Nel mio recente post sulle Internationale Spieltage (Giornate internazionali del gioco) di Essen, che sono una sorta di paradiso dei giochi da tavolo, notavo con soddisfazione la vitalità dell’editoria italiana. Niente di paragonabile alle grandi aziende tedesche, sia chiaro, Ravensburger, Amigo, Zoch, Hans im Glueck e compagnia bella stanno su un altro livello, perché è proprio in Germania che la cultura del gioco da tavolo si è sviluppata nel corso dei decenni. Niente di paragonabile, dicevo, ma tanta passione che comincia anche a coniugarsi con l’imprenditorialità: molto bene!
Notavo che il fenomeno è accompagnato – anzi, direi quasi che è stato indotto – da una vera esplosione creativa: si moltiplicano infatti gli autori italiani di giochi che vengono pubblicati da aziende di tutto il mondo. A Essen c’erano tantissime creazioni di autori italiani… cominciamo a far concorrenza alla ben più affermata scuola tedesca.
Vorrei, quindi, cominciare a presentare alcuni di questi autori, perché è un mondo sconosciuto al grande pubblico e invece si tratta di un importante fenomeno culturale.
Non trascurabile il fatto che la cultura del gioco – del gioco sano, s’intende – è ormai sempre più considerata a tutti i livelli come il vero vaccino del Gap (gioco d’azzardo patologico); voglio dire, è assai improbabile che chi gioca da tavolo, chi frequenta la fiera di Essen, ma anche Play a Modena o Lucca games (che è in corso proprio ora) o le tante altre manifestazioni ludiche italiane possa un giorno sviluppare una dipendenza dall’azzardo; anzi, i giochi d’azzardo nemmeno si sogna di provarli.
Bisogna stare attenti a non confondersi, per giochi da tavoli non intendo solo gioconi da almeno 2 ore con 20 pagine di regolamento. Certo, c’è anche quello, si è formata anche in Italia una larga fascia di cosiddetti “gamers” appassionati che apprezzano soprattutto i giochi più complessi, giochi che i non iniziati nemmeno si sognano di affrontare. Ma per fortuna si sta sviluppando anche un mercato di giochi da tavolo per famiglia e per bambini. Nota Leo Colovini, uno degli autori italiani più affermati, che se non creiamo anche in Italia la cultura del gioco in famiglia, non potremo mai aspirare ad avvicinarci alla Germania. Ha ragione. In Germania in quasi tutte le case c’è uno scaffale con i giochi in scatola, e in famiglia si gioca, è anche un modo di passare del tempo assieme, in modo intelligente e stimolante!
Vediamo dunque di cominciare a conoscere alcuni di questi protagonisti che a Essen hanno fatto bello sfoggio delle loro creazioni: ci vorranno vari post… perché sono tanti.
Ecco il torinese Walter Obert, autore della vecchia guardia, che sforna idee originali da una trentina d’anni. A Essen presentava Die Geheimnissvolle Drachen Höhle (La misteriosa grotta del drago), creato in collaborazione un altro autore torinese, Carlo Emanuele Lanzavecchia. Si tratta di un gioco per bambini (gioco da tavolo per bambini, appunto!) realizzato per il prestigioso marchio Drei Magiert Spiele, da sempre attento alla bellezza della grafica e alla qualità della confezione. Speriamo arrivi anche in Italia.
Nella foto Obert (a sx) e Lanzavecchia alla presentazione del gioco.
Obert è anche il fondatore di Inventori di Giochi, un’associazione che propone annualmente varie convention (chiamate IdeaG) dove gli autori dilettanti hanno modo di testare i loro i giochi e di presentarli ad agenti ed editori. Un modo intelligente per fare esperienza e crescere culturalmente. Prossimo appuntamento a Torino verso metà gennaio.
Andiamo avanti con Spartaco Albertarelli, altro punto di riferimento fra gli autori italiani. Lui è il più prolifico autore italiano, con circa 150 titoli all’attivo… il fatto è che molti prodotti non portano il suo nome, perché quando lavorava in Editrice Giochi lì non usavano mettere il nome dell’autore in copertina (pessima abitudine, oggi non più accettabile, che ha danneggiato la cultura del gioco in Italia). Ma ora lui si muove da indipendente con la sua KaleidosGames, il cui prodotto di punta è, appunto, Kaleidos, di cui a Essen veniva presentata la nuova edizione. Il gioco si basa su bellissime tavole illustrate con centinaia di piccoli oggetti sparsi qua e là, realizzate dall’artista Elena Prette. La regola è molto semplice: scelta una lettera bisogna trovare quanti più oggetti possibile che cominciano con quella. Davvero un gioco sociale, e sta trovando distributori in tutto il mondo.
Kaleidos si presenta alle fiere in simbiosi col suo distributore italiano, quella Oliphante di Gianfranco Fioretta che nel mondo del gioco riesce sempre a dare una mano a tutti. E la loro nuova proposta (in collaborazione con Zanichelli) è ancora un gioco molto sociale, si tratta di DiLemmi, un gioco di parole basato sulla vecchia idea del “gioco del vocabolario”, ma interpretato in chiave originale, moderna e divertente; si può giocare anche in rete dove vengono proposte parole inesistenti da definire. Notare il gioco di parole insito nel titolo stesso.
Del resto Oliphante non è certo nuova nel proporre giochi socializzanti; uno dei suoi prodotti di punta è infatti Story cubes di Rory O’Connor (questa volta l’autore non è italiano, sorry): tanti disegni diversi nelle facce dei dadi e la fantasia si deve scatenare nel creare una storia con le immagini risultanti.
Bene, alle prossime puntate con nuovi autori italiani e le loro creazioni.
E buona Lucca Comics and Games, per chi ci va: se riuscite a trovare un tavolo libero, approfittatene per provare qualche nuovo gioco!