Bar di Firenze, anni Ottanta. Giornate di chiacchiere, carte, prime bevute, cosa si fa questa sera?, bella quella tipa, meglio quell’altra. “Con gli amici ci trovavamo sempre lì, ci passavamo i pomeriggi. Chi eravamo? Beh, io (Massimo Ceccherini), Leonardo Pieraccioni, Carlo Conti e Giorgio Panariello. Quante ne abbiamo combinate, a tutti. Anche a Renzi”.
È sicuro? Renzi ha circa dieci anni meno di voi.
Appunto! Da bambino ha subìto uno dei primi casi di bullismo: quando passava dalle nostre parti, poteva accadere qualunque cosa.
A questo punto è necessario un esempio…
Aspetti (silenzio)… Dai gavettoni a crescere: io ero specializzato nel grattargli la testa con le nocche. Urla di dolore. Una volta è andata anche peggio: gli abbiamo tirato giù i pantaloni e lo abbiamo frustato sul culo con l’ortica.
Prende in giro?
No! È vero. Però devo ammettere una cosa: non se la prendeva, e noi a insistere.
(Massimo Ceccherini, cinquant’anni a maggio scorso, fiorentino, inafferrabile. Trovarlo è complicato, parlarci un’impresa, porgergli una domanda e ottenere una risposta completa è un atto di eroismo; non ridere quando racconta è una prova di resistenza. Ogni due secondi improvvisa, crea, dissacra, smonta e ricostruisce. Finge e allontana le tristezze, a volte sembra la sintesi moderna dei personaggi di Amici miei, la supercazzola sempre pronta: “Il Fatto? Bello, bellissimo, lo leggo sempre, bravi. Sì, bravi. Mi piacete proprio. Ogni quanto uscite?”. A volte, con lui, la tristezza, il retrogusto amaro, resta lì).
Che fine ha fatto?
Vivo in campagna lontano da Firenze, poi qualche serata e soprattutto aspetto la chiamata di Leonardo (Pieraccioni) per il suo film natalizio. Il problema è che riesco a lavorare solo con gli amici, solo con le persone che mi conoscono e sanno prendermi.
Oltre Pieraccioni, chi?
Matteo Garrone. Mi ha chiamato e gli ho chiesto: cosa devo fare? “Nulla, basta che stai zitto”. Perfetto, ci sto. A volte penso che mi prendono solo perché gli faccio pena (e ride). Ma lo sa che quest’estate ho girato con Laura Chiatti?
No, com’è andata?
È bona, e pure simpatica. Con Leonardo l’abbiamo soprannominata la “Merendona”: è l’attrice più uomo che abbia mai conosciuto, uno spettacolo, ma è sposata con un figo (Marco Bocci): una volta è arrivato sul set, ci siamo scattati una foto insieme, e poi l’ho mandata a tutte le mie amiche maiale.
Cinquant’anni, e…
Equitalia tra le palle. Ho detto a Leonardo: per favore invece di girare un film ogni due anni, meglio ogni due mesi! Ne ho bisogno. Per questo sono disposto a tutto, tutto: voglio girare una fiction per la Rai, anche Padre Pio.
Complicato: lei è stato cacciato dopo una bestemmia all’Isola dei famosi.
Ancora questa storia. Mi è già costata 500mila euro.
Le cronache raccontano di 100mila.
Quella è solo la multa, poi vanno aggiunti altri 200mila per la vittoria finale, perché avrei vinto, e altri 200 di sponsorizzazioni e presenze tv. Qualcosa ho recuperato.
E come?
Dopo la cacciata mi hanno contattato le discoteche di tutta Italia: dovevo salire sul palco e, incitato dal pubblico, bestemmiare.
Lei da bambino.
Un esempio? Avevo dieci anni, gita in pullman con la scuola. A un certo punto mi tiro giù i pantaloni e mostro il culo alle macchine. L’autista se ne accorge, inchioda e urla: vattene in fondo in punizione.
Sicuro non ha obbedito.
Urlo: “Non ci penso proprio, resto al mio posto”. È finita che la maestra ha spostato tutta la classe nei posti avanti. Ero solo e ultimo.
Due anni fa è stato filmato a Firenze mentre vagava ubriaco.
Impossibile, io bevo solo un bicchiere a tavola. Solo che non mi alzo mai, da quella tavola. Mai…
E la vicenda della sassaiola all’isola del Giglio.
Coma fa a saperlo?
C’è su internet.
Ah! Comunque ero lì con Alessandro (Paci) per uno spettacolo, solo che a un certo punto un centinaio di bambini seduti in prima fila ha iniziato a sparare con le pistole ad acqua e io per provocarli gli ho detto: ‘E i sassi, no?’. Cacchio, è partita una sassaiola, con noi due a proteggerci con gli strumenti musicali.
Avete anche replicato.
È vero, abbiamo risposto al fuoco nemico.
Sanremo come protagonista.
Non ricordo, non ero io.
Ricorda, ricorda…
Mettiamola così: è stata solo una delle mie tante figure di merda. Sono un irresponsabile.
Rilanciamo la carriera di Ceccherini. Come?
Un film con Sorrentino, il mio sogno: se mi chiama sono disposto a qualunque cosa, anche a dirgli che Pieraccioni è uno stronzo.
Pieraccioni sarà felice.
Ma lui è un fratello, mi conosce e capisce. Si scherza. Quanto dobbiamo parlare ancora?
Se vuole ci salutiamo.
Meglio, potrei degenerare.