emozione bellissima. E io credo molto che in tv, come nei concerti, se ti emozioni tu, allora si emoziona anche il pubblico".
Ad arricchire ogni puntata ci saranno anche gli interventi di due personaggi d’eccezione: Ambrogio Sparagna, che farà un racconto, regione per regione, della storia della musica popolare italiana, arricchendolo di esempi suonati ("lui è davvero la Treccani della musica popolare", dice Conidi), e l’attore Edoardo Sylos Labini che racconterà la storia di un brano rappresentativo del territorio ("vedrete ci saranno delle pagine molto emozionanti").
Il primo legame di Conidi, che è nato a Roma, con la musica popolare è nel ricordo "dei viaggi di ritorno dalle giornate di mare, quando si tornava in macchina cantando a memoria i brani di Lando Fiorini, Gabriella Ferri e Alvaro Amici con mio papà che era molto intonato. E andando in giro con L'Orchestraccia ho scoperto che sono ricordi impressi nell'immaginario collettivo di tutta Italia: tantissime canzoni della tradizione popolare che non abbiamo sentito alla radio le conosciamo a memoria tutti".
Un cantautore e attore che ha recitato in diversi film e serie tv di successo, Conidi è al suo debutto alla conduzione di un programma tv suo: "Sarò un conduttore inusuale. Nel senso che io nel programma porto me stesso e il mio linguaggio, certo rapportandomi alla tv e ai tempi televisivi ma senza snaturarmi. Anche perché mi trovo a raccontare quello che è il mio mondo. Poi, per fortuna, ho al mio fianco Lorella Boccia che ha già esperienza ed è una persona di grande ironia e giovialità con cui mi trovo molto bene e che mi sta aiutando molto".
Per ora sono previste 16 puntate di 'Musica Mia', "ma ne potremmo fare infinite: in tutte le città dove andiamo, al momento di andare via pensiamo che dovremmo tornare per raccontare tante altre storie. Abbiamo fatto una puntata a Napoli ma ne potremmo fare 20. Abbiamo fatto la prima puntata a Roma ma potremmo farne 100".
E il viaggio di 'Musica Mia', domenica 9 marzo, partirà proprio da Roma. Lorella e Marco si metteranno sulle tracce delle radici dello stornello romano e, a bordo del loro pulmino d’epoca, andranno a conoscere sugli argini del Tevere, la band degli Ardecore, che hanno ripreso la tradizione dello stornello romano e lo hanno attualizzato in una chiave decisamente più rock. Lorella Boccia, di origine campana, farà poi un percorso nella tradizione, cercando di comprendere a fondo lo spirito dei romani, facendosi raccontare dalla cantautrice Giulia Anania la maggiore interprete della musica romana: Gabriella Ferri. Marco Conidi farà invece un percorso più legato alla contemporaneità. Incontrerà prima il Piotta, il quale ha recuperato la tradizione della musica romana contaminandola con l’hip hop e il rap d’oltreoceano, e poi visiterà uno storico locale, dal quale negli anni Novanta sono emersi i maggiori cantautori della nuova scuola romana: Daniele Silvestri, Max Gazzè, Niccolò Fabi.
Per il cantattore-conduttore, la cosa più bella di questo viaggio, "è incontrare i giovani che stanno portando la musica popolare nel mondo 2.0. E mi rendo conto - dice - che i ragazzi sono molto più legati al loro territorio di qualche anno fa. Riprendono la tradizione e la mescolano con nuove sonorità. Nomi come Geolier, Liberato, Franco 126... Insomma, quando qualcuno pensa che la musica sia diventata tutta uguale, che tutto giri intorno a un algoritmo, in realtà artisti e pubblico stanno già molto più avanti. E Sanremo 2025 ha dimostrato che la musica non è affatto tutta in mano agli algoritmi. L'importante è aprire le porte in maniera inclusiva alla grande varietà che abbiamo a disposizione. E quando lo si fa, si scopre che tra i primi 7 brani di Sanremo preferiti da classifiche e pubblico, 5 sono di cantautori. O si vede che due giovani come Olly e Bresh, nella serata cover, scelgono di omaggiare De Andrè. D'altronde a Roma a Capodanno, per un concerto organizzato in una settimana, davanti a L'Orchestraccia e a Boy George, c'erano 70.000 persone. E questo vorrà pure dire qualcosa", conclude. (di Antonella Nesi)
Roma, 04 mar. - (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, in Visita ufficiale in Giappone, è stato accolto dall’imperatore Naruhito e dall’imperatrice Masako al Palazzo Imperiale. Al termine dei colloqui nella sala delle Udienze, sono stati presentati al Capo dello Stato i componenti della Famiglia imperiale, il principe ereditario Fumihito Akishino e la principessa ereditaria Kiko Akishino. Successivamente si è svolta la colazione offerta dall’imperatore e dall’imperatrice del Giappone in onore del presidente Mattarella.
"Sono particolarmente felice di poter effettuare questa Visita ed è un'occasione per sottolineare ancora una volta il grande legame di amicizia che lega l'Italia al Giappone" ha affermato Mattarella incontrando l'imperatore.
La Visita del Capo dello Stato, oggi al secondo giorno, prosegue con i colloqui con lo speaker della Camera dei rappresentanti quindi con quello della Camera dei consiglieri. Ultimo appuntamento della giornata il concerto del tenore Vittorio Grigolo offerto dall’Italia alla presenza di rappresentanti della Casa imperiale.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Amo quando le persone reagiscono. Ancora meglio quando reagisce un intero Paese. Quando un governo reagisce, significa che c'è sentimento. E il sentimento è sempre meglio di nessun sentimento". Così il cantante estone Tommy Cash risponde, in un'intervista all'Adnkronos, alle polemiche italiane sul fatto che il suo brano 'Espresso Macchiato', pieno di stereotipi sul nostro Paese, rappresenterà l'Estonia all'Eurovision Song Contest.
"Amo l'Italia: i vestiti italiani, le auto italiane, le città italiane, l'arte italiana, l'architettura italiana, la gente italiana, il cibo italiano e, naturalmente, il caffè italiano", dice Cash, rapper non nuovo alle provocazioni. "Non c'è niente di meglio che trovarsi in una piccola città italiana, entrare in un piccolo bar, ordinare un espresso macchiato, accendersi una sigaretta e prendersi un momento per sé".
Come affronti le polemiche e coloro che chiedono la tua squalifica dall'Eurovision?
"C'è così tanto da fare per la preparazione dell'Eurovision e tutto il resto. Sono un uomo molto impegnato, non ho tempo per fermarmi e pensare al dramma".
Alcuni interpretano il testo e il video come satira, altri come offensivi. Qual è il vero significato della canzone? Cosa speri che il pubblico ne tragga?
"Non mi piace quando un artista deve spiegare la propria arte. L'arte è fatta per essere compresa individualmente. Voglio che ogni persona ascolti la canzone, veda l'esibizione e ci trovi il proprio significato. Ci sono 99 significati: scegline uno".
Cosa ti aspetti da questa esperienza? Come pensi che il pubblico europeo reagirà alla tua esibizione?
"In questo momento, siamo la terza traccia più virale su Spotify a livello mondiale e sono passate solo due settimane. La gente la ascolta in tutta Europa, in tutto il mondo. Vedo i bellissimi video che le persone stanno realizzando, le cover che le persone cantano, le clip di persone vestite come Tommy. Mi piace".
Hai intenzione di modificare o adattare l'esibizione per l'Eurovision, soprattutto alla luce delle reazioni ricevute finora?
"Questo è sempre stato il piano per far evolvere la performance, proprio come una falena si evolve in una farfalla. Ma l'amore che le persone hanno già per Tommy così com'è ora rende tutto ancora più difficile. Detto questo, restiamo fedeli alla nostra visione originale. Elimineremo l'eccesso, manterremo ciò che funziona e modificheremo la performance per il palco dell'Eurovision".
Cosa pensi degli stereotipi culturali nella musica? Pensi che "Espresso Macchiato" li rafforzi o li decostruisca?
"Gli stereotipi sono pensati per essere decostruiti, ripensati, cambiati, giocati visivamente e concettualmente. Musicalmente, ci sono solo stili e linguaggi con cui sperimenti. Non abbiamo fatto riferimento a nessuna traccia italiana quando abbiamo creato Espresso Macchiato, è venuto tutto dal cuore".
Qual è il tuo rapporto con l'Italia?
"Ho navigato nei canali di una Venezia deserta di notte. Ho nuotato nelle spiagge di Capri. Ho visto la bellezza di Firenze con i miei occhi. Ho cavalcato tra i vigneti e le foreste d'Italia. Ho sorseggiato un caffè sul mio balcone a Positano, con vista sulla città, mentre il sole mi bruciava la pelle".
Come ti piace il caffè?
"Mi piace il caffè forte". (di Loredana Errico)
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Amo quando le persone reagiscono. Ancora meglio quando reagisce un intero Paese. Quando un governo reagisce, significa che c'è sentimento. E il sentimento è sempre meglio di nessun sentimento". Così il cantante estone Tommy Cash risponde, in un'intervista all'Adnkronos, alle polemiche italiane sul fatto che il suo brano 'Espresso Macchiato', pieno di stereotipi sul nostro Paese, rappresenterà l'Estonia all'Eurovision Song Contest.
"Amo l'Italia: i vestiti italiani, le auto italiane, le città italiane, l'arte italiana, l'architettura italiana, la gente italiana, il cibo italiano e, naturalmente, il caffè italiano", dice Cash, rapper non nuovo alle provocazioni. "Non c'è niente di meglio che trovarsi in una piccola città italiana, entrare in un piccolo bar, ordinare un espresso macchiato, accendersi una sigaretta e prendersi un momento per sé".
Come affronti le polemiche e coloro che chiedono la tua squalifica dall'Eurovision?
"C'è così tanto da fare per la preparazione dell'Eurovision e tutto il resto. Sono un uomo molto impegnato, non ho tempo per fermarmi e pensare al dramma".
Alcuni interpretano il testo e il video come satira, altri come offensivi. Qual è il vero significato della canzone? Cosa speri che il pubblico ne tragga?
"Non mi piace quando un artista deve spiegare la propria arte. L'arte è fatta per essere compresa individualmente. Voglio che ogni persona ascolti la canzone, veda l'esibizione e ci trovi il proprio significato. Ci sono 99 significati: scegline uno".
Cosa ti aspetti da questa esperienza? Come pensi che il pubblico europeo reagirà alla tua esibizione?
"In questo momento, siamo la terza traccia più virale su Spotify a livello mondiale e sono passate solo due settimane. La gente la ascolta in tutta Europa, in tutto il mondo. Vedo i bellissimi video che le persone stanno realizzando, le cover che le persone cantano, le clip di persone vestite come Tommy. Mi piace".
Hai intenzione di modificare o adattare l'esibizione per l'Eurovision, soprattutto alla luce delle reazioni ricevute finora?
"Questo è sempre stato il piano per far evolvere la performance, proprio come una falena si evolve in una farfalla. Ma l'amore che le persone hanno già per Tommy così com'è ora rende tutto ancora più difficile. Detto questo, restiamo fedeli alla nostra visione originale. Elimineremo l'eccesso, manterremo ciò che funziona e modificheremo la performance per il palco dell'Eurovision".
Cosa pensi degli stereotipi culturali nella musica? Pensi che "Espresso Macchiato" li rafforzi o li decostruisca?
"Gli stereotipi sono pensati per essere decostruiti, ripensati, cambiati, giocati visivamente e concettualmente. Musicalmente, ci sono solo stili e linguaggi con cui sperimenti. Non abbiamo fatto riferimento a nessuna traccia italiana quando abbiamo creato Espresso Macchiato, è venuto tutto dal cuore".
Qual è il tuo rapporto con l'Italia?
"Ho navigato nei canali di una Venezia deserta di notte. Ho nuotato nelle spiagge di Capri. Ho visto la bellezza di Firenze con i miei occhi. Ho cavalcato tra i vigneti e le foreste d'Italia. Ho sorseggiato un caffè sul mio balcone a Positano, con vista sulla città, mentre il sole mi bruciava la pelle".
Come ti piace il caffè?
"Mi piace il caffè forte". (di Loredana Errico)
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Amo quando le persone reagiscono. Ancora meglio quando reagisce un intero Paese. Quando un governo reagisce, significa che c'è sentimento. E il sentimento è sempre meglio di nessun sentimento". Così il cantante estone Tommy Cash risponde, in un'intervista all'Adnkronos, alle polemiche italiane sul fatto che il suo brano 'Espresso Macchiato', pieno di stereotipi sul nostro Paese, rappresenterà l'Estonia all'Eurovision Song Contest.
"Amo l'Italia: i vestiti italiani, le auto italiane, le città italiane, l'arte italiana, l'architettura italiana, la gente italiana, il cibo italiano e, naturalmente, il caffè italiano", dice Cash, rapper non nuovo alle provocazioni. "Non c'è niente di meglio che trovarsi in una piccola città italiana, entrare in un piccolo bar, ordinare un espresso macchiato, accendersi una sigaretta e prendersi un momento per sé".
Come affronti le polemiche e coloro che chiedono la tua squalifica dall'Eurovision?
"C'è così tanto da fare per la preparazione dell'Eurovision e tutto il resto. Sono un uomo molto impegnato, non ho tempo per fermarmi e pensare al dramma".
Alcuni interpretano il testo e il video come satira, altri come offensivi. Qual è il vero significato della canzone? Cosa speri che il pubblico ne tragga?
"Non mi piace quando un artista deve spiegare la propria arte. L'arte è fatta per essere compresa individualmente. Voglio che ogni persona ascolti la canzone, veda l'esibizione e ci trovi il proprio significato. Ci sono 99 significati: scegline uno".
Cosa ti aspetti da questa esperienza? Come pensi che il pubblico europeo reagirà alla tua esibizione?
"In questo momento, siamo la terza traccia più virale su Spotify a livello mondiale e sono passate solo due settimane. La gente la ascolta in tutta Europa, in tutto il mondo. Vedo i bellissimi video che le persone stanno realizzando, le cover che le persone cantano, le clip di persone vestite come Tommy. Mi piace".
Hai intenzione di modificare o adattare l'esibizione per l'Eurovision, soprattutto alla luce delle reazioni ricevute finora?
"Questo è sempre stato il piano per far evolvere la performance, proprio come una falena si evolve in una farfalla. Ma l'amore che le persone hanno già per Tommy così com'è ora rende tutto ancora più difficile. Detto questo, restiamo fedeli alla nostra visione originale. Elimineremo l'eccesso, manterremo ciò che funziona e modificheremo la performance per il palco dell'Eurovision".
Cosa pensi degli stereotipi culturali nella musica? Pensi che "Espresso Macchiato" li rafforzi o li decostruisca?
"Gli stereotipi sono pensati per essere decostruiti, ripensati, cambiati, giocati visivamente e concettualmente. Musicalmente, ci sono solo stili e linguaggi con cui sperimenti. Non abbiamo fatto riferimento a nessuna traccia italiana quando abbiamo creato Espresso Macchiato, è venuto tutto dal cuore".
Qual è il tuo rapporto con l'Italia?
"Ho navigato nei canali di una Venezia deserta di notte. Ho nuotato nelle spiagge di Capri. Ho visto la bellezza di Firenze con i miei occhi. Ho cavalcato tra i vigneti e le foreste d'Italia. Ho sorseggiato un caffè sul mio balcone a Positano, con vista sulla città, mentre il sole mi bruciava la pelle".
Come ti piace il caffè?
"Mi piace il caffè forte". (di Loredana Errico)
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Amo quando le persone reagiscono. Ancora meglio quando reagisce un intero Paese. Quando un governo reagisce, significa che c'è sentimento. E il sentimento è sempre meglio di nessun sentimento". Così il cantante estone Tommy Cash risponde, in un'intervista all'Adnkronos, alle polemiche italiane sul fatto che il suo brano 'Espresso Macchiato', pieno di stereotipi sul nostro Paese, rappresenterà l'Estonia all'Eurovision Song Contest.
"Amo l'Italia: i vestiti italiani, le auto italiane, le città italiane, l'arte italiana, l'architettura italiana, la gente italiana, il cibo italiano e, naturalmente, il caffè italiano", dice Cash, rapper non nuovo alle provocazioni. "Non c'è niente di meglio che trovarsi in una piccola città italiana, entrare in un piccolo bar, ordinare un espresso macchiato, accendersi una sigaretta e prendersi un momento per sé".
Come affronti le polemiche e coloro che chiedono la tua squalifica dall'Eurovision?
"C'è così tanto da fare per la preparazione dell'Eurovision e tutto il resto. Sono un uomo molto impegnato, non ho tempo per fermarmi e pensare al dramma".
Alcuni interpretano il testo e il video come satira, altri come offensivi. Qual è il vero significato della canzone? Cosa speri che il pubblico ne tragga?
"Non mi piace quando un artista deve spiegare la propria arte. L'arte è fatta per essere compresa individualmente. Voglio che ogni persona ascolti la canzone, veda l'esibizione e ci trovi il proprio significato. Ci sono 99 significati: scegline uno".
Cosa ti aspetti da questa esperienza? Come pensi che il pubblico europeo reagirà alla tua esibizione?
"In questo momento, siamo la terza traccia più virale su Spotify a livello mondiale e sono passate solo due settimane. La gente la ascolta in tutta Europa, in tutto il mondo. Vedo i bellissimi video che le persone stanno realizzando, le cover che le persone cantano, le clip di persone vestite come Tommy. Mi piace".
Hai intenzione di modificare o adattare l'esibizione per l'Eurovision, soprattutto alla luce delle reazioni ricevute finora?
"Questo è sempre stato il piano per far evolvere la performance, proprio come una falena si evolve in una farfalla. Ma l'amore che le persone hanno già per Tommy così com'è ora rende tutto ancora più difficile. Detto questo, restiamo fedeli alla nostra visione originale. Elimineremo l'eccesso, manterremo ciò che funziona e modificheremo la performance per il palco dell'Eurovision".
Cosa pensi degli stereotipi culturali nella musica? Pensi che "Espresso Macchiato" li rafforzi o li decostruisca?
"Gli stereotipi sono pensati per essere decostruiti, ripensati, cambiati, giocati visivamente e concettualmente. Musicalmente, ci sono solo stili e linguaggi con cui sperimenti. Non abbiamo fatto riferimento a nessuna traccia italiana quando abbiamo creato Espresso Macchiato, è venuto tutto dal cuore".
Qual è il tuo rapporto con l'Italia?
"Ho navigato nei canali di una Venezia deserta di notte. Ho nuotato nelle spiagge di Capri. Ho visto la bellezza di Firenze con i miei occhi. Ho cavalcato tra i vigneti e le foreste d'Italia. Ho sorseggiato un caffè sul mio balcone a Positano, con vista sulla città, mentre il sole mi bruciava la pelle".
Come ti piace il caffè?
"Mi piace il caffè forte". (di Loredana Errico)