“In nome della Chiesa, vi chiedo perdono per gli scandali che in questi ultimi tempi sono accaduti, sia a Roma, che in Vaticano“. A dirlo è Papa Francesco, all’inizio dell’udienza generale in piazza San Pietro: una frase istintiva, non preparata, che arriva a pochi giorni dalle dimissioni del sindaco Ignazio Marino, ma che potrebbe riferirsi anche alla recente vicenda del coming out monsignor Krysztof Charamsa.

“La parola di Gesù è forte – ha ricordato il Papa – Guai al mondo per gli scandali! Gesù è realista e dice che è inevitabile che avvengano scandali: ma guai all’uomo a causa del quale avviene lo scandalo”. Nella catechesi il pontefice ha parlato di omosessualità e pedofilia, e dalla Sala Stampa vaticana fanno sapere che Papa Francesco, forse lasciatosi andare dopo le parole del Vangelo sugli scandali lette un attimo prima, pensava a Charamsa. Ma anche al defunto monsignor Wesolowski sotto processo per pedofilia, e allo scandalo romano della Congregazione carmelitani scalzi, nel quale un gruppo di fedeli ha accusato un sacerdote di frequentare ambienti della prostituzione maschile.

In ogni caso sono giorni che le vicende politiche della città compaiono nelle considerazioni del Vaticano: l’Osservatore Romano ha parlato delle “macerie” della capitale e il cardinal Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha auspicato la “formazione di una nuova classe dirigente nella politica“. Anche l’esortazione di Vallini arriva nel pieno di un momento di incertezza, concretizzatosi con le dimissioni del sindaco: “Il tema di una nuova classe dirigente non è più rinviabile – ha detto il vicario- Ma guai a ridurre il discorso alla permanenza o meno del sindaco Marino”. Il fatto è, ha concluso, che “in questa città c’è un’anemia spirituale“.

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