La lotta alla povertà decisa dal governo Renzi servirà anche a restituire una bella somma alle Fondazioni bancarie: 100 milioni l’anno per i prossimi tre anni. La norma è nella legge di Stabilità, nascosta tra le pieghe del testo, ed esprime la volontà di risarcire quei soggetti che si sentono defraudati dalle scelte della legge di Stabilità dello scorso anno: allora, l’imponibile dei dividendi incassati dalle Fondazioni – che nel 2014 hanno avuto, complessivamente, un utile di 1.600 miliardi – fu innalzato dal 5% al 77,7%. Da allora, le misure a vantaggio delle strutture coordinate dall’Acri presieduta da Giuseppe Guzzetti si sono susseguite fino alla norma attuale.
Lo strumento utilizzato è il “Fondo per il contrasto alla povertà educativa” inserito nel comma 6 dell’articolo 24. Il fondo è alimentato, con un Protocollo d’intesa, anche dalle Fondazioni bancarie a cui “verrà riconosciuto un contributo, sotto forma di credito di imposta, pari al 75% dei versamenti effettuati”. La somma stanziata dal governo è di 100 milioni annui per il 2016, 2017 e 2018 e può essere utilizzata come compensazione dei versamenti Irpef, Iva, contributi Inps o Inail. Comoda ed elastica, quindi.
Ma, si dirà, anche se per ogni 100 euro versati le Fondazioni ne avranno indietro 75, i fondi per la lotta alla povertà educativa ci saranno. Certo, solo che, qui sta il trucco, le Fondazioni svolgono già una copiosa attività di sostegno sociale che si manifesta in varie forme. Nel 2014, dati dell’Acri, l’ammontare complessivo delle erogazioni effettuate in ragione del proprio statuto, è stato di 911,9 milioni di euro. Una massa gigantesca. Di questi, 106 milioni sono andati proprio alla voce “Educazione”. Una somma molto simile a quella stanziata in Stabilità e che, unita alle altre, dimostra che il sostegno alla povertà, e non solo, le Fondazioni già lo fanno. Ma finora, non avevano avuto nessun tornaconto fiscale.
Come potrà funzionare il meccanismo è facilmente comprensibile. Basta osservare come è già stato utilizzato un altro credito d’imposta garantito dal governo Renzi, l’art bonus, il contributo a favore dei “mecenati” che hanno finanziato progetti di restauro artistico, architettonico, museale e così via. Sul sito del governo dedicato all’art bonus si legge che i “mecenati” che finora si sono fatti avanti sono ben 848. Di questi, però, solo 20 (venti) hanno accettato di rendere pubblico il proprio nome. Per scoprire che tra le centinaia di benefattori attratti dal 65% di beneficio fiscale ci sono quasi tutte le Fondazioni bancarie occorre andarsi a spulciare i bilanci di quest’ultime per verificare l’ammontare del credito messo a bilancio. La lista è interessante: la Compagnia di San Paolo ha avuto un ritorno di 3,8 milioni, Cariplo di 1,7, la Fondazione Cassa Risparmio di Firenze 1,9, la Cassa di Verona, 1,3 come la Cassa risparmio di Torino. Le prime otto Fondazioni italiane hanno avuto come ristorno dei finanziamenti effettuati ben 12 milioni di euro. Il punto è che quei finanziamenti loro li avrebbero fatti lo stesso.
Se la somma stanziata per erogazioni a favore di “Arte e beni culturali” nel 2014 è stata, infatti, di ben 272,8 milioni di euro, la crescita rispetto al 2013 è stata di solo l’1,4% mentre quella complessiva delle erogazioni è stata del 3,1%. L’incidenza totale delle erogazioni alla cultura, nell’anno in cui è stato introdotto l’art bonus, è passata dal 30,4 al 29,9%. Nonostante il credito di imposta i finanziamenti sono scesi. Anzi, si sono ripartiti diversamente al loro interno andando a rafforzare gli interventi di ristrutturazione. Il guadagno, quindi è evidente.
Dopo l’art bonus, la nascita del “Fondo contro la povertà educativa” rappresenterebbe il terzo favore alle Fondazioni. Il primo, il più rilevante, è stato introdotto nella stessa legge di Stabilità del 2014 quando si decise un credito di imposta pari all’aumento di pressione fiscale derivante dalla riforma dell’imponibile. Un flusso di circa 100 milioni di euro che è ritornato nelle floride casse di soggetti tra i più potenti, e meno controllati nel sistema finanziario italiano.
Alla Giornata mondiale del risparmio, il presidente delle Fondazioni, Guzzetti, si è rallegrato del nuovo “dialogo positivo con il governo” ricordando che l’intenzione della lotta alla povertà era stata illustrata a Papa Francesco. Che però non sapeva del credito d’imposta.
Da Il Fatto Quotidiano del 31 ottobre
Lobby
Governo, credito di imposta alle fondazioni bancarie per “contrasto alla povertà”. Su donazioni che fanno già
Nella legge di Stabilità è previsto un credito di imposta che però premia donazioni che gli enti già fanno. Un altro favore alle fondazioni dopo l'art bonus, contributo a favore dei mecenati che finanziano interventi culturali: quasi tutte ne hanno beneficiato
La lotta alla povertà decisa dal governo Renzi servirà anche a restituire una bella somma alle Fondazioni bancarie: 100 milioni l’anno per i prossimi tre anni. La norma è nella legge di Stabilità, nascosta tra le pieghe del testo, ed esprime la volontà di risarcire quei soggetti che si sentono defraudati dalle scelte della legge di Stabilità dello scorso anno: allora, l’imponibile dei dividendi incassati dalle Fondazioni – che nel 2014 hanno avuto, complessivamente, un utile di 1.600 miliardi – fu innalzato dal 5% al 77,7%. Da allora, le misure a vantaggio delle strutture coordinate dall’Acri presieduta da Giuseppe Guzzetti si sono susseguite fino alla norma attuale.
Lo strumento utilizzato è il “Fondo per il contrasto alla povertà educativa” inserito nel comma 6 dell’articolo 24. Il fondo è alimentato, con un Protocollo d’intesa, anche dalle Fondazioni bancarie a cui “verrà riconosciuto un contributo, sotto forma di credito di imposta, pari al 75% dei versamenti effettuati”. La somma stanziata dal governo è di 100 milioni annui per il 2016, 2017 e 2018 e può essere utilizzata come compensazione dei versamenti Irpef, Iva, contributi Inps o Inail. Comoda ed elastica, quindi.
Ma, si dirà, anche se per ogni 100 euro versati le Fondazioni ne avranno indietro 75, i fondi per la lotta alla povertà educativa ci saranno. Certo, solo che, qui sta il trucco, le Fondazioni svolgono già una copiosa attività di sostegno sociale che si manifesta in varie forme. Nel 2014, dati dell’Acri, l’ammontare complessivo delle erogazioni effettuate in ragione del proprio statuto, è stato di 911,9 milioni di euro. Una massa gigantesca. Di questi, 106 milioni sono andati proprio alla voce “Educazione”. Una somma molto simile a quella stanziata in Stabilità e che, unita alle altre, dimostra che il sostegno alla povertà, e non solo, le Fondazioni già lo fanno. Ma finora, non avevano avuto nessun tornaconto fiscale.
Come potrà funzionare il meccanismo è facilmente comprensibile. Basta osservare come è già stato utilizzato un altro credito d’imposta garantito dal governo Renzi, l’art bonus, il contributo a favore dei “mecenati” che hanno finanziato progetti di restauro artistico, architettonico, museale e così via. Sul sito del governo dedicato all’art bonus si legge che i “mecenati” che finora si sono fatti avanti sono ben 848. Di questi, però, solo 20 (venti) hanno accettato di rendere pubblico il proprio nome. Per scoprire che tra le centinaia di benefattori attratti dal 65% di beneficio fiscale ci sono quasi tutte le Fondazioni bancarie occorre andarsi a spulciare i bilanci di quest’ultime per verificare l’ammontare del credito messo a bilancio. La lista è interessante: la Compagnia di San Paolo ha avuto un ritorno di 3,8 milioni, Cariplo di 1,7, la Fondazione Cassa Risparmio di Firenze 1,9, la Cassa di Verona, 1,3 come la Cassa risparmio di Torino. Le prime otto Fondazioni italiane hanno avuto come ristorno dei finanziamenti effettuati ben 12 milioni di euro. Il punto è che quei finanziamenti loro li avrebbero fatti lo stesso.
Se la somma stanziata per erogazioni a favore di “Arte e beni culturali” nel 2014 è stata, infatti, di ben 272,8 milioni di euro, la crescita rispetto al 2013 è stata di solo l’1,4% mentre quella complessiva delle erogazioni è stata del 3,1%. L’incidenza totale delle erogazioni alla cultura, nell’anno in cui è stato introdotto l’art bonus, è passata dal 30,4 al 29,9%. Nonostante il credito di imposta i finanziamenti sono scesi. Anzi, si sono ripartiti diversamente al loro interno andando a rafforzare gli interventi di ristrutturazione. Il guadagno, quindi è evidente.
Dopo l’art bonus, la nascita del “Fondo contro la povertà educativa” rappresenterebbe il terzo favore alle Fondazioni. Il primo, il più rilevante, è stato introdotto nella stessa legge di Stabilità del 2014 quando si decise un credito di imposta pari all’aumento di pressione fiscale derivante dalla riforma dell’imponibile. Un flusso di circa 100 milioni di euro che è ritornato nelle floride casse di soggetti tra i più potenti, e meno controllati nel sistema finanziario italiano.
Alla Giornata mondiale del risparmio, il presidente delle Fondazioni, Guzzetti, si è rallegrato del nuovo “dialogo positivo con il governo” ricordando che l’intenzione della lotta alla povertà era stata illustrata a Papa Francesco. Che però non sapeva del credito d’imposta.
Da Il Fatto Quotidiano del 31 ottobre
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.