Finalmente, dopo settimane, la Banca d’Italia ha diramato un comunicato stampa con il quale prova a chiarire i presunti “malintesi” e i “presupposti sbagliati” sulla base dei quali è stata più volte chiamata in causa nella vicenda della Banca popolare di Vicenza. Un comunicato con cui Via Nazionale rivendica di avere più volte richiamato e sanzionato la popolare vicentina nel corso degli anni anche per “l’assenza di criteri obiettivi per la determinazione del prezzo” delle azioni. Prezzo la cui fissazione – ricorda Bankitalia – spetta esclusivamente all’assemblea dei soci su proposta degli amministratori.
In sostanza l’autorità di vigilanza si chiama fuori sostenendo di aver fatto di tutto in questi anni per indurre la Popolare di Vicenza a utilizzare criteri più trasparenti e ad avvalersi di perizie indipendenti e che – proprio grazie a questa insistenza – a partire dal 2011 la Popolare di Vicenza ha stabilito linee guida per la fissazione del prezzo e ha iniziato ad avvalersi del parere di un esperto esterno. Da allora il prezzo ha smesso di salire rimanendo bloccato a 62,5 euro per quattro esercizi, fino ad arrivare al primo (e non definitivo) taglio del 2015 a 48 euro. Bankitalia ricorda anche come fino al 2013 la popolare presieduta da Gianni Zonin ha potuto finanziare gli acquisti di azioni dei soci senza chiedere una preventiva autorizzazione all’autorità di vigilanza. Dal 2014 è emerso che la banca continuava con questa pratica senza però richiedere le dovute autorizzazioni e che nell’ultima ispezione è emerso che questi acquisti venivano impropriamente conteggiati nel patrimonio di vigilanza.
L’ispezione, tiene a precisare Via Nazionale, è stata condotta da personale della Banca d’Italia seppur “sotto l’egida del meccanismo di vigilanza unico (Bce) ma in totale continuità con l’azione di vigilanza svolta fino a quel momento dalla Banca d’Italia”. Il risultato dell’ispezione e le conseguenti decisioni della Bce “hanno imposto alla banca di ricostituire i margini patrimoniali regolamentari. L’alta dirigenza di Bpv è stata rinnovata. La banca ha recentemente deliberato la trasformazione in spa, un aumento di capitale e la quotazione delle azioni: ciò assicurerà trasparenza alla formazione del prezzo e liquidità all’investimento in azioni”. Insomma, verrebbe da dire “tutto bene ciò che finisce bene”, se non fosse che a pagare il conto sono ancora una volta i risparmiatori. Quello che non spiega il comunicato è come mai a fronte della reiterata riluttanza a seguire le indicazioni dell’autorità di vigilanza, Bankitalia si sia limitata a una mera opera di moral suasion.
Senza arrivare al commissariamento, Via Nazionale avrebbe certamente potuto (è nei suoi poteri e in qualche caso lo ha fatto) imporre di leggere all’assemblea dei soci – responsabile appunto della fissazione del prezzo delle azioni – una sua missiva per rendere pubblici alcuni dei rilievi effettuati e permettere così agli azionisti di prendere delle decisioni consapevoli. Non risulta che questo o altri passi volti alla tutela effettiva del pubblico risparmio siano mai stati intrapresi dal governatore Ignazio Visco e dai suoi recenti predecessori che in questo decennio, assieme alla Consob, hanno lasciato che la Popolare di Vicenza continuasse a piazzare le proprie azioni e obbligazioni presso un pubblico del tutto ignaro che ha avuto il solo torto di fidarsi della propria banca e che ora paga il prezzo di un ventennio di gestione Zonin. E a proposito di “alta dirigenza” della Popolare di Vicenza, il comunicato di Bankitalia contiene perlomeno un’imprecisione quando afferma che questa “è stata rinnovata”: Gianni Zonin presiede ancora la banca e, con lui, in consiglio siedono altri indagati. Come mai?
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Popolare di Vicenza, Bankitalia prova a chiarire i “malintesi”, ma ha dimenticato i risparmiatori
Finalmente, dopo settimane, la Banca d’Italia ha diramato un comunicato stampa con il quale prova a chiarire i presunti “malintesi” e i “presupposti sbagliati” sulla base dei quali è stata più volte chiamata in causa nella vicenda della Banca popolare di Vicenza. Un comunicato con cui Via Nazionale rivendica di avere più volte richiamato e sanzionato la popolare vicentina nel corso degli anni anche per “l’assenza di criteri obiettivi per la determinazione del prezzo” delle azioni. Prezzo la cui fissazione – ricorda Bankitalia – spetta esclusivamente all’assemblea dei soci su proposta degli amministratori.
In sostanza l’autorità di vigilanza si chiama fuori sostenendo di aver fatto di tutto in questi anni per indurre la Popolare di Vicenza a utilizzare criteri più trasparenti e ad avvalersi di perizie indipendenti e che – proprio grazie a questa insistenza – a partire dal 2011 la Popolare di Vicenza ha stabilito linee guida per la fissazione del prezzo e ha iniziato ad avvalersi del parere di un esperto esterno. Da allora il prezzo ha smesso di salire rimanendo bloccato a 62,5 euro per quattro esercizi, fino ad arrivare al primo (e non definitivo) taglio del 2015 a 48 euro. Bankitalia ricorda anche come fino al 2013 la popolare presieduta da Gianni Zonin ha potuto finanziare gli acquisti di azioni dei soci senza chiedere una preventiva autorizzazione all’autorità di vigilanza. Dal 2014 è emerso che la banca continuava con questa pratica senza però richiedere le dovute autorizzazioni e che nell’ultima ispezione è emerso che questi acquisti venivano impropriamente conteggiati nel patrimonio di vigilanza.
L’ispezione, tiene a precisare Via Nazionale, è stata condotta da personale della Banca d’Italia seppur “sotto l’egida del meccanismo di vigilanza unico (Bce) ma in totale continuità con l’azione di vigilanza svolta fino a quel momento dalla Banca d’Italia”. Il risultato dell’ispezione e le conseguenti decisioni della Bce “hanno imposto alla banca di ricostituire i margini patrimoniali regolamentari. L’alta dirigenza di Bpv è stata rinnovata. La banca ha recentemente deliberato la trasformazione in spa, un aumento di capitale e la quotazione delle azioni: ciò assicurerà trasparenza alla formazione del prezzo e liquidità all’investimento in azioni”. Insomma, verrebbe da dire “tutto bene ciò che finisce bene”, se non fosse che a pagare il conto sono ancora una volta i risparmiatori. Quello che non spiega il comunicato è come mai a fronte della reiterata riluttanza a seguire le indicazioni dell’autorità di vigilanza, Bankitalia si sia limitata a una mera opera di moral suasion.
Senza arrivare al commissariamento, Via Nazionale avrebbe certamente potuto (è nei suoi poteri e in qualche caso lo ha fatto) imporre di leggere all’assemblea dei soci – responsabile appunto della fissazione del prezzo delle azioni – una sua missiva per rendere pubblici alcuni dei rilievi effettuati e permettere così agli azionisti di prendere delle decisioni consapevoli. Non risulta che questo o altri passi volti alla tutela effettiva del pubblico risparmio siano mai stati intrapresi dal governatore Ignazio Visco e dai suoi recenti predecessori che in questo decennio, assieme alla Consob, hanno lasciato che la Popolare di Vicenza continuasse a piazzare le proprie azioni e obbligazioni presso un pubblico del tutto ignaro che ha avuto il solo torto di fidarsi della propria banca e che ora paga il prezzo di un ventennio di gestione Zonin. E a proposito di “alta dirigenza” della Popolare di Vicenza, il comunicato di Bankitalia contiene perlomeno un’imprecisione quando afferma che questa “è stata rinnovata”: Gianni Zonin presiede ancora la banca e, con lui, in consiglio siedono altri indagati. Come mai?
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.