L’allegra finanza del pallone in rosso. “Prelievi” da 20mila euro a settimana, la cassa della Figc-Lega Nazionale Dilettanti Campania usata come un bancomat, una voragine nei bilanci sprovvista di adeguata documentazione giustificativa, firme di dubbia calligrafia sugli assegni, disconosciute dal presunto firmatario. Si allarga il ventaglio del lavoro della Procura di Napoli sulla gestione del calcio dilettantistico campano. Salgono a due le persone sotto inchiesta: dopo il presidente del Comitato Regionale Campania della Lega Nazionale Dilettanti Vincenzo Pastore (organismo da settembre commissariato), il pm Giancarlo Novelli ha iscritto nel registro degli indagati il tesoriere Domenico Cerbone. La notizia è emersa attraverso un recente decreto di sequestro della documentazione depositata nella sede Figc-Lnd Campania di via Sant’Anna dalle Paludi a Napoli.

Una mole imponente di carte ora all’attenzione degli investigatori della Guardia di Finanza. Il debito complessivo del Comitato Campania ammonta a oltre 1 milione di euro. L’inchiesta vuole fare luce anche su come sia stato scavato il buco. Pastore è indagato per truffa aggravata. Il pm ha ipotizzato irregolarità nella gestione del patrimonio immobiliare della Lega, tramite una società creata ad hoc, “Calcio Campania Immobiliare srl”, per amministrare un unico immobile, quello della sede. Il presidente ne risultava dipendente con una retribuzione annua di 222mila euro lordi. L’immobile non varrebbe quella cifra, potrebbe produrre ricavi solo per un terzo. Pastore si è difeso dichiarando di percepire cifre molto inferiori e sottolineando di essere stato lui negli anni scorsi a segnalare le anomalie attraverso un esposto alla Procura Federale.

La creazione della società immobiliare, dice, risalerebbe al 2004 e alla precedente gestione, e le casse della società immobiliare erano state alimentate da documentazione non firmata da lui. Ma le indagini della Finanza hanno evidenziato altre anomalie: le attenzioni degli inquirenti si sono concentrate sulle operazioni di Cerbone e sul giro di prelievi per assegni, alcuni anche con la firma di Pastore, che però nega di averle apposte. Il tesoriere avrebbe così prelevato, a colpi di 20mila euro a settimana, circa 400mila euro e non è affatto chiaro dove siano andati a finire tutti quei soldi, il sospetto è che una parte sia stata utilizzata per fini diversi da quelli istituzionali e di sostegno ai campionati e alle società sportive locali.

Agli atti della Procura c’è la perizia calligrafica di 50 pagine del consulente tecnico del pm: secondo alcune indiscrezioni, avrebbe certificato che la firma di Pastore sotto quegli assegni non è autentica. C’è un contenzioso anche davanti alla giustizia sportiva: Pastore ha impugnato il commissariamento – il comitato campano è attualmente guidato da Paolo Del Fiore – e i 13 delegati assembleari della Campania, dopo essersi visti rigettare una istanza di sospensiva al Tar relativa alla partecipazione all’assemblea elettiva del nuovo presidente della Lega Nazionale Dilettanti (il merito sarà discusso il 26 novembre), hanno presentato un documento al presidente Figc Carlo Tavecchio: chiedono la convocazione di un’assemblea elettiva attraverso alcune modifiche normative, la revoca del vice commissario Salvatore Gagliano per incompatibilità ambientale, e l’intervento del presidente del Coni, Giovanni Malagò.

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