“Al governo prima che i partiti distruggano tutto”. Gianroberto Casaleggio sul palco di “Italia 5 Stelle” è arrivato tra i cori dei 20mila presenti (200mila per gli organizzatori) “un Casaleggio abbiamo solo un Casaleggio” e un po’ a sorpresa, ha preso la scena al suo socio e cofondatore M5S Beppe Grillo. A lui è spettato infatti l’annuncio più atteso: “La nostra squadra di governo sarà scelta in rete: premier, ministri e programma che sarà pluriennale. Basta lavorare nell’emergenza”. Ovvio per gli attivisti, un po’ meno per chi si aspettava l’incoronazione di Luigi Di Maio premier. Ma “sono le regole”, ripetono in coro all’Autodromo di Imola. Casaleggio è uscito di scena citando la battuta rivisitata da lui del film “Blues brothers“: “Siamo in missione per conto dello Stato e della democrazia”. E chi ha colto subito lo spunto è stato proprio Grillo che ha chiuso il suo comizio cantando “everybody needs somebody”.
Video di Giulia Zaccariello
Il comico sul palco umido dell’Autodromo, lo stesso che solo un anno fa diceva di “essere un po’ stanchino”, ha deciso di ribadire che presto potrebbe esserci anche un cambiamento nel logo: “Il mio sogno è togliere il mio nome dal simbolo. E’ un sogno che si avvererà presto perché il Movimento è solo vostro”. Ha continuato con le battute, prima di terminare in musica. Senza risparmiarsi qualche attacco: “Luigi Di Maio quando lo abbiamo trovato parlava come Bassolino”, e poi contro i sindaci Pd al centro delle ultime polemiche: “Marino era un Fantozzi, un borghese piccolo piccolo, hanno tenuto De Luca e mandato via Marino, perché dietro De Luca non ci sono solo gli elettori, si sa chi c’è dietro a De Luca”. Grillo è tornato un po’ più artista e meno politico e ha lasciato che la linea politica per il futuro arrivasse da Casaleggio. “Io non sono un guru, sono l’elevato. Chiamatemi così d’ora in poi. Io vi abbraccio. Sono venuto così senza prepararmi tante cose”.
Casaleggio invece ha ripreso il suo intervento dalle elezioni del 2013 e dalle difficoltà dei mesi scorsi: “Pensavano di averci distrutto politicamente e mediaticamente e invece siamo ancora qua. Adesso il Movimento vuole andare al governo prima che questi distruggano tutto. Perché peggio dei partiti non potremmo fare”.
Tra i pochi parlamentari scelti per intervenire dal palco c’è stato naturalmente uno dei volti più conosciuti del Movimento, Luigi Di Maio. “Ognuno di voi avrà la possibilità di cambiare le cose”, ha detto il vicepresidente della Camera provando a togliersi le vesti del leader. Il vicepresidente della Camera ha chiesto la partecipazione dei cittadini nelle scelte “al di là del governo che viene eletto” perché anche “chi non ci ha votato” deve dire la sua opinione. “Anche noi falliremo se non seguiremo la democrazia diretta“. E’ il volto che il popolo M5S vorrebbe come candidato premier, ma lui ha chiamato a raccolta gli attivisti. Anche perché, come ha ribadito Beppe Grillo poche ore prima, “ci sono le regole, non è detto che sia lui il prescelto dagli iscritti”.
Ad aprire la scena di quelli che contano è stato poco prima Dario Fo. “La quasi totalità degli uomini politici non ha interesse per la cultura. E io sono qui per parlarne”, ha detto il premio Nobel. I militanti grillini lo hanno interrotto con i fischi solo quando parlava di Matteo Renzi. “Evito di pronunciare il suo nome perché è risaputo che lui non ci tiene ad apparire”. Fo si è cimentato poi in uno dei suoi monologhi e ha finto di essere il Papa che parla con uno “strapotente” come il presidente del Consiglio, un dialogo che lui ha immaginato avvenisse a Palazzo Madama. E il dialogo è diventato subito un’iperbole di immaginazione: “Io vorrei che tornasse in Italia la monarchia per eleggere voi re, imperatore. Io ho deciso di abdicare. Dare le dimissioni da Pontefice: io vi eleggo Papa Matteo primo”.
Casaleggio: “Opereremo per l’interesse della nazione”
Cappellino e cappotto lungo, Casaleggio forse così a suo agio su di un palco del Movimento 5 Stelle non era mai stato. Nel suo intervento ha parlato degli obiettivi del governo grillino: “Noi opereremo per l’interesse della nazione, non per il potere o per interessi personali. Non riusciranno a liberarsi di noi. E’ difficile vincere con chi non si arrende mai”. Ha ringraziato gli attivisti e i volontari e poi ha elencato un po’ di numeri del M5S: “Siamo 130mila iscritti, forse il doppio del Pd. Abbiamo 1600 eletti nelle istituzioni. Stiamo crescendo e fra un anno saremo ancora di più”. Gli esempi concreti secondo l’imprenditore restano l’arma migliore perché la gente si possa fidare del Movimento 5 Stelle: “Le persone crederanno agli esempi. Abbiamo costruito una strada, ci siamo tagliati gli stipendi. La corruzione costa 80 miliardi, noi faremmo una manovra solo con l’onestà”.
Di Maio: “Noi vogliamo andare nelle istituzioni per restituirvele”
L’intervento spalla del comizio è spettato naturalmente a Luigi Di Maio che, quasi a volersi scrollare di dosso le tante investiture ricevute, ha ribadito che a decidere sono gli elettori: “Ognuno di voi”, ha detto Di Maio, “potrà entrare nella storia delle persone. Il problema non è il chi e neanche i temi da applicare. Tutti devono poter contribuire alle scelte pubbliche, anche chi non ci ha votato. Non c’è un governo ideale. Anche noi falliremo se non seguiamo la democrazia diretta. Noi vogliamo andare nelle istituzioni per restituirvele”. Di Maio poi ha chiesto una legge che impedisca ai parlamentari di cambiare casacca. “Se ci fosse stata”, ha detto, “Verdini non sarebbe stato un padre costituente”.
Dario Fo: “Il far ridere è pericoloso da sempre”
Fo ha portato sulla scena la cultura perché ha detto: “Troppe volte viene dimenticata. “Nei servizi televisivi e radiofonici non si tratta mai del sapere. La quasi totalità degli uomini politici non ha interesse per la cultura”. Il premio nobel della Letteratura, da anni presenza fissa degli incontri del Movimento 5 Stelle, ha portato in scena un monologo ambientato ai giorni nostri: “Il far ridere è pericoloso da sempre, soprattutto per chi non ha senso dell’umorismo. Immaginate di veder entrare alla Camera o a quello che resta del Senato attori comici del passato. Immaginate che cosa potrebbero dire”.
Il premio Nobel ha scelto di immedesimarsi in Papa Francesco che incontra un politico e gli fa domande. “Il Pontefice è uno che dialoga con i potenti con una facilità sorprendente: pochi giorni fa ha incontrato Castro a Cuba. Pare che abbia in programma di vedersi con Putin e vuole schiaffeggiarli tutti (‘Basta con questi morti ammazzati’). E sta brigando per dialogare anche con il presidente del Consiglio del nostro governo.. evito di pronunciare il suo nome perché è risaputo che lui non ci tiene ad apparire”.
Politica
M5S, Casaleggio: “Al governo prima che partiti distruggano tutto”. Grillo: “Sogno togliere mio nome dal logo”
Il fondatore del Movimento sul palco di Italia 5 Stelle a Imola: "Squadra di governo e programma scelti dalla rete. Abbiamo il doppio degli iscritti del Pd". E poi cita la battuta "rivisitata" dei "Blues brothers": "Siamo in missione per conto dello Stato e della democrazia". Il comico chiude cantando
“Al governo prima che i partiti distruggano tutto”. Gianroberto Casaleggio sul palco di “Italia 5 Stelle” è arrivato tra i cori dei 20mila presenti (200mila per gli organizzatori) “un Casaleggio abbiamo solo un Casaleggio” e un po’ a sorpresa, ha preso la scena al suo socio e cofondatore M5S Beppe Grillo. A lui è spettato infatti l’annuncio più atteso: “La nostra squadra di governo sarà scelta in rete: premier, ministri e programma che sarà pluriennale. Basta lavorare nell’emergenza”. Ovvio per gli attivisti, un po’ meno per chi si aspettava l’incoronazione di Luigi Di Maio premier. Ma “sono le regole”, ripetono in coro all’Autodromo di Imola. Casaleggio è uscito di scena citando la battuta rivisitata da lui del film “Blues brothers“: “Siamo in missione per conto dello Stato e della democrazia”. E chi ha colto subito lo spunto è stato proprio Grillo che ha chiuso il suo comizio cantando “everybody needs somebody”.
Il comico sul palco umido dell’Autodromo, lo stesso che solo un anno fa diceva di “essere un po’ stanchino”, ha deciso di ribadire che presto potrebbe esserci anche un cambiamento nel logo: “Il mio sogno è togliere il mio nome dal simbolo. E’ un sogno che si avvererà presto perché il Movimento è solo vostro”. Ha continuato con le battute, prima di terminare in musica. Senza risparmiarsi qualche attacco: “Luigi Di Maio quando lo abbiamo trovato parlava come Bassolino”, e poi contro i sindaci Pd al centro delle ultime polemiche: “Marino era un Fantozzi, un borghese piccolo piccolo, hanno tenuto De Luca e mandato via Marino, perché dietro De Luca non ci sono solo gli elettori, si sa chi c’è dietro a De Luca”. Grillo è tornato un po’ più artista e meno politico e ha lasciato che la linea politica per il futuro arrivasse da Casaleggio. “Io non sono un guru, sono l’elevato. Chiamatemi così d’ora in poi. Io vi abbraccio. Sono venuto così senza prepararmi tante cose”.
Casaleggio invece ha ripreso il suo intervento dalle elezioni del 2013 e dalle difficoltà dei mesi scorsi: “Pensavano di averci distrutto politicamente e mediaticamente e invece siamo ancora qua. Adesso il Movimento vuole andare al governo prima che questi distruggano tutto. Perché peggio dei partiti non potremmo fare”.
Tra i pochi parlamentari scelti per intervenire dal palco c’è stato naturalmente uno dei volti più conosciuti del Movimento, Luigi Di Maio. “Ognuno di voi avrà la possibilità di cambiare le cose”, ha detto il vicepresidente della Camera provando a togliersi le vesti del leader. Il vicepresidente della Camera ha chiesto la partecipazione dei cittadini nelle scelte “al di là del governo che viene eletto” perché anche “chi non ci ha votato” deve dire la sua opinione. “Anche noi falliremo se non seguiremo la democrazia diretta“. E’ il volto che il popolo M5S vorrebbe come candidato premier, ma lui ha chiamato a raccolta gli attivisti. Anche perché, come ha ribadito Beppe Grillo poche ore prima, “ci sono le regole, non è detto che sia lui il prescelto dagli iscritti”.
Ad aprire la scena di quelli che contano è stato poco prima Dario Fo. “La quasi totalità degli uomini politici non ha interesse per la cultura. E io sono qui per parlarne”, ha detto il premio Nobel. I militanti grillini lo hanno interrotto con i fischi solo quando parlava di Matteo Renzi. “Evito di pronunciare il suo nome perché è risaputo che lui non ci tiene ad apparire”. Fo si è cimentato poi in uno dei suoi monologhi e ha finto di essere il Papa che parla con uno “strapotente” come il presidente del Consiglio, un dialogo che lui ha immaginato avvenisse a Palazzo Madama. E il dialogo è diventato subito un’iperbole di immaginazione: “Io vorrei che tornasse in Italia la monarchia per eleggere voi re, imperatore. Io ho deciso di abdicare. Dare le dimissioni da Pontefice: io vi eleggo Papa Matteo primo”.
Casaleggio: “Opereremo per l’interesse della nazione”
Cappellino e cappotto lungo, Casaleggio forse così a suo agio su di un palco del Movimento 5 Stelle non era mai stato. Nel suo intervento ha parlato degli obiettivi del governo grillino: “Noi opereremo per l’interesse della nazione, non per il potere o per interessi personali. Non riusciranno a liberarsi di noi. E’ difficile vincere con chi non si arrende mai”. Ha ringraziato gli attivisti e i volontari e poi ha elencato un po’ di numeri del M5S: “Siamo 130mila iscritti, forse il doppio del Pd. Abbiamo 1600 eletti nelle istituzioni. Stiamo crescendo e fra un anno saremo ancora di più”. Gli esempi concreti secondo l’imprenditore restano l’arma migliore perché la gente si possa fidare del Movimento 5 Stelle: “Le persone crederanno agli esempi. Abbiamo costruito una strada, ci siamo tagliati gli stipendi. La corruzione costa 80 miliardi, noi faremmo una manovra solo con l’onestà”.
Di Maio: “Noi vogliamo andare nelle istituzioni per restituirvele”
L’intervento spalla del comizio è spettato naturalmente a Luigi Di Maio che, quasi a volersi scrollare di dosso le tante investiture ricevute, ha ribadito che a decidere sono gli elettori: “Ognuno di voi”, ha detto Di Maio, “potrà entrare nella storia delle persone. Il problema non è il chi e neanche i temi da applicare. Tutti devono poter contribuire alle scelte pubbliche, anche chi non ci ha votato. Non c’è un governo ideale. Anche noi falliremo se non seguiamo la democrazia diretta. Noi vogliamo andare nelle istituzioni per restituirvele”. Di Maio poi ha chiesto una legge che impedisca ai parlamentari di cambiare casacca. “Se ci fosse stata”, ha detto, “Verdini non sarebbe stato un padre costituente”.
Dario Fo: “Il far ridere è pericoloso da sempre”
Fo ha portato sulla scena la cultura perché ha detto: “Troppe volte viene dimenticata. “Nei servizi televisivi e radiofonici non si tratta mai del sapere. La quasi totalità degli uomini politici non ha interesse per la cultura”. Il premio nobel della Letteratura, da anni presenza fissa degli incontri del Movimento 5 Stelle, ha portato in scena un monologo ambientato ai giorni nostri: “Il far ridere è pericoloso da sempre, soprattutto per chi non ha senso dell’umorismo. Immaginate di veder entrare alla Camera o a quello che resta del Senato attori comici del passato. Immaginate che cosa potrebbero dire”.
Il premio Nobel ha scelto di immedesimarsi in Papa Francesco che incontra un politico e gli fa domande. “Il Pontefice è uno che dialoga con i potenti con una facilità sorprendente: pochi giorni fa ha incontrato Castro a Cuba. Pare che abbia in programma di vedersi con Putin e vuole schiaffeggiarli tutti (‘Basta con questi morti ammazzati’). E sta brigando per dialogare anche con il presidente del Consiglio del nostro governo.. evito di pronunciare il suo nome perché è risaputo che lui non ci tiene ad apparire”.
Articolo Precedente
Unioni civili, governo in ordine sparso. Boschi: “Ncd non c’è? La approviamo con altri”. Alfano: “Ogni alleanza per fermarli”
Articolo Successivo
M5S, Casaleggio: “Il nostro è il trend della democrazia diretta. Sceglierete online premier e ministri”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, scontro sul testo del G7. Passa all’Onu la risoluzione europea sulla “integrità territoriale” di Kiev. Contrari gli Usa. Dall’Ue nuove sanzioni a Mosca
Mondo
Il presidente argentino Milei sotto indagine della procura per la truffa della criptovaluta $Libra
Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Non è più procrastinabile un intervento del Governo per contenere i costi delle bollette, oramai insostenibili per milioni di italiani. Governo e maggioranza facciano proprie le proposte del Pd avanzate da Elly Schlein e tutte a costo zero. Proposte semplici, chiare ed efficaci. Approviamole con spirito bipartisan per il bene del Paese". Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.
"Dopo che il taglio delle accise, promesso dalla presidente Meloni, era rimasto intrappolato nella distanza che c'è tra il dire e il fare e nulla è stato fatto è ora che maggioranza e governo prendano atto della gravità della situazione. Come si fa a non rendersi conto che questa emergenza bollette si aggiunge all’aumento di carburante, RC Auto e pedaggi, beni alimentari, materiale scolastico e affitti? Una situazione sconfortante che si va ad aggiungere ad una economia che arretra da 750 giorni, proprio mentre attendiamo gli effetti nefasti dei dazi di Trump".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Si riunirà domani pomeriggio il gruppo Pd della Camera e all'ordine del giorno c'è anche la questione della pdl Cisl sulla partecipazione dei lavoratori. Dopodomani infatti si riunirà in mattinata il Comitato dei 9 e quindi è atteso il provvedimento in aula. Provvedimento sul quale si sono registrate sensibilità diverse tra i dem. Con il disagio dell'area riformista, in particolare, a dire no all'iniziativa promossa dalla Cisl. Per un altro pezzo dei dem invece, come Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra, il testo base è stato stravolto dalla maggioranza ed è quindi insostenibile. Testo su cui, per altro, ha messo il cappello la stessa premier Giorgia Meloni parlando all'ultima assemblea Cisl.
I dem, per trovare una quadra, si erano già confrontati nelle settimane scorse in una riunione del gruppo a Montecitorio. Si era deciso di rinviare la decisione sul voto, in attesa di vedere se la maggioranza si fosse resa disponibile ad accogliere alcune modifiche, in aula, proposte dal Pd. "Attendiamo un segnale", si era detto. A quasi un mese di distanza però il 'segnale' non sembra arrivato. Dice Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro: "Noi abbiamo tenuto sempre come bussola il merito. E votare no al mandato al relatore, è stata un scelta di merito perchè il testo base Cisl è stato completamente stravolto e peggiorato. Tanto che viene da chiedersi come sia possibile che un grande sindacato come la Cisl possa riconoscere come proprio il provvedimento che arriva in aula...".
"Ma -aggiunge- abbiamo detto che eravamo disponibili a modificare il nostro no in commissione, se in aula la maggioranza avesse dato l'ok ad alcune significative modifiche. Al momento, però non abbiamo avuto alcun segnale in questa direzione". E quindi, va a finire che il Pd si divide? "Non credo proprio". Magari si va verso un'astensione? "Domani abbiamo il gruppo, discuteremo domani".
Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - L'intervento e le cure per il tumore al seno possono avere un forte impatto sulla sfera emotiva e sessuale della donna; il bisogno di recuperare femminilità e intimità, così come il desiderio di maternità, sono molto sentiti dalle pazienti, che però non ne parlano. Lo confermano i dati di un'indagine condotta da Iqvia e promossa da Europa Donna Italia per comprendere l'impatto della malattia sull'identità femminile e la relazione di coppia. I risultati sono stati presentati nel corso del convegno scientifico 'Rəvolution in medicine', che si è tenuto sabato 22 febbraio all'università degli Studi di Milano.
Oltre il 90% delle donne riscontra problemi legati alla sfera sessuale in seguito a interventi e trattamenti per il tumore al seno, ma il 66% non ne parla con nessuno e il 42% rinuncia a gestirli, evidenzia la ricerca coordinata da Isabella Cecchini, responsabile del Centro studi Iqvia Italia, che ha coinvolto 382 donne con diagnosi di tumore al seno di diverse fasce di età e a diverso stadio di malattia. I risultati indicano che le tematiche relative a emozioni e sessualità sono percepite importanti per il 72% del campione, ma restano taciute non solo dalle donne stesse - principalmente per timore, vergogna, idea che siano aspetti secondari rispetto alle priorità dettate dalla malattia - ma anche dai medici.
"Rispetto agli esordi del mio essere oncologa - dichiara Manuelita Mazza, oncologa della Senologia medica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e responsabile scientifica di 'Rəvolution in medicine' - la vita delle pazienti è cambiata. In poco più di vent'anni ho assistito a grandi passi avanti nella capacità di curare il tumore al seno, anche nelle forme metastatiche; tuttavia, se si guarisce sempre di più e l'aspettativa di vita è più lunga, non sono certa sia anche più larga, più piena, più densa di vita stessa. La salute sessuale è un aspetto puntualmente trascurato del benessere di chi ha una diagnosi impegnativa come il tumore al seno, specie se metastatico, ma è parte integrante del benessere di ciascuna donna e non può essere un argomento omesso a fronte di una diagnosi di tumore al seno".
"Fornire alla paziente informazioni chiare sugli effetti collaterali sessuali dei trattamenti e, se desiderato, includere il partner nelle discussioni cliniche può fare una grande differenza - prosegue Mazza - Questa apertura non solo supporta meglio la paziente, ma le permette di sentirsi compresa in una delle sfere più intime e vulnerabili della sua vita".
I dati presentati confermano quanto un cambio di passo sia necessario: appena il 22% delle donne intervistate ha un alto livello di consapevolezza dell'impatto delle terapie sulla propria sessualità, l'11% ha interrotto la relazione con il proprio partner dopo la diagnosi di tumore al seno e 2 coppie su 3 hanno interrotto i rapporti sessuali. Anche sul fronte della maternità emergono dati significativi: solo 3 pazienti su 4 parlano del desiderio di diventare madri con il proprio medico di riferimento, e la comunicazione risulta chiara e rassicurante appena per la metà di esse, con il risultato che troppo spesso si rinuncia al proprio progetto di vita perché non si sono ricevute informazioni adeguate.
"E' il momento di promuovere un cambiamento - commenta Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - e far sì che i problemi riscontrati dalle pazienti nella sfera emotiva e sessuale escano dal cono d’ombra del tabù. Le donne chiedono un supporto specifico da parte dei medici e vorrebbero essere affiancate anche dagli psiconcologi. L'impegno di Europa Donna in queste direzioni non mancherà. Già dal 2022 abbiamo avviato il progetto 'Come Prima', dedicato al recupero della femminilità e al desiderio di maternità delle donne con tumore del seno, coinvolgendo le pazienti, i loro partner e i medici con materiale informativo e appuntamenti dedicati, e proseguono i nostri sforzi per promuovere e normalizzare il dialogo tra pazienti e professionisti sanitari, medici in primis, anche su questi aspetti. Non dimentichiamo che la presa in carico delle pazienti deve prendere in considerazione non solo la malattia di per sé, ma la donna nella sua interezza, con i suoi bisogni fisici e psicologici".