E’ scattato all’alba lo sgombero del Cassero di Santo Stefano a Bologna, storico spazio occupato dal collettivo lgbt Atlantide. Lo sfratto era stato ordinato dal sindaco Virginio Merola alcuni giorni fa, interrompendo una trattativa che andava avanti da alcuni mesi. Gli attivisti, circa una cinquantina, hanno atteso carabinieri e polizia, arrivati intorno alle 6, con cartelli e striscioni, intonando canzoni e cori contro il sindaco e la presidente del quartiere Ilaria Giorgietti (da sempre schierata contro le attività del collettivo) .
Alcuni si trovavano all’interno della struttura e sono stati portati via di peso, ma tutto si è svolto pacificamente. “Mette molta tristezza vedere murare uno spazio che esiste da 17 anni” ha commentato il consigliere comunale Cathy La Torre, di Sel, che ora non dà più per scontata la sua permanenza nella maggioranza. Nei giorni scorsi, proprio la vicenda di Atlantide si era trasformata in un caso politico, con il licenziamento dell’assessore alla Cultura Alberto Ronchi, “reo” di aver contestato pubblicamente le scelte del sindaco, in particolare la definizione “lobby gay” usata da Merola. “E’ un’espressione che appartiene al linguaggio di Giovanardi. Le realtà lgbt fanno battaglie importanti per la città aveva commentato Ronchi.