Gli ha sparato un solo proiettile, dritto al cuore. Lo ha colpito frontalmente, è vero, ma dall’alto al basso. E all’interno della villetta di via Cagnola non ci sono tracce di sangue. La procura di Milano e i carabinieri iniziano a piazzare i primi tasselli per ricostruire quello che è successo nella notte tra lunedì e martedì 19 ottobre a Vaprio D’Adda dove il pensionato di 64 anni, Francesco Sicignanoha ucciso con la sua semiautomatica calibro .38 un ladro. E la dinamica che sta emergendo nelle ultime ore non combacia con quella data a caldo dal pensionato, accusato di omicidio volontario, che anche oggi ha ribadito di aver sparato in cucina all’albanese di 22 anni che era entrato nella proprietà di Sicignano forse con due complici nelle vicinanze.

Insieme al figlio e all’avvocato difensore Antonella Pirro, Sicignano si è presentato in Procura e per quasi due ore è stato interrogato dal pm Antonio Pastore, titolare dell’inchiesta assieme al procuratore aggiunto Alberto Nobili. “Ho visto la sagoma di un uomo all’interno della cucina, ho gridato ‘cosa stai facendo?’ e a quel punto lui invece di allontanarsi mi è venuto incontro, minaccioso”, ha spiegato il pensionato. “Si trovava a circa due metri e mezzo, ho avuto paura di essere aggredito e ho sparato – ha proseguito – poi lui si è trascinato fuori casa, ancora vivo, uscendo sulle scale esterne”. Una scena che secondo il racconto di Sicignano si è svolta nel buio, in pochi istanti, durante i quali il pensionato ha avuto l’impressione che il 22enne fosse armato. Invece, aveva in mano solo una torcia elettrica.

“Se avessi saputo che era disarmato, non gli avrei sparato addosso – ha detto al pm – ma avrei sparato in aria”. Si attendono ora gli esiti degli esami balistici disposti dal pm e dell’autopsia del 22enne (fissata per lunedì prossimo), che potranno fornire ulteriori elementi per ricostruire la dinamica. Sono due i proiettili trovati finora dai carabinieri che hanno eseguito i rilievi. Uno, inesploso, è stato trovato all’interno della cucina, mentre l’altro è rimasto nel corpo dell’albanese. Dopo aver sparato al giovane, il pensionato ha esploso altri due colpi all’esterno, in aria stando alla sua versione. Ma i proiettili non sono stati trovati. Dalle prime indagini sembrerebbe, poi, che la traiettoria del proiettile che ha raggiunto l’albanese abbia avuto un percorso dall’alto verso il basso. Tanto che il pm avrebbe contestato all’indagato questo fatto chiedendogli: “Scusi, ma lei è salito su una sedia per sparare?”.

Ci sono dubbi, inoltre, sull’ipotesi che il ladro, raggiunto da un proiettile al cuore, abbia avuto la forza di trascinarsi fuori di casa. Stando alla versione dell’indagato, il giovane avrebbe dovuto prima uscire da una finestra per poi passare su una grondaia e su un terrazzo e, infine, arrivare alle scale. Cosa che gli inquirenti ritengono poco probabile. Infine, non sono state trovate tracce di sangue nella casa ma solo all’esterno, dove era riverso il cadavere.

L’albanese ucciso aveva numerosi precedenti penali, anche per furto. Era arrivato in Italia nel 2012 ed era stato espulso nel 2013. La sua fidanzata, anche lei albanese, ieri pomeriggio aveva denunciato la sua scomparsa. Ha un piccolo precedente penale anche Sicignano, che prima di andare in pensione lavorava nel settore immobiliare. “Attendiamo i risultati degli accertamenti – ha spiegato l’avvocato Pirro all’Ansa – il mio assistito e i suoi familiari sono ancora molto scossi per quello che è accaduto”.

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