“Molti ci suggerirono di non mettere la faccia su Expo perché sarebbe stato un fallimento. Questo governo ha invece ci creduto fortemente e oggi possiamo dire che è stato un successo di cui siamo orgogliosi ma che non era scontato pochi mesi fa”. Così il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha commentato la chiusura dell’esposizione universale. E di “sfida vinta dall’Italia unita in un impegno comune” ha parlato, durante la cerimonia di chiusura, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che, prima di dichiarare ufficialmente concluso l’evento, ha detto di confidare “in una scelta saggia riguardo all’utilizzo futuro dell’area”, una scelta “che andrà a beneficio di Milano, della Lombardia e dell’intero Paese”. “La nostra responsabilità si proietta sul futuro dei progetti avviati con l’Esposizione universale – ha detto il capo dello Stato – Dare continuità a questo impegno, e a questo successo, non è soltanto un dovere morale. E’ un’impresa affascinante. Mi auguro coinvolga i giovani, i talenti migliori, la creatività italiana ed europea. Il testimone deve passare di mano e procedere velocemente. La ricerca, l’università sono sostegni decisivi. Abbiamo le infrastrutture, anche quelle immateriali, per andare incontro al domani con animo sereno. Il risultato di Expo ha suscitato giuste attese: nessuno deve deluderle”.
Auspicio raccolto dal presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha sottolineato come “adesso, vinta questa sfida, se ne apre già un’altra: da lunedì dobbiamo cominciare a lavorare per vincere anche la sfida del dopo Expo, per decidere cosa fare qui”. Sul ‘dopo’ “abbiamo le idee chiare: un grande e moderno campus universitario con le residenze per gli studenti, poi strutture per l’innovazione e la ricerca e inoltre io ho proposto al governo di fare qui l’Agenzia nazionale per la tutela e la qualità dei prodotti agroalimentari, un’agenzia che c’è negli altri Paesi ma non in Italia: facciamola qui e questo sarà il nostro lascito dopo l’Expo”
Capo dello Stato: “Cibo e alimentazione lingua comune dei popoli” – Il “maggiore successo dell’Expo, e dunque il lascito” dell’Expo, secondo il capo dello Stato, “sta nell’aver cercato di definire il cibo e l’alimentazione come lingua comune dei popoli. Lingua comune non vuol dire omologazione. Al contrario. E’ espressione di dialogo e di valorizzazione delle biodiversità, manifesta conoscenza e rispetto delle culture e delle loro radici, è scoperta di valori e interessi convergenti in nome dell’uomo. Rappresenta l’antidoto alla nuova Babele e alle esclusioni che la società globale può generare se non viene governata”. La Carta di Milano, ha sostenuto poi il presidente, “è un documento di grande rilievo, che ha affermato il diritto al cibo e all’acqua come parte essenziale di un più ampio diritto alla vita, e dal quale d’ora in avanti non si potrà prescindere nel valutare l’applicazione di diritti umani universali”.
Pisapia: “C’è malinconia ma quel che abbiamo costruito non andrà perduto” – “Quando qualcosa finisce c’è sempre un po’ di malinconia”, ha esordito il sindaco Giuliano Pisapia. “Milano saluta il mondo con l’orgoglio di aver dimostrato di cosa è capace l’Italia quando fa squadra. Abbiamo dato vita ad un luogo globale dove discutere, abbiamo volato in alto, ma guardato in basso, con le grandi organizzazioni internazionali ma senza mai dimenticare la madre terra. Milano ha accolto il mondo come sa fare, con eleganza, cultura, storia, solidarietà e con il sorriso”. “Questi sono i primi passi – ha concluso il sindaco – quanto abbiamo costruito non andrà perduto, non perderemo lo slancio, lavoreremo insieme con il mondo anche nel futuro. Sono convinto che tra i milioni di persone che hanno varcato i cancelli di Expo abbiamo seminato”.
Martina ricorda il lavoro volontario per finire il padiglione del Nepal – “Ora possiamo davvero dire ‘missione compiuta’”, ha detto invece il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. “Non sono serviti super eroi ma la fatica e la passione di tante persone che hanno unito le forze, spesso in silenzio, e hanno dato il massimo. Come i nostri lavoratori che dopo il terremoto in Nepal si sono presentati per portare a termine gratuitamente il padiglione. Da loro una grande lezione. C’è anche in questo la forza di un saper fare italiano che io voglio riconoscere questa sera”.
Bracco: “Albero della vita icona mondiale” – Secondo Diana Bracco, commissario generale di Padiglione Italia e presidente di Expo 2015, quattordici milioni di persone hanno assistito agli spettacoli dell’Albero della Vita, che è stato anche l’elemento più fotografato di Expo 2015 con oltre 250mila scatti postati su Instagram. Due milioni sono stati invece i visitatori della mostra “La casa dell’identità italiana” a Palazzo Italia. “Con la mostra dell’identità italiana e l’Albero della vita l’Italia ha davvero fatto goal”, ha detto Bracco, commissario generale di Padiglione Italia e presidente di Expo 2015. “Il nostro Albero è diventato un’icona mondiale”. Secondo Bracco hanno visitato Palazzo Italia 266 alte cariche istituzionali italiane e straniere, tra cui 60 capi di Stato e di governo, 15mila studenti e 2mila insegnanti.
Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha dichiarato che in tutto “cinque milioni di studenti, tra Italia e Paesi esteri, dalla scuola dell’infanzia all’università, sono stati impegnati in progetti didattici e iniziative legati all’Esposizione e due milioni hanno potuto visitarla direttamente grazie all’accordo Expo – Miur”. “Nei sei mesi della manifestazione – ha proseguito Giannini – 41 conservatori italiani si sono esibiti ad Expo, per un totale di 1.230 studenti coinvolti. Il Vivaio Ricerca, il programma di eventi scientifici curato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha portato a Padiglione Italia i grandi temi della scienza legati all’alimentazione”.
Per Carlo Sangalli, presidente della camera di commercio di Milano e della Confcommercio milanese, Expo 2015 “ha ridato all’Italia e a Milano un ruolo centrale a livello globale”. “Questo straordinario risultato – ha aggiunto – è la vera eredità dell’esposizione universale” e è stata “l’alleanza e il gioco di squadra tra pubblico e privato che ha permesso di ottenere un successo che non era per nulla scontato”. Per Sangalli, “questo metodo va portato avanti con determinazione anche per vincere, da domani, la sfida del dopo Expo che deve vedere l’Italia e Milano rafforzarsi sempre di più sulla scena mondiale”.
Coldiretti: “Spesi 2,3 miliardi per visitare l’esposizione” – Dall’indagine completa sul bilancio dell’evento elaborata da Coldiretti/Ixe emerge che gli italiani hanno speso complessivamente oltre 2,3 miliardi per visitare l’Esposizione universale tra viaggio, alloggio, spese varie fuori ed ingresso e consumazioni all’interno. Il 51% dei visitatori ha speso complessivamente meno di 75 euro. Il 49% dei visitatori ha colto l’occasione anche per visitare altre località, ma di questi il 42% è rimasto a Milano e solo il 4 per cento è andato in altre regioni del Nord Ovest, mentre percentuali residuali si sono recati in altre regioni. L’effetto di promuovere il turismo è stato comunque centrato per il 32% dei visitatori.
I visitatori illustri e le assenze – Tra i tanti personaggi internazionali che hanno visitato l’esposizione, tre sono stati gli interventi più significativi secondo una ricerca condotta da Coldiretti/Ixè. Si tratta del videomessaggio di Papa Francesco all’apertura della kermesse, apprezzato dal 42% del campione, della visita della first lady statunitense Michelle Obama con il 22% e dell’intervento del segretario generale dell’Onu Bank Ki Moon con il 20%. Bergoglio però non è mai stato di persona sul sito espositivo. E non è l’unico “grande assente”. Non si sono visti il presidente Usa Barack Obama né quello della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Nessun membro della casa reale britannica ha visitato cardo e decumano (Carlo d’Inghilterra ha mandato un video in occasione della firma del ‘Milan urban food policy pact’) e ha declinato anche Filippo II di Spagna. Alexis Tsipras ha scelto di far rappresentare Atene dal sottosegretario di Stato per il Turismo, l’economia e lo sviluppo Elena Kountoura. E nemmeno il dittatore nordcoreano Kim Jong Un ha visto i padiglioni di Rho.
Expo 2015
Expo 2015, cerimonia di chiusura con Mattarella: “Sfida vinta”. Boschi: “Governo ha fatto bene a crederci”
Il capo dello Stato ha detto che il maggior successo dell'Expo è stato "aver definito il cibo e l’alimentazione come lingua comune dei popoli" e ha auspicato una "scelta saggia" per il dopo esposizione. D'accordo Maroni: "Vinta questa sfida, se ne apre già un’altra: dobbiamo cominciare a lavorare per decidere cosa fare qui". Il sindaco Pisapia: "Malinconia ma quel che abbiamo costruito non andrà perduto"
“Molti ci suggerirono di non mettere la faccia su Expo perché sarebbe stato un fallimento. Questo governo ha invece ci creduto fortemente e oggi possiamo dire che è stato un successo di cui siamo orgogliosi ma che non era scontato pochi mesi fa”. Così il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha commentato la chiusura dell’esposizione universale. E di “sfida vinta dall’Italia unita in un impegno comune” ha parlato, durante la cerimonia di chiusura, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che, prima di dichiarare ufficialmente concluso l’evento, ha detto di confidare “in una scelta saggia riguardo all’utilizzo futuro dell’area”, una scelta “che andrà a beneficio di Milano, della Lombardia e dell’intero Paese”. “La nostra responsabilità si proietta sul futuro dei progetti avviati con l’Esposizione universale – ha detto il capo dello Stato – Dare continuità a questo impegno, e a questo successo, non è soltanto un dovere morale. E’ un’impresa affascinante. Mi auguro coinvolga i giovani, i talenti migliori, la creatività italiana ed europea. Il testimone deve passare di mano e procedere velocemente. La ricerca, l’università sono sostegni decisivi. Abbiamo le infrastrutture, anche quelle immateriali, per andare incontro al domani con animo sereno. Il risultato di Expo ha suscitato giuste attese: nessuno deve deluderle”.
Auspicio raccolto dal presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha sottolineato come “adesso, vinta questa sfida, se ne apre già un’altra: da lunedì dobbiamo cominciare a lavorare per vincere anche la sfida del dopo Expo, per decidere cosa fare qui”. Sul ‘dopo’ “abbiamo le idee chiare: un grande e moderno campus universitario con le residenze per gli studenti, poi strutture per l’innovazione e la ricerca e inoltre io ho proposto al governo di fare qui l’Agenzia nazionale per la tutela e la qualità dei prodotti agroalimentari, un’agenzia che c’è negli altri Paesi ma non in Italia: facciamola qui e questo sarà il nostro lascito dopo l’Expo”
Capo dello Stato: “Cibo e alimentazione lingua comune dei popoli” – Il “maggiore successo dell’Expo, e dunque il lascito” dell’Expo, secondo il capo dello Stato, “sta nell’aver cercato di definire il cibo e l’alimentazione come lingua comune dei popoli. Lingua comune non vuol dire omologazione. Al contrario. E’ espressione di dialogo e di valorizzazione delle biodiversità, manifesta conoscenza e rispetto delle culture e delle loro radici, è scoperta di valori e interessi convergenti in nome dell’uomo. Rappresenta l’antidoto alla nuova Babele e alle esclusioni che la società globale può generare se non viene governata”. La Carta di Milano, ha sostenuto poi il presidente, “è un documento di grande rilievo, che ha affermato il diritto al cibo e all’acqua come parte essenziale di un più ampio diritto alla vita, e dal quale d’ora in avanti non si potrà prescindere nel valutare l’applicazione di diritti umani universali”.
Pisapia: “C’è malinconia ma quel che abbiamo costruito non andrà perduto” – “Quando qualcosa finisce c’è sempre un po’ di malinconia”, ha esordito il sindaco Giuliano Pisapia. “Milano saluta il mondo con l’orgoglio di aver dimostrato di cosa è capace l’Italia quando fa squadra. Abbiamo dato vita ad un luogo globale dove discutere, abbiamo volato in alto, ma guardato in basso, con le grandi organizzazioni internazionali ma senza mai dimenticare la madre terra. Milano ha accolto il mondo come sa fare, con eleganza, cultura, storia, solidarietà e con il sorriso”. “Questi sono i primi passi – ha concluso il sindaco – quanto abbiamo costruito non andrà perduto, non perderemo lo slancio, lavoreremo insieme con il mondo anche nel futuro. Sono convinto che tra i milioni di persone che hanno varcato i cancelli di Expo abbiamo seminato”.
Martina ricorda il lavoro volontario per finire il padiglione del Nepal – “Ora possiamo davvero dire ‘missione compiuta’”, ha detto invece il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. “Non sono serviti super eroi ma la fatica e la passione di tante persone che hanno unito le forze, spesso in silenzio, e hanno dato il massimo. Come i nostri lavoratori che dopo il terremoto in Nepal si sono presentati per portare a termine gratuitamente il padiglione. Da loro una grande lezione. C’è anche in questo la forza di un saper fare italiano che io voglio riconoscere questa sera”.
Bracco: “Albero della vita icona mondiale” – Secondo Diana Bracco, commissario generale di Padiglione Italia e presidente di Expo 2015, quattordici milioni di persone hanno assistito agli spettacoli dell’Albero della Vita, che è stato anche l’elemento più fotografato di Expo 2015 con oltre 250mila scatti postati su Instagram. Due milioni sono stati invece i visitatori della mostra “La casa dell’identità italiana” a Palazzo Italia. “Con la mostra dell’identità italiana e l’Albero della vita l’Italia ha davvero fatto goal”, ha detto Bracco, commissario generale di Padiglione Italia e presidente di Expo 2015. “Il nostro Albero è diventato un’icona mondiale”. Secondo Bracco hanno visitato Palazzo Italia 266 alte cariche istituzionali italiane e straniere, tra cui 60 capi di Stato e di governo, 15mila studenti e 2mila insegnanti.
Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha dichiarato che in tutto “cinque milioni di studenti, tra Italia e Paesi esteri, dalla scuola dell’infanzia all’università, sono stati impegnati in progetti didattici e iniziative legati all’Esposizione e due milioni hanno potuto visitarla direttamente grazie all’accordo Expo – Miur”. “Nei sei mesi della manifestazione – ha proseguito Giannini – 41 conservatori italiani si sono esibiti ad Expo, per un totale di 1.230 studenti coinvolti. Il Vivaio Ricerca, il programma di eventi scientifici curato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha portato a Padiglione Italia i grandi temi della scienza legati all’alimentazione”.
Per Carlo Sangalli, presidente della camera di commercio di Milano e della Confcommercio milanese, Expo 2015 “ha ridato all’Italia e a Milano un ruolo centrale a livello globale”. “Questo straordinario risultato – ha aggiunto – è la vera eredità dell’esposizione universale” e è stata “l’alleanza e il gioco di squadra tra pubblico e privato che ha permesso di ottenere un successo che non era per nulla scontato”. Per Sangalli, “questo metodo va portato avanti con determinazione anche per vincere, da domani, la sfida del dopo Expo che deve vedere l’Italia e Milano rafforzarsi sempre di più sulla scena mondiale”.
Coldiretti: “Spesi 2,3 miliardi per visitare l’esposizione” – Dall’indagine completa sul bilancio dell’evento elaborata da Coldiretti/Ixe emerge che gli italiani hanno speso complessivamente oltre 2,3 miliardi per visitare l’Esposizione universale tra viaggio, alloggio, spese varie fuori ed ingresso e consumazioni all’interno. Il 51% dei visitatori ha speso complessivamente meno di 75 euro. Il 49% dei visitatori ha colto l’occasione anche per visitare altre località, ma di questi il 42% è rimasto a Milano e solo il 4 per cento è andato in altre regioni del Nord Ovest, mentre percentuali residuali si sono recati in altre regioni. L’effetto di promuovere il turismo è stato comunque centrato per il 32% dei visitatori.
I visitatori illustri e le assenze – Tra i tanti personaggi internazionali che hanno visitato l’esposizione, tre sono stati gli interventi più significativi secondo una ricerca condotta da Coldiretti/Ixè. Si tratta del videomessaggio di Papa Francesco all’apertura della kermesse, apprezzato dal 42% del campione, della visita della first lady statunitense Michelle Obama con il 22% e dell’intervento del segretario generale dell’Onu Bank Ki Moon con il 20%. Bergoglio però non è mai stato di persona sul sito espositivo. E non è l’unico “grande assente”. Non si sono visti il presidente Usa Barack Obama né quello della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Nessun membro della casa reale britannica ha visitato cardo e decumano (Carlo d’Inghilterra ha mandato un video in occasione della firma del ‘Milan urban food policy pact’) e ha declinato anche Filippo II di Spagna. Alexis Tsipras ha scelto di far rappresentare Atene dal sottosegretario di Stato per il Turismo, l’economia e lo sviluppo Elena Kountoura. E nemmeno il dittatore nordcoreano Kim Jong Un ha visto i padiglioni di Rho.
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Expo 2015, la Carta di Milano che divide. “Afferma diritto al cibo”. “Nessun obiettivo concreto su riduzione sprechi”
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Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Non è più procrastinabile un intervento del Governo per contenere i costi delle bollette, oramai insostenibili per milioni di italiani. Governo e maggioranza facciano proprie le proposte del Pd avanzate da Elly Schlein e tutte a costo zero. Proposte semplici, chiare ed efficaci. Approviamole con spirito bipartisan per il bene del Paese". Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.
"Dopo che il taglio delle accise, promesso dalla presidente Meloni, era rimasto intrappolato nella distanza che c'è tra il dire e il fare e nulla è stato fatto è ora che maggioranza e governo prendano atto della gravità della situazione. Come si fa a non rendersi conto che questa emergenza bollette si aggiunge all’aumento di carburante, RC Auto e pedaggi, beni alimentari, materiale scolastico e affitti? Una situazione sconfortante che si va ad aggiungere ad una economia che arretra da 750 giorni, proprio mentre attendiamo gli effetti nefasti dei dazi di Trump".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Si riunirà domani pomeriggio il gruppo Pd della Camera e all'ordine del giorno c'è anche la questione della pdl Cisl sulla partecipazione dei lavoratori. Dopodomani infatti si riunirà in mattinata il Comitato dei 9 e quindi è atteso il provvedimento in aula. Provvedimento sul quale si sono registrate sensibilità diverse tra i dem. Con il disagio dell'area riformista, in particolare, a dire no all'iniziativa promossa dalla Cisl. Per un altro pezzo dei dem invece, come Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra, il testo base è stato stravolto dalla maggioranza ed è quindi insostenibile. Testo su cui, per altro, ha messo il cappello la stessa premier Giorgia Meloni parlando all'ultima assemblea Cisl.
I dem, per trovare una quadra, si erano già confrontati nelle settimane scorse in una riunione del gruppo a Montecitorio. Si era deciso di rinviare la decisione sul voto, in attesa di vedere se la maggioranza si fosse resa disponibile ad accogliere alcune modifiche, in aula, proposte dal Pd. "Attendiamo un segnale", si era detto. A quasi un mese di distanza però il 'segnale' non sembra arrivato. Dice Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro: "Noi abbiamo tenuto sempre come bussola il merito. E votare no al mandato al relatore, è stata un scelta di merito perchè il testo base Cisl è stato completamente stravolto e peggiorato. Tanto che viene da chiedersi come sia possibile che un grande sindacato come la Cisl possa riconoscere come proprio il provvedimento che arriva in aula...".
"Ma -aggiunge- abbiamo detto che eravamo disponibili a modificare il nostro no in commissione, se in aula la maggioranza avesse dato l'ok ad alcune significative modifiche. Al momento, però non abbiamo avuto alcun segnale in questa direzione". E quindi, va a finire che il Pd si divide? "Non credo proprio". Magari si va verso un'astensione? "Domani abbiamo il gruppo, discuteremo domani".
Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - L'intervento e le cure per il tumore al seno possono avere un forte impatto sulla sfera emotiva e sessuale della donna; il bisogno di recuperare femminilità e intimità, così come il desiderio di maternità, sono molto sentiti dalle pazienti, che però non ne parlano. Lo confermano i dati di un'indagine condotta da Iqvia e promossa da Europa Donna Italia per comprendere l'impatto della malattia sull'identità femminile e la relazione di coppia. I risultati sono stati presentati nel corso del convegno scientifico 'Rəvolution in medicine', che si è tenuto sabato 22 febbraio all'università degli Studi di Milano.
Oltre il 90% delle donne riscontra problemi legati alla sfera sessuale in seguito a interventi e trattamenti per il tumore al seno, ma il 66% non ne parla con nessuno e il 42% rinuncia a gestirli, evidenzia la ricerca coordinata da Isabella Cecchini, responsabile del Centro studi Iqvia Italia, che ha coinvolto 382 donne con diagnosi di tumore al seno di diverse fasce di età e a diverso stadio di malattia. I risultati indicano che le tematiche relative a emozioni e sessualità sono percepite importanti per il 72% del campione, ma restano taciute non solo dalle donne stesse - principalmente per timore, vergogna, idea che siano aspetti secondari rispetto alle priorità dettate dalla malattia - ma anche dai medici.
"Rispetto agli esordi del mio essere oncologa - dichiara Manuelita Mazza, oncologa della Senologia medica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e responsabile scientifica di 'Rəvolution in medicine' - la vita delle pazienti è cambiata. In poco più di vent'anni ho assistito a grandi passi avanti nella capacità di curare il tumore al seno, anche nelle forme metastatiche; tuttavia, se si guarisce sempre di più e l'aspettativa di vita è più lunga, non sono certa sia anche più larga, più piena, più densa di vita stessa. La salute sessuale è un aspetto puntualmente trascurato del benessere di chi ha una diagnosi impegnativa come il tumore al seno, specie se metastatico, ma è parte integrante del benessere di ciascuna donna e non può essere un argomento omesso a fronte di una diagnosi di tumore al seno".
"Fornire alla paziente informazioni chiare sugli effetti collaterali sessuali dei trattamenti e, se desiderato, includere il partner nelle discussioni cliniche può fare una grande differenza - prosegue Mazza - Questa apertura non solo supporta meglio la paziente, ma le permette di sentirsi compresa in una delle sfere più intime e vulnerabili della sua vita".
I dati presentati confermano quanto un cambio di passo sia necessario: appena il 22% delle donne intervistate ha un alto livello di consapevolezza dell'impatto delle terapie sulla propria sessualità, l'11% ha interrotto la relazione con il proprio partner dopo la diagnosi di tumore al seno e 2 coppie su 3 hanno interrotto i rapporti sessuali. Anche sul fronte della maternità emergono dati significativi: solo 3 pazienti su 4 parlano del desiderio di diventare madri con il proprio medico di riferimento, e la comunicazione risulta chiara e rassicurante appena per la metà di esse, con il risultato che troppo spesso si rinuncia al proprio progetto di vita perché non si sono ricevute informazioni adeguate.
"E' il momento di promuovere un cambiamento - commenta Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - e far sì che i problemi riscontrati dalle pazienti nella sfera emotiva e sessuale escano dal cono d’ombra del tabù. Le donne chiedono un supporto specifico da parte dei medici e vorrebbero essere affiancate anche dagli psiconcologi. L'impegno di Europa Donna in queste direzioni non mancherà. Già dal 2022 abbiamo avviato il progetto 'Come Prima', dedicato al recupero della femminilità e al desiderio di maternità delle donne con tumore del seno, coinvolgendo le pazienti, i loro partner e i medici con materiale informativo e appuntamenti dedicati, e proseguono i nostri sforzi per promuovere e normalizzare il dialogo tra pazienti e professionisti sanitari, medici in primis, anche su questi aspetti. Non dimentichiamo che la presa in carico delle pazienti deve prendere in considerazione non solo la malattia di per sé, ma la donna nella sua interezza, con i suoi bisogni fisici e psicologici".