Tutto è nato dal sospetto della diffusione di dati “inquinati”, dopo una mail inviata ad alcune famiglie – non si sa quante – del campione Auditel. Un messaggio di posta elettronica arrivato ad alcuni componenti del panel che riportava in chiaro tutti i loro indirizzi e-mail.
E alla rivelazione delle identità top secret di alcune delle 5.600 famiglie coinvolte nel rilevamento degli ascolti, il cda Auditel (in cui siedono Rai, Mediaset, La7, Sky, Discovery, Upa -Utenti pubblicità associati -, Assap, Unicom e Confindustria Radio Tv) ha deciso lo stop alla diffusione dei dati per due settimane a partire dal 15 ottobre. Mediaset si oppone a qualsiasi proroga: in caso di un prolungamento il Biscione cercherà un’altra soluzione per rilevare l’andamento dei propri programmi.
Auditel ha annunciato anche che l’attuale panel sarà completamente rinnovato e ampliato: le famiglie che ora lo compongono saranno sostituite, e il nuovo “gruppo” – che si formerà probabilmente entro 5 mesi – ne comprenderà 15.600. Nielsen (che è fornitore del servizio) sosterrà in proprio l’intero costo del completo rinnovamento del campione. E domani, 15 ottobre, si terrà un incontro tecnico, ad alto livello, fra uomini dell’Auditel e dell’Agcom, in cui la società spiegherà all’autorità garante le decisioni prese in cda.
Il caso era stato rivelato il 9 ottobre dal Corriere della Sera – anche se la divulgazione dei dati era avvenuta il 1 ottobre – e ribattezzato Audigate – per analogia con la “fuga” di informazioni riservate del Datagate di Snowden -, visto che sono state diffuse le informazioni relative al “sacro panel dal quale – ha scritto il quotidiano di Via Solferino – dipendono 4 miliardi circa di investimenti pubblicitari sui canali televisivi”.
Upa: “Scelta la strada più trasparente. Lo stop alla diffusione potrebbe essere prolungato” – Auditel però non si ferma, come prevedibile alla vigilia dalla presa di posizione per una soluzione non traumatica decisa dall’Upa, l’associazione dei grandi investitori in pubblicità, veri dominus del settore. E nelle prossime due settimane i dati saranno riservati. “Abbiamo cercato di scegliere la strada più trasparente e più responsabile“, ha spiegato Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell’Upa. “La nostra particolare posizione in Auditel che da statuto è super partes, di garanzia – ha precisato – ci ha portati a proporre la sospensione cautelativa della pubblicazione dei dati fino al 30 di ottobre, 15 giorni durante i quali si cercherà la soluzione che garantisca la bontà dei dati fino al completo rinnovamento del panel, che abbiamo chiesto si completi in cinque mesi”.
Poi Sassoli De Bianchi ha avvertito: “Nel caso che in queste due settimane non si trovasse una soluzione pienamente efficace, lo stop alla pubblicazione dei dati potrebbe essere prolungato”. Ma a opporsi a un’eventuale proroga è Mediaset che, spiega, “non può accettare una pausa superiore alle due settimane annunciate. In caso contrario, si vedrà costretta a ricercare ogni possibile e lecita soluzione al fine di dare certezza al mercato”. Perché per il Biscione la mancata diffusione dei dati Auditel rappresenta “un vuoto grave per il mercato e soprattutto per gli investitori pubblicitari”. Sassoli De Bianchi precisa comunque che i dati restano recuperabili”, chiarendo che intanto il mercato della pubblicità in tv potrà proseguire basandosi, per la definizione di prezzi e tariffe, “sulle serie storiche”, per poi “compensare eventuali scostamenti”, dato che fino a nuovo ordine le emittenti non potranno condividere con nessuno i dati degli ascolti. In ogni caso, per Sassoli De Bianchi, “da un problema nasce l’opportunità per accelerare la modernizzazione dell’Auditel, nell’arco di qualche mese si arriverà a un rinnovamento completo del panel”.
Nuovo panel con 15.600 famiglie – Il panel sul quale fino a oggi Auditel ha fatto le sue rilevazioni (attraverso Nielsen) nei prossimi mesi sarà completamente sostituito. Quello che seguirà sarà poi un nuovo campione, quasi triplicato, allargato a 15.600 famiglie.
Il Corriere, peraltro, era anche entrato in contatto con una delle famiglie che partecipavano alla rilevazione. Aveva dichiarato di non possedere il telecomando per comunicare alla società il numero di spettatori davanti allo schermo. Nessuno glielo aveva consegnato quando i tecnici avevano montato il “meter, lo strumento di rilevazione che è collegato sia alla tv che al decoder Sky”. Che, peraltro, deve essere installato dai tecnici in orario d’ufficio dal lunedì al venerdì: un elemento che fa pensare – scrive il Corriere – che “le coppie che lavorano potrebbero dunque risultare sottostimate”, condizionando così la rilevazione e il tipo di pubblico coinvolto.
Il numero di spettatori, quindi, sarà dedotto da Auditel con una stima approssimativa, se il caso della famiglia analizzata dal Corriere non è un’eccezione. Infine, chi fa parte del panel riceve 40 euro all’anno. Da oggi alla formulazione del nuovo gruppo per la rilevazione, Auditel vuole approfondire “con il proprio comitato tecnico tutti gli aspetti metodologici con un’accurata serie di verifiche a tutela dell’impegno di trasparenza e affidabilità”.
“Il 1° ottobre sono state erroneamente divulgate informazioni relative a un gruppo di panelisti del panel Auditel ad altri destinatari dello stesso panel – ha detto Nielsen, fornitore del servizio per l’Auditel -. Nielsen ha prontamente avviato un’indagine interna sui suoi sistemi e processi e adottato una serie di procedure in grado di determinare l’entità dell’episodio e identificare eventuali anomalie. A oggi non risultano alterazioni dei dati”. L’azienda, prosegue la nota, “continuerà a condurre specifiche analisi nel corso dei prossimi mesi per identificare immediatamente eventuali irregolarità. Nielsen continua a impegnarsi per tutelare la privacy dei suoi panelisti, dei consumatori e dei suoi clienti in Italia e nei 106 mercati in cui opera. Nielsen sta lavorando insieme ad Auditel per gestire al meglio gli sviluppi della situazione”.